Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Leave a Scar, naaaaa è solo un miraggio *-*

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kikyo91
view post Posted on 15/12/2009, 19:27




shuauauuauaua e invece nou : 3 la Mimi is back e vi torturerà ancora muahahaha =w= comunque, vediamo di farla iniziare bene va xD
Buonasera ragassuole ù.ù è con leggerezza di cuore da mamma che si è ripresa dalla fine di una ficcy che vi presento la continuazione di Boulevard ù.ù lo so che è finita solo sabato sera, ma io nel frattempo ho già scritto i primi due capitoli xD
Avvertenze: mi mancavano di già çwç dunque ù.ù OCCtà del solito personaggio *spoileeeer* e scene alquanto surreali e ridicole ù.ù
Nel capitolo ci sono Leave a Scar (del caro Manson <3) e Pretty Women (del caro e mancato Sweeney *.*).
Ho quindi il piacere di inaugurare questa nuova ficcy *______* il mio nuovo bimbo <3 spero che vi piaccia ç*ç
Ora vi lascio alla lettura ù.ù
love ya all <3

Primo Capitolo
Un normale pomeriggio di fine giugno andava avanti placidamente. Un raro sole accompagnava il caldo stranamente innaturale di quella stagione. Per tutta la settimana si prevedevano temperature in rialzo perfino su Londra. Nessuno si arrischiava a buttarsi sull’asfalto bollente. Perfino i lavoratori preferivano trascorrere le loro pause in ufficio che sciogliersi sotto ai raggi di quel sole. Le strade erano completamente deserte. E ogni finestra possibile in casa stava aperta. Da un balcone in particolare si poteva sentire una voce roca intonare delle note decise. L’assenza completa di vento faceva rimanere immobili le tende. Ed una ragazza se ne stava seduta sulla sedia accanto alla scrivania. In bocca un ghiacciolo alla menta. I lunghi capelli castani le ricadevano a metà schiena. Gli occhiali molesti scivolavano sulla punta del naso. It's not like I made myself a list of new and different ways to murder your heart, I'm just a painting that's still wet. “Santo Manson che caldo asfissiante!” esalò Anna. Per poi alzarsi. Aveva indosso una semplice canottiera nera con la faccia di Jack Skeletron sul davanti. Una gonna leggera a pieghe. Stufa attraversò la stanza ed uscì sul balcone. Ma l’aria diventava ancora più soffocante. Si appoggiò per qualche minuto muretto. Per poi buttare in giardino lo stecchetto di legno di quello che era stato un ghiacciolo. Quando tornò in camera sentì chiaramente dei rumori dalla stanza vicino. La castana sbuffò. Le pareti erano sottili. Combinate con il tono squillante della sorella poi erano magnifiche. If you touch me, I'll be smeared, you'll be stained, stained for the rest of your life. Infatti la baby Haliwell da almeno due ore era attaccata al cellulare. Blaise gliene aveva regalato uno prima di partire. E lui ovviamente aveva convinto la madre a prenderne un altro. In modo che si potessero sentire senza far arrostire i loro gufi sotto il caldo cocente di quell’estate. L’unica che ci rimetteva era di certo Anna. Che doveva sorbirsi tutte quelle smancerie a volume altissimo. So turn around, walk away before you confuse the way we abuse each other. “Certo che ti amo tesoro! Mi manchi ogni giorno di più!” sentì pigolare per l’ennesima volta. La castana sbuffò e tirò due pugni alla parete. “Mary Kate piantala di fare l’oca e abbassa il tono!” le urlò. Dall’altra parte ci fu un minuto di silenzio. “Brutta cosa la gelosia, eh sorellina?” rimbeccò malefica Mary Kate. Anna tirò un urletto esasperato. Si buttò ancora sulla sedia girevole e ricominciò a smanettare con il mouse. Alzò di qualche grado la musica. Da quando era tornata a casa ogni giorno diventava sempre più insopportabile. La porta della camera si aprì senza troppo complimenti. You're not afraid of getting hurt and I'm not afraid of how much I hurt you. “Anna abbassa quel chiasso…si sente fino giù!” le ordinò Ilary. La castana si voltò truce. “Allora di a tua figlia di smetterla di pigolare con il suo fidanzatino come stesse usando un megafono…” soffiò irritata. La madre scosse la testa affranta. “Blaise è stato molto carino a regalare quel cellulare…si amano e io sono felice che loro siano così uniti…certo, non è un bene che lei stia attaccata tutto il giorno a quel coso, ma Ginny non c’è e non saprebbe con chi uscire…” la giustificò. Anna rimase a bocca aperta. “Dovresti fare qualcosa anche tu comunque…perché non esci a prendere un gelato con Giulia ed Hermione?” propose ancora Ilary. “Non sono più una bambina mamma…” sbottò acida la ragazza. La madre la guardò poco convinta. I'm well aware I'm a danger to myself, are you aware I'm a danger to others? “Anche tu stai tutto il giorno attaccata a quel computer…fa già caldo e quel coso tutto il giorno in movimento non aiuta per nulla…sai, Greg, il figlio dei vicini, mi ha ancora chiesto di te…potresti uscirci una sera...mi sembra un tipo carino…” suggerì. Anna ridusse gli occhi a due fessure. “Mi stai chiedendo di uscire con un ragazzo mamma?” sillabò. Ilary alzò gli occhi innocente. “Potrebbe essere un buon passatempo tesoro…magari rimedi anche una cena gratis…” la stuzzicò ancora. La castana si portò una mano alla fronte. “Certo mamma…sarebbe un bel passatempo…se solo io non fossi già impegnata…” commentò. There's a crack in my soul, you thought it was a smile. La madre la guardò intenerita. Piano entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. “Anna…lo so che tu ami ancora molto Draco…ma non credo sia il caso di continuare così…” iniziò a dire. La ragazza appoggiò la testa allo schienale della sedia. Nascondendosi alla vista della donna. In realtà non si voleva nascondere. Solo che la prima cosa che l’istinto l’aveva condotta a fare era guardare l’anello. Che ancora se ne stava placido sul suo anulare. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Non puoi chiedermi di tradire così Draco mamma…lo sai benissimo che lui prova ancora lo stesso per me…ed io sono stufa di vedere i vostri sguardi di compassione…mi rendo conto da sola di essere abbastanza patetica ma lui è ciò in cui credo…” rispose. Ilary abbassò lo sguardo a disagio. “Capisco…però non puoi continuare a farti del male così Anna…devi continuare…so che non è facile ma ora è tutto cambiato…tu sei da un lato, e lui dall’altro…” commentò. Anna scosse la testa. “Quante volte ti ha scritto dalla fine della scuola?” chiese spiccia la madre. Sapendo di star giocando col fuoco. La castana alzò la testa e la guardò con puro odio. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar, leave a scar, leave a scar, leave a scar. “Non mi servono le tue lezioni di vita mamma…ne ho avute già abbastanza direi…quindi ora vattene via e lasciami stare…” disse acida. Ilary alzò le spalle. “A costo di cacciarti di casa a forza tu uscirai con lui Anna…questo è quanto…non ti permetterò di rovinarti così a soli diciassette anni per una promessa fittizia…” decise. Anna strinse i pugni. “Non è una promessa fittizia!” le ringhiò contro. La madre scosse la testa esasperata. Whatever doesn't kill you will leave a scar. “E comunque se proprio vuoi farmi uscire mandami a Hogsmeade da Armony! Fammi accettare la sua proposta!” rimbeccò ancora la ragazza. “Quell’argomento è già chiuso Anna…lo sai benissimo…ed ora abbassa quella musica…” sbottò Ilary. La castana sorrise sarcastica. “Anche l’argomento di uscite con altri ragazzi è già chiuso mamma…lo sai benissimo…ed ora vai via…” le fece il verso. La madre la guardò truce. “Se continui così signorina sarai messa in punizione…ti consiglio di stare attenta al tono che usi…” concluse infine. Poi uscì dalla camera. Anna tirò un calcio al mobile vicino alla scrivania. I'm more like a silver bullet and I'm like a gun, not easy to hold. “Fanculo…tanto anche se mi chiudi in casa sono maggiorenne…posso materializzarmi dove mi pare…” sussurrò adirata. Qualche minuto dopo bussarono ancora alla porta. “Che c’è?” ringhiò infastidita la castana. Una frangetta e due occhi vispi fecero capolino. “Hai finito finalmente di cinguettare con il tuo fidanzatino eh?” sbottò acida Anna. Dire che era nervosa era un eufemismo. Mary Kate alzò le spalle. “Io sto uscendo…vado a prendermi un gelato al chiosco infondo alla strada…vuoi venire?” le chiese. La castana la guardò annoiata. “Non ne ho voglia…vacci da sola…” rimbeccò. La sorella sbuffò. I'm moving fast and if I stay inside your heart I'm certain that this will be the end of your life. “Grazie mille Anna…sei proprio un’ingrata! E per la cronaca, è stata mamma a chiedermi di invitarti a venire con me…posso benissimo andarci da sola…non mi serve una piagnona che continua a sfogarsi sugli altri perché è stata abbandonata dal suo ragazzo…” rispose stufa. Anna prese una penna da li vicino e gliela tirò. “Cuciti la bocca insetto…” soffiò. Mary Kate le fece la linguaccia e se ne andò. Sbattendo la porta. So turn around, walk away before you confuse the way we abuse each other. La castana sospirò. Non ne poteva più di quei continui litigi. Era peggio del solito. Non era passato nemmeno un mese da quando era tornata che già si voleva buttare di sotto pur di non stare li. Almeno gli anni scorsi poteva tranquillamente fuggire da Draco. Se avesse continuato così sarebbe scappata da Giulia. You're not afraid of getting hurt and I'm not afraid of how much I hurt you. Nemmeno finito di pensarlo, che alla porta bussò ancora qualcuno. “Santo Manson, che palle oggi! Chi diavolo è?” sbottò spazientita la ragazza. “Certo, anche noi siamo felici di vederti Anna…” rispose subito una voce famigliare. A sentirla Anna si tirò su un po’ consolata. Giulia ed Hermione entrarono in camera. “Pensavamo di ricevere un’accoglienza migliore…” commentò la seconda. La castana sbuffò. “Ho appena litigato con mia madre e mia sorella…direi che non sono in vena di cose allegre…” raccontò. La prima si sedette di peso sul letto. “Che novità…” osservò ironica. Anna la fulminò con lo sguardo. “Per cosa stavolta?” chiese ancora Giulia. “Mia madre vuole che esca col figlio dei vicini…un allampanato tamarro di diciotto anni…” sintetizzò l’amica. Il prefetto si sedette accanto all’altra sul letto. “Non sembra poi così male…” osservò. La castana la guardò scettica. Poi si alzò di scatto ed andò in terrazza. Le amiche la seguirono. I'm well aware I'm a danger to myself are you aware I'm a danger to others? Si poteva intravedere qualcuno nel giardino vicino. Un ragazzo stava facendo delle flessioni sul prato. Era muscoloso. Capelli scuri e carnagione bronzea. “Lui è l’allampanato?” chiese divertita Giulia. Anna annuì. Le tre si sporsero verso di lui per osservarlo. “Però è carino…” esordì Hermione. La castana la ignorò. “Non è il mio tipo…” lo liquidò semplicemente. “Più che altro lui non è Draco…” centrò il problema Giulia. Anna sorrise. “Non mi sembra di stare facendo questo gran torto…non voglio tradire il mio ragazzo…semplice…” spiegò. Stavolta il prefetto la guardò adorante. “Il che detto da te è un vero miracolo!” osservò. La castana la spintonò. Giulia si sporse un po’ verso il pretendente. Ora si era alzato. “Mi raccomando Giulia, continua così…non far notare che lo stai fissando…” commentò sarcastica Anna. Il ragazzo si voltò e la vide in pieno. La ragazza arrossì e si nascose dietro le amiche. Quando lui notò anche la castana la salutò con un gesto della mano. Lei ricambiò con una sottospecie di smorfia. Poi tornò in camera. Le altre due la seguirono. There's a crack in my soul you thought it was a smile. Il prefetto e la castana si buttarono sul letto. Giulia si sedette sulla sedia della scrivania e iniziò a girare. Fino a che lei stessa perse l’equilibrio e cadde a sedere in giù. Hermione sospirò esasperata. L’amica andò a sedersi insieme a loro. Ancora barcollante. “Mia madre continua a farmi pressione perché io esca, non stia attaccata al computer tutto il giorno e prega mia sorella di farmi compagnia…cosa c’è di più irritante che venir compatita perfino dalla propria famiglia?” sospirò Anna. Le amiche si guardarono. “Si preoccupano solo per te…” precisò Hermione. Ma la castana ghignò. “L’unica cosa buona che mi sia arrivata in questi giorni è l’invito di Armony…ma tanto i miei mi hanno già detto che non posso andarci…” aggiunse. Le altre due la guardarono dubbiose. Anna allungò una mano verso il comodino. Prese un foglio e lo passò a loro. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Cara Anna, come stai? Purtroppo io e mia sorella non siamo potute venire al funerale di Silente qualche settimana fa, comunque mi dispiace per gli ultimi fatti accaduti, sia a te che alle tue amiche. Come avrai notato però questa non è certo solo una lettera di saluti. Volevo proporti una cosa, anzi, ad essere più precisi un breve lavoro. Mi sono appena arrivati dei nuovi articoli da varie marche molto importanti e a fine mese dovrebbe uscire il numero di luglio del catalogo del negozio. Oltre ad essere in ritardo con la produzione ci manca un altro elemento importante: una modella che indossi i vestiti. Siccome ho notato che ti piacciono molto questo genere di articoli mi piacerebbe che fossi tu la nostra modella. Ovviamente verrai pagata. Il set fotografico si terrà ad Hogsmeade, nel mio negozio, e va eseguito entro il 28, per poi dar modo a Camille (la vera esperta di grafica della famiglia) di impaginare e sistemare per l’uscita vera e propria. Basta che mi comunichi il giorno in cui saresti disponibile e organizzerò tutto. Inutile precisare che sia Giulia che Hermione sono invitate ad assistere e perché no, anche a partecipare. Aspetto tue notizie, saluti da Armony.” lesse Giulia. Hermione strabuzzò gli occhi. “Hai la proposta per un lavoro come modella!” boccheggiò. La castana alzò le spalle come se nulla fosse. “Ma di solito le modelle non sono altissime? Ho capito che esiste Photoshop, ma non possono mica allungarti all’infinito…” commentò stupita Giulia. Ripassando il biglietto alla diretta interessata. Questa le fece la linguaccia. “Molto spiritosa…comunque l’invito mi è arrivato qualche giorno fa…il set si terrebbe a Hogsmerade, e perciò i miei non mi ci vogliono mandare…nonostante io sia grande, maggiorenne e capace a materializzarmi da sola…” sbuffò poi irritata. Il prefetto annuì. “È molto pericoloso girare anche solo per Diagon Alley di questi tempi…è logico che i tuoi siano preoccupati…” osservò. Anna buttò l’invito a terra. “Non ti direbbero di si nemmeno se io ed Herm ti accompagnassimo?” propose Giulia. L’amica alzò le spalle. “Non lo so…non credo…” rispose vaga. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar, leave a scar, leave a scar, leave a scar. Hermione guardò veloce il calendario. Il 28 sarebbe stato quella domenica. Mancavano solo cinque giorni. Poi si soffermò su un altro giorno. “Anna…perché hai circondato il 26 col pennarello rosso?” chiese curiosa. Anna sobbalzò. “Il 26…è il compleanno di Draco…” rispose solo. Il prefetto si maledì mentalmente per averle fatto quella domanda. “Oh andiamo ragazze! Non è mica morto…è solo da qualche parte…sono sicura che ti starà pensando un sacco Anna…non devi perdere la fiducia…troverà il modo di contattarti…così come ance Severus e Mark…” esclamò Giulia. La castana sorrise divertita. Sempre la solita ottimista. Whatever doesn't kill you will leave a scar. “E se il 26 andassimo a fare il servizio fotografico? Così almeno ti distrai…” propose d’improvviso Hermione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di distrarre l’amica. Anna si stiracchiò. “Vallo a dire ai miei…” commentò solo. Giulia invece annuì convinta. Anche se ci sarebbe voluta una bella lotta con suo padre per darle il permesso. She warned you that she may fuck me but chances are I'm going to fuck you over. “Però…cioè…fare la modella…” ripetè stavolta la castana. Le amiche la guardarono dubbiosa. “Modella per abiti gothic…sarebbe bello…però non credo di essere molto adatta…l’altezza si risolve perché tanto indosso sempre gli anfibi, che bene o male di qualche centimetro mi alzano…però il fisico?” spiegò. Hermione per poco non la spinse giù dal letto. “Ma stai zitta…non vedi che sei pelle e ossa? Più modella di così…” rimbeccò. Avrebbe venduto Ron per qualche chilo in meno. Giulia annuì. “E poi hai le curve al posto giusto…e in gonna stai divinamente…io direi che è più che sufficiente…” le diede ragione. Anna arrossì e strabuzzò gli occhi. “Bhe…ecco…si…se lo dite voi…potrei anche provare…” balbettò. Le amiche la guardarono intenerite. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. Rimasero a chiacchierare ancora per una mezzoretta. Poi le due dovettero andare. Hermione era uscita dicendo alla madre che andava a prendere un gelato, ed un gelato di due ore non le sembrava molto credibile. Giulia invece aveva promesso ai suoi di non stare fuori per tanto tempo. L’idea di andare a trovare Anna era venuta in mente dopo alle due. In verità volevano trascinare fuori anche lei, ma appena entrate nella stanza avevano subito cambiato idea. Così erano oramai le 17.00 che le tre si salutarono. Una volta che la castana fu rimasta da sola tornò a sedersi sulla sedia. Iniziò a girare come aveva fatto Giulia. Quando iniziò a sentirsi confusa si fermò. Prima di vomitare il pranzo era il caso che smettesse. Qualche minuto dopo bussarono alla porta. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Avanti…” invitò arresa Anna. Ma nessuno entrò. Lei si alzò ed andò ad aprire la porta. Vide quella della stanza vicino chiudersi veloce. Iniziò ad imprecare mentalmente contro gli scherzi stupidi di sua sorella. poi però la notò. Una piccola vaschetta bianca era appoggiata sul pavimento davanti a lei. Sopra un cucchiaio. La castana la raccolse e la portò in camera. La aprì. E vi trovò del gelato al cioccolato. Con praline di nocciole. E sciroppo al cioccolato fondente. Anna non potè fare a meno che sorridere. Quella stupida sentimentale di sua sorella. Leave a scar, leave a scar, leave a scar. Senza pensarci su nemmeno un secondo prese la vaschetta ed il cucchiaio e andò a bussare alla stanca vicina. Mary Kate aprì titubante. “Che c’è?” sbottò. La castana alzò le spalle. “Mica vorrai farmi ingrassare da sola…” ghignò. La sorellina capì al volo e la fece entrare. Era sicura di aver fatto un piacere ad Anna. E non l’aveva fatto di certo per far piacere a sua madre. Solo. Qualche volta l’affetto che faceva finta di non provare per lei veniva fuori. Ed il risultato quella volta era stato quel concentrato di calorie. Da consumare assieme. Whatever doesn't kill you will leave a scar.
Nel mentre in un altro luogo molto più lontano. Così lontano da essere più fuori Londra che mai. Un castello si stagliava all’orizzonte. L’interno era immerso nel buio. Nemmeno un raggio di sole era lasciato filtrare attraverso i finestroni. Nei corridoi si muovevano diverse figure incappucciate. Ed in alcune stanze era addirittura acceso il camino. In una del secondo piano. Qualcuno era seduto sulla poltrona. Circondato da librerie stracolme di vecchi volumi. A fargli compagnia solo un enorme quadro appeso alla parete. Era il ritratto di una coppia di sposi. Lei, bellissima nel suo abito bianco. I capelli biondi raccolti dietro la testa e coperti dal velo. Gli occhi azzurri così limpidi e pieni d’amore. Lui stretto in uno smoking verde scuro. Anche lui con un sorriso raggiante. Gli occhi grigio chiaro fissi sulla compagna. Draco sospirò. E si strinse di più sulla poltrona. Finalmente aveva trovato un posto tranquillo dove stare. Non ce la faceva più ad avere così tanta gente intorno. L’unico vantaggio era che i suoi gli avevano permesso di rimanere nella sua camera. Però doveva dividerla con Mark. Non capiva proprio perché dovessero ospitare tutti i Mangiamorte al completo. In più la stanza accanto alla sua, quella che aveva sempre riservato alla sua Anna, era stata occupata occasionalmente da Bellatrix. Quella donna gli dava ai nervi. Era così ossessiva e nevrotica. Una sadica pazza. Al pensare di queste dolci parole il biondo sorrise. Blaise una volta aveva definito nello stesso modo Anna. In un contesto del tutto positivo però. Senza aspettare un secondo il ragazzo si frugò nella tasca dei pantaloni. Ne tirò fuori una foto spiegazzata. La sera in cui era fuggito da Hogwarts era riuscito a portarsi via solo quella. Il soggetto era palese. Draco fissò i suoi occhi chiari sulla ragazza. Era stato lui a pregare Anna per avere una sua foto. Lei ne aveva un sacco di loro due. E lui nemmeno una. Così si era fatto prestare una polaroid magica da Blaise e le aveva fatto una foto. Una di quelle interminabili sere in cui stavano in camera sua. Anna aveva addosso un corpetto senza copri spalle. Apposta per far vedere i due tatuaggi. Era in ginocchio con le gambe ai lati. Strette nei soliti anfibi. E la gonna a pieghe che ricadeva leggera sulle gambe nude. Dapprima aveva un’espressione seria, poi era scoppiata a ridere. Il biondo chiuse gli occhi. Poteva perfino sentire la sua voce. Però di rimando gli veniva in mente il suo viso. Quell’ultima sera. In cui aveva dovuto dividere le loro mani. Da quel giorno non era passato momento in cui lui non l’avesse pensata. Chissà cosa stava facendo. Doveva essere tornata a casa oramai. Chissà se lo stava odiando. Chissà se l’avrebbe aspettato. No. La sua Anna non gli avrebbe mai fatto un torto. Si erano fatti una promessa. E sapeva che lei si fidava di lui. Mentre lui era immerso nei pensieri la porta della stanza si aprì. Una figura notò il ragazzo. “Ti conviene nascondere in un posto sicuro quella foto Draco…non è prudente che tu sbandieri in giro certe cose…solo se capitasse nelle mani di Bellatrix sarebbe un danno notevolmente grave…” commentò piatto Severus. Il biondo sobbalzò e si voltò. “Ah è lei professore…” si lasciò sfuggire. Piton scosse la testa. “Non sono più un tuo professore…” lo corresse. Per poi aggirare la poltrona. Draco tornò con lo sguardo fisso sulla foto. “Questa è l’unica cosa che mi fa andare avanti qui dentro…non può chiedermi di nasconderla…ho bisogno di averla sempre con me…” confessò. L’uomo lo guardò. Fermandosi qualche passo vicino a lui. “Nn sei più un bambino…dovresti capire che certe cose è meglio tenerle segrete…o vuoi forse rischiare che il Signore Oscuro sappia che ti concentri più su Anna che su quello che ti affida?” osservò. Il biondo trasalì. “Non credo ne sarebbe molto contento…e l’unica a fare le spese della tua incoscienza sarebbe Anna…io non trovo che tu voglia farle questo…” concluse infine Severus. Draco abbassò lo sguardo. Si infilò veloce la foto nella tasca dei pantaloni. Poi però allungò una mano verso la giacca di Piton. Che non potè contrastare il movimento del giovane. Così quest’ultimo si ritrovò fra le mani un portafoto. Quando lo aprì sorrise trionfante. “Nascondere la foto…certo…e queste lei come le chiama?” ghignò. Mostrando all’uomo le due foto contenute. Severus si riprese il porta foto stizzito. Lo chiuse con uno schiocco e lo rimise apposto. “Questi non sono affari tuoi Draco…” sbuffò. Cercando di celare l’imbarazzo per essere stato beccato in flagrante. La verità era che anche lui qualche volta faceva come il ragazzo. Si sedeva e rimaneva minuti e minuti a fissare quelle foto. Il motivo era totalmente palese. Il biondo gongolò ancora per un poco. Poi tornò a sistemarsi sulla sua poltrona. “Possibile che lei sia così imparziale? Eppure dovrebbe capirmi…” si lagnò. Piton lo guardò truce. “Lo so che voi ingrati studenti pensiate che io sia un uomo freddo come il marmo e senza sentimenti, ma devo deluderti Draco…non è così…la differenza fra me e te è sostanzialmente che io so quando concentrarmi su certe cose e quando su altre…non sto a piangermi addosso pensando a lei in ogni momento…” rimbeccò. In verità si sentiva talmente ipocrita a fare una tale predica. Di certo non si piangeva addosso. Però sentiva dentro di se un vuoto tale che cercava di sostituirlo con le mansioni che il Signore Oscuro gli dava. Eppure ogni sera, quando tornava a quello che oramai era diventato il suo letto, non poteva fare a meno di figurarsi la sua immagine accanto a lui. Draco lo guardò scettico. “Quindi Giulia le manca professore?” gli chiese. Severus si sedette composto nella poltrona di fronte. “Ti ho già detto di non chiamarmi professore…e comunque non sono tenuto a parlarne proprio con te…” lo liquidò spiccio. Il biondo scosse la testa divertito. Era una chiara risposta di assenso. “Lo immaginavo…e quindi non pensa mai a lei? Non si immagina cosa sta facendo in questo momento? Non pensa a come sarebbe se foste assieme? Non le viene in mente in ogni istante il suo sorriso?” lo punzecchiò ancora. Era sottinteso che lui quelle cose le provasse riguardo ad Anna. Piton lo guardò. Rimanendo dapprima zitto. Per lui la risposta a quelle domande era chiaramente positiva. Nonostante non fosse passato nemmeno un mese. Il tempo che lo separava dall’ultima volta in cui aveva visto Giulia gli sembrava un’eternità. “Secondo il tuo modesto parere Draco? Che ne dici?” rispose acido. Il biondo sospirò ancora. “Non c’è un modo per poterle contattare senza che il Signore Oscuro lo sappia?” chiese. Severus rimase spiazzato da quella domanda. “Non ci pensare nemmeno Draco…metteresti in pericolo te ed Anna…non fare azioni sconsiderate…” gli proibì. Il diretto interessato ghignò. “A lei stava simpatica Anna?” disse ancora. Piton sbuffò. “Di certo non era la mia migliore allieva, però come ho sempre detto ho molta fiducia in lei…è una ragazza intelligente e di sicuro se la saprà cavare…” rispose spazientito. Draco annuì. “Anche Giulia non è male…forse un po’ troppo buona, però quando inizia a menar le mani non la ferma nessuno!” esclamò. Severus non potè lasciarsi sfuggire un sorriso. Tipico. Giulia era conosciuta per tutte le risse che aveva scatenato in quei sei anni. Una vera teppista. La sua piccola vandala. Il biondo lo guardò curioso. “Sta pensando a lei! Lo sapevo!” esordì. Puntandogli il dito contro. “Metti via quel dito…razza di ragazzino impudente…” lo rimproverò l’uomo. Cercando di nascondere il rossore sulle guance. Draco ghignò divertito. “Queste donne…non puoi vivere con loro ma nemmeno senza di loro…sono il nostro ossigeno…” commentò. Piton lo guardò alzando un sopracciglio. Il biondo appoggiò le braccia sui poggioli della poltrona. Poi alzò gli occhi. L’uomo lo osservò in attesa. “Pretty women, fascinating...sipping coffee, dancing...pretty women...” iniziò a cantare Draco. Severus sorrise divertito. “Pretty women, are a wonder. Pretty women!” continuò il biondo. Guardando poi l’uomo in attesa. Piton rimase zitto. “Sitting in the window or standing on the stair…something in them cheers the air…” sorrise ancora Draco. Stavolta Severus sospirò. “Pretty women, silhouetted...stay within you, glancing...stay forever, breathing lightly...pretty women, pretty women!” si aggiunse. Il biondo lo guardò compiaciuto. “Blowing out their candles or combing out their hair, even when they leave they still are there…they're there…” proseguì quest’ultimo. Piton si guardò in giro. “Ah! Pretty women, at their mirrors, in their gardens, letter-writing, flower-picking, weather-watching…” precisò. Draco annuì. “How they make a man sing!” cantarono assieme. Entrambi sorridevano. “Proof of heaven as you're living, pretty women! Yes, pretty women! Here's to pretty women, pretty women…” aggiunsero all’unisono. Severus portò una mano alla tasca della giacca. “Pretty women…” ripetè. Il biondo si tirò su la manica destra. Per guardare la A che stava a marchiata nella sua pelle. “Pretty women…” concluse. Chiudendo gli occhi. Nemmeno due minuti dopo la porta della stanza di aprì. Rivelando una donna dai folti capelli neri. “Eccovi qui voi due…che stavate facendo eh?” esordì Bellatrix. I due si guardarono. “Nulla di che zia…” alzò le spalle Draco. La donna li guardò sospettosa. “Io ho sentito una canzone...stavate per caso…cantando?” ghignò. Aggiungendo un risolino alquanto agghiacciante. Piton si alzò esasperato. “Non dire sciocchezze Bellatrix…non hai nulla di meglio da fare che aggirarti per le stanze a disturbare?” la rimproverò. Dal viso della donna sparì il ghigno. Il biondo si alzò subito dopo. “Appunto zia…ti pare che ci mettiamo a cantare? Non siamo delle signorine all’ora del the…” sbottò d’accordo. Bellatrix rimase impietrita sulla soglia della stanza. Mentre Severus ed il biondo uscivano. Celando entrambi un ghigno alquanto divertito.
 
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miss_preston
view post Posted on 15/12/2009, 19:57




Ma questo capitolo è spettacolare....a parte l'esordio,a parte la sorpresa del tuo imminente postaggio e a parte...aspetta mi sn persa...
Cn ordine: le ragazze mi sn piaciute davvero tnt e ovviamente ero SICURA che Draco la stesse pensando. ma la descrizione dell'accampamento a casa Malfoy e di Severus e Draco che si confidano,del ragazzo che lo stuzzica fino a farlo un pò sciogliere,di loro che cantano,che sn complici,che vengono sorpresi da Bellatrix e che la prendono x il culo è fenomenale!!!!!!!!! ahahahah che bel ritorno Mimi...nn ti dico di aggiornare presto xkè è evidente che x ora hai una vena creativa nn indifferente
ps. sn la prima a commentare ;)
 
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~ Disturbia
view post Posted on 15/12/2009, 22:56




Mostrolaaa! Non ci credo!Ti sei superata!!
Ho appena finito di versare lacrime per la fine di Boulevard che tu già mi consoli così??
I tuoi spoiler non rendono giustizia a questo capitolo! Mi piace davvero molto.L'aria che tira in casa di Anna,le scenate con la madre e la sorella e le amiche che la consolano...e poi Draco e Sev che cantano sono impagabili!
Dato che fonti certe mi hanno detto che hai già pronto il capitolo xD aggiorna!!
Ti adorissimo mia pusherina mostrola!
Kisu

Irene :fiore:
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 16/12/2009, 22:28




wwwwwaaaaaaaaaaah!!!
wwwwwaaaaaaaaaaah!!!
wwwwwaaaaaaaaaaah!!!

PUSHINAAAAAH!!!!!! ma io ti adorooooh!!! Questo capitolo è strasuperstupenderrimo!! La scena a casa di Anna è davvero bella, le farai fare la modella vero? VEROOOH?
E poi Draco e Sev che si "confidano" e pensano alle cusholineeee!!! waaaaaaah!!!!!!
sono troppo emosionataaaaaah!!!
waaaaaah!!!
*si rende conto di avere dei seri problemi mentali*

Ti amoooooooh
 
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kikyo91
view post Posted on 23/12/2009, 23:24




seeeeeeeeeera : 3 ecco qua che è arrivata Mamma Natale in anticipo ù.ù
siccome mi stavo altamente annoiando ed avevo già pronto il capitolo, come potevo aspettare fino a Natale per postarlo? ù.ù regalo anticipato per tutte voi bimbe <3 ora ovviamente mi metterò a finire il terzo capitolo =w=
Avvertenze: varie litigaggini e un pò di tristezza, condita sempre dalla friendship alla Sex and the City *-*
In questo capitolo troviamo Home (di Michael Bublè ù.ù) e She Will Be Loved (dei Maroon 5 *w*).
Vi auguro buona lettura, e grazie mille dei commenti ç*ç vi adoro <3

Secondo Capitolo
Il sole cocente pian piano andò sparire. Giulia aveva accompagnato Hermione e poi era tornata a casa sua. Appena entrava aveva riconosciuto subito il rumore di piatti dalla cucina. “Sono tornata!” annunciò. Slegandosi le Converse. Senza però toglierle. La testa di sua madre sbucò dalla cucina. “Oh ciao tesoro! Com’è andata l’uscita?” chiese. La ragazza la raggiunse. “Bene…siamo andate a trovare Anna e poi siamo rimaste da lei a chiacchierare…” raccontò. Rimanendo sulla soglia a dondolarsi sulle punte. “Stasera per cena c’è l’arrosto con patate al forno…” precisò poi Mary. Giulia sorrise. “E papà?” chiese. La donna si asciugò la fronte con una mano. “È ancora nel suo studio…gli hanno mandato nuove carte dal Ministero…così ora oltre che controllare la sua squadra di Auror deve anche sbrigare le solite faccende burocratiche…” sbuffò. La ragazza sospirò. Da quando era tornata suo padre era sempre stato impegnassimo. “Non c’è speranza di potergli parlare nemmeno oggi quindi…” commentò. Mary la guardò divertita. “Se intendi comunicargli della tua magnifica relazione con Piton ti consiglio di aspettare tesoro…” propose. La figlia arrossì. “Anche se pensi che non ti abbia ascoltato quando hai cercato di parlargliene a scuola, ti sbagli…credo solo che facesse finta di nulla per evitare di capire una volta per tutte che la sua bambina è cresciuta…e non solo, è diventata anche una donna a tutti gli effetti…” la punzecchiò la madre. Giulia spalancò la bocca. “Mamma!” la richiamò. “Credevi di nasconderlo eh? Ma tua madre non è una sciocca…e si accorge di certe cose!” la rimproverò Mary, brandendo un mestolo. La ragazza sorrise imbarazzata. “Questo significa che dovrai raccontarmi tutto al più presto…altrimenti salterai la cena…” decretò infine la donna. Mimando perfettamente il tono da madre severa. Giulia scosse la testa divertita. “Promesso mamma…appena rimarremo un attimo da sole te lo racconterò…” rispose. Mary le fece il tipico gesto con il pollice all’insù. La ragazza rimase a guardare la madre preparare la cena per qualche minuto. Poi decise di andare in camera sua. Billy Joe l’aspettava accoccolato sul suo letto. Giulia si sedette alla scrivania. Iniziando a giocare con la sedia girevole. Come aveva fatto a casa di Anna. Una volta stufa si alzò ed andò alla finestra. La signora Holmes stava innaffiando le begonie. Annoiata la ragazza si arrampicò sul davanzale. Tirando le ginocchia al petto. Da quando era tornata le giornate passavano con una lentezza estenuante. “Another summer day has come and gone away…in Paris and Rome but I wanna go home…” iniziò a cantare. Forse era così perchè non aveva nulla da fare. E di certo non poteva andare ogni giorno a trovare Anna ed Hermione. Infondo il modo di vivere di Hogwarts le piaceva anche perché poteva stare tutto il giorno con le sue amiche. Tre sorelle. Unite sempre. Quando al primo anno Silente aveva detto che ognuno doveva essere felice della casata in cui era stato smistato, perché da quel momento a sette anni sarebbe stata come una famiglia, la ragazza non ci aveva dato molto peso. Però col tempo aveva capito che era vero. “Maybe surrounded by a million people I still feel all alone, I just wanna go home…oh, I miss you, you know…” continuò. In più c’era anche il peso della decisione che avevano praticamente preso il giorno prima di partire. Non ci sarebbe stato un settimo anno per loro. L’avrebbe dovuto dire a sua madre? Non sapeva proprio che fare. Per un attimo la aveva perfino sfiorato il pensiero che Severus la venisse a cercare a scuola. Ma era impossibile. E comunque non l’avrebbe trovata. Subito le venne in mente il suo ufficio vuoto. Il letto sfatto. Tutti i ripiani vuoti. Era stata una brutta visione per lei. Lei. Che in quell’ufficio aveva passato gli ultimi sue due anni di vita. E dove aveva avuto i momenti più belli. “And I’ve been keeping all the letters that I wrote to you each one a line or two “I’m fine baby, how are you?”” sospirò Giulia. Alla fine la sua mente andava sempre su quel punto. Era inevitabile. Per quanto partisse da una cosa lontana. Anche un semplice ragionamento. Slittava sempre su Severus. Oramai si considerava quasi ossessiva. Però sapeva che anche per Anna era così. Non avevano lasciato andare un cucciolo. Non avevano lasciato solo Hogwarts. Con Piton e Draco erano partiti anche i loro cuori. E per quanto cercassero di trascinare il pensiero su altro. Finiva immancabilmente li. Ed il guaio è che lei non si stufava mai di pensare a Severus. “Well I would send them but I know that it’s just not enough, my words were cold and flat and you deserve more than that…” continuò la ragazza. I lacci delle scarpe slacciate dondolavano placidi verso il pavimento. Lei appoggiò il mento sulle ginocchia al petto. Chissà dov’era in quel momento Piton. Cosa stava facendo. Se stava pensando anche solo minimamente a lei. Se era in pericolo. Giulia sorrise di poco. Si sentiva tornata all’estate prima. Pensava le stesse cose. Eppure c’erano molte. Tragiche differenze. L’anno scorso poteva scrivergli quando voleva. Sapeva che infondo era a Spinner’s End. E poteva andare a trovarlo. Contando i giorni che la separavano dal primo settembre. Ora però. Nulla era sicuro. “Another aeroplane, another sunny place…I’m lucky I know but I wanna go home…mmmm, I’ve got to go home…” esordì. Poi spostò piano lo sguardo nella camera. Soffermandosi sul letto. Arrossendo. Un fioco calore la avvolse. E chiuse gli occhi. Per ricordarsi la sensazione di quando dormiva con lui. Di quando si avvicinava piano sotto le coperte. E si raggomitolava sul suo petto. Severus le faceva una carezza sulla testa. O le dava un bacio sulla fronte. Come si fa come con un a bambina che aveva appena fatto un incubo ed aveva bisogno di consolazione. In quel momento Giulia si ricordò di quando era successo davvero. Di quando aveva avuto veramente un incubo. Non si ricordava cosa fosse ma si era svegliata all’improvviso. Si era addormentata da solamente mezzora. Piton l’aveva tranquillizzata. L’aveva stretta forte e anche preso un po’ in giro. “Sembri una bambina…” le aveva detto. E forse lei si sentiva un po’ bambina. Bisognosa di affetto. “Let me go home…I’m just too far from where you are…I wanna come home…” sussurrò. Rimanendo a occhi chiusi. Per poter vedere ancora. Sentire ancora. Per poter continuare a rivivere quel dolce ricordo. Di come erano finiti a baciarsi. E piano a fere l’amore. Perché succedeva sempre così fra loro. Era tutto meraviglioso. Si intendevano perfettamente. Severus le faceva provare emozioni indescrivibili. Lei sapeva che era anche grazie a tutto l’amore che provava per lui. E che lui ricambiava. Giulia sentì gli occhi bruciare. Nascose ancora il viso fra le ginocchia. Lanciando un’occhiata a quel letto che era occupato da Billy Joe. Le sembrava così vuoto. Si sentiva immensamente sola. Quando si svegliava a metà notte e non trovava nessuno. Aveva quasi la tentazione di andare ad intrufolarsi nel letto dei suoi. Pur di non stare sola. “And I feel just like I’m living someone else’s life, it’s like I just stepped outside when everything was going right…” proseguì. Ed ecco che subito le venne in mente il suo profumo. Così unico e speciale. Il profumo della pelle di Severus. Scorrergli una mano fra i capelli. Ogni immagine le si figurò in testa. Stringersi addosso a lui. Cercare le sue labbra per un bacio. Sentire i suoi sospiri. Giulia strinse le gambe al petto. Ancora di più. Il viso nascosto. Sentiva le guance in fiamme. Gli occhi bruciare. Era tutto così nitido. Nella sua mente. Nei suoi pensieri. Nel suo cuore. Voleva sentirsi abbracciare. Voleva poterlo baciare. Voleva andare a dormire accanto a lui. Coccolandosi. Voleva sentire la sua voce. Voleva fare l’amore con lui. Voleva Severus. Ora che la loro era diventata una normale relazione fra due persone era ancora più difficile ignorare i suoi desideri. “And I know just why you could not come along with me 'cause this was not your dream but you always believed in me…” singhiozzò. Avrebbe perfino voluto sentirsi ripetere che doveva studiare di più. Che si doveva impegnare al meglio. Altrimenti non sarebbe potuta rimanere a dormire quel sabato sera. Era sempre stato così il suo Severus. La scuola prima di tutto. Anche perché prima di essere il suo amante era un suo professore. Che non esitava a richiamarla se la vedeva con lo sguardo perso alle sue lezioni. Giulia aveva un’enorme voglia di cercarlo. Di trovare il suo principe. Per poter andare in un posto in cui esistessero solo loro. Rimanere intere giornate a letto come aveva già sognato. Come una Carrie ed un Mr Big. A mangiare. Leggere. Scherzare. Punzecchiarsi a vicenda. Baciarsi. Coccolarsi. Come una coppia normale. Per lei quell’anno era stato il più significativo di tutti. Era cresciuta. Non solo fisicamente. Non si sentiva una donna. Ma un po’ più matura di certo. Dopotutto ogni volta che pensava a Piton oramai faceva un collage di ricordi. Finendo per ripercorrere anche quelle interminabili notti sotto le coperte. La ragazza sorrise. Ancora rossa in viso. Ricordandosi di come Severus la stringeva a se. Da sopra di lei. In quel modo così affettuoso. Si sentiva protetta. Ed in paradiso. Senza che se ne accorgesse la porta della camera si aprì. “Hey bambina…la cena è pronta…” annunciò Sebastian. Per poco Giulia cadde dal davanzale. Lui la guardò dubbioso. “Tutto bene tesoro? Sei tutta rossa…” osservò. La ragazza annuì convinta. “Ecco…io…io…avevo…caldo…così mi sono…messa…qui…” rispose. Il padre scosse la testa divertito. “Vai a lavarti le mani e scendi…se fai la brava c’è anche il dolce…” le ordinò. Come fosse stata davvero ancora una bimba. “Si papà…” disse automaticamente Giulia. Sebastian sorrise soddisfatto e si richiuse la porta alle spalle. La ragazza sospirò. Essere beccata in pieno dal padre mentre era intenta a fare certi pensieri non era una gran cosa. Le aveva fatto venire un infarto! Veloce scese dal davanzale con un salto e si stiracchiò. Poi uscì ed andò in bagno. Si lavò le mani ed anche il viso. Per andare in cucina. Sua madre stava già distribuendo la cena. Giulia si sedette al suo solito posto. Suo padre stava parlando del lavoro. Lei aspettò che tutti e due fossero seduti. E che lui finisse il discorso. Appena ci fu una pausa la ragazza si decise. “Mamma…papà…potrei chiedervi una cosa?” esordì. I genitori si voltarono. “Certo tesoro…chiedi pure…” sorrise Mary. Giulia giocherellò con una patata al forno. “Prima io e Herm siamo state da Anna…ci ha fatto leggere un biglietto che le ha mandato Armony, quella del negozio, in cui le chiedeva di fare la modella per lei…le sono arrivati nuovi articoli e devono far uscire il nuovo catalogo…anche io ed Herm siamo invitate…forse faranno posare anche noi…ovviamente con compenso…” spiegò. La donna si illuminò. “Quindi farai la modella?” squittì gioiosa. La ragazza arrossì. “La proposta è rivolta principalmente ad Anna mamma…però può darsi che lo facciano fare anche a me ed Herm…comunque i genitori di Anna non vogliono lasciarla andare…perché il servizio di terrebbe nel negozio di Armony, cioè ad Hogsmeade…così ho pensato che se magari l’accompagniamo io ed Herm la lasceranno andare…” raccontò ancora. Mary la guardò pensierosa. “In effetti è un po’ troppo rischioso per tre ragazze aggirarsi per Hogsmeade da sole…” osservò. “Però ci materializzeremo direttamente davanti al negozio! Io e Anna abbiamo passato l’esame…Herm invece deve aspettare fino a settembre per poterlo fare…però non è un problema! Credo di essere in grado di fare una smaterializzazione congiunta…” rispose sicura Giulia. La madre alzò lo sguardo e si voltò verso il padre. Che fino a quel momento era stato zitto con gli occhi fissi sull’arrosto. “Si potrebbe anche fare…dopotutto tu ed Anna siete maggiorenni ed Hermione è come se lo fosse alla fin fine…è una grande occasione…e poi Anna ce la vedo a posare davanti ad una macchina fotografica…potrei parlare io con Ilary…” propose Mary. Sebastian però scosse la testa. “Mi dispiace, ma io concordo con Ilary…non è prudente che vi aggiriate da sole per Hogsmeade…e poi Giulia, da quando hai fatto l’esame per materializzarti? Io non ne sapevo nulla…e con che soldi l’hai pagato?” sbottò. La ragazza lo guardò stupita. Suo padre non usava mai quel tono autoritario. “Ecco…con i soldi del compleanno…come ha fatto anche Anna…l’abbiamo superato tutte e tre…solo che Herm diventerà maggiorenne a settembre e Silente le aveva fatto un permesso specifico…in cambio della promessa che non si sarebbe materializzata entro il compimento dei diciassette anni…” raccontò. La donna sbuffò. “Andiamo Sebastian…non pretenderai di tenere Giulia chiusa in casa per tutte le vacanze…non dimenticarti che è capacissima di difendersi da sola e poi sarà con le sue amiche…un po’ di svago ci vuole…e poi sarebbe comunque un lavoro…” cercò di convincerlo. Il padre la guardò poco convinto. “Per favore papà…fra qualche giorno è anche il compleanno di Draco…e Anna ci sta veramente male…volevamo farla distrarre un po’…” lo pregò Giulia. Sebastian sospirò. “Non mi sento tranquillo a lasciarti andare in giro da sola Giulia…e sia chiaro che non è che non mi fido di te…ma degli altri…” spiegò. La ragazza lo guardò delusa. Se solo avesse saputo quante volte era stata a Londra in quell’anno. “Come fai a sapere che non sono mai andata in giro da sola? Avrei potuto uscire tranquillamente da Hogwarts una volta arrivata ai confini…” sussurrò. Il padre strabuzzò gli occhi. “Oh non fare quella faccia da ebete Sebastian…come se noi fossimo stati degli angeli…mi portavi sempre a Londra il sabato sera…siamo anche stati sorpresi dalla prof di Storia se non ti ricordi male…” sbottò Mary spazientita. “Non credo che sia la stessa cosa…comunque l’argomento è chiuso…mi dispiace Giulia, ma non andrai ad Hogsmeade…” concluse serio Sebastian. La madre e la figlia lo guardarono stupite. “Davvero buono questo arrosto…” disse solo lui. Giulia guardò il suo piatto. D’improvviso le era passata tutta la fame. Non voleva fare la bambina capricciosa. Però aveva sempre parlato con i suoi genitori. Aveva sempre cercato di avere una media scolastica medio-alta per farli felici. Si rendeva conto di quanto potesse essere preoccupato suo padre. Però non le sembrava giusto che la trattasse così. Fino a quel momento essere considerata una bambina da lui non le aveva causato particolari problemi. Non aveva mai nemmeno disubbidito ai suoi. Eppure in quel momento ci stava pensando. Le dava fastidio non poter aiutare Anna. Come le dava fastidio il dover parlare a gesti con sua madre per evitare che suo padre scoprisse di lei e Piton. Probabilmente Sebastian era convinto che le avesse fatto chissà cosa. Era stata talmente abituata a dire tutto ai suoi genitori che tenere un segreto del genere la appesantiva. Più di quanto lo facesse già la mancanza per Severus. “Non sono mai uscita dalla scuola da sola la sera…ero sempre con qualcun altro…” confessò d’improvviso la ragazza. Mary scosse la testa. Non c’era momento peggiore per dire una cosa simile. Il padre si limitò a guardarla. “È inutile Giulia…per quanto tu cerchi di convincermi non ti lascerò andare…è un argomento chiuso…le tue amiche puoi vederle quando vuoi…non serve andare fino ad Hogsmeade…e non penso che tu debba sentirti più grande solo perché sai smaterializzarti…” rimbeccò. Giulia spalancò la bocca. “Papà…io non mi sento più grande perché so smaterializzarmi! Io sono grande…sono cresciuta…non sono più la bambina che si intrufolava nel vostro letto quando aveva gli incubi…ho diciassette anni…” rispose. Sentiva di essere sul punto di scoppiare. Non aveva mai litigato con i suoi genitori. Non voleva farlo. Però in quei giorni i suoi sentimenti erano sotto pressione. L’unica cosa che la faceva tornare un po’ allegra erano le sue amiche. Perché lo avevano promesso. Si sarebbero sostenute l’un l’altra. “Il fatto che tu sia maggiorenne non vuol dire che tu sappia affrontare il mondo…” osservò l’uomo. La ragazza abbassò lo sguardo. “È da sei anni che affronto il mondo papà…quest’anno poi…ho avuto a che fare con cose che tu nemmeno immagini…” commentò. E subito le venne in mente quella sera. In cui aveva creduto di perdere la persona più importante per lei. Quella sera in cui Severus aveva rischiato davvero di morire. Riverso nel suo stesso sangue. Sebastian scosse la testa stufo. “Compiti in classe ed interrogazioni…le conosco bene…” rispose. Credendo di poter buttare tutto sul ridere. Ma Giulia di certo non la vedeva così. Poggiò la forchetta e si alzò. “Mi è passata la fame…” disse solo. Mary la guardò supplichevole. “Avanti Giulia siediti…non iniziare a fare i capricci…” le ordinò il padre. La ragazza scosse la testa. “Ti prego tesoro…dopo c’è il tuo dolce preferito…” la pregò la donna. Ma lei aveva già deciso. Non aveva mangiato nemmeno metà arrosto. Però aveva proprio i nervi a fior di pelle. “Il tuo comportamento non è di certo da persone mature Giulia…io e tua madre non ti abbiamo mai imposto nulla ma per una volta che ricevi un rifiuto inizi a protestare come una bambina…e io dovrei considerarti cresciuta?” la rimproverò Sebastian. Giulia sospirò stanca. “Non è per il rifiuto in se papà…tu non capisci cosa sto passando…se credi che solo Anna abbia perso una persona importante ti sbagli…” rispose. Poi allontanò il piatto ed uscì dalla cucina. Correndo in camera sua. “Io non capisco più che cosa succede a quella ragazza…prima non era così…” sospirò dispiaciuto l’uomo. Mary scosse la testa. Gli avrebbe dato volentieri una padellata in testa. “Per quanto tu faccia finta di non sentire Sebastian, sai benissimo che Giulia è innamorata…sta soffrendo e tu sai anche il perché…direi che non è lei l’immatura dei due…” sbottò esasperata. Il padre rimase zitto. Tornando a concentrarsi sulla propria cena. La ragazza invece si era buttata sul letto. Sembrava davvero la scena di uno di quei film per ragazzini. In cui la figlia ribelle litigava con i genitori. E poi scappava in camera a piangere. Si sentiva ridicola. Ed esausta. Forse andarsene sarebbe stata veramente la scelta migliore per lei. Piano spostò il suo sguardo alla finestra. Avrebbe potuto fare come Anna. Saltare giù e scappare da qualche parte. Però si sentiva davvero esausta. Ed irritata come non mai. Odiava che suo padre negasse l’evidenza così. Sapeva che non era una notizia facile quella di scoprire che la figlia stava con un uomo che aveva la sua stessa età. E che era considerato un traditore della peggior specie. Ma proibirle così una semplice uscita. Impedire in quel modo il dialogo. Era sempre andata d’accordo con i suoi genitori. Forse perché con lei avevano un rapporto sincero. Senza elevate soglie di autorità. D'altronde non erano mai state necessarie. Lei non aveva fatto nulla per superare il limite. Se ne sarebbe accorta. Davvero non capiva. Puntò le iridi nocciola al computer portatile sulla scrivania. Forse Anna era connessa. Avrebbe potuto scriverle. Lei litigava spesso con i suoi genitori. Con sua madre soprattutto. Ma non voleva disturbarla. Così rimase sul letto. Però decise di non restare da sola. Allungò una mano verso il comodino e prese l’mp3. Prima di accenderlo sentì un verso. Quando era entrata non si era accorta di aver travolto il povero Billy Joe. Che era rotolato giù dal letto. Il gatto la guardò. Poi saltò sul letto e le si accoccolò vicino. Lasciando da parte il fatto che lo aveva fatto cadere. Giulia sorrise. Si infilò le cuffie e alzò al massimo il volume. Stringendo a se la palla di pelo. Chiuse gli occhi. Per poter stare un po’ in pace. Per sbollire la rabbia. E l’amarezza che il litigio aveva fatto montare in lei poco prima.
Nel mentre, qualche casa più in la, una ragazza era in cucina. E come ‘amica. Era sola. Hermione era tornata a casa e l’aveva trovata vuota. Si era abituata oramai a portarsi sempre dietro una copia delle chiavi. I suoi avevano orario continuato anche quella sera. Sua madre le aveva lasciato una vaschetta di lasagne precotte da riscaldare nel forno. Il prefetto aveva acceso l’apparecchio e stava seduta su uno sgabello accanto al lavabo. Prima aveva acceso la tv in salotto. Giusto per evitare di sentire il silenzio che la circondava. Beauty queen of only eighteen she had some trouble with herself. Era diventata una routine oramai. Non si lamentava del fatto che i suoi lavorassero decisamente troppo. Forse l’andare ad Hogwarts era stato veramente un bene per lei. Almeno stava tutto il giorno con le sue amiche. E non rischiava di cadere nella solitudine. Perfino Grattastinchi non le rivolgeva nemmeno un miagolio. Dormiva beato in camera sua. He was always there to help her she always belonged to someone else. Hermione appoggiò le braccia sul freddo marmo del lavabo. Per poi poggiarci su la testa. Aveva l’enorme tentazione di chiamare le sue amiche. Avrebbe pagato la pizza a tutte e tre. Magari sarebbero potute rimanere a dormire da lei. Chiacchierare assieme fino a tardi. I drove for miles and miles and wound up at your door, I've had you so many times but somehow I want more. I suoi genitori si fermavano sempre a chiacchiere con il resto dello staff medico dell’ambulatorio in cui lavoravano. La ragazza si ricordava di quando anche lei era costretta ad accompagnarli. Perché volevano che i suoi denti si sistemassero con lunghe ore di tortura sotto i ferri e un apparecchio. Per sua fortuna al secondo anno ebbe quel piccolo incidente con Draco. Così Hermione riuscì a farsi limare i denti fino a farli diventare normali. Quando lo scoprirono i suoi genitori rimasero un po’ interdetti. Ma non ci fu un grande trambusto. I don't mind spending everyday out on your corner in the pouring rain. Il trillo del forno fece sobbalzare la ragazza. Prese lil panno li vicino ed lo aprì. Per tirarne fuori delle lasagne fumanti. Non si sprecò nemmeno a prendere un piatto. Tanto lo avrebbe dovuto lavare lei. Ed era diventata talmente pigra che non ne aveva voglia. Così si limitò a prendere forchetta, coltello ed un tovagliolo. Per trasferirsi con la sua cena in salotto. Si sedette sul divano a gambe incrociate. La vaschetta appoggiata in grembo. Ed il telecomando in una mano. Look for the girl with the broken smile, ask her if she wants to stay awhile and she will be loved, and she will be loved. Hermione iniziò a fare zapping. Era l’ora dei programmi per famiglie. Con pupazzi animati che facevano stupide battutine. Oppure i vecchi telefilm. Si fermò sul canale della musica. Trasmettevano uno di quei reality improvvisati usando persone normali. Stavolta era il turno di un ragazzo diventato famoso grazie al suo MySpace. Aveva composto degli arrangiamenti per il piano. E li aveva inseriti su internet. Nel suo profilo. Così l’avevano notato. Senza nemmeno accorgersene la ragazza pensò al piano. E le venne in mente l’immagine di un ragazzo moro. Sdraiato sul suo letto. Concentrato nella lettura dei suoi spartiti. Tap on my window knock on my door, I want to make you feel beautiful…I know I tend to get so insecure It doesn't matter anymore. Hermione sospirò. Mark. Non l’aveva nemmeno mai sentito suonare. Però le sarebbe piaciuto. Come anche le sarebbe piaciuto conoscere quella madre a cui lui era tanto affezionato. La ragazza si portò una mano al collo. E tirò piano la catenina d’argento. Subito le ricadde sul petto il ciondolo. Con le splendenti lacrime di Veela al suo interno. Ogni volta che lo guardava ripensava alle parole che lui le aveva detto. “Me la ridarai quando ci vedremo…” le aveva sussurrato. It's not always rainbows and butterflies, it's compromise that moves us along. Quando si sarebbero rivisti. Come. E che cosa si sarebbero detti? C’era stato un bacio. Forse però lei la stava facendo più lunga di quanto non fosse. Per Mark magari era solo un bacio in amicizia. Però era comunque stato un gesto memorabile. Che le faceva sentire ancora di più la sua mancanza. My heart is full and my door's always open you can come anytime you want. La mancanza di tutte le serate passate a punzecchiarsi. A parlare. A raccontarsi le cose. A scambiarsi saggi consigli. A confidarsi. In quel modo che solo un amico maschio può fare. Il migliore amico. Ed era proprio questo che la faceva sentire così vuota. Avrebbe tanto voluto chiamare qualcuno. Fare in modo di scrivergli un messaggio. Per farlo venire da lei. E non era un normale pensiero. Perché invece di pensare a Mark lei avrebbe dovuto pensare a Ron. È il proprio ragazzo che accorre quando si è tristi. È il proprio ragazzo che consola. Ma ad Hermione proprio questo non riusciva a entrare in testa. I don't mind spending everyday out on your corner in the pouring rain. Così decisa cambiò canale. Si fermò su una sit com. C’erano due uomini che discutevano. Quella serie l’aveva vista qualche volta con suo padre. Lui l‘adorava. La ragazza sospirò. Se solo i suoi genitori avessero saputo che cosa aveva in mente. Se solo avessero saputo che la loro figlia appena sedicenne se ne sarebbe andata presto. E gli avrebbe cancellato la memoria. Perché era quello che aveva deciso. Loro correvano troppi rischi essendo anche solo i suoi genitori. Li avrebbe stregati e li avrebbe mandati a vivere in qualche altra parte del mondo. Dove la guerra fra maghi non li avrebbe condizionati. Era una decisione che le era costata molto cara. Moriva dalla voglia di parlarne con loro. Sopratutto con sua madre. Per poter sfruttare al meglio il tempo che rimaneva. Ma non poteva. Hermione rimase con la forchetta a mezz’aria. Era proprio in una brutta situazione. Look for the girl with the broken smile, ask her if she wants to stay awhile and she will be loved, and she will be loved. Si guardò in giro. Le risate che arrivavano dallo schermo non la toccavano per nulla. Si sentiva comunque sola. Vuota. come era quella casa. Quasi sempre. Voleva chiamare Mark. Anche farlo rimanere per la notte. Non le interessava. I suoi nervi non riuscivano più a sostenere quella situazione. Ma non voleva nemmeno piangere. L’aveva già fatto abbastanza. And she will be loved, and she will be loved. A forza inghiottì un boccone di lasagna. Odiava quei pasti precotti. Non perché fossero insipidi. Semplicemente avrebbe voluto tornare a casa. Annunciare il suo arrivo. E sentirsi rispondere da sua madre in cucina. In sottofondo il profumo di qualcosa di buono. Però non pretendeva che succedesse. Nemmeno lo diceva ai suoi. Sapeva che avevano un lavoro da mandare avanti. Almeno una cosa la consolava. Quell’anno non avrebbero avuto nessuna retta scolastica da pagare. I know where you hide, alone in your car, know all of the things that make you who you are, I know that goodbye means nothing at all, comes back and begs me to catch her every time she falls. Hermione si morse il labbro. Cercò di concentrarsi sul telefilm. Anche perché sentiva gli occhi lucidi. Non riuscendo a capire la trama dell’episodio si decise. Si alzò e poggiò la cena sul tavolino. Poi salì le scale e prese il pc portatile. Lo accese e trovò connessa Anna. Che le scrisse subito. Le chiedeva se non stava cenando. La ragazza guardò le lasagne accanto a lei. Le rispose che era a casa da sola. E non aveva molta fame. La castana commentò subito. “Vuoi che venga a farti compagnia?” scrisse. Gli occhi del prefetto si appannarono. Deglutì a fatica. “Tranquilla Anna…non serve…”. E premette invio. Prima che l’amica le scrivesse ancora qualcosa la salutò. E veloce si disconnesse. Per poi appoggiare il pc chiuso infondo al divano. Tap on my window knock on my door I want to make you feel beautiful. Si passò una mano sugli occhi. Anna era stata carina. In effetti un pò sperava che i suoi le dessero il permesso di andare ad Hogsmeade. Non solo perché così avrebbero distratto la castana. Però si sarebbe distratta lei stessa. E non avrebbe passato un’altra giornata in quella grande casa vuota. I don't mind spending everyday out on your corner in the pouring rain. Hermione riprese la vaschetta e le posate. Ricominciando a tagliare pezzi. Almeno stavolta l’aveva lasciata cuocere del tutto. Era capitato che mangiasse alcune pietanze ancora mezze surgelate. D’improvviso allungò una mano d’istinto. Come previsto sul tavolino era appoggiata una bottiglia di aranciata. Suo padre gliela lasciava sempre li. Però lei non aveva preso il bicchiere. Fregandosene di ogni raccomandazione dei suoi di non bere direttamente dalla bottiglia la ragazza staccò il tappo e bevve. Per poi tornare alle lasagne. Mancava solo che ruttasse e si sarebbe completamente trasformata in Anna. Al pensiero sorrise. Look for the girl with the broken smile, ask her if she wants to stay awhile and she will be loved, and she will be loved. Era proprio vero. Le sue amiche erano la sua seconda famiglia. Quelle che l’avevano fatta crescere. L’avevano sostenuta. L’avevano tirata su nei momenti più neri. Senza di loro si che si sarebbe potuta buttare giù dalla finestra. Hermione era davvero tentata di agguantare il telefono e chiamarle. Anche se ad Anna aveva detto che non serviva. Le avrebbe fatto piacere. Eccome. Però si erano già viste quel pomeriggio. Non voleva stressarle più del dovuto. And she will be loved, and she will be loved. Così tornò al telefilm. Cercando di capire il nesso logico delle cose. Con l’unica compagnia delle lasagne precotte. E la bottiglia di aranciata. Le luci spente. Solo la tv con quel suo pallido chiarore. Le voci degli attori come amici fittizi. Per evitarle in ogni modo di pensare a quanto quella situazione fosse triste. Anzi. A quanto lei fosse triste. I don't mind spending everyday out on your corner in the pouring rain.
Ad insaputa di Hermione, case più in la, qualcuno si stava organizzando. Anna aveva intuito quanto fosse bugiarda il prefetto. Così si era fiondata a scrivere a Giulia. Che in quel momento era on line. Le aveva scritto solo una semplice frase. “Herm è a casa da sola. Ora io e te andiamo a farle compagnia. Tu porta i biscotti, io i film. Pigiama compreso.”. E l’altra aveva capito subito. Si era precipitata a mettere tutto in una borsa. Ed era volata fuori dalla sua camera. I genitori stavano sul divano a guardare la tv. “Hey tesoro dove corri?” chiese divertita sua madre. Sporgendosi. Giulia si allacciò le Converse e prese due pacchetti di biscotti al cioccolato e crema. “Herm è a casa da sola ed io e Anna andiamo a farle compagnia…non torno a dormire…” riassunse. Mary sorrise. “Ok tesoro…però ricorda di non fare danni…” le raccomandò. La ragazza annuì. “Promesso…ora scappo…” la salutò. Suo padre la guardava. Ma lei era ancora arrabbiata. Perciò si avvicinò e schioccò un bacio sulla guancia di Mary. Poi tornò davanti alla porta. “Notte mamma…” concluse. Per uscire. La donna si voltò verso Sebastian gongolante. “Chi diceva che tanto Giulia non sarebbe rimasta arrabbiata per più di un’ora?” lo canzonò. L’uomo la guardò truce e iniziò a cambiare canale con foga. Anna e Giulia si incontrarono a metà strada. Corsero per tutto il tragitto. Fino ad arrivare a casa dell’amica. Stremate e con il fiatone. Hermione se ne stava ancora sul divano. Quando il campanello aveva preso a suonare all’impazzata. Il prefetto si alzò di scatto ed andò ad aprire. Trovandosi davanti le amiche spalancò la bocca. “Che ci fate qui?!” esclamò. Le due sorrisero. “Consegna rapida di biscotti…” annunciò la prima. Levando in aria il pacchetto. Hermione scosse la testa incredula. “Ed anche tutta la serie di Sex and the City!” completò la seconda. Il prefetto era commosso. “Senti Herm…ci fai entrare o piantiamo una tenda e passiamo la sera in giardino?” sbottò ancora Anna. La diretta interessata rise. E le fece accomodare. “Che buio qui dentro! Poi è ovvio che ti deprimi Herm!” esclamò Giulia. Accendendo tutte le luci al suo passaggio. Il prefetto sorrise imbarazzato. Le tre si stanziarono sul divano. “Rimanete anche a dormire?” chiese. Più come una richiesta che come una vera e propria domanda. Le altre due si guardarono. Ed annuirono convinte. “I miei torneranno tardi anche stasera…andranno a cena con il resto dello staff…” spiegò Hermione. Giulia sospirò. Aprendo i biscotti. “Prima ho litigato con mio padre…” precisò. Anna ghignò. “Io ho evitato di andare a cena per non parlare a mia madre…” commentò. I tre uragani si guardarono. E poi scoppiarono a ridere. “Siamo proprio un caso disperato…” osservò il prefetto. “Io sono solo disperata…” biascicò la castana. Storpiando le parole per via di un biscotto in fase di masticazione. Hermione la guardò male. “Non si parla con la bocca piena! È maleducazione!” la rimproverò. Anna gongolò. “Herm vuoi vedere una cosa?” le chiese. Il prefetto la guardò dubbiosa. “Incidente in galleria!” esclamò la castana. Tirando fuori la lingua e mostrano i rimasugli alquanto viscidi dei biscotti. “Ma che schifo Anna!” sbottò Hermione. Invece Giulia scoppiò a ridere. Anna le tirò un cuscino così tanto per fare. La ragazza rispose subito. Il prefetto le guardò divertita. Ora si che era felice. Perché provava solo questo quando era con loro. Felicità. E commozione. Per essere circondata da persone talmente importanti per lei. Che sapevano come farle dimenticare tutti i brutti pensieri che aveva.

Edited by kikyo91 - 23/12/2009, 23:41
 
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chocola91
view post Posted on 24/12/2009, 10:44




è un bellissimo regalo di natale e spero che sev e giulia si possano rincontrare presto.....baci
 
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~ Disturbia
view post Posted on 26/12/2009, 02:04




Questo è l'unico momento in cui posso commentare...questi due giorni sono stati una maratona assurda tra pranzi e cene xD
Adesso finalmente mi sono riappropriata del pc e posso commentarti!
Questo secondo capitolo è stato davvero carino nell'insieme...le scene tra le amiche i litigi con i genitori.Ormai sono davvero cresciute,tutte quante!
Voglio Seeev però!! xD
Ti amoh mostrola!

Irene
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 26/12/2009, 13:55




Ammoraaa!!! Ecco a commentarti una Ely germinosa *è influenzata di brutto*
Coooooomunque... Bellissimo Chappy mi dispiace tanto per le nostre cusholine che si sentono sole... quando riabbracceranno i loro ammori?!
Bacissimi germosi
Ti amoh
 
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kikyo91
view post Posted on 12/1/2010, 14:51




Non sono mortaaaaaah *w*/
buonpomeriggio xDD ora che sapete che sono viva posso anche andare no? ù.ù naaaa scherzo =w= anche se mi rincorrerete con i badili dopo quello che sto per dire *-* questo capitolo l'avevo già pronto da un mesetto buono, solo che la mia nuova politica mi impone di postare solo quando finisco il capitolo successivo *_* in questo caso ho fatto un'eccezzione xD siccome col ritorno dalla scuola sono già piena fino al collo e questo week end non sarò mai a casa ho pensato di postare subito così vi rispario altra attesa *-* mi volete ancora bene verou? *.*
Avvertenze: canzoni esplicite *-*v, stuazione sconvolgenti, giapponeggiate varie e sclero acuto trasmesso in scrittura *-* (la lettura di questo capitolo può cauare contoindicazioni *_* si prega di far fronte al banco 3 ù.ù)
In questo capitolo troviamo Lollipop Luxury (di Jeffree Star **) e Still Doll (di Kanon Wakeshima, nonchè ending dell'anime Vampire Knight *w*).
Spero che il capitolo vi piaccia e prometto che mi darò da fare per il prossimo ù.ù/ grazie mille per i commenti ** vi vi bi <3
Ora vi lascio all'aggiornamento ^_^ buona lettura <3

Terzo Capitolo
I tre uragani passarono la serata a guardare la tv. E verso mezzanotte si erano trasferite in camera di Hermione per immergersi ancora in Sex and the City. Una volta stufe spensero la tv e rimasero alzate a chiacchierare. Fino ad addormentarsi una dopo l’altra. La mattina furono svegliate da un rumore dal piano di sotto. La prima che aprì gli occhi fu Giulia. Guardò assonnata la sveglia. Erano le 11.00. Poi sbadigliò e si stiracchiò. Spintonando per sbaglio Anna. Che si rigirò. Allungando il braccio lungo il restante pezzo di letto. Nonché in faccia alla povera Hermione. Iniziò così un altro effetto a catena. Che finì per far avere un doloroso contatto con il pavimento al prefetto. Quando le tre furono abbastanza sveglie da ricordarsi il loro nome si diressero in bagno. Appena uscite un profumo le condusse in cucina. Una volta arrivate videro il tavolo apparecchiato. Tre piatti ognuno con una pila di frittelle fumanti. Accanto al lavandino una donna trafficava con dei mestoli. Hermione rimase a bocca aperta. La pancia di Giulia e Anna brontolò. Jane si voltò divertita. “Buongiorno ragazze…vi siete svegliate vedo…” le salutò. Le due annuirono imbarazzate. Poi si fiondarono al tavolo. La donna passò loro lo sciroppo al cioccolato. “Sbrigati a mangiare Hermione…altrimenti si freddano…” la invitò poi. Il prefetto sbattè le palpebre e si sedette ancora stupita. “Mamma…tu non fai mai le frittelle…” osservò. Jane sorrise. “Ho visto che le ragazze erano rimaste e così ho pensato di prepararvi qualcosa di buono…e poi dovevo farmi perdonare per ieri sera…io e papà ti avevamo promesso che saremmo venuti a cena…” spiegò. Hermione alzò le spalle. Rubò la bottiglietta di sciroppo e la aprì. Per poi far colare una scia al cioccolato sulla sua colazione. “Non importa mamma…è il lavoro…” la giustificò. La donna sospirò. “Queste frittelle sono buonissime!” esclamò d’improvviso la castana senza ritegno. Con la bocca piena. Il prefetto scosse la testa esasperata. “Anna…inghiotti prima di parlare…” la rimproverò. Jane ridacchiò. Sua figlia le ricordava estremamente suo marito. Lo stesso caratterino preciso e pignolo. Giulia battè un dito sulla spalla di Hermione. Poi indicò il calendario. Lei sobbalzò. “Giusto…ecco… mamma…posso chiedere una cosa a te e a papà?” iniziò a dire. La donna si appoggiò ad una credenza curiosa. “Ad Anna hanno proposto di fare un servizio fotografico per un catalogo di vestiti ed hanno invitato anche me e Giulia ad assistere…posso andare?” spiegò il prefetto. La madre la osservò. “E dove sarebbe?” chiese. Hermione trasalì. “Ehm…ad Hogsmeade…” rispose titubante. Jane si allontanò di poco pensierosa. “Non lo so Hermione…è un posto pericoloso per tre ragazze sole…” iniziò a ragionare. A Giulia venne subito in mente suo padre. Quasi un pezzetto di frittella le si fermò in gola. “Non ci fermeremo a girare per le vie…ci materializziamo davanti al negozio e poi torniamo qui…Herm può fare la materializzazione congiunta con una di noi…” propose subito Anna. Il prefetto annuì convinto. “Che ne pensano i vostri genitori?” disse ancora la donna. Le tre si guardarono. “Sono d’accordo!” mentì la castana. Hermione le pestò un piede da sotto al tavolo. “In verità stiamo ancora lavorando su questo punto…però mia madre è d’accordo…” cercò di rimediare Giulia. Jane le osservò. Per poi sospirare. “Quando sarebbe?” commentò. “Avevamo pensato di farlo il 26…” rispose pronto il prefetto. La madre annuì e si voltò verso il calendario. “Facciamo così…appena torna papà ne parliamo…in caso darò un colpo di telefono alle vostre madri per confrontare i pareri…però non posso essere sicura di nulla…” concluse. Hermione saltò sulla sedia. Quando sua madre diceva così di solito rispettava sempre la parola. E le dava il permesso per fare quello che voleva. Se poi avesse parlato anche con Ilary era sicura che l’avrebbe convinta. Riguardo a Mary era fatta oramai. Giulia non parlava nemmeno con suo padre e quindi avrebbe dato ascolto solo a lei. “Magari faranno fare qualche scatto anche a te…” commentò divertita Jane. Il prefetto arrossì. “Non credo di essere adatta per un lavoro del genere…” rispose. Giulia le diede un leggero spintone. “La facciamo posare noi…” esordì convinta Anna. La donna sorrise. Le tre finirono di fare colazione. Poi si cambiarono e rimasero in camera di Hermione a parlare. Dopo pranzo il prefetto le salutò e le altre tornarono a casa. Appena arrivata la castana scrisse la risposta per Armony. Aveva appena legato il biglietto al gufo di suo fratello quando sentì il telefono di sotto squillare. Veloce Anna quasi lanciò fuori dalla finestra il povero volatile. Che iniziò il suo percorso. La ragazza si attaccò con l’orecchio alla porta. Riusciva a sentire solo qualche parola. Era sicura di aver intercettato un “foto” ed anche un “Hogsmeade”. Quando non sentì più nessuno si precipitò alla scrivania. Aprì veloce la cartella di musica sul suo pc. Facendo finta di cercare qualche canzone. Come previsto bussarono alla porta. Senza aspettare risposta si aprì. Oramai la castana conosceva tutte le mosse di sua madre. Fu proprio questa che entrò nella stanza. “Chi era mamma?” chiese finta secca Anna. Ilary scosse la testa divertita. Sapeva benissimo che la figlia si era attaccata alla porta appena sentito lo squillo del telefono. “La madre di Hermione…mi ha detto che stamattina le avete chiesto il permesso per Hogsmeade…” iniziò a dire. La castana la guardò gongolante. “…pur sapendo che ti avevo già detto di no…” aggiunse ancora la donna. La figlia fece finta di nulla. “Quindi?” chiese innocente. Ilary sospirò. “La madre di Giulia è d’accordo a lasciarla andare…e anche Jane mi ha detto che si fida…diciamo che a questo punto non ho molta scelta…” osservò. Anna ghignò trionfante. “Di la verità che appena hai capito che mi volevano come modella hai fatto i salti di gioia…” la punzecchiò. La donna la guardò truce. “Finalmente potrai vantarti con la zia di qualcosa…” commentò ancora la ragazza. Ilary si guardò in giro finta disinteressata. “Anna! Come ti viene in mente una cosa del genere! Io non devo vantarmi di nulla con lei…” la rimproverò. Anche se nella voce c’era una certa vena di compiacimento. La castana la guardò per nulla convinta. Sua madre e sua zia erano sempre state rivali. Fin da bambine. E sua zia Margaret si era sposata con un ricco imprenditore ex funzionario del Ministero. Aveva due figli. La maggiore aveva appena avuto il diploma magico a Beauxbatons. Mentre era al terzo anno a Durmstang. Anna aveva quasi rischiato di strappare i capelli alla cugina. Quando al Ballo del Ceppo aveva realizzato che sarebbe arrivata nella sua scuola. Per questo le riunioni di famiglia erano sempre meno. Finalmente Ilary avrebbe dato una bella lezione alla sorella. Anche perché aveva riservato la carta del fidanzamento con Draco. Ma dati gli ultimi fatti non era più cosa di cui pavoneggiarsi. Le due si guardarono compiaciute. “Sai che faccia farà Katie quando mi vedrà su internet…” ghignò la castana. “Le foto saranno anche su internet?” chiese sorpresa la donna. Anna alzò le spalle. “Può darsi…” commentò. Madre e figlia rimasero ancora qualche minuto a gongolare. Poi la donna uscì. La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Almeno per quel giorno non avrebbe pensato più di tanto a Draco. Nel mentre sia Jane che Mary avevano comunicato la decisione alle figlie. Anche se oramai avevano intuito il fatidico verdetto. Fu così che due giorni dopo i tre uragani si svegliarono prima del solito. Con calma si prepararono. Per trovarsi poi a casa di Hermione. Giulia era sicura che il prefetto avrebbe scelto di materializzarsi con lei. La cosa la innervosiva in po’. Aveva paura di lasciare indietro qualche pezzo. Però alla fin fine non vedeva l’ora di tornare ad Hogsmeade. Anche se scommetteva che tutto fosse cambiato. Magari sarebbero passate dal negozio dei gemelli. In meno di mezzora la ragazza si vestì e si truccò di poco. Optò per una salopette di jeans e una t-shirt viola sotto. Leggermente scollata. Solite Converse. Nella borsa a tracolla mise il portafoglio. La bacchetta. La macchina digitale. Ed infine si inforcò gli occhiali da sole. Erano state fortunate a trovare una bella giornata. Veloce corse di sotto per salutare sua madre. Suo padre leggeva il giornale in cucina. “Mi raccomando, torna subito a casa e non fare disastri sul set…e attenta a non lasciarti qualche pezzo dietro…non credo che Hermione sarebbe felice di avere solo un braccio o solo una gamba…” le raccomandò Mary. Giulia sorrise divertita. Sebastian la guardò di sottecchi. “E magari fatte fare qualche foto…” la incitò ancora. La ragazza scosse la testa esasperata. “Una con un bel pitone amazzonico sulle spalle…” commentò allusiva la donna. Stavolta Giulia arrossì. “È tardi mamma…devo andare…ciao!” disse d’un fiato. Poi scappò fuori. Mary ridacchiò e tornò alle sue pentole. “Avete molta considerazione di me in questa casa vedo…” sbuffò l’uomo. La donna si voltò. “Qualcuno qui ha parlato? A me è sembrato di sentire un ronzio…sarà stata una mosca…” lo prese in giro. Sebastian la fulminò con lo sguardo. Mentre la ragazza faceva la strada verso casa Haliwell, la protagonista della giornata finiva di prepararsi. Aveva quasi finito. Si era truccata come al solito. Anche perché non sapeva cosa le avrebbero fatto indossare. Non andava pazza all’idea di doversi far sistemare i capelli o il trucco da qualcun altro. Nonostante avesse i capelli lunghi Anna non li legava mai. Le dava fastidio. In più non era mai stata predisposta ad assecondare gli ordini altrui. Bastava vedere quanto aveva fatto impazzire i professori in quegli anni di scuola. In effetti questa cosa della modella la rendeva abbastanza ansiosa. Lei non era una modella. Non si vedeva nemmeno così tanto favolosa come invece la descrivevano le sue amiche. Magari si sarebbe divertita e basta. Senza contare che l’avrebbero pagata. Un po’ di soldi in più faceva comodo. Contando la misera paghetta che le rifilavano i suoi poi. La castana si mise davanti allo specchio fissato sull’anta del suo armadio. Aveva su una gonna leggera di tulle rigido. Anfibi. Calze fino al ginocchio a rete. E canottiera con il caro Jack. Prese la borsa a tracolla a forma di bara e ci buttò la bacchetta. Il portafoglio. Veloce si diede ancora una controllata. Subito il campanello trillò. Scese evitando di fermarsi in cucina. Aveva già avuto abbastanza raccomandazioni da sua madre. Si fiondò fuori prendendo a bracchetto Giulia. Trascinandola via. Hermione correva da una stanza all’altra. Era abbastanza ansiosa per quella giornata. Per la materializzazione. Hogsmeade. Tutto. Quando il campanello trillò doveva ancora finire di prepararsi. Andò ad aprire la madre. Il prefetto si infilò veloce un paio di pantaloni di jeans fino al ginocchio. T-shirt blu. E sandali con tacchetto basso. Controllò che nella borsa ci fosse tutto. Poi finalmente scese. “Avanti Herm, siamo in ritardo!” sbottò divertita Anna. Hermione la guardò truce. Jane sorrise. Subito il prefetto si aggrappò al braccio di Giulia. Che capì. Le tre salutarono la signora Granger. E in un minuto sparirono. Per poi riapparire davanti ad una vetrina. Hermione barcollò. Sentiva un gran senso di nausea. La castana si stiracchiò. Mentre la ragazza controllò di avere tutti gli arti. “Siete arrivate allora…” esordì una voce. I tre uragani si voltarono e videro Armony e Camille. Tutte e due in piedi sulla soglia del negozio. La prima aveva i capelli legati in una coda. Davanti due ciuffi ai lati della testa e la frangetta ribelle lasciati liberi. Quest’ultima era di un fucsia evidenziatore. Mentre la sorella aveva i capelli raccolti in due codini bassi. Erano talmente lunghi che le arrivavano al sedere. I capelli ancora di un rosso magenta brillante. “Scusate…colpa mia…” si giustificò Hermione. Armony scosse la testa divertita. “Tranquilla…il nostro caro fotografo sta sistemando la roba giù...andiamo…” rispose. Entrando nel negozio. Le ragazze non obbiettarono e la seguirono. Per ultima Camille chiuse la porta. Il gruppetto attraversò gli scaffali fino ad arrivare ad una porta infondo alla stanza del reparto di abbigliamento. Armony la aprì e continuò a camminare per delle scale. “Non sapevo aveste anche i sotterranei…” ghignò Anna. Ammiccando a Giulia. Questa la spintonò. Hermione rabbrividì. In confronto al caldo soffocante di fuori li si gelava. “Prima era un magazzino…poi è diventato un set fotografico improvvisato…” spiegò fiera Camille. Dopo qualche passo finalmente le scale finirono. Lo stanzone era ben illuminato. Al centro era allestito uno sfondo rosso. Qualcuno stava armeggiando con una macchina fotografica ed un piedistallo. “E lui è il nostro fotografo…Leonard...non che il nostro caro fratellino…” lo presentò Armony. L’uomo si voltò preso alla sprovvista. Era alto e dai capelli biondi ossigenati sparati in su. Anna rimase quasi a bocca aperta. “Deduco che tu sia Anna…” la individuò lui. La castana annuì cercando di riprendersi. la sua bellezza era da mozzare il fiato. “È un po’ bassina non trovate?” commentò maligno. Anna si drizzò nelle sue zeppe. “Forse sei tu che sei troppo alto…stangone…” soffiò. Camille scosse la testa divertita. “Lascialo stare Anna…è un vecchio zitello…” lo prese in giro. Leonard la guardò truce. “Voglio nome, altezza, peso e anni…” esordì. La castana si scrocchiò le dita. “Anna Alvis Haliwell, un metro e sessantatrè, 49 chilogrammi e 17 anni…” recitò pronta. Le amiche si guardarono. Mentre il fotografo la squadrò. “Il tuo spogliatoio è la infondo…spero che tu stia comoda sulle zeppe…altrimenti dovrò abbassare l’obbiettivo a raso terra…” esordì malefico. Anna ghignò. “Tesoro, io ci dormo con le zeppe…” commentò quasi ovvia. Per poi voltarsi e raggiungere una porta dalla parte opposta delle scale. “Non è così fantastica come l’avevate descritta…” decretò acido l’uomo. “Non fare il velenoso Leo…sei davvero intrattabile…” lo rimproverò Camille. Il diretto interessato si piazzò davanti a Giulia ed Hermione. “Voi due dovete essere le amiche…giusto?” disse. Entrambe annuirono timidamente. “Nome, altezza, peso ed anni prego…” ripetè lui. Le due tossicchiarono in imbarazzo. “Giulia Wyspet, un metro e sessantacinque, 51 chilogrammi, 17 anni…” rispose la prima. Il prefetto prese un profondo respiro. “Hermione Granger, un metro e sessantanove, 53 chilogrammi, 16 anni…” elencò. Il fotografo le squadrò come aveva fatto con la castana. Prima che potesse dire qualcosa si sentì sbattere una porta. “Allora, quando si inizia?” esclamò Anna. Le amiche rimasero a occhi sbarrati. Indossava un paio di shorts di pelle. Un corpetto stretto nero e rosso senza spalline. Con dei nastri porpora intrecciati davanti. Ed un paio di anfibi alti almeno due volte quelli che portava. Camille ed Armony si guardarono soddisfatte. “Allora Leo…cosa dicevi?” ghignò la prima trionfante. Il fotografo sbuffò. Prese la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e la puntò su una cassa posta in un angolo della stanza. Delle note iniziarono ad invadere la stanza. S-T-A-R. La castana intanto si sistemava i capelli. lisci e lungi fino a metà schiena. Al posto della croce di Draco la ragazza ne aveva un’altra delle stesse dimensioni. Coperta di pietruzze rosse. Il collare era rimasto. Un braccio era coperto da un manicotto in rete. “Hai visto Herm? Sono più alta di te…” gongolò Anna. La prefetto alzò lo sguardo. In effetti la superava di molto. “Goditi i tuoi momenti sopraelevati Anna…appena toglierai quei trabiccoli tornerai a dare testate agli sgabelli…” commentò maligna. Giulia scosse la testa divertita. “Allora, ci vogliamo muovere Morticia?” la richiamò Leonard. S-T-A-R (What?). La castana lo fulminò con lo sguardo. “Da quanto non hai una ragazza? perché devi essere parecchio represso sessualmente per essere così acido, sai tesoro?” osservò divertita. Camille scoppiò a ridere. Il fotografo si trattenne dal tirarle la prima cosa che avesse vicino. Hermione scosse la testa esasperata. “Penso che questa giornata sarà davvero lunga…” osservò. Giulia rise. “Almeno se Anna passa tutto il tempo ad insultare Leonard non penserà a Draco…vediamola così…” commentò. Il prefetto la guardò scettica. La castana intanto si era appostata davanti allo sfondo. S-T-A-R (Queen bitch). L’uomo sistemava delle luci tutto intorno alla postazione. Camille si avvicinò ad Anna. In mano aveva una trousse. “Tranquilla, ti do solo un ritocco...anche perché sei già talmente pallida che non serve nemmeno il cerone…” osservò. La castana ghignò fiera. La donna le accentuò il trucco con l’eye-liner nero e qualche passata di mascara. “Possiamo iniziare?” trillò insistente il fotografo. La sorella tirò un urletto esasperato. Poi si allontanò. S-T-A-R. “Come mi devo mettere?” chiese dubbia Anna. Leonard la guardò. “Facciamo qualche scatto di prova…fai come ti pare…” rispose secco. La castana sbuffò. Quell’essere era irritante. Incredibilmente bello ma irritante. Non era una professionista. Non sapeva come fare. Si voltò per un attimo verso le sue amiche. Giulia accendeva la digitale. Hermione le faceva segno di ok. Così la modella improvvisata sospirò. Mise una mano su un fianco e si voltò di profilo. Schiena dritta e petto infuori. Il flash le fece dedurre che il primo scatto era stato fatto. I'm on the top, there's no luck, never turned around to stop. Anna cambiò posizione. Le mani dietro la testa per tirare su i capelli. Il viso dritto per fare una linguaccia all’obbiettivo. Ed ancora un altro flash. Stavolta la castana si voltò di schiena. Il viso leggermente girato verso l’obbiettivo. Una mano sul fianco e una sul sedere. Un altro flash. Doveva ammettere che si stava divertendo ad atteggiarsi. See me walk, see me fuck, see me suck a lollipop. “Avanti mocciosa, trotta a cambiarti…” disse all’improvviso Leonard. Anna lo guardò dubbiosa. “Abbiamo una valanga di vestiti da fotografare…muoviti…” le ordinò. La castana lo guardò male. Gli mostrò l’anteprima del suo dito medio, poi andò allo spogliatoio. Giulia intanto aveva filmato tutto con la digitale. “Per essere alle sue prime foto Anna è davvero brava…” osservò Camille. Armony annuì. “Sembra a suo agio…e poi i vestiti le stanno bene…” le diede ragione. Le amiche sorrisero. “Menomale che diceva di non essere una modella…” commentò Hermione divertita. Pochi minuti dopo la protagonista uscì. (Mmm) Wanna get messy. Aveva addosso una canottiera ghepardata rossa. Sotto una minigonna scozzese ed un paio di Mary Jane da Gothic Lolita. La castana faceva un po’ fatica a camminarci. Però le piacevano. Era come quelle che aveva comprato al suo compleanno. “Stai dritta…sembri la versione goth di Quasimodo se cammini così…” la rimproverò Leonard. “Sta zitto e fai il tuo lavoro tu…” ringhiò Anna. Tornando al suo posto. Camille le portò una sedia per dare un tocco in più. Le sistemò ancora il trucco. Facendole una riga rossa sulle palpebre con una matita. All’ennesimo segno del fotografo la sorella la lasciò da sola. La castana appoggiò un piede sulla sedia. Appoggiandosi con il gomito sulla gamba. Gli occhi puntanti sull’obbiettivo. Ed ecco arrivare il flash. I'll make you hot, make you rock, I'll leave the world in shock. Stavolta il fotografo si staccò dalla sua postazione ed andò da Anna. Le girò la sedia con lo schienale verso l’obbiettivo. La castana capì e si sedette a gambe aperte. Cercando di sistemarsi la gonna in modo da coprire il possibile e non mostrare le sue grazie. Poi si appoggiò con le braccia sullo schienale. Il mento sulle mani congiunte. “Tieni il busto dritto…sei proprio un caso impossibile…” soffiò per l’ennesima volta Leonard esasperato. Senza aspettare risposta mise una mano sulla pancia e una sulla schiena di Anna e la raddrizzò. La diretta interessata sobbalzò sulla sedia. Il fotografo tornò dietro un obbiettivo e scattò veloce. I'm your tease, I'm your fuel, I just wanna see you drool. Giulia documentava tutto con la digitale. “Avanti cambiati…veloce…” sillabò secco Leonard. La castana si alzò e per poco gli tirò la sedia. Però evitò e si diresse allo spogliatoio passando davanti alle amiche. “Lo odio…” sussurrò verso le due. Per poi richiudersi la porta alle spalle. Hermione sorrise. “Io lo dicevo che quei due si sarebbero scannati entro la fine della giornata…” commentò Armony. “Chi non picchierebbe Leo…è così nevrotico…” sbottò Camille. Il fotografo si avvicinò e la spintonò. “Cuciti la bocca con i percing strega…” la insultò. Armony sospirò affranta e li divise. “Scusateli ragazze…sono sempre così…” commentò. Hermione e Giulia si guardarono divertite. Ricordavano molto Anna e Pansy ai primi anni. L’ennesimo sbattimento di porta fece intuire che la castana si era cambiata. On your knees, pretty please, you wish you were my main squeeze. Ora indossava un mini corpetto di latex che le lasciava scoperta la pancia. Sotto pantaloni stretti di pelle. Ed anfibi alti fino al ginocchio. Hermione rimase a bocca aperta. L’amica era davvero troppo magra. “Non ti stringono quei cosi?” esalò. La castana scosse la testa. “Anche se odio i pantaloni in generale questi non sono male…piuttosto mi si vede perfino quello che ho mangiato a cena ieri sera oltre che il mio stomaco…” osservò. Giulia la inquadrò e le fece una foto. “A tuo padre verrà un infarto…lo sai vero?” disse ancora. Anna alzò le spalle. “Fatti suoi…non son più una bambina…” ghignò. “Mucchio d’ossa trotta qui e fai il tuo lavoro!” la richiamò ancora Leonard. La castana tirò un urletto esasperato e si posizionò. L-L-L Luxury. Camille la raggiunse subito per tingerle le labbra con un rossetto rosso brillante. Prima che il fratello le tirasse qualcosa lasciò di nuovo da sola la ragazza. “Immagina che tu sia dentro a due pareti…fai finta che tu sia circondata…” ordinò il fotografo. Anna lo guardò un pò dubbiosa. Poi, siccome l’uomo stava già trafficando con la macchina fotografica, rinunciò ad avere ulteriori spiegazioni. Così alzò le braccia. Ed appoggiò le mani a due ipotetiche pareti. Alzando lo sguardo con la bocca leggermente dischiusa. In un’espressione stupita. Un flash partì. Subito la castana cambiò posizione e si mise in punta di piedi. Una mano allungata verso il soffitto. Lo sguardo concentrato. Non sapeva quale effetto ci avrebbe aggiunto Camille al computer. Anna sapeva solo che si voleva impegnare in quello che stava facendo. Fuck me, I'm a celebrity, can't take your eyes off me, I make you fuck me just to get somewhere. Al flash la ragazza tornò rilassata. Senza aspettare la consueta ramanzina trottò a cambiarsi. Stavolta Leonard si avvicinò alle due spettatrici. “Odio vedere la gente senza far nulla…” sbottò sicuro. Le due si guardarono. “Abbiamo qualche maglietta che potrebbe piacere sia ad Hermione che a Giulia…potremmo inserire anche loro…” propose Armony. Il prefetto arrossì. Lei non era come Anna. Non era capace di fingere di essere una modella. Giulia pensò subito che sua madre avrebbe fatto i salti di gioia. “Basta che facciate alla svelta…altrimenti finiremo all’ora di cena…” ribeccò acido il fotografo. Camille lo spintonò. Subito qualcuno le raggiunse. La castana si era cambiata alla velocità della luce. Fuck me, I'm a celebrity, can't take your hands off me, I know you wanna suck me, whachu waiting for. Era avvolta da una t-shirt nera con una grossa scritta sul petto. Una faccia molto famigliare sotto. Con una mano sulla fronte. La scritta rossa recitava “Marilyn Manson”. Anna gongolava felice. La maglietta le arrivava giusto a coprirle il sedere. Sotto calze a rete ed un paio di anfibi fino al ginocchio. “Non sapevo aveste la nuova maglia di Manson!” esclamò tutta felice. “Sapevo che avresti fatto i salti di gioia quando l’avresti vista…” sorrise Armony. La castana saltellò e la t-shirt le si alzò di qualche centimetro. Camille ghignò nel sorprendere gli occhi di Leonard puntati sul sedere della ragazza. Gli tirò uno spintone per smuoverlo. “Hey marpione…guarda che la signorina è fidanzata…” lo prese in giro. Anna si sistemò la maglia con fare superiore. Per andare a posizionarsi. Camille la seguì per sistemarle il trucco. Appena staccata il fotografo fece partire il primo flash. La castana venne immortalata con il tipico segno del rock. Le dita a corna e la lingua di fuori. Giusto per sembrare più normale del solito. Lip gloss and lollipop let's rock I wanna pop, can't take your eyes off me I'm all that you can see. Armony andò dalle ragazze e le portò nello spogliatoio di Anna. I vestiti già usati erano accatastati su una sedia. Un mucchio era ancora da indossare. Mentre cen’erano alcuni piegati in parte. La donna prese una felpa larga completamente gialla. Davanti una faccia sorridente. “Mi chiedo come si faccia a produrre questa roba…comunque c’è qualcuno che compra le felpe di Spongebob…chi delle due vuole favorire?” propose. Giulia rimase ferma. Così Hermione alzò la mano poco convinta. Armony le passò le felpa, un paio di mini shorts di jeans con gli orli sfilacciati e degli stivaletti blu di pelo. Poi prese un’altra t-shirt. Stavolta rossa. Sul petto aveva un cuore nero con delle ali ed in mezzo una rosa rossa. Sotto due scritte. In grande e bianco “Green Day” e sotto in piccolo e nero “21st Century Breakdown”. Dal cuore una scia di teschi andava verso la sagoma di un fabbrica in lontananza. Giulia la prese senza obbiettare. Insieme a quella Armony le diede una gonna a fascia nera con una striscia di tulle. E un paio di Converse alte quasi fino al ginocchio. Lip gloss and lollipop I'll make your (booty drop), can't take your eyes off me I'm everything you wanna be. “Terrò fermo Leo fino a che non vi sarete cambiate…” le rassicurò. Poi tornò di la per lasciarle sistemare. Nella stanza Anna era ancora in posizione. Stavolta il fotografo era stato più esigente e gliene aveva fatte quattro di foto. Continuando ad ordinarle come mettersi. E contestando ogni suo movimento. All’ennesima posa sbagliata Leonard intervenne. “Sto iniziando a pensare che tu sia sorda mocciosa…” le sibilò. Anna ridusse gli occhi a fessure. “E io sto iniziando a pensare che tu abbia dei seri problemi mentali stangone…” rimbeccò. Camille e la sorella li guardavano divertite. Il fotografo prese un polso della ragazza e le alzò il braccio. “Devi stare esattamente così…” precisò. La castana cercò di divincolarsi. “Se devo stare così per tutto il tempo che impieghi per scattare la foto mi andrà in cancrena il braccio…” sbottò. Leonard la fulminò con lo sguardo. “E poi sarei io quello acido…quello sessualmente represso dei due sei tu mi sa…” sbuffò spazientito. Anna ghignò. “Ci stai forse provando con me?” gongolò. Il fotografo sorrise ironico. “Ma se non sei ancora uscita dalla fase adolescenziale! Bevi ancora il latte dal biberon…” ribatté. La castana lo guardò scettica. Hot damn, here I come, tell me how you want it done, at the mall, in the hall, on your mama's bedroom wall. “Credi che dovremmo dividerli?” propose Armony. Camille alzò le spalle. “Hey Leo, sono arrivate le altre due modelle!” lo richiamò. Il diretto interessato e la ragazza si voltarono verso lo spogliatoio. La porta si era appena richiusa. Giulia li guardava un po’ persa. Hermione stava dietro di lei imbarazzata. “Tu in giallo, trotta sul set…vediamo se sei più capace della tua amichetta zitella…” la chiamò il fotografo. Il prefetto si staccò dalla ragazza e andò al posto di Anna. Camille le aggiunse qualche particolare di trucco. Giusto un po’ di mascara e lucidalabbra rosa. Armony le passò una tazza con diversi personaggi dello stesso cartone della felpa. “Mettiti per terra a gambe incrociate…poi solleva la tazza e fai finta di bere…improvvisa un po’…” elencò Leonard. Hermione ubbidì timida. Si portò la tazza alle labbra facendo una faccia che potesse essere convincente. Il primo flash partì. Poi il prefetto si mise con il viso girato di profilo. La tazza prese in due mani lasciate a mezz’aria. Le gambe ancora incrociate. Ed anche il secondo flash arrivò. You can choose, either way you will end up on the news (Yeah, just like you wanted, right?). “Visto? Lei ha capito!” puntualizzò il fotografo. Rivolto ad Anna. Che gli fece la linguaccia. Hermione si alzò e tornò dalle amiche. Ora fu il turno di Giulia. Camille le diede solo un tocco di colore sulle guance. La ragazza si mise subito in posizione. Mani congiunte con due dita unite a formare una pistola. Tenute accanto al viso. Le labbra increspate in un piccolo sorriso. Leonard annuì soddisfatto. Facendo partire il flash. Do I make you wet, it's all about the C-U-N-T. Per la posa successive Giulia si guardò in giro qualche minuto. Il fotografo non attese molto. Iniziò a richiamarla impaziente. La ragazza si mise in una falsa posa. Ed appena il flash scattò fece un salto. Sperò con tutto il cuore che la foto fosse venuta come voleva lei. E non mossa come temeva. I wanna hear you say love my pink knife. Soddisfatta trotterellò dalle amiche. Prima che Leonard incitasse ancora Anna a cambiarsi si intromise Camille. “Direi che una fotto tutte e tre assieme non starebbe male…” propose. I tre uragani si guardarono ed annuirono. Il fotografo sbuffò. Non avendo molta scelta. Giulia si mise in mezzo. Con due dita ne tipico segno alla giapponese. Alla sinistra Hermione. Appoggiata a lei con la schiena. A destra Anna con un occhio chiuso in segno di ammicco. Leonard contò fino a tre. Per poi far partire il flash. You wish you had a slice of me (I'm a celebrity). Appena scattata la castana si voltò verso le amiche. E in uno sprazzo di allegria saltò addosso al prefetto. Che venne preso di mira anche dall’altra ragazza. Il fotografo ne approfittò e fece un’altra foto. Poi subito le richiamò all’ordine. “Basta giocare…non siamo all’asilo!” esclamò severo. Anna gli fece la linguaccia. Camille scosse la testa divertita. “Direi che per stamattina può bastare…è ora di pranzo oramai…che ne dite se ordino delle pizze?” propose Armony. La castana annuì d’accordo. “Per lei un’insalata…ha ancora dei corpetti da provare e non vorrei strabordasse la ciccia...” commentò Leonard maligno. La diretta interessata fece un’espressione alquanto schifata. “Io non mangio insalata…preferisco una bella pizza alle patatine fritte…” lo corresse. Armony rise. “E patatine fritte siano…voi cosa prendete?” chiese. Le amiche elencarono la loro ordinazione. La donna si smaterializzò lasciando il gruppetto. I tre uragani si cambiarono mentre gli altri due sistemavano per il pranzo improvvisato. Dopo nemmeno mezzora Armony era di ritorno con le pizze. Porse ad ognuno la sua e si sedettero tutti per terra sopra una coperta. Il cartone poggiato sulle ginocchia. Nonostante il fotografo premesse per continuare le ragazze prolungarono la pausa immergendosi nelle chiacchiere. Parlarono del più del meno. Del negozio. Degli ultimi fatti. Poi assecondarono Leonard e tornarono al lavoro. Anna fece altri cinque cambi. Giulia ed Hermione due. Finirono che erano oramai le sei. Armony spiegò che sarebbe arrivata la copia della foto selezionata alle ragazze. Insieme al catalogo del negozio appena uscito. Inoltre ricevettero tutte e tre un compenso in denaro. E la possibilità di portarsi a casa uno dei capi indossati. Anna e Giulia scelsero le care maglie di Manson e dei Green Day. Mentre Hermione prese la seconda felpa che aveva indossato. Era blu e davanti aveva una roccia ed un righello. Il righello diceva alla roccia “you rock!” e questa diceva al righello “you rule!”. La castana aveva trovato questa battuta estremamente triste. Però a lei la felpa piaceva. Così ne approfittò. Alla fine il gruppetto si salutò. A parte Anna e Leonard. Ancora tentati di mettersi le dita negli occhi l’un l’altro. Come promesso i tre uragani si smaterializzarono subito. Giulia riportò a casa Hermione. Mentre la castana tornò direttamente. Apparve giusto sulla soglia di casa sua. Sentiva chiaramente l’odore di stufato che arrivava dalla cucina. In salotto invece riusciva a scorgere sua sorella con gli occhi incollati alla tv. “Sono tornata!” annunciò con scarsa allegria. “Com’è andata tesoro?” rispose dalla cucina Ilary. “Bene…è stato stancante a dir poco…” commentò la figlia. Dall’altra parte si sentì in rumore di acqua. “Sarai stanca immagino…fila di sopra a farti una doccia veloce che fra poco si cena…stasera stufato di verdure…” elencò la donna. Anna cacciò fuori la lingua disgustata. Odiava quando sua madre cucinava quelle cose. Eppure sapeva che lei non sopportava ne la frutta ne la verdura. “Evviva…” disse ironica. Ilary non la sentì. Così lei approfittò e salì veloce le scale. Un po’ stanca era in effetti. Forse poteva usare questa scusante per saltare la cena. La castana entrò nella camera. Prese la borsa e tirò fuori il portafoglio. Contò meglio la paga che le aveva dato Armony. Pregustando già qualche nuovo acquisto da poter fare. Poi li rimise via e buttò borsa e portafoglio sul pavimento. Stava per fare lo stesso con la bacchetta. Ma d’improvviso sentì un rumore. D’istinto Anna si voltò verso la portafinestra. “C’è qualcuno?” chiese. Per poi scuotere la testa. Era ridicolo. Non poteva esserci nessuno. Hi Miss Alice, anata garasu no me de donna yume wo. Piano la ragazza abbassò la bacchetta. Un altro rumore attirò la sua attenzione. Le tende vicino alla finestra si erano appena spostate. La castana sbuffò. Immaginandosi uno spostamento d’aria. La stanchezza le stava davvero giocando brutti scherzi. Si avvicinò alla scrivania. Ed involontariamente gettò un’occhiata al calendario. Era inutile. Quel cerchio rosso che incombeva sul numero le feriva gli occhi più del sole accecante di prima mattina. L’ennesimo rumore la portò via dai suoi pensieri. Stavolta era qualcosa che sbatteva. La portafinestra si era aperta. Imprecando Anna andò a richiuderla. Appena sporta per prendere la maniglia però si bloccò. Gli occhi sbarrati. Non si era immaginata tutto. C’era davvero qualcuno li con lei. E la stava guardando. Con i suoi occhi chiari. Mirareru no? Mirareru no? “Anna…” sussurrò Draco. La castana scosse la testa. Arretrò e tornò in camera. Sfregandosi gli occhi con una mano. Il biondo la seguì. “Devo proprio essere in stati penosi…ora ho pure le visioni..” sbuffò la ragazza. Draco la guardò divertito. Non credeva nemmeno lui di averlo fatto. Non credeva ai suoi occhi. “Non sono una visione…sono vivo, in carne ed ossa…” precisò lui. La castana lo guardò stupita. Mada atashi kokoro ga sakete, nagarederu. “Ma…ma…tu…tu dovresti essere con Voldemort ora…tu…non credo ti abbia dato un permesso di uscita anticipata…” boccheggiò confusa. Il biondo alzò le spalle. Lei si appiattì contro il muro più vicino. Come se avesse paura. Ma paura di che cosa? Lui era il solito Draco. Il suo stupido platinato. Solo e sempre lui. “Draco…non sarai mica scappato vero?” chiese lei. Il diretto interessato si guardò intorno colpevole. “Scappato è una brutta parola…diciamo che sono venuto a trovarti…smaterializzandomi in un posto in cui nessuno mi avrebbe visto…” si giustificò. Anna si portò una mano agli occhi. “In poche parole stai rischiando la vita…perfetto…se avevo qualche dubbio che tu fossi un’idiota ora non ne ho più…” sbottò interdetta. Non se lo aspettava. Davvero quell’apparizione l’aveva scombussolata non poco. Tsukurotta sukima ni sasaru kioku-tachi. “Che sono idiota è certo oramai…però un’idiota innamorato…sono venuto per vedere te!” rimbeccò il biondo. La castana si voltò verso di lui. “Sono un irresponsabile e uno Schiopodo deficiente…non mi perdonerò mai abbastanza per averti abbandonato in mezzo a quel casino Anna…però mi manchi…un sacco…ogni giorno…dovevo anche solo provare a venire da te…” le disse Draco. Anna sentì il cuore sussultare. Aveva ragione. Non l’aveva lasciata sola. Hi Miss Alice, anata ga jitsu nokuchi de dare ni ai wa. Prima che potesse dire qualcosa. Lasciò cadere la bacchetta a terra. Poi allungò una mano e lo tirò a se. Per abbracciò e tenerlo stretto il più possibile. Sentiva gli occhi bruciare. Il cuore battere all’impazzata. Lui era davvero li. Poteva sentire il suo profumo. La sua voce. “Anna…non riesco a trovare la forza per stare lontano da te neanche un attimo…” le sussurrò all’orecchio. La ragazza lo strinse. “Allora non farlo…” sospirò. Draco la guardò e la baciò ancora. Le era mancata così tanto. Sapeva di stare rischiando la sua stessa vita. Però non ce la poteva fare senza di lei. Continuando a osservare giorno dopo giorno una semplice foto. Nageteru no? Nageteru no? Il biondo continuò ad assaporare le dolci labbra della castana. Mentre le mani scorrevano sulla sua schiena. La spinse ancora di più contro il muro. Le baciò il collo. Seguì la scollatura della canottiera. Anna trattenne un sospiro. Non poteva crederlo possibile. D’improvviso però Draco si staccò da lei. Che sbattè le palpebre stupita. Mou atashi kotoba wo tsumaku shita no netsu same kitte meteru outamo utae nai. “Non ora dannazione!” imprecò il biondo. Anna lo guardò. Si teneva l’avambraccio. “Che…che succede?” chiese. “Il Signore Oscuro mi sta chiamando…” rispose lui dolorante. La castana scosse la testa. “Metti la segreteria…filtra la chiamata…ma non andare via…” lo supplicò. Il biondo sbuffò. Si frugò veloce in tasta e le porse qualcosa. Anna allungò le mani aperte. Draco ci lasciò ricadere l’oggetto. “Ci permetterà di rimanere in contatto…non dovrai aspettare molto amore…te lo prometto…” spiegò spiccio. Anna aprì la bocca per replicare. Ma riuscì solo a vedere il biondo sparire. Still, you do not answer. La ragazza aprì le mani. L’oggetto che le aveva passato Draco era una pallina di vetro trasparente. Dentro della finta neve vorticava intorno ad un alquanto triste pupazzo. Senza nemmeno pensarci la infilò nella tasca della gonna e corse fuori. “Anna guarda che è pronto…ma dove vai?” esclamò Ilary. Vedendo la ragazza dirigesi verso la porta. “Vado da Giulia…ho dimenticato una cosa nella sua borsa…” spiegò vaga. Per poi fiondarsi fuori alla velocità della luce. La madre scosse la testa e tornò in cucina. Ignara di quanto era successo qualche minuto prima proprio sulla sua testa.
Indubbiamente qualcun’altro avrebbe voluto correre via. Draco si era appena materializzato davanti al portone del maniero. Non credeva fosse possibile avere così tanta paura di entrare nella propria casa. Il Marchio bruciava senza sosta e lui sapeva che doveva sbrigarsi. Doveva anche inventarsi un alibi plausibile. Che non coinvolgesse ne Mark ne Piton. Ma soprattutto doveva chiudere la mente. Il biondo iniziò ad attraversare l’atrio a grandi falcate. Il cuore gli martellava in petto. Ebbe un sussulto quando vide un mantello svolazzare nella sua direzione. Insieme a lui un padrone con un’espressione molto adirata. “Si può sapere che fine avevi fatto?! Il Signore Oscuro ti sta chiamando da dieci minuti buoni!” sbottò Severus. Draco non osò guardarlo in viso. Questo gesto dava tutt’altro che conforto. E l’uomo non ci mise molto a capire. “Non ci posso credere…Draco sei uno sconsiderato! Ti avevo proibito di andare da Anna!” lo rimproverò. Il biondo sorrise ironico. “Lei non è più un mio professore…non può proibirmi nulla…” sbottò. Piton lo prese per il colletto della camicia. “Non fare lo spiritoso ragazzino…non ti rendi conto che per colpa dei tuoi ormoni metti in pericolo non solo te stesso, ma anche chi ti sta intorno?!” rimbeccò furente. Draco ghignò strafottente. “Non si preoccupi…la sua Giulia non andrà di mezzo…” disse subito. Severus contò fino a dieci per evitare di dare un ceffone a quel moccioso sfacciato. Possibile che non capisse che non centrava solo Giulia. Se il biondo faceva un passo falso avrebbe trascinato con se non solo Anna, ma anche lui, Giulia, Mark e pure Hermione. Erano tutti un unico gruppo su quel fronte. Dal canto suo, Draco era consapevole di aver fatto un grosso errore. Però avrebbe solo voluto un po’ di comprensione. Non gli serviva a nulla che Piton lo trattasse in quel modo. Un terzo apparve all’improvviso. “Eccovi qui…vi pare sia il momento opportuno per mettervi a litigare?” sbuffò Mark. Severus lasciò andare il biondo. “Draco, il Signore Oscuro ti cerca…andiamo…” lo richiamò. Il diretto interessato si sistemò la camicia e raggiunse il coetaneo. “Non credo che facendo certe scenate distoglieremo gli occhi di Voldemort da ciò che ha fatto Draco…ora bisogna solo sperare che non se ne sia accorto…spero per te che terrai la mente sigillata sugli ultimi fatti…” esordì ancora il ragazzo. Draco annuì colpevole. Piton rimase in silenzio. Non disse nulla nemmeno quando i due si allontanarono. Se c’era Mark come spalla di supporto potevano cavarsi fuori da quella situazione. Sembrava che il Serpeverde fosse una specie di prediletto agli occhi di Voldemort. L’unico che usava come un giocattolo era il biondo. Severus si passò una mano sugli occhi. Doveva evitare di farsi prendere da certi attacchi di nevrosi. Era esausto. E dover badare a Draco non gli migliorava di certo l’umore. Anche lui avrebbe voluto smaterializzarsi a casa di Giulia. Vederla anche solo per un minuto. E sapeva che l’avrebbe fatto anche in maniera molto più furba e inosservata. Ma non poteva lasciarsi andare a certe frivolezze. Se Draco l’avesse passata liscia gli avrebbe fatto una ramanzina storica. Odiava dover fare la parte del padre. Dove diamine era Lucius quando serviva?! L’uomo era ancora immerso nei suoi pensieri quando qualcuno apparve accanto a lui. Mark era tornato. “Come mai sei solo?” gli chiese. Il ragazzo alzò le spalle. “Gli ho propinato la storiella dell’ordine dal sottoposto…ho detto che avevo mandato io fuori Draco, per conto mio…però non credo che se la sia bevuta…ha voluto parlargli da solo…” spiegò. Severus scosse la testa esasperato. “Quel ragazzo…finirà per farci uccidere tutti me lo sento…” sbottò stanco. Mark fece quel suo sorriso sghembo. “Sai Severus…Draco non è così sprovveduto come sembra…non credo sarebbe così subdolo da farci andare di mezzo nelle sue imprudente…e poi se vogliamo dirla tutta io sono un po’ invidioso…” commentò. Piton lo guardò dubbioso. “Se vuoi anche tu una punizione dall’Oscuro penso che non tergiverserà a dartela se richiesta…” osservò acido. Il ragazzo rise. “Non intendevo questo! Almeno lui è riuscito a vedere Anna…io darei tutto l’oro della mia famiglia per poter rivedere Hermione…” spiegò poi serio. L’uomo si soffermò su quelle parole. Dopotutto il giovane Wright non aveva tutti i torti. “Ho sempre pensato che tu fossi un ragazzo intelligente Mark…non per nulla eri il mio miglior studente al settimo anno…” esordì. Mark annuì fiero. I due poterono conversare ancora per una buona mezzora. Prima che Draco gli si presentasse davanti. Piton lo osservò puntigliosamente. “Allora, com’è andata?” chiese Mark. Il biondo fece ancora qualche passo. Poi si fermò. Respirava affannosamente. “Tranquillo capo…ho retto la tua tesi fino infondo…penso di aver recitato bene…” commentò orgoglioso. L’amico lo raggiunse per sorreggerlo. “Però ti ha punito comunque…” precisò Piton. Draco tentò di alzare le spalle. “Non devo uscire su ordine di qualcuno che non sia lui…credo di potermelo ricordare…farò il bravo pupazzo da d’ora in poi…” ironizzò. Mark scosse la testa. Severus li raggiunse e lo prese per l’altro braccio. I due lo guardarono stupiti. “Ti porto in camera tua…prima che appaia Bellatrix a stuzzicarci…” disse solo lui. Il biondo ed il ragazzo sorrisero. “Penso si beccherebbe tre bei crucio…” osservò quest’ultimo. Draco annuì d’accordo. Così Piton mise da parte il suo animo da padre. Niente ramanzina per quella volta. O almeno, per ora.

Edited by kikyo91 - 12/1/2010, 15:19
 
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view post Posted on 12/1/2010, 16:18
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bellissimo capitolo, anna è una forza mi fa sempre morire dal ridereXD cavolo però Draco stavolta l'ha scampata bella menomale che c'è Sev.....quando si rivedranno sev e giulia? presto vero??? :cry: :cry:
aggiorna presto :fiore:
 
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~ Disturbia
view post Posted on 18/1/2010, 00:34




LovvolinaH mia...sorry!Ho letto il giorno in cui hai postato,ma ero convinta di aver commentato e invece nu! ç.ç
Beh che ti posso dire se non che sei bravissima?Mi piace sempre più come scrivi.La presenza di Anna mi piace assai xD ma ormai lo sai che adoro quella pazza!
Kisu amor mio!

Irene :fiore:
 
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chocola91
view post Posted on 18/1/2010, 14:49




io invece spero taanto che ci sia un capitolo in cui finalmente sev e giulia si rincontrano...cmq bravissima come sempre...aggiorna presto se puoi baci
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 19/1/2010, 21:53




Belliccimo capitolo!! brava lovvah
 
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miss_preston
view post Posted on 19/1/2010, 22:27




Finalmente sn riuscita a mettermi in pari!Bei capitoli!Si stanno proprio modificando storia e stile,però mi piace qst cambiamento...un miglioramento...ho preferito particolarmente la part de flash back sessuali (e non )-sempre la solita- di Giulia,il mutuo soccorso in pigiama e biscotti e le foto da Armony...ma in particolare il trio Sev,Draco e Mark...sn fantastici insieme!Divertono e sn mlt sexy!
 
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chocola91
view post Posted on 4/3/2010, 16:47




ciao qunado aggiorni?? so che sei molto impegnata ma io non vedo l'ora di sapere come prosegue la storia tra sev e giulia... ti prego fallo per tutte le tue fan poorta a termine la storia.....la tua fan aspetta fiduciosa
 
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124 replies since 15/12/2009, 19:27   4787 views
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