Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Leave a Scar, naaaaa è solo un miraggio *-*

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kikyo91
view post Posted on 15/12/2009, 19:27 by: kikyo91




shuauauuauaua e invece nou : 3 la Mimi is back e vi torturerà ancora muahahaha =w= comunque, vediamo di farla iniziare bene va xD
Buonasera ragassuole ù.ù è con leggerezza di cuore da mamma che si è ripresa dalla fine di una ficcy che vi presento la continuazione di Boulevard ù.ù lo so che è finita solo sabato sera, ma io nel frattempo ho già scritto i primi due capitoli xD
Avvertenze: mi mancavano di già çwç dunque ù.ù OCCtà del solito personaggio *spoileeeer* e scene alquanto surreali e ridicole ù.ù
Nel capitolo ci sono Leave a Scar (del caro Manson <3) e Pretty Women (del caro e mancato Sweeney *.*).
Ho quindi il piacere di inaugurare questa nuova ficcy *______* il mio nuovo bimbo <3 spero che vi piaccia ç*ç
Ora vi lascio alla lettura ù.ù
love ya all <3

Primo Capitolo
Un normale pomeriggio di fine giugno andava avanti placidamente. Un raro sole accompagnava il caldo stranamente innaturale di quella stagione. Per tutta la settimana si prevedevano temperature in rialzo perfino su Londra. Nessuno si arrischiava a buttarsi sull’asfalto bollente. Perfino i lavoratori preferivano trascorrere le loro pause in ufficio che sciogliersi sotto ai raggi di quel sole. Le strade erano completamente deserte. E ogni finestra possibile in casa stava aperta. Da un balcone in particolare si poteva sentire una voce roca intonare delle note decise. L’assenza completa di vento faceva rimanere immobili le tende. Ed una ragazza se ne stava seduta sulla sedia accanto alla scrivania. In bocca un ghiacciolo alla menta. I lunghi capelli castani le ricadevano a metà schiena. Gli occhiali molesti scivolavano sulla punta del naso. It's not like I made myself a list of new and different ways to murder your heart, I'm just a painting that's still wet. “Santo Manson che caldo asfissiante!” esalò Anna. Per poi alzarsi. Aveva indosso una semplice canottiera nera con la faccia di Jack Skeletron sul davanti. Una gonna leggera a pieghe. Stufa attraversò la stanza ed uscì sul balcone. Ma l’aria diventava ancora più soffocante. Si appoggiò per qualche minuto muretto. Per poi buttare in giardino lo stecchetto di legno di quello che era stato un ghiacciolo. Quando tornò in camera sentì chiaramente dei rumori dalla stanza vicino. La castana sbuffò. Le pareti erano sottili. Combinate con il tono squillante della sorella poi erano magnifiche. If you touch me, I'll be smeared, you'll be stained, stained for the rest of your life. Infatti la baby Haliwell da almeno due ore era attaccata al cellulare. Blaise gliene aveva regalato uno prima di partire. E lui ovviamente aveva convinto la madre a prenderne un altro. In modo che si potessero sentire senza far arrostire i loro gufi sotto il caldo cocente di quell’estate. L’unica che ci rimetteva era di certo Anna. Che doveva sorbirsi tutte quelle smancerie a volume altissimo. So turn around, walk away before you confuse the way we abuse each other. “Certo che ti amo tesoro! Mi manchi ogni giorno di più!” sentì pigolare per l’ennesima volta. La castana sbuffò e tirò due pugni alla parete. “Mary Kate piantala di fare l’oca e abbassa il tono!” le urlò. Dall’altra parte ci fu un minuto di silenzio. “Brutta cosa la gelosia, eh sorellina?” rimbeccò malefica Mary Kate. Anna tirò un urletto esasperato. Si buttò ancora sulla sedia girevole e ricominciò a smanettare con il mouse. Alzò di qualche grado la musica. Da quando era tornata a casa ogni giorno diventava sempre più insopportabile. La porta della camera si aprì senza troppo complimenti. You're not afraid of getting hurt and I'm not afraid of how much I hurt you. “Anna abbassa quel chiasso…si sente fino giù!” le ordinò Ilary. La castana si voltò truce. “Allora di a tua figlia di smetterla di pigolare con il suo fidanzatino come stesse usando un megafono…” soffiò irritata. La madre scosse la testa affranta. “Blaise è stato molto carino a regalare quel cellulare…si amano e io sono felice che loro siano così uniti…certo, non è un bene che lei stia attaccata tutto il giorno a quel coso, ma Ginny non c’è e non saprebbe con chi uscire…” la giustificò. Anna rimase a bocca aperta. “Dovresti fare qualcosa anche tu comunque…perché non esci a prendere un gelato con Giulia ed Hermione?” propose ancora Ilary. “Non sono più una bambina mamma…” sbottò acida la ragazza. La madre la guardò poco convinta. I'm well aware I'm a danger to myself, are you aware I'm a danger to others? “Anche tu stai tutto il giorno attaccata a quel computer…fa già caldo e quel coso tutto il giorno in movimento non aiuta per nulla…sai, Greg, il figlio dei vicini, mi ha ancora chiesto di te…potresti uscirci una sera...mi sembra un tipo carino…” suggerì. Anna ridusse gli occhi a due fessure. “Mi stai chiedendo di uscire con un ragazzo mamma?” sillabò. Ilary alzò gli occhi innocente. “Potrebbe essere un buon passatempo tesoro…magari rimedi anche una cena gratis…” la stuzzicò ancora. La castana si portò una mano alla fronte. “Certo mamma…sarebbe un bel passatempo…se solo io non fossi già impegnata…” commentò. There's a crack in my soul, you thought it was a smile. La madre la guardò intenerita. Piano entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. “Anna…lo so che tu ami ancora molto Draco…ma non credo sia il caso di continuare così…” iniziò a dire. La ragazza appoggiò la testa allo schienale della sedia. Nascondendosi alla vista della donna. In realtà non si voleva nascondere. Solo che la prima cosa che l’istinto l’aveva condotta a fare era guardare l’anello. Che ancora se ne stava placido sul suo anulare. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Non puoi chiedermi di tradire così Draco mamma…lo sai benissimo che lui prova ancora lo stesso per me…ed io sono stufa di vedere i vostri sguardi di compassione…mi rendo conto da sola di essere abbastanza patetica ma lui è ciò in cui credo…” rispose. Ilary abbassò lo sguardo a disagio. “Capisco…però non puoi continuare a farti del male così Anna…devi continuare…so che non è facile ma ora è tutto cambiato…tu sei da un lato, e lui dall’altro…” commentò. Anna scosse la testa. “Quante volte ti ha scritto dalla fine della scuola?” chiese spiccia la madre. Sapendo di star giocando col fuoco. La castana alzò la testa e la guardò con puro odio. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar, leave a scar, leave a scar, leave a scar. “Non mi servono le tue lezioni di vita mamma…ne ho avute già abbastanza direi…quindi ora vattene via e lasciami stare…” disse acida. Ilary alzò le spalle. “A costo di cacciarti di casa a forza tu uscirai con lui Anna…questo è quanto…non ti permetterò di rovinarti così a soli diciassette anni per una promessa fittizia…” decise. Anna strinse i pugni. “Non è una promessa fittizia!” le ringhiò contro. La madre scosse la testa esasperata. Whatever doesn't kill you will leave a scar. “E comunque se proprio vuoi farmi uscire mandami a Hogsmeade da Armony! Fammi accettare la sua proposta!” rimbeccò ancora la ragazza. “Quell’argomento è già chiuso Anna…lo sai benissimo…ed ora abbassa quella musica…” sbottò Ilary. La castana sorrise sarcastica. “Anche l’argomento di uscite con altri ragazzi è già chiuso mamma…lo sai benissimo…ed ora vai via…” le fece il verso. La madre la guardò truce. “Se continui così signorina sarai messa in punizione…ti consiglio di stare attenta al tono che usi…” concluse infine. Poi uscì dalla camera. Anna tirò un calcio al mobile vicino alla scrivania. I'm more like a silver bullet and I'm like a gun, not easy to hold. “Fanculo…tanto anche se mi chiudi in casa sono maggiorenne…posso materializzarmi dove mi pare…” sussurrò adirata. Qualche minuto dopo bussarono ancora alla porta. “Che c’è?” ringhiò infastidita la castana. Una frangetta e due occhi vispi fecero capolino. “Hai finito finalmente di cinguettare con il tuo fidanzatino eh?” sbottò acida Anna. Dire che era nervosa era un eufemismo. Mary Kate alzò le spalle. “Io sto uscendo…vado a prendermi un gelato al chiosco infondo alla strada…vuoi venire?” le chiese. La castana la guardò annoiata. “Non ne ho voglia…vacci da sola…” rimbeccò. La sorella sbuffò. I'm moving fast and if I stay inside your heart I'm certain that this will be the end of your life. “Grazie mille Anna…sei proprio un’ingrata! E per la cronaca, è stata mamma a chiedermi di invitarti a venire con me…posso benissimo andarci da sola…non mi serve una piagnona che continua a sfogarsi sugli altri perché è stata abbandonata dal suo ragazzo…” rispose stufa. Anna prese una penna da li vicino e gliela tirò. “Cuciti la bocca insetto…” soffiò. Mary Kate le fece la linguaccia e se ne andò. Sbattendo la porta. So turn around, walk away before you confuse the way we abuse each other. La castana sospirò. Non ne poteva più di quei continui litigi. Era peggio del solito. Non era passato nemmeno un mese da quando era tornata che già si voleva buttare di sotto pur di non stare li. Almeno gli anni scorsi poteva tranquillamente fuggire da Draco. Se avesse continuato così sarebbe scappata da Giulia. You're not afraid of getting hurt and I'm not afraid of how much I hurt you. Nemmeno finito di pensarlo, che alla porta bussò ancora qualcuno. “Santo Manson, che palle oggi! Chi diavolo è?” sbottò spazientita la ragazza. “Certo, anche noi siamo felici di vederti Anna…” rispose subito una voce famigliare. A sentirla Anna si tirò su un po’ consolata. Giulia ed Hermione entrarono in camera. “Pensavamo di ricevere un’accoglienza migliore…” commentò la seconda. La castana sbuffò. “Ho appena litigato con mia madre e mia sorella…direi che non sono in vena di cose allegre…” raccontò. La prima si sedette di peso sul letto. “Che novità…” osservò ironica. Anna la fulminò con lo sguardo. “Per cosa stavolta?” chiese ancora Giulia. “Mia madre vuole che esca col figlio dei vicini…un allampanato tamarro di diciotto anni…” sintetizzò l’amica. Il prefetto si sedette accanto all’altra sul letto. “Non sembra poi così male…” osservò. La castana la guardò scettica. Poi si alzò di scatto ed andò in terrazza. Le amiche la seguirono. I'm well aware I'm a danger to myself are you aware I'm a danger to others? Si poteva intravedere qualcuno nel giardino vicino. Un ragazzo stava facendo delle flessioni sul prato. Era muscoloso. Capelli scuri e carnagione bronzea. “Lui è l’allampanato?” chiese divertita Giulia. Anna annuì. Le tre si sporsero verso di lui per osservarlo. “Però è carino…” esordì Hermione. La castana la ignorò. “Non è il mio tipo…” lo liquidò semplicemente. “Più che altro lui non è Draco…” centrò il problema Giulia. Anna sorrise. “Non mi sembra di stare facendo questo gran torto…non voglio tradire il mio ragazzo…semplice…” spiegò. Stavolta il prefetto la guardò adorante. “Il che detto da te è un vero miracolo!” osservò. La castana la spintonò. Giulia si sporse un po’ verso il pretendente. Ora si era alzato. “Mi raccomando Giulia, continua così…non far notare che lo stai fissando…” commentò sarcastica Anna. Il ragazzo si voltò e la vide in pieno. La ragazza arrossì e si nascose dietro le amiche. Quando lui notò anche la castana la salutò con un gesto della mano. Lei ricambiò con una sottospecie di smorfia. Poi tornò in camera. Le altre due la seguirono. There's a crack in my soul you thought it was a smile. Il prefetto e la castana si buttarono sul letto. Giulia si sedette sulla sedia della scrivania e iniziò a girare. Fino a che lei stessa perse l’equilibrio e cadde a sedere in giù. Hermione sospirò esasperata. L’amica andò a sedersi insieme a loro. Ancora barcollante. “Mia madre continua a farmi pressione perché io esca, non stia attaccata al computer tutto il giorno e prega mia sorella di farmi compagnia…cosa c’è di più irritante che venir compatita perfino dalla propria famiglia?” sospirò Anna. Le amiche si guardarono. “Si preoccupano solo per te…” precisò Hermione. Ma la castana ghignò. “L’unica cosa buona che mi sia arrivata in questi giorni è l’invito di Armony…ma tanto i miei mi hanno già detto che non posso andarci…” aggiunse. Le altre due la guardarono dubbiose. Anna allungò una mano verso il comodino. Prese un foglio e lo passò a loro. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Cara Anna, come stai? Purtroppo io e mia sorella non siamo potute venire al funerale di Silente qualche settimana fa, comunque mi dispiace per gli ultimi fatti accaduti, sia a te che alle tue amiche. Come avrai notato però questa non è certo solo una lettera di saluti. Volevo proporti una cosa, anzi, ad essere più precisi un breve lavoro. Mi sono appena arrivati dei nuovi articoli da varie marche molto importanti e a fine mese dovrebbe uscire il numero di luglio del catalogo del negozio. Oltre ad essere in ritardo con la produzione ci manca un altro elemento importante: una modella che indossi i vestiti. Siccome ho notato che ti piacciono molto questo genere di articoli mi piacerebbe che fossi tu la nostra modella. Ovviamente verrai pagata. Il set fotografico si terrà ad Hogsmeade, nel mio negozio, e va eseguito entro il 28, per poi dar modo a Camille (la vera esperta di grafica della famiglia) di impaginare e sistemare per l’uscita vera e propria. Basta che mi comunichi il giorno in cui saresti disponibile e organizzerò tutto. Inutile precisare che sia Giulia che Hermione sono invitate ad assistere e perché no, anche a partecipare. Aspetto tue notizie, saluti da Armony.” lesse Giulia. Hermione strabuzzò gli occhi. “Hai la proposta per un lavoro come modella!” boccheggiò. La castana alzò le spalle come se nulla fosse. “Ma di solito le modelle non sono altissime? Ho capito che esiste Photoshop, ma non possono mica allungarti all’infinito…” commentò stupita Giulia. Ripassando il biglietto alla diretta interessata. Questa le fece la linguaccia. “Molto spiritosa…comunque l’invito mi è arrivato qualche giorno fa…il set si terrebbe a Hogsmerade, e perciò i miei non mi ci vogliono mandare…nonostante io sia grande, maggiorenne e capace a materializzarmi da sola…” sbuffò poi irritata. Il prefetto annuì. “È molto pericoloso girare anche solo per Diagon Alley di questi tempi…è logico che i tuoi siano preoccupati…” osservò. Anna buttò l’invito a terra. “Non ti direbbero di si nemmeno se io ed Herm ti accompagnassimo?” propose Giulia. L’amica alzò le spalle. “Non lo so…non credo…” rispose vaga. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar, leave a scar, leave a scar, leave a scar. Hermione guardò veloce il calendario. Il 28 sarebbe stato quella domenica. Mancavano solo cinque giorni. Poi si soffermò su un altro giorno. “Anna…perché hai circondato il 26 col pennarello rosso?” chiese curiosa. Anna sobbalzò. “Il 26…è il compleanno di Draco…” rispose solo. Il prefetto si maledì mentalmente per averle fatto quella domanda. “Oh andiamo ragazze! Non è mica morto…è solo da qualche parte…sono sicura che ti starà pensando un sacco Anna…non devi perdere la fiducia…troverà il modo di contattarti…così come ance Severus e Mark…” esclamò Giulia. La castana sorrise divertita. Sempre la solita ottimista. Whatever doesn't kill you will leave a scar. “E se il 26 andassimo a fare il servizio fotografico? Così almeno ti distrai…” propose d’improvviso Hermione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di distrarre l’amica. Anna si stiracchiò. “Vallo a dire ai miei…” commentò solo. Giulia invece annuì convinta. Anche se ci sarebbe voluta una bella lotta con suo padre per darle il permesso. She warned you that she may fuck me but chances are I'm going to fuck you over. “Però…cioè…fare la modella…” ripetè stavolta la castana. Le amiche la guardarono dubbiosa. “Modella per abiti gothic…sarebbe bello…però non credo di essere molto adatta…l’altezza si risolve perché tanto indosso sempre gli anfibi, che bene o male di qualche centimetro mi alzano…però il fisico?” spiegò. Hermione per poco non la spinse giù dal letto. “Ma stai zitta…non vedi che sei pelle e ossa? Più modella di così…” rimbeccò. Avrebbe venduto Ron per qualche chilo in meno. Giulia annuì. “E poi hai le curve al posto giusto…e in gonna stai divinamente…io direi che è più che sufficiente…” le diede ragione. Anna arrossì e strabuzzò gli occhi. “Bhe…ecco…si…se lo dite voi…potrei anche provare…” balbettò. Le amiche la guardarono intenerite. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. Rimasero a chiacchierare ancora per una mezzoretta. Poi le due dovettero andare. Hermione era uscita dicendo alla madre che andava a prendere un gelato, ed un gelato di due ore non le sembrava molto credibile. Giulia invece aveva promesso ai suoi di non stare fuori per tanto tempo. L’idea di andare a trovare Anna era venuta in mente dopo alle due. In verità volevano trascinare fuori anche lei, ma appena entrate nella stanza avevano subito cambiato idea. Così erano oramai le 17.00 che le tre si salutarono. Una volta che la castana fu rimasta da sola tornò a sedersi sulla sedia. Iniziò a girare come aveva fatto Giulia. Quando iniziò a sentirsi confusa si fermò. Prima di vomitare il pranzo era il caso che smettesse. Qualche minuto dopo bussarono alla porta. Whatever doesn't kill you...is gonna leave a scar. “Avanti…” invitò arresa Anna. Ma nessuno entrò. Lei si alzò ed andò ad aprire la porta. Vide quella della stanza vicino chiudersi veloce. Iniziò ad imprecare mentalmente contro gli scherzi stupidi di sua sorella. poi però la notò. Una piccola vaschetta bianca era appoggiata sul pavimento davanti a lei. Sopra un cucchiaio. La castana la raccolse e la portò in camera. La aprì. E vi trovò del gelato al cioccolato. Con praline di nocciole. E sciroppo al cioccolato fondente. Anna non potè fare a meno che sorridere. Quella stupida sentimentale di sua sorella. Leave a scar, leave a scar, leave a scar. Senza pensarci su nemmeno un secondo prese la vaschetta ed il cucchiaio e andò a bussare alla stanca vicina. Mary Kate aprì titubante. “Che c’è?” sbottò. La castana alzò le spalle. “Mica vorrai farmi ingrassare da sola…” ghignò. La sorellina capì al volo e la fece entrare. Era sicura di aver fatto un piacere ad Anna. E non l’aveva fatto di certo per far piacere a sua madre. Solo. Qualche volta l’affetto che faceva finta di non provare per lei veniva fuori. Ed il risultato quella volta era stato quel concentrato di calorie. Da consumare assieme. Whatever doesn't kill you will leave a scar.
Nel mentre in un altro luogo molto più lontano. Così lontano da essere più fuori Londra che mai. Un castello si stagliava all’orizzonte. L’interno era immerso nel buio. Nemmeno un raggio di sole era lasciato filtrare attraverso i finestroni. Nei corridoi si muovevano diverse figure incappucciate. Ed in alcune stanze era addirittura acceso il camino. In una del secondo piano. Qualcuno era seduto sulla poltrona. Circondato da librerie stracolme di vecchi volumi. A fargli compagnia solo un enorme quadro appeso alla parete. Era il ritratto di una coppia di sposi. Lei, bellissima nel suo abito bianco. I capelli biondi raccolti dietro la testa e coperti dal velo. Gli occhi azzurri così limpidi e pieni d’amore. Lui stretto in uno smoking verde scuro. Anche lui con un sorriso raggiante. Gli occhi grigio chiaro fissi sulla compagna. Draco sospirò. E si strinse di più sulla poltrona. Finalmente aveva trovato un posto tranquillo dove stare. Non ce la faceva più ad avere così tanta gente intorno. L’unico vantaggio era che i suoi gli avevano permesso di rimanere nella sua camera. Però doveva dividerla con Mark. Non capiva proprio perché dovessero ospitare tutti i Mangiamorte al completo. In più la stanza accanto alla sua, quella che aveva sempre riservato alla sua Anna, era stata occupata occasionalmente da Bellatrix. Quella donna gli dava ai nervi. Era così ossessiva e nevrotica. Una sadica pazza. Al pensare di queste dolci parole il biondo sorrise. Blaise una volta aveva definito nello stesso modo Anna. In un contesto del tutto positivo però. Senza aspettare un secondo il ragazzo si frugò nella tasca dei pantaloni. Ne tirò fuori una foto spiegazzata. La sera in cui era fuggito da Hogwarts era riuscito a portarsi via solo quella. Il soggetto era palese. Draco fissò i suoi occhi chiari sulla ragazza. Era stato lui a pregare Anna per avere una sua foto. Lei ne aveva un sacco di loro due. E lui nemmeno una. Così si era fatto prestare una polaroid magica da Blaise e le aveva fatto una foto. Una di quelle interminabili sere in cui stavano in camera sua. Anna aveva addosso un corpetto senza copri spalle. Apposta per far vedere i due tatuaggi. Era in ginocchio con le gambe ai lati. Strette nei soliti anfibi. E la gonna a pieghe che ricadeva leggera sulle gambe nude. Dapprima aveva un’espressione seria, poi era scoppiata a ridere. Il biondo chiuse gli occhi. Poteva perfino sentire la sua voce. Però di rimando gli veniva in mente il suo viso. Quell’ultima sera. In cui aveva dovuto dividere le loro mani. Da quel giorno non era passato momento in cui lui non l’avesse pensata. Chissà cosa stava facendo. Doveva essere tornata a casa oramai. Chissà se lo stava odiando. Chissà se l’avrebbe aspettato. No. La sua Anna non gli avrebbe mai fatto un torto. Si erano fatti una promessa. E sapeva che lei si fidava di lui. Mentre lui era immerso nei pensieri la porta della stanza si aprì. Una figura notò il ragazzo. “Ti conviene nascondere in un posto sicuro quella foto Draco…non è prudente che tu sbandieri in giro certe cose…solo se capitasse nelle mani di Bellatrix sarebbe un danno notevolmente grave…” commentò piatto Severus. Il biondo sobbalzò e si voltò. “Ah è lei professore…” si lasciò sfuggire. Piton scosse la testa. “Non sono più un tuo professore…” lo corresse. Per poi aggirare la poltrona. Draco tornò con lo sguardo fisso sulla foto. “Questa è l’unica cosa che mi fa andare avanti qui dentro…non può chiedermi di nasconderla…ho bisogno di averla sempre con me…” confessò. L’uomo lo guardò. Fermandosi qualche passo vicino a lui. “Nn sei più un bambino…dovresti capire che certe cose è meglio tenerle segrete…o vuoi forse rischiare che il Signore Oscuro sappia che ti concentri più su Anna che su quello che ti affida?” osservò. Il biondo trasalì. “Non credo ne sarebbe molto contento…e l’unica a fare le spese della tua incoscienza sarebbe Anna…io non trovo che tu voglia farle questo…” concluse infine Severus. Draco abbassò lo sguardo. Si infilò veloce la foto nella tasca dei pantaloni. Poi però allungò una mano verso la giacca di Piton. Che non potè contrastare il movimento del giovane. Così quest’ultimo si ritrovò fra le mani un portafoto. Quando lo aprì sorrise trionfante. “Nascondere la foto…certo…e queste lei come le chiama?” ghignò. Mostrando all’uomo le due foto contenute. Severus si riprese il porta foto stizzito. Lo chiuse con uno schiocco e lo rimise apposto. “Questi non sono affari tuoi Draco…” sbuffò. Cercando di celare l’imbarazzo per essere stato beccato in flagrante. La verità era che anche lui qualche volta faceva come il ragazzo. Si sedeva e rimaneva minuti e minuti a fissare quelle foto. Il motivo era totalmente palese. Il biondo gongolò ancora per un poco. Poi tornò a sistemarsi sulla sua poltrona. “Possibile che lei sia così imparziale? Eppure dovrebbe capirmi…” si lagnò. Piton lo guardò truce. “Lo so che voi ingrati studenti pensiate che io sia un uomo freddo come il marmo e senza sentimenti, ma devo deluderti Draco…non è così…la differenza fra me e te è sostanzialmente che io so quando concentrarmi su certe cose e quando su altre…non sto a piangermi addosso pensando a lei in ogni momento…” rimbeccò. In verità si sentiva talmente ipocrita a fare una tale predica. Di certo non si piangeva addosso. Però sentiva dentro di se un vuoto tale che cercava di sostituirlo con le mansioni che il Signore Oscuro gli dava. Eppure ogni sera, quando tornava a quello che oramai era diventato il suo letto, non poteva fare a meno di figurarsi la sua immagine accanto a lui. Draco lo guardò scettico. “Quindi Giulia le manca professore?” gli chiese. Severus si sedette composto nella poltrona di fronte. “Ti ho già detto di non chiamarmi professore…e comunque non sono tenuto a parlarne proprio con te…” lo liquidò spiccio. Il biondo scosse la testa divertito. Era una chiara risposta di assenso. “Lo immaginavo…e quindi non pensa mai a lei? Non si immagina cosa sta facendo in questo momento? Non pensa a come sarebbe se foste assieme? Non le viene in mente in ogni istante il suo sorriso?” lo punzecchiò ancora. Era sottinteso che lui quelle cose le provasse riguardo ad Anna. Piton lo guardò. Rimanendo dapprima zitto. Per lui la risposta a quelle domande era chiaramente positiva. Nonostante non fosse passato nemmeno un mese. Il tempo che lo separava dall’ultima volta in cui aveva visto Giulia gli sembrava un’eternità. “Secondo il tuo modesto parere Draco? Che ne dici?” rispose acido. Il biondo sospirò ancora. “Non c’è un modo per poterle contattare senza che il Signore Oscuro lo sappia?” chiese. Severus rimase spiazzato da quella domanda. “Non ci pensare nemmeno Draco…metteresti in pericolo te ed Anna…non fare azioni sconsiderate…” gli proibì. Il diretto interessato ghignò. “A lei stava simpatica Anna?” disse ancora. Piton sbuffò. “Di certo non era la mia migliore allieva, però come ho sempre detto ho molta fiducia in lei…è una ragazza intelligente e di sicuro se la saprà cavare…” rispose spazientito. Draco annuì. “Anche Giulia non è male…forse un po’ troppo buona, però quando inizia a menar le mani non la ferma nessuno!” esclamò. Severus non potè lasciarsi sfuggire un sorriso. Tipico. Giulia era conosciuta per tutte le risse che aveva scatenato in quei sei anni. Una vera teppista. La sua piccola vandala. Il biondo lo guardò curioso. “Sta pensando a lei! Lo sapevo!” esordì. Puntandogli il dito contro. “Metti via quel dito…razza di ragazzino impudente…” lo rimproverò l’uomo. Cercando di nascondere il rossore sulle guance. Draco ghignò divertito. “Queste donne…non puoi vivere con loro ma nemmeno senza di loro…sono il nostro ossigeno…” commentò. Piton lo guardò alzando un sopracciglio. Il biondo appoggiò le braccia sui poggioli della poltrona. Poi alzò gli occhi. L’uomo lo osservò in attesa. “Pretty women, fascinating...sipping coffee, dancing...pretty women...” iniziò a cantare Draco. Severus sorrise divertito. “Pretty women, are a wonder. Pretty women!” continuò il biondo. Guardando poi l’uomo in attesa. Piton rimase zitto. “Sitting in the window or standing on the stair…something in them cheers the air…” sorrise ancora Draco. Stavolta Severus sospirò. “Pretty women, silhouetted...stay within you, glancing...stay forever, breathing lightly...pretty women, pretty women!” si aggiunse. Il biondo lo guardò compiaciuto. “Blowing out their candles or combing out their hair, even when they leave they still are there…they're there…” proseguì quest’ultimo. Piton si guardò in giro. “Ah! Pretty women, at their mirrors, in their gardens, letter-writing, flower-picking, weather-watching…” precisò. Draco annuì. “How they make a man sing!” cantarono assieme. Entrambi sorridevano. “Proof of heaven as you're living, pretty women! Yes, pretty women! Here's to pretty women, pretty women…” aggiunsero all’unisono. Severus portò una mano alla tasca della giacca. “Pretty women…” ripetè. Il biondo si tirò su la manica destra. Per guardare la A che stava a marchiata nella sua pelle. “Pretty women…” concluse. Chiudendo gli occhi. Nemmeno due minuti dopo la porta della stanza di aprì. Rivelando una donna dai folti capelli neri. “Eccovi qui voi due…che stavate facendo eh?” esordì Bellatrix. I due si guardarono. “Nulla di che zia…” alzò le spalle Draco. La donna li guardò sospettosa. “Io ho sentito una canzone...stavate per caso…cantando?” ghignò. Aggiungendo un risolino alquanto agghiacciante. Piton si alzò esasperato. “Non dire sciocchezze Bellatrix…non hai nulla di meglio da fare che aggirarti per le stanze a disturbare?” la rimproverò. Dal viso della donna sparì il ghigno. Il biondo si alzò subito dopo. “Appunto zia…ti pare che ci mettiamo a cantare? Non siamo delle signorine all’ora del the…” sbottò d’accordo. Bellatrix rimase impietrita sulla soglia della stanza. Mentre Severus ed il biondo uscivano. Celando entrambi un ghigno alquanto divertito.
 
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