Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Leave a Scar, naaaaa è solo un miraggio *-*

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~D r e a m e r •
view post Posted on 20/3/2013, 11:49




Ron è leggermente meno odioso dell'ultimo periodo, certo però che è un bel testone!! Herm che cerca di fare la sostenuta il più a lungo possibile, mi fa morire...si vede che cerca di non dare soddisfazione a Ron, ma con poco successo xD
Comunque sono sempre carini.
La mia Anna è favolosa as usual e alla fine del capitolo mi ha fatto tenerezza. Draco sarà anche uno Schiopodo Platinato ma è un ragazzo d'oro e loro due insieme sono la coppia per eccellenza!!
A proposito di coppie...ma Giulia e Sev? A quando un altro incontro?? Spero presto!!
Grazie per l'aggiornamento...e speriamo che il prossimo sia rapido ^^
 
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kikyo91
view post Posted on 23/5/2013, 23:21




Careeee *-* siii ci sono, la mia memoria da pesce rosso si è sforzata e mi ha fatto aggiornare **
devo ammettere che il capitolo l'avevo pronto già da un pò e sono la solita sadica .-. e forse non vi soddisferà nemmeno ç_ç perdonoh *scappa affranta* cooooomunque, questo è un cap un pò d'intermezzo *si ripara dai pomodori* in cui ho voluto fare una visione d'insieme dei vari gruppi coinvolti u.u sembra una cosa professional nè? :3 anche perchè per quanto riguarda i Tre Uragani la situazione di stallo in cui li ha fatto impelagare la sottoscritta non finisce più ._. stupida Mimi che segue lo stupido campeggio di Potter.
Avvertenze: taaaanti personaggi, tante facce vecchie ed alcune nuove che forse però avevate già sentito menzionate dalla Rolla :3
Incredibilmente non c'è nemmeno una canzone °_° ok, mi sto arrugginendo D:
Beeene, detto ciò vi lascio alla lettura (ho la sveglia fra sette ore circa xD), spero che il capitolo vi piaccia **
Buona lettura bimbe <3 e grazie infinite del vostro sostegno anche se sembro più un fantasma che una fanwriter ultimamente ç_ç love u all <3

Trentaduesimo Capitolo
Nonostante la passeggiata, Anna non riuscì a riaddormentarsi. Piegò il biglietto e lo nascose sotto al cuscino. Optò così per rintanarsi nell’angolo del letto e, con la luce della bacchetta come complice, leggere. Il libro la assorbì così tanto che riuscì a terminarlo. Il successivo la aspettava, ma quando vide che oramai si erano fatte le tre, decise di dormire. E stavolta ci riuscì. Il risveglio fu un po’ traumatico. Hermione buttò tutti giù dalle brande alle otto precise. E la castana aveva la faccia di un cadavere ambulante. Vedendo le occhiaie Giulia riempì più volte la sua tazza di caffè. La giornata proseguì come se non ci fosse stata nessuna festa. Il prefetto scriveva, annotava, scorreva i libri. Harry tentava di dominare la nuova bacchetta. Ron cercava di sintonizzare la radio. Mentre la castana leggeva. Aveva anche iniziato a scrivere sull’agenda, memore del proposito post compleanno. Giulia provvedeva al cibo e ai pasti. Ogni cosa oramai era diventata parte di una routine. E mano a mano che i giorni proseguivano i ragazzi si rendevano conto di essere in viaggio da quasi quattro mesi. La lontananza si faceva sentire. In particolare la sera. Quando il buio inondava il paesaggio circostante ed era il sonno a dover fare da padrone. Anche se spesso veniva ignorato. Erano passati diversi giorni dal compleanno di Anna. Erano le undici passate ed i Tre Uragani erano ancora svegli. Hermione teneva la bacchetta accesa. Ancora accigliata nelle sue ricerche. Giulia stava a pancia in su. Nelle orecchie le cuffie e gli occhi chiusi. Era fin troppo immobile perché stesse dormendo. La castana invece si era girata sul fianco ed osservava Hermione. Aveva i capelli scompigliati. La matita che picchiettava sul labbro inferiore. Gli occhi saettanti. Non la vedeva così presa dai G.U.F.O.. “Herm…non sei stanca?” esordì all’improvviso. Il prefetto non alzò nemmeno gli occhi. Anna iniziò a picchiettare le unghie sulla barra in ferro del letto. Hermione rabbrividì. E svelta si poggiò l’indice sulle labbra in ammonizione di silenzio. La castana gonfiò le guance offesa. “Fra quanto ci dirai cos’hai scoperto? Voglio aiutarti anche io…” aggiunse poi. Il prefetto sbuffò. “Se continui ad infastidirmi mai…” soffiò acida. Anna le fece la linguaccia. “Antipatica…” sibilò. Giulia sorrise. Ancora con le cuffie e gli occhi chiusi. “Odio stare con le mani in mano!” si lamentò ancora la castana. Hermione si premette le dita sulle tempie. In effetti gli occhi imploravano per chiudersi. “Fra qualche giorno potrò parlarvene, mi manca qualche particolare…” rispose. Anna sbuffò. “Comunque…Draco mi ha scritto…” esordì all’improvviso. Più per catturare l’attenzione dell’interlocutrice che altro. Il prefetto sgranò gli occhi e si irrigidì. “Quando? Come?” squittì d’un fiato. Per poco le cadde di mano la penna. La castana ghignò soddisfatta. “La notte del mio compleanno…non riuscivo a prendere sonno e ho fatto due passi qui fuori…così mi sono messa a parlare da sola e mi è arrivato il suo bigliettino…” riassunse. Non specificando alle varie richieste patetiche fatte al nulla. Senza dire nulla Hermione allungò una mano verso di lei. Anna prese il biglietto da sotto il cuscino e lo piegò a mo di aereoplanino. Poi lo lanciò. Il prefetto iniziò ad agitarsi e sbracciare per prenderlo. Quando fu fra le sue mani tirò un sospiro di sollievo. “Per Merlino Anna, stai più attenta! Potrebbe leggerlo la persona sbagliata!” la rimproverò. Facendo un cenno verso i letti degli altri due coinquilini. I soggetti in realtà se la dormivano della grossa. Anche perché ci sarebbe dovuta essere Giulia fuori a fare la guardia. Ma dopo mezzora passata in ibernazione aveva optato per tornare al suo letto. La castana la fulminò con lo sguardo. “Santo Manson Herm…cos’è tutta questa paranoia di essere scoperte?! Non è mica successo nulla! E poi Ron sa che tu ti sei sentita con Mark nei mesi passati, anche se eravamo già in fuga!” le ricordò. Hermione rabbrividì. Grazie al cielo Harry aveva tralasciato quella parte del discorso, essendo troppo mortificato per la scenata fatta dal rosso la sera in cui sen’era andato. “Gentile come al solito il tuo furetto...” commentò poi. Dopo aver letto le poche parole. Anna sospirò con sguardo finto sognante. “Eh si, un perfetto innamorato!” cinguettò. Il prefetto scosse la testa esasperato. “Se almeno uno di voi due avesse un po’ di sale in zucca! Ti avverto però, se Draco capita qui in preda a una delle sue fughe d’amore lo ricaccio ad Hogwarts a calci nel nobile deretano…” soffiò acida. La castana ghignò. “Hey vacci piano Granger! È del mio uomo il nobile deretano di cui parli!” rimbeccò divertita. Hermione si passò una mano sugli occhi. “Ho bisogno di una camomilla…” concluse affranta. Anna gongolò. “Era da tanto che non ti facevo impazzire Herm…mi mancava…” confessò. Il prefetto ridusse gli occhi a fessure. “Bambine basta! È tardi, che ci fate sveglie?” le prese in giro Giulia. Senza però aprire gli occhi. Hermione sospirò stanca. “Voglio il mio letto, a casa mia, con i miei libri e le mie coperte…” aggiunse poi. La castana scosse la testa divertita. “Vi ricordate di quando siamo andate al Blue Bar e ci siamo ubriacate?” osservò ancora. Il prefetto sbuffò. “Tu ti sei ubriacata…” la corresse. Anna storse il naso. “E ancora tu hai detto al palestrato Greg di chiamarti…” sghignazzò Giulia. L’amica trasalì. Poi cacciò fuori la lingua dal disgusto. “Ok, forse non era il ricordo migliore da pescare…” ammise. “Non era male…però nulla batte quella volta in cui sei piombata nel dormitorio boccheggiando come un pesce…quarto anno, una settimana prima del Ballo del Ceppo…” ricordò Giulia. Anna tossicchiò innocente. “Non sono piombata…” sussurrò. Le altre due si guardarono scettiche. “Ma se hai quasi calpestato Grattastinchi! Poi hai rubato il libro a Herm e ti sei messa a saltare sui letti…” precisò ancora Giulia. Hermione annuì. “Credevamo che ti avessero rapita e sostituita con Lavanda Brown…saltellavi e cinguettavi!” le diede ragione. La castana spalancò la bocca indignata. “Questa è cattiva da dire però!” esclamò. “Ragazze, non sapete che è successo in Guferia!” la imitò Giulia. Anna si tirò su a sedere. Rossa in viso. “Che cosa?” chiese complice il prefetto. Con lo stesso scarso interesse dimostrato tre anni prima. “Ho trovato il cavaliere per il Ballo! Mi hanno invitata!” commentò ancora Giulia. La castana prese in cuscino fra le braccia. E vi nascose il viso. “Chi è il poverino?” esordì ancora Giulia, interpretando se stessa. Hermione ghignò. O meglio, tentò di fare l’imitazione del tipico ghigno di Anna. Che non le riuscì molto bene in realtà. Sembrava più uno spasmo facciale. “Draco Malfoy!” sospirò. La castana era arrivata al limite. In preda ad un raptus di imbarazzo sfrecciò giù dal letto a castello e si avventò sul prefetto. Brandendo il cuscino a mo di arma. Hermione d’istinto si gettò sui suoi preziosi appunti. Prendendo in pieno ogni colpo piumoso. Giulia iniziò a ridere. “Vigliacche! Che razza di amiche! Prendermi in giro così!” grugnì ancora Anna. Continuando a sfogarsi sul povero prefetto. Aveva iniziato a tirarle il cuscino in testa. Col colpi cadenzati e fastidiosi. “Se dovessi elencare io tutte le vostre scene ridicole! Ne avrei per mesi, anzi no, anni!” continuò. Giulia scosse la testa. “Qualcuno qui è proprio suscettibile…” la punzecchiò. Imitando il bradipo Sid dell’Era Glaciale. La castana trattenne una risata. Approfittando del momento di debolezza Hermione si spostò qualche centimetro più in la. Così Anna si ritrovò a dare colpi nel vuoto. “Gradirei che tu la smettessi di farmi aria…fa già abbastanza freddo qui mi pare…” commentò infine il prefetto. La castana tirò un urletto esasperato. E senza dire nulla tornò ad arrampicarsi sul letto a castello. Gli altri due uragani si guardarono sospirando. “Buonanotte!” ringhiò Anna. Hermione iniziò a raccattare gli appunti. “Notte sciocchina…” rispose. “Notte…” disse subito Giulia. Sorridendo. Come in realtà stava facendo anche la castana.
Molti chilometri più in la, quella sera, Hogwarts era immersa nel buio. Nonostante il coprifuoco fosse scattato da un’ora non si sentiva volare una mosca. Evento strano, dato che negli anni prima c’era sempre qualcuno intento a fare il furbo oltre l’orario. Oramai gli studenti si erano arresi. Non era più tempo di rischiosi appuntamenti al buio. Così la maggior parte si radunava nelle sale comuni. senza un minimo di entusiasmo. Esattamente com’era successo in quella Grifondoro. Ginny si era rintanata nella poltrona più vicina al camino. Aveva le gambe incrociate e il mento appoggiato ad una mano. Guardava la pergamena davanti a se in modo assente. Aveva scritto solo i saluti iniziali. “Lettera d’amore?” commentò divertito Neville. Piegandosi di poco verso di lei. La rossa sobbalzò. Poi sorrise. “Più o meno…è per la mia compare di avventure…” rispose. L’amico capì subito che si riferiva a Mary Kate. “Come se la passa alla casa base?” chiese. Sedendosi nella poltrona accanto alla sua. Ginny alzò le spalle. “Si annoia…nell’ultima lettera sembrava proprio affranta…stare in mezzo agli adulti che si preoccupano peggiora solo le cose…” raccontò. Neville la guardò dubbiosa. E lei arrossì. “Ecco…siccome io e Mary Kate siamo sempre state le più piccole, abbiamo definito i nostri genitori e fratelli più grandi con il termine ‘gli adulti’…anche se adesso non siamo più tanto piccole nemmeno noi…” spiegò. Il ragazzo sorrise intenerito. “Mi spiace che non sia potuta tornare…” osservò poi. Ginny sospirò arresa. Aveva litigato così tanto con sua madre quell’estate. Non ci poteva credere: tornare ad Hogwarts senza la sua migliore amica le sembrava inaccettabile! “Grazie Neville…” esordì. In effetti da quando era tornata lui e Luna erano la sola compagnia che riusciva a distrarla. “Che ne pensi dell’improvviso interessamento della Parkinson?” chiese d’improvviso la rossa. Neville alzò le spalle. “Quella volta di Lavanda ha detto che è amica di Hermione…io sinceramente non so cosa si successo fra quelle due, ma se ha difeso così il Patto dei Tre Uragani non può essere male no?” ragionò. Era così che avevano soprannominato il patto. Il primo giorno di scuola, appena tutti i Grifondoro si erano riuniti in Sala Comune, Ginny era salita in piedi su una poltrona e l’aveva annunciato. Quell’anno, tre posti sarebbero stati lasciati vuoti. L’avrebbe fatto anche con quello di Harry, però non era un abitudinario come le altre tre. Così, per simboleggiare il sostegno che nutrivano nei confronti della ‘missione’ e di chi ne aveva preso parte, avevano deciso di fare questo patto. Lei, Luna e Neville avevano anche cercato di rubare la Spada di Grifondoro. Ma Piton li aveva beccati in pieno. In realtà si aspettavano una punizione più dura della Foresta Proibita. Ginny sel’era chiesto più volte come mai li avesse liquidati così. Che fosse un indizio? Lei aveva pensato più volte alla relazione del preside con Giulia. Come faceva quest’ultima a sostenere che fosse una brava persona, nonostante le sue azioni dicessero il contrario? E poi quando Ginny si soffermava sugli occhi di Piton, non vedeva bontà. Solo buio. Disinteresse. Forse anche disperazione. “Alleati Serpeverde eh?” sospirò poco convinta. Neville le diede una pacca sulla spalla. “Ti devo forse ricordare chi ti ha accompagnata qui in lacrime, dopo che ti eri rifugiata disperata in un passaggio segreto, qualche mese fa?” la punzecchiò. Senza cattiveria. Ginny diventò del colore dei suoi capelli. “Blaise Zabini…” soffiò riluttante. Nonché fidanzato della sua migliore amica. “E non mi pare che nemmeno Mark Wright e i ‘ripetenti’ di Serpeverde siano così male…” le ricordò Neville. La rossa storse il naso. “E Malfoy? È lui che doveva uccidere Silente l’anno scorso…” aggiunse. Il ragazzo sospirò arreso. “Però devi ammettere che da quando abbiamo iniziato la scuola i Serpeverde se ne sono sempre stati sulle loro…a parte qualche esaltato…non ci hanno mai dato noia…e continuano a beccarsi gli sguardi d’astio di tutte le altre case senza nemmeno più quell’aria spavalda che li contraddistingueva…” descrisse. Ginny abbassò lo sguardo. “Cos’hai pensato di Malfoy al primo anno?” gli chiese. Neville sorrise. “Che fosse un grandissimo snob…mi ha fatto così tanti scherzi e provato a ferirmi psicologicamente i primi anni…lo odiavo davvero…” rispose. La rossa annuì. “Quando si è messo con Anna per poco mi sono cadute le braccia…io e Mary Kate abbiamo pensato ‘la tratterà da schifo ed entro un mese la getterà via come ha fatto con le altre’” confessò. Quasi con vergogna. Il ragazzo la guardò. “Io ho pensato la stessa cosa quando Mary Kate si è messa con Zabini…” precisò. Ginny iniziò a picchiettare le dita su un ginocchio. “Siamo veramente così diversi? Dico…noi e loro…i Serpeverde…” cercò di ragionare. Neville si guardò intorno. I primini se ne stavano in un angolo. Chi leggeva, chi giocava agli scacchi. “Oggi a Difesa Amycus ci ha detto che dalla prossima lezione faremo pratica di Maledizioni Senza Perdono…” raccontò. La rossa trasalì. “P…pratica?” boccheggiò. L’amico annuì affranto. “Su quelli del primo anno…” aggiunse. Ginny scosse la testa. “Non glielo permetterò…” sbottò. Forse un po’ troppo a voce alta. Alcuni primini si voltarono stupiti. Neville le poggiò una mano sulla testa. “Calmati, Rivoluzionaria Weasley…io mi rifiuterò…ho già deciso…e dalle facce degli altri presenti mi è parso di capire che pure i Serpeverde non lo gradiscono…” spiegò. La rossa sospirò. “Non si può andare avanti così…questa…questa non è Hogwarts! È Azkaban!” rimbeccò stufa. Neville sorrise. “Pazienza Ginny, pazienza…vedrai che Harry verrà presto…e tutto questo finirà…intanto, possiamo solo fare qualcosa nel nostro piccolo…” esordì saggiamente. Ginny ricambiò il sorriso. “Senza farci beccare però…” precisò. Era sempre così. Ultimamente solo Neville riusciva a calmarla. E riusciva anche ad evitare che lei si ficcasse in guai più grandi di lei.
Stessa Hogwarts, solo qualche piano più in la. Anzi, più giù. Molto giù. I sotterranei. Anche qui gli studenti erano stipati nella Sala Comune. Solo che i Serpeverde più giovani sgusciavano subito nei dormitori. La maggior parte aveva paura di stare troppo vicino a quelli dell’ultimo anno. “Dannazione! Ho preso un’altra T in Trasfigurazione!” soffiò Pansy. Appallottolando la pergamena e gettandola per terra. Millicent scosse la testa. “Solo perché sono Serpeverde non vuol dire che quella stronza può prendersela con i miei temi!” ringhiò ancora la mora. L’altra sbuffò. “Se l’avessi scritto con calma i giorni prima con noi in biblioteca avresti avuto un voto migliore…e non nell’ora buca prima di quella in cui bisognava consegnare…” le ricordò. Pansy la fulminò con lo sguardo. “Oh avanti, non fare quella faccia da carlino depresso! Il prossimo lo facciamo insieme…” propose Astoria. Spostandosi una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio. “Nemmeno per sogno Greengrass…e levati da qui davanti, tutto quel biondo mi fa sanguinare i bulbi oculari!” rimbeccò. La bionda alzò gli occhi al soffitto esasperata. Poi sogghignando si allungò verso la poltrona accanto, alla sua destra. “E a te Draco, com’è andato il tema?” gli chiese. Il diretto interessato alzò le spalle. “A…non potevo chiedere di meglio…” rispose. “Ma che dici! Era un tema perfetto!” cinguettò subito Astoria. Pansy cacciò fuori la lingua dal disgusto. “Hey, oca copia giuliva della Brown, il tuo squittire mi sta facendo venire il mal di testa…” la richiamò stizzita. La bionda arrossì subito. “Astoria, te l’ho detto mille volte…torna nell’altro in cui sei stata negli scorsi sette anni e lasciami in pace…” commentò stremato Draco. Il suo umore non era migliorato. Nonostante fosse riuscito a mandare il biglietto d’auguri ad Anna aveva una voglia matta di vederla. E di novità sulla fantomatica spedizione potteriana non se ne vedevano. “Siamo scorbutici eh?” osservò divertito Mark. Appoggiandosi allo schienale della poltrona di Astoria. “Hai sentito Mark? Sono tutti estremamente scortesi con me!” pigolò. Alzando lo sguardo verso il bel Wright. Quest’ultimo ghignò e le scompigliò i capelli. “Smetta di provarci con ogni Serpeverde ricco ed impegnato e potrebbero anche diventare più amichevoli…” le consigliò. Di tutta risposta la bionda si alzò di scatto. E con le guance rosse di rabbia si diresse a passo spedito verso il dormitorio femminile. “Grazie Mark, davvero, che Salazar ti benedica!” lo lodò Draco. L’amico si sedette nella poltrona appena liberata. “Non c’è di che…e io che pensavo anche che la Greengrass fosse carina…” osservò. Millicent storse il naso. “Certo, se non apre bocca…” precisò. Pansy ridacchiò. “Separata alla nascita dalla Brown eh?” aggiunse. Poi il gruppetto si guardò e scoppiò a ridere. “Hai poi parlato con Piton riguardo a quello che ha detto oggi Amycus?” chiese d’improvviso Draco. Mark sospirò. “Non ci possiamo fare niente…ordini dall’alto a quanto pare…” rispose solo. “E se io mi rifiuto?” intervenne Sam. Sedendosi sul bracciolo della poltrona di Pansy. Quest’ultima arrossì di poco. “Punizione…” sillabò subito Mark. Millicent spalancò la bocca. “Dobbiamo usare le Senza Perdono sui primini?” esalò. Draco annuì. Quando aveva sentito Amycus a fine lezione non ci poteva credere. Era troppo, davvero troppo anche per loro. “Mi stupisco che non ci portino Mezzosangue prelevati da chissà che famiglia…” commentò Pansy. Sam rabbrividì. “No…io…io non posso farlo! Mia sorella ha un anno meno di loro! Sarebbe come cruciare la mia sorellina!” esclamò in panico. La Parkinson gli poggiò una mano sul braccio. Per cercare di calmarlo. Draco si alzò. “Io me ne vado a dormire…” sospirò stanco. “Noi arriviamo fra mezzoretta…” lo salutò Mark. Il biondo annuì e si diresse nel dormitorio. Era davvero uno schifo. E la cosa peggiore era che sicuramente Amycus avrebbe fatto iniziare lui e Mark per primi. Per dare il buon esempio, in quanto Mangiamorte. “Mangiamorte un cazzo! Io non sono così…” soffiò seccato. Sbattendo la porta della camera. Veloce andò al suo letto e si cambiò. Maglia larga e pantaloni di tuta come pigiama. Anche se sul cuscino stava poggiato il completo con lo stemma dei Malfoy. Non indossava più un pigiama del genere dal quarto anno. “Fanculo anche a questo…” sbuffò. Prendendo il pregiato completo verde e buttandolo in malo modo nel baule. Dal pigiama però cadde qualcosa. Draco la raccolse e la rigirò fra le mani. Era una vecchia foto magica. Lui e sua madre stavano in piedi davanti all’obbiettivo. Era ancora dell’epoca in cui si ostinava a tenere indietro i capelli. Lo sguardo spavaldo e il naso all’insù. Narcissa stava dietro di lui. Le mani poggiate sulle sue spalle. I lunghi capelli biondi sciolti, leggermente mossi. D’improvviso nell’aria si sentì uno squillo. Draco si guardò intorno dubbioso. Ci vollero diversi minuti prima di riconoscerlo. “Acceptio…” rispose. Senza entusiasmo. Poi si sedette di peso sul letto. L’ologramma di sua madre gli apparve davanti. “Che fortuna Draco! Avevo paura che fossi già a riposare…” esordì. La sua voce cristallina riempì la stanza. Il biondo l’assaporò come faceva coi suoi abbracci da piccolo. “Sera mamma…” la salutò. Narcissa lo squadrò. “Ti sembra il modo di presentarti davanti a tua madre? Spettinato, con addosso quei vestiti inappropriati e così svogliato?” lo rimproverò. Draco sorrise. “Stavo per andare a dormire…” si giustificò. La donna scosse la testa. “Che fine ha fatto il pigiama fatto apposta su misura per te?” gli ricordò. Il biondo guardò di sottecchi il baule. Narcissa sospirò esasperata. “Che cosa devo fare con te Draco…” commentò. Il diretto interessato alzò le spalle. “Allora, perché mi hai chiamato, madre?” le chiese. Preferiva chiamarla mamma. Era più affettuoso, anche se da piccolo usava sempre il tono formale. Così gli era stato insegnato. Infatti era l’unico modo per calmarla quando iniziava a lamentarsi di lui. “Nulla…ecco…volevo chiacchierare…” rispose quasi timidamente Narcissa. Mandando a quel paese tutto il contegno da signora per bene. “Ma ti ho scritto una lettera ieri…” commentò divertito Draco. La donna annuì. “E io l’ho apprezzata…il mio gufo ti dovrebbe arrivare entro domani sera…” rispose. Il biondo sorrise. “E di cosa volevi parlare, sentiamo…” la punzecchiò ancora. Narcissa lo guardò con ritrovato contegno. “Draco, sono tua madre! Non ci deve essere per forza un motivo preciso…” osservò quasi indignata. Draco sospirò. “Ti annoiavi al Manor, vero?” intuì. La donna non rispose. “Papà dov’è?” chiese poi il figlio. Narcissa trasalì. “Non è qui…” rispose solo. Draco si passò una mano sugli occhi. “Questo l’ho visto…quello che vorrei sapere però è dove si è andato a cacciare stavolta, il grand’uomo…” precisò amaro. Narcissa scosse la testa. “Avanti Draco…” lo ammonì. Ma il biondo sbuffò. “Lui se ne va in giro mentre tu rimani fra quella gentaglia…hai chiuso la stanza a chiave almeno?” rimbeccò. La donna annuì. “C’è tua zia che mi fa compagnia comunque…” aggiunse. Draco la guardò scettico. “Zia Bella? Bene, ora si che sono rincuorato!” commentò acido. Narcissa sospirò. Avrebbe tanto voluto che ci fosse Andromeda con lei. Aveva saputo che lei e suo marito erano stati torturati e che tutt’ora Ted Tonks era in fuga. “Non hai più ricevuto notizie da zia Andromeda?” chiese ancora il biondo. La donna sorrise. Suo figlio sapeva sempre leggerle nel pensiero. “No…purtroppo non posso fare domande, altrimenti gli altri si insospettirebbero…e come sai tuo padre non approva che io mi esponga così…” rispose malinconica. “Non approva un cavolo! La sua parola non conta un cazzo!” soffiò nervoso Draco. Narcissa lo guardò indignata. “Draco Malfoy, ti proibisco di usare certi termini!” lo ammonì. Il biondo strinse i pugni. “Scusa madre…” biascicò. La donna scosse la testa arresa. “Da quando nutri così tanto rancore verso tuo padre?” chiese affranta. Draco sorrise maligno. “Da quando ti lascia a casa da sola per andarsela a spassare in compagnia di Wright Senior…” rispose. Narcissa alzò le spalle. Non poteva negarlo. Ultimamente i compiti che il Signore Oscuro assegnava a Lucius erano spesso supervisionati da Augustus Wright. Probabilmente era per fargli vedere come si doveva comportare un vero Mangiamorte. “Aurora mi fa sempre molta compagnia comunque…” commentò poi. Cercando di mantenere un tono neutro. “L’unica donna sana di mente della combriccola almeno…” sospirò arreso il biondo. Se il padre di Mark era un pazzo esaltato, la madre era una donna dolce e affettuosa. Si capiva da chi avesse preso il figlio per fortuna. “Hai avuto notizie da…Alvis?” gli chiese d’improvviso Narcissa. Draco sobbalzò. Da quando era in corso la guerra sua madre aveva iniziato a chiamare Anna col secondo nome. “Niente…dal suo compleanno non l’ho più vista…e comunque non si può considerare nemmeno come ‘incontro’…io la vedevo, ma lei non vedeva me…” spiegò. Con un tono abbastanza deluso. “Oh tesoro…” si lasciò andare la donna. Avrebbe voluto allungare una mano e fargli una carezza sulla testa. Il biondo tenne lo sguardo basso. “Mamma…credi che…se papà dovesse imbattersi nel gruppo di Potter durante una delle sue missioni…ecco…” iniziò a dire. Narcissa si irrigidì. “…la risparmierebbe?” finì Draco. Era una domanda che gli ronzava in testa da quando aveva smesso di considerare suo padre una persona per bene. Nello stesso momento in cui aveva realizzato la sua continua assenza. Lui non era stupido. Quando Augustus Wright doveva compiere una missione, lo faceva fino infondo. E non solo, lo raccontava. Non si stupiva se Mark lo evitava il più possibile. Fin da piccolo la madre lo faceva uscire dalla stanza se il marito attaccava con uno dei suoi racconti di vita. Erano terribili. Draco li aveva scoperti solo nell’ultimo periodo. Per bocca di sua zia Bellatrix ovviamente. “Draco?” lo richiamò la donna. Il biondo sobbalzò. “Rispondimi madre…te ne prego…” sussurrò. Narcissa sospirò. “Tuo padre vuole bene ad Alvis…” gli ricordò. “Il fatto che le voglia bene non gli impedisce di farle del male…è quello che mi spaventa…” confessò Draco. La donna abbassò lo sguardo. Era una brutta situazione. Davvero brutta. Il biondo la osservò di sottecchi. Era seduta composta come suo solito. Un vestito morbido color nero le fasciava le spalle. Al collo un semplice brillantino e alle orecchie dei pendenti pieni di pietruzze argentate. I capelli racconti in una lunga treccia di lato. Gli occhi stanchi. “Vedrai che andrà tutto bene…Alvis sa difendersi…ha quasi avadakedavrizzato tua zia Bella tempo fa, non ricordi?” cercò di consolarlo Narcissa. Draco alzò le spalle. Quanto si era arrabbiato quando l’aveva saputo. Ovviamente anche Bellatrix era furiosa. Non per i suoi stessi motivi. “Come al solito è una sconsiderata…però hai ragione…non si fa scrupoli ad usare le maniere forti quando è necessario…” commentò. Un po’ orgoglioso. La donna si voltò di poco. Se solo suo figlio avesse saputo. Le discussioni avute con Lucius quella estate. Aveva pianto così tanto quando aveva deciso di portare il figlio al Signore Oscuro. Ma non credeva che il suo fanatismo potesse arrivare al punto di proporre anche a lei di diventare una Mangiamorte. “Che c’è mamma?” la richiamò il biondo. Narcissa sobbalzò. Cercando di nascondere i suoi pensieri abbozzò poi un falso sorriso. “Nulla Draco…nulla…” lo liquidò. Draco la guardò scettico. Riconosceva i segni di nervosismo di sua madre. “Abbiamo lo stesso sangue, rammenti? Conosco ogni tua mossa a memoria madre…” le ricordò. Stavolta la donna sospirò. Doveva ammetterlo, ringraziava il cielo ogni sera per aver fatto arrivare così tanto di lei in Draco. Per fortuna, non aveva nemmeno l’ombra delle brutte abitudini di Lucius. Perfino la spavalderia sen’era andata col passare degli anni. Il merito però era anche di Anna. “Quindi?” la esortò il figlio. Narcissa scosse la testa. “Non voglio peggiorare l’opinione che hai di tuo padre…” confessò. Draco ghignò. “Non peggiorerà…credimi, ora come ora Lucius Malfoy è già raso terra in quanto a padre modello…” sbottò. La donna lo guardò arresa. Scontrando le proprie iridi con le gemelle del figlio. “Questa estate…dopo che tuo padre ti ha…portato dal Signore Oscuro…aveva in mente altri piani…” iniziò a raccontare. Il biondo la osservò dubbioso. “Voleva che tu proponessi…ad Alvis…di diventare una Mangiamorte…” continuò Narcissa. Draco spalancò la bocca. “Si, l’opinione è decisamente colata a picco…” soffiò. La donna scosse la testa. “È mai possibile che a quell’uomo interessi solo l’opinione altrui? Credeva che facendola diventare Mangiamorte Anna si sarebbe guadagnata la libertà? O meglio, il favore del Signore Oscuro per giustificare il fatto che fosse una Mezzosangue?” sbottò adirato il biondo. “Calmati tesoro…per favore…” disse subito Narcissa. Lo sguardo di Draco si soffermò sul suo avambraccio. Dove il marchio Nero stava indelebile. Come al solito. Quanto avrebbe voluto svegliarsi una mattina e ritrovarsi senza più quel segnaccio nero sulla pelle. “Non gliel’avrei mai permesso…” commentò. La donna annuì. “Sei cambiato Draco…” osservò poi. Il biondo alzò la testa e la guardò. “In meglio a quanto pare…sei diventato un ragazzo assennato e premuroso…” lo lodò ancora Narcissa. Draco sorrise. “Ho avuto una buona educatrice…” rispose. La donna ricambiò il sorriso. “Lo speravo…sono felice che tu non sia diventato un pazzo ossessionato dal potere…” commentò rincuorata. “Per quello basta solo zia Bella in famiglia…” ghignò il biondo. Narcissa scosse la testa divertita. “Ah mamma…oggi ho preso A in Trasfigurazione…e probabilmente nel giro di due giorni arriverà una D in Difesa…” la avvertì Draco. La donna storse il naso. “Cos’è questo improvviso calo di rendimento?” rimbeccò severa. Il biondo alzò le spalle. “Diciamo che quest’anno la McGranitt non è molto propensa a dare buoni voti a noi Serpeverde…” si giustificò. Narcissa incrociò le braccia al petto. “Figuriamoci! Diciamo che sei tu che non sei molto propenso allo studio…” gli fece il verso. Draco sorrise. “Come vuoi tu madre…” ammise. La donna sospirò. “E riguardo a Difesa? Che è successo con Amycus?” chiese. Il biondo tenne lo sguardo sul suo polso. Osservando la A. “Dalla prossima lezione faremo pratica di Maledizioni Senza Perdono…come cavie quelli del primo anno…sicuramente farà iniziare me e Mark, ma io ho già deciso di rifiutare…o mi fingerò malato…vedremo…” spiegò a grandi linee. Narcissa alzò gli occhi al soffitto esasperata. “Mark ha già parlato con Piton, ma ha detto che sono ordini dall’alto…non penso che quelli di Grifondoro cederanno quindi se anche noi ci rifiutiamo forse Amycus dovrà desistere…” confidò Draco. “Così Amycus verrà a riferire che sia tu che Mark vi siete rifiutati di adempiere ai vostri compiti…Augustus e tuo padre andranno su tutte le furie…” ipotizzò la donna. Il biondo alzò le spalle in segno di menefreghismo. “Tanto noi siamo ad Hogwarts, non ci sono punizioni che tengano…” ghignò. Narcissa scosse la testa. “Per voi no…ma ci andranno di mezzo sicuramente Augustus e tuo padre…” precisò. Draco ghignò. “Una bella punizione di certo non farà male a quel damerino esaltato…e anche a papà…” commentò maligno. “Draco Malfoy, non parlare di tuo padre in questo modo! Non eri forse in pena per lui quando si trovava ad Azkaban?” lo ammonì subito la madre. Il biondo sostenne lo sguardo. Per nulla pentito. “Certo, ma a quel tempo pensavo fosse un padre decente…” continuò imperterrito. Narcissa sbuffò spazientita. “Non pensi che ci siamo anche io ed Aurora qui al Manor?” si lasciò sfuggire. Draco si irrigidì. “Voi non avete il Marchio Nero!” provò a dire. La donna abbassò lo sguardo. “Madre…non vi hanno fatto nulla mentre io non c’ero, vero?” chiese d’un fiato il biondo. Narcissa fece un debole sorriso. “Certo che no…tuo padre non lo permetterebbe…” rispose. Draco continuò a scrutarla deciso. Sembrava che dicesse la verità. D’improvviso si sentì un gran fracasso dalla parte dell’ologramma. “Hey Cissy! Hey!!!! Ma che diavolo…perché sei chiusa a chiave nella stanza?!” gracchiò una voce. La donna sobbalzò. “Cissy!!! Mica starai già dormendo?! Sono solo le dieci! Oggi altri dieci babbani morti, non abbiamo superato il record, è stata una giornata fiacca e dobbiamo tirarci su…” continuò a starnazzare Bellatrix. Narcissa scosse la testa affranta. “Fra poco tornano anche Lucius e Augustus! Così riusciamo anche a beccarci le storie di quel vecchio volpone!” proseguì esagitata la Lestrange. Continuando a battere pugni sulla porta. Sembrava anche piuttosto alticcia. “Ora arrivo Bella…un attimo solo…” la liquidò la donna. Draco scosse la testa. “No! Mamma non andare…” la pregò quasi. Narcissa sorrise intenerita. Sembrava tornato bambino. Quando Lucius gli raccontava le storie di babbani ruba magia per farlo spaventare. E lui la implorava di rimanergli accanto fino a che si fosse addormentato. “Andrà tutto bene tesoro…starò bene…” rispose decisa. “Ma…” iniziò a dire il biondo. La donna però si poggiò l’indice sulle labbra. Per zittirlo. “Buonanotte Draco, sogni d’oro…” lo salutò. “Notte madre…” rispose solo lui. Poco dopo, l’ologramma scomparve. E il silenzio tornò a far da padrone nella stanza. Draco si lasciò andare con la schiena contro il materasso. Un braccio a coprigli gli occhi. Quella chiamata lo aveva stremato ancora di più. Come se non fosse stato già in pena per sua madre. Senza dire nulla il biondo strisciò piano verso il cuscino. Si coprì in malo modo con le coperte. E lasciò sprofondare la testa sul cuscino. Per quella giornata era decisamente arrivata l’ora di dormire. Sperando di non fare incubi. Perché come nelle notti precedenti, non ci sarebbe stato nessuno ad abbracciarlo e a tranquillizzarlo. Ne sua madre, ne Anna.
 
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*Giorgy Snape*
view post Posted on 24/5/2013, 00:06




Che bello blea *__* finalmente hai aggiornato anche Leave!da quanto tempo! :wub: che peccato..mi sono mancate le canzoncine dei tre uragani!xD come hai scritto nell'introduzione è un capitolino di passaggio.. ^_^ la solita vita del campeggio .-. la parte più noiosa del libro ma che tu tesora rendi interessante *_* bellina la scena in cui Herm e Giulia prendono in giro Anna xDD con i suoi racconti amorosi! :P
Ho gradito tantissimo il "cambio di prospettiva"!abbiamo visto in questo capitolo cosa succede al castello..Neville sempre più coraggioso e cazzuto xD vai cosi ù.ù Ginny invece mi ha fatto tanta tenerezza...come i Serpe...soprattutto Draco con la mamma Narcissa ç_ç durante la loro chiacchierata si capisce che si vogliono bene!tenerelli...e Bellatrix è la solita pazzoide!che anche in quelle poche righe l'hai resa alla perfezione blea.. ;) complimenti!mi diventi sempre più brava *_* :luv: un bacione grande grande e al prossimo aggiornamentoooooooo! :fiore:
 
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~D r e a m e r •
view post Posted on 24/5/2013, 00:19




Oddio ma che strazio!! Mi vuoi far piangere? Mi spiace vedere Draco così, è un lato del suo carattere che non esce mai, tranne forse quando è con Anna...però povero. Capisco i sentimenti contrastanti verso Lucius che sinceramente non è esattamente un padre e un marito modello in questo momento.
Maledetto Voldemort!!
Il capitolo corale mi è piaciuto molto comunque, è stato carino per una volta vedere quello che succede fuori dall'allegro campeggio della disperazione e della solitudine xD Oddio, non vedo l'ora che escano da quella tenda maledetta. Anche nel libro è un pezzo che non ho mai sopportato. Comunque la tua versione è molto molto più divertente!!
Comunque tenghiù per l'aggiornamento...ci voleva proprio!! Kiss <3
 
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Mistress Vale.
view post Posted on 25/1/2016, 20:07




Sistaaaah dope millenni mi sono rimessa in pari con la storia dei Tre Uragani!!! Prima o poi la devi finire questa ficco, però!
Ps. Che faccio, il conto dell'oculista te lo mando direttamente a casa? (;
 
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124 replies since 15/12/2009, 19:27   4787 views
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