Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

OCCHI DI GHIACCIO

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Serpe89
view post Posted on 20/10/2010, 21:14 by: Serpe89




Eccomi qui...dopo un mese di ritardo....sigh....
a volte ho davvero paura di non riuscire ad andare avanti con questa storia, ma piano piano voglio impegnarmi per portarla a compimento...

Comunque...questo capitolo in realtà non mi convince troppo, anche perchè è un capitolo diciamo "intermedio", di introduzione al prossimo (capirete leggendo...)
In ogni caso vi auguro buona lettura!!! :lol:



Capitolo 11

Una sorpresa per Hogwarts

Corin salì in fretta le scale che dal sotterraneo portavano alla Sala Grande, cercando di arrivare puntuale per l’inizio della cena.
Le porte della sala erano spalancate per accogliere la marea di studenti che vi riversavano lentamente, giungendo da ogni parte del castello. Come ogni volta, quel luogo destava una sorta di meraviglia in lei: il vociare dei ragazzi, le candele sospese e la magnificenza e la magia che vi aleggiavano, le facevano spalancare gli occhi per lo stupore.
Ma la sensazione questa volta fu particolarmente breve e fugace, perché il suo sguardo si voltò rapidamente verso il tavolo dei Grifondoro, alla ricerca di un viso ben noto.
Non appena lo vide, seduto accanto ai suoi amici, i suoi occhi ebbero un guizzo e le sue labbra si curvarono appena in un lieve sorriso.
Si avvicinò velocemente, facendosi largo tra la folla.
“Eccomi qui, Harry! Hai fatto la doccia?”
Harry si voltò subito al suono della sua voce, sorridendo. “Sì…e tu?Come è andata con tuo padre?”
“Umh…non saprei…” disse aggrottando le sopracciglia “non abbiamo parlato molto. Direi che ci siamo limitati a mettere in ordine l’ufficio. Avevi ragione…era completamente a soqquadro!”
“E’ già un passo avanti, fidati. Non ti ha né urlato contro né cacciato e significa che in ogni caso la sua ira è sbollita parecchio. Credimi, non avere fretta. Sono sicuro che presto verrà almeno a parlarti.”
“Lo spero tanto…è una persona così complicata. Ogni tanto faccio fatica a capirlo.”
“Io ci ho rinunciato subito, se ti può consolare…”
“Non molto…però ora smettiamola di parlare di papà. Direi di dedicarci al cibo…sono arrivate proprio ora delle pietanze con un aspetto davvero delizioso!!!”
Harry annuì vigorosamente e iniziò a servirsi dai piatti, porgendo a Corin quelli che, a suo parere, erano i piatti forti della cucina di Hogwarts.
“Vedo che qualcuno non si è fatto scrupoli ad aspettare gli altri!” constatò Harry con un sorrisetto, osservando Ron e il suo piatto stracolmo di cibo: pollo, porridge, sformati, tartine, patate e altre verdure riempivano il piatto del ragazzo, formando una sorta di piramide che si alzava per parecchi centimetri.
“Scufa…Hally…penfavo che vi fosse già sevviti!” rispose Ron, intento a divorare il tutto.
Corin non poté fare a meno di ridere e così tutti gli altri attorno.
La cena proseguì nell’ilarità generale e dopo che ebbero finito di cenare, continuarono a parlare e a scherzare animatamente, finché i loro discorsi non furono interrotti da un lieve rumore.
“Tin tin”.
Il rumore di una bacchetta su un bicchiere di cristallo.
In pochi istanti la confusione divenne brusio e poi silenzio.
“Che succede?” chiese Corin sottovoce.
“Silente deve parlare” rispose il ragazzo, con lo sguardo rivolto come tutti gli altri verso il tavolo degli insegnanti. Proprio in quel momento, il preside si alzò e si andò a posizionare davanti alla platea di studenti.
Silente aveva certamente un dono che erano in pochi a possedere: quello di incutere rispetto e timore. Le dicerie sul suo conto erano numerosissime a partire dalla sua età, pressoché indefinita, per continuare sulle sue grandissime abilità di mago, ma indubbio era l’ascendente che aveva sugli studenti.
“Emh, emh.” Il preside si schiarì appena la voce. “Spero che la cena sia stata di vostro gradimento” aggiunse con un sorriso e volgendo lentamente la testa a destra e a sinistra, in modo da coprire con il suo sguardo tutta la sala. “Chiedo perdono per aver interrotto le vostre chiacchiere, ragazzi miei, ma devo darvi un’importante notizia.”
Guardò compiaciuto l’effetto che quella frase aveva provocato: alcuni erano perplessi, altri curiosi, altri ancora un po’ preoccupati.
“State tranquilli! Credo che questa notizia renderà felice gran parte di voi.”
Molti dei visi che prima erano accigliati si rilassarono e alcuni abbozzarono addirittura un sorriso, sicuramente di sollievo, abituati da tempo a sentire solo notizie sgradevoli, a causa del ritorno, oramai quasi certo, di Lord Voldemort.
“Ebbene…sabato, qui in Sala Grande si terrà il Ballo di Primavera.”
Un mormorio diffuso si levò dalla sala.
“Silenzio, fatemi terminare il discorso! Sono molti anni oramai che non si tiene più questa festa, qui a Hogwarts. Ci ho riflettuto a lungo, ma ho pensato che, dato il brutto periodo che stiamo passando, una bella serata di festa non può che far bene a tutti quanti. Giusto?”
“Sììììììììì!” esclamarono a gran voce gran parte degli studenti, entusiasti della notizia.
“Bene…dato che anche voi approvate, vi spiegherò le semplici regole del ballo. Potete recarvi al ballo da soli o con un accompagnatore…perciò ragazzi, datevi da fare ad invitare qualche bella fanciulla!” aggiunse il preside con sguardo sornione.
“Non voglio però che durante il ballo accadano spiacevoli inconvenienti per causa vostra. Non so se mi sono spiegato. Divertitevi, ma senza creare problemi. Direi che vi ho detto tutto…potete continuare indisturbati le vostre chiacchiere. Buona serata.”
Così detto il preside si voltò e tornò a sedere al suo posto, dove iniziò subito a parlare fitto fitto con la professoressa McGrannitt.
“Caspita!Il Ballo di Primavera!” esclamò immediatamente Hermione, rivolgendosi eccitata ai suoi amici. “A quanto so è da almeno quindici anni che non si svolge più. Una volta era una festa molto amata e si svolgeva ogni anno, all’inizio della primavera.”
“Sai un sacco di cose” constatò Corin ed Hermione arrossì leggermente.
“Lei sa sempre tutto, non lo sapevi? E’ una gran secchiona!” disse Ron compiaciuto.
“Oh, Ron smettila! Sei sempre il solito!”
“Su, non litigate! Non c’è niente di male, no?” disse Corin, per non creare ulteriore tensione tra i due. “Questa notizia del ballo, in ogni caso, è fantastica! Sarà una serata davvero divertente, non trovate?
Tutti annuirono entusiasti.
“Dovrò pensare ad un vestito adatto!” esclamò Hermione.
“Già…anche io!” disse Corin e si tuffò in un lungo e concitato discorso su abiti, scarpe e accessori assieme ad Hermione, Ginny e altre ragazze di Grifondoro, improvvisamente impazienti di dedicarsi ad altri vestiti che non fossero la solita divisa scolastica.
“Le donne…chi le capisce è bravo!” esclamò Ron alzando gli occhi al cielo.
“Ron! Tu non puoi capire! Sei un ragazzo…è già tanto se la mattina non vieni a lezione in pigiama…pretendi di capire qualcosa di abiti da sera?” ribatté Hermione.
“Magari non ci capirò granchè, ma voi siete oggettivamente esagerate!”
Tutte lo guardarono storto.
“Ok! Ok! Scherzavo! Continuate pure!” disse sbuffando e si voltò a parlare con i ragazzi della sua casa. Ma in fondo i loro discorsi non erano molto diversi.
“Allora chi pensate di invitare al ballo?” domandò Seamus.
“Non ci ho ancora pensato” rispose Ron, anche se, mentre lo diceva, i suoi occhi si voltarono impercettibilmente verso Hermione, seduta qualche posto più in là.
“E tu Harry? Inviterai la nuova arrivata?”
In parecchi si voltarono per sentire la risposta di Harry. Molte erano già le voci che circolavano su di loro e d’altronde era impensabile il contrario: il famoso Harry Potter e una misteriosa ragazza di Durmstrang, di cui si conosceva soltanto il nome.
“Sì…certo…” disse il ragazzo, leggermente in imbarazzo per tutti quegli occhi puntati addosso “Se lei è d’accordo…”
“Beh…che aspetti a chiederglielo?” chiese un ragazzo.
“Magari un momento più opportuno…”
“Dai…Potter!Potter!Potter!” Si levò un piccolo coro.
Harry era visibilmente infastidito dalla piega che stava prendendo la situazione.
Un ragazzo dal fondo del tavolo urlò:”Ehi Corin…ci vai al ballo con Potter?”
“Non credo siano affari tuoi!” ribatté pronta la ragazza.
Poi si avvicinò ad Harry e gli disse sottovoce:” I tuoi amici sono un po’ impiccioni.”
“Lo so, ma stanno solo scherzando. Però sanno rendersi piuttosto fastidiosi. “
In quel momento, come se non bastasse, si avvicinò un ragazzo dal tavolo dei Serpeverde, seguito da alcuni amici.
Si mise di fronte a Corin e tirò fuori un sorriso spavaldo: “Tu sei Corin, giusto? La straniera di Durmstrang? Volevo ufficialmente invitarti al ballo.”
“E tu chi saresti? Potresti almeno presentarti…”
“Sono Malfoy. Draco Malfoy. “
“Mi dispiace…ma sono già impegnata” rispose educatamente Corin, mentre ormai gran parte degli studenti erano intenti a non perdersi neppure un secondo di quella scena.
“Ci vai con Potter?” chiese il ragazzo, rivolgendo un’occhiata schifata verso Harry.
“E se anche fosse così? Devo forse dar conto a te di quello che faccio?”
“Semplicemente sono venuto per indicarti quali sono le persone più adeguate con cui uscire qui a Hogwarts.”
“E sarebbero?”
“Beh…è risaputo che Potter non sia un Purosangue. E i suoi amici sono anche peggio: tutti Mezzosangue o traditori del sangue.”
“Se è per questo neppure io sono una Purosangue.”
Malfoy spalancò gli occhi incredulo. “Pensavo che Durmstrang facesse una certa selezione tra i suoi studenti!” disse con un ghigno.
“Come ti permetti di insultare in modo così sfacciato me e i miei amici? Non ti vergogni? Sei arrivato qui per darmi lezioni di vita? Credimi…non ne ho bisogno. E soprattutto chi ca** o ti credi di essere?”
Draco non aspettò a controbattere: “Chi mi credo di essere? Semplicemente uno a cui non sarai mai all’altezza…resta con i tuoi amici…anche tu, non sei altro che una schifosa Mazzosangue!”
Corin si alzò di botto, facendo cadere a terra alcuni bicchieri.
Sguainò la bacchetta in un istante, puntandola verso Malfoy.
“Tu non sai chi sono io!”tuonò.
Senza che pronunciasse alcuna parola dalla bacchetta uscì un nastro di luce azzurrognola che si avvolse a spirale attorno al suo braccio. La scia iniziò a turbinare sempre più velocemente finché non risalì la bacchetta e si abbatté contro Draco, che non fece neppure in tempo a difendersi, tanto l’azione della ragazza era stata repentina.
Il giovane fece un volo di diversi metri e atterrò rovinosamente sul tavolo vicino, facendo cadere parecchi bicchieri e causando un frastuono non indifferente.
Il rumore provocato fece sì che anche al tavolo degli insegnanti si accorgessero dell’accaduto.
Corin ancora in piedi, guardava Malfoy a terra con uno sguardo terribile e fiero che ad Harry ricordò moltissimo quello dell’uomo che si stava avvicinando.
Severus Piton fu sul luogo del misfatto pochi istanti dopo che era successo.
Con uno strattone fece alzare Draco: “Tu! Subito in Sala Comune! E aspettami lì! Quanto a lei signorina…sarà bene che mi segua immediatamente nel mio ufficio. Forse non lo sa…ma qui a Hogwarts non siamo soliti risolvere in questo modo le controversie” disse Piton con un ghigno leggero, consapevole che la figlia non poteva risponderle in quel contesto.
Corin però gli rivolse una bella occhiataccia, senza farsi notare. “Sono molto dispiaciuta per il comportamento, ma sono stata provocata.”
“Non mi interessa...venga con me!”
Corin allora si girò verso Harry e solo muovendo le labbra disse: “Ci vediamo più tardi oppure domani” e seguì con riluttanza Piton, che si era già avviato verso l’uscita della Sala Grande.
Non appena usciti, però, Severus prese le scale che conducevano ai piani alti.
“Dove stiamo andando?” chiese la ragazza.
“In camera tua. Non ti voglio più in giro per questa sera. Credo che tu abbia già combinato abbastanza guai.”
“Ti ho già spiegato…”
“Silenzio! Ne parliamo in camera, ok? Non voglio che qualcuno ci senta.”
“Va bene” sbuffò Corin e per tutto il tragitto fino alla sua stanza rimasero in silenzio.
Una volta entrati, Severus chiuse frettolosamente la porta alle sue spalle e, rivolto alla figlia, sibilò: “Si può sapere cosa diamine combini? Ti vuoi far notare da tutti? Vuoi farti scoprire? Non ti bastava che tutti parlassero di te e Potter?”
“Se non ricordo male ti ho già detto che sono stata provocata…”
“Hai esagerato!”
“Ha detto che ero una schifosa Mezzosangue…come i miei amici…”
Severus la guardò in silenzio.
“E’ una cosa che non posso tollerare” aggiunse Corin seria. “Spero che tu capisca.”
Piton annuì. “Sì…capisco.”
Rimase qualche istante seduto e pensieroso, poi si alzò e raggiunse l’uscio della porta. “Comunque…devo dire che ti sei difesa bene…il tuo incantesimo non verbale non era niente male!”
Corin gli regalò un sorriso meraviglioso: “Grazie, papi!”
“Ah…dimenticavo…” disse lui quando stava ormai per andare via “grazie per avermi aiutato a riordinare.” Poi, senza aspettare una risposta si allontanò.
Corin rimase qualche momento a fissare allibita il punto dove qualche attimo prima c’era il volto di suo padre. “Figurati papà…” sussurrò “…ti voglio bene.”


 
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