errore della Rowling

Ieri ho finito di rileggere il quarto libro di HP e credo di aver trovato un'errore..
all'ultimo capitolo del libro la Rowling scrive: "Hermione distolse lo sguardo e sorrise alle carrozze senza cavalli.."
e ora mi chiedo: ma Harry non avrebba dovuto vedere i thestral dato k aveva appena visto morire Diggory??


ps: se c'era già una discussione del genere scusate ^^

infatti.. haha Rowling xD

Nooo povera zia Row!
Anche se hai ragione.. Harry dovrebbe vederli.

Scusate il ritardo, ma harry non avrebbe dovuto vedere i testhral da sempre? non ha visto morire sua madre?

in effetti è vero, ma probabilmente era troppo piccolo e non si era nemmeno reso conto che sua madre era morta..boh, solo la rowling sà la verità xD

non è un errore...Hermione non li vede, non dice nulla di Harry:

"Hermione distolse lo sguardo e sorrise alle carrozze senza cavalli..."

è vero, ma comunque per andare ad Hoghsmade a prendere il treno utilizzano sempre le carrozze, quindì harry avrebbe dovuto vederli..

magari l'ha omesso per poi metterlo nel 5, forse perchè non voleva spezzare il racconto con una spiegazione che poteva benissimo mettere più avanti...

non so in che pezzo sia la frase, comunque immagino che se è un errore la rowling saprà rimediare, dicendo magari che chi vede una persona morire poi deve aspettare un po' di tempo prima di poter vedere i thestral... o robe del genere XD

Mi aggancio a questo thread perché anche io ho un dubbio su un possibile errore della Rowling.

Si trova nel settimo libro e riguarda il "tabù" imposto al nome di Voldemort: nel capitolo 20, Ron -che si è appena riunito a Harry ed Hermione- spiega che sul nome di Voi-Sapete-Chi è stato imposto un maleficio per cui chiunque lo nomini diviene immediatamente localizzabile, per quanti incantesimi protettivi abbia intorno. Pronunciare il nome di Voldemort produce "un'interferenza magica" che fa saltare qualunque incantesimo; infatti è per questa ragione che i 3 vengono poi raggiunti e catturati, quando Harry senza pensarci pronuncia il nome.
Ron spiega anche, molto chiaramente, che è con il "tabù" che sono stati localizzati pochi mesi prima nel bar di Tottenhan Court Road, dove si erano rifugiati dopo la fuga dal matrimonio di Bill e Fleur.

Quindi mi chiedo: se il "tabù" era attivo già allora, com'è che i 3 non vengono mai localizzati in Grimmauld Place? Quando vi si rifugiano pronunciano il nome di Voldemort a più non posso, eppure mai una volta l'incanto Fidelius che li protegge viene minimamente scalfito.

E' un errore o dobbiamo pensare che l'incanto Fidelius sia più forte del "tabù"? Perché come spiegazione mi pare un po' sciocca, devo essere sincera.

Edited by Camelia. - 30/5/2013, 01:14

Ho anche altri due dubbi, sempre riguardo ai Doni della Morte.
A mio avviso è il libro più debole della serie, per varie ragioni. Si riscatta con il capitolo 33, è vero, e con il fatto che è la conclusione della saga, ma rimango dell'idea che sia stato dato alle stampe troppo presto: necessitava di qualche mese di rifinitura in più, la trama in alcuni momenti è sfilacciata e poco credibile e a differenza dei 6 libri che lo precedono, l'impressione è che la Rowling non sia stata ben salda al timone, non abbia tenuto ben stretti i mano tutti i fili della trama.
Soprattutto però manca una revisione di fino, che crea qualche legittimo dubbio.

1) Quando veniamo a sapere che Dean è in fuga, viene chiaramente detto che è scappato perché non sa se suo padre, che ha abbandonato la madre quando lui era piccolo, era un mago oppure no. Insomma, Dean non sa se è un nato babbano o un mezzosangue e nel dubbio si dà alla macchia.
Nel capitolo 22 tuttavia, quando Harry, Ron ed Hermione ascoltano Radio Potter, vengono a sapere che Dean è sfuggito alla cattura da parte di un gruppo di Ghermidori (in quell'occasione sono morti Ted Tonks, Dirk Cresswell e il folletto Gonci): ebbene, dai microfoni della radio Lee Jordan lancia un appello a Dean perché dia notizie di sè alle sorelle e... ai genitori. Proprio così, genitori, al plurale.
Io l'ho trovato un errore cretino, che mi fa sospettare che il libro sia stato scritto in fretta e non sia stato dovutamente controllato.

2) Dean, Luna, il signor Olivander, Unci-Unci, Harry, Ron ed Hermione fuggono da Villa Malfoy grazie a Dobby che, su suggerimento di Ron, li porta tutti a Villa Conchiglia, la dimora di Bill e Fleur, vicino a Tinworth.
Però: Villa Conchiglia è sotto la protezione di un Incanto Fidelius e il Custode Segreto è Bill.
Se ne deduce che se è vero che Ron sa arrivarci perché evidentemente Bill gli ha rivelato l'indirizzo, è anche vero che solo Bill può dare quest'informazione.
Quindi Ron non avrebbe potuto rivelare l'ubicazione di Villa Conchiglia a Dobby.

Anche questo mi pare un errore assurdo, tenuto conto di quanto è stata precisa la Rowling a proposito degli Incanti Fidelius, da quello che proteggeva la casa di James e Lily a quello che proteggeva Grimmauld Place.

Edited by Camelia. - 29/5/2013, 12:57

eeeeeee (rullo di tamburi)... quarta perplessità, sempre sui Doni della Morte: quando Harry realizza che l'Horcrux a lui ignoto è il diadema perduto di Corvonero e capisce anche di sapere dove si trova, si reca alla Stanza delle Necessità che per l'occasione si trasforma nella Stanza degli oggetti nascosti.

Cito:
"Tom Riddle, che non si fidava di nessuno e agiva da solo, forse era stato tanto arrogante da pensare di essere l'unico ad aver penetrato i misteri più profondi del castello di Hogwarts.
...
Erano in un luogo ampio come una cattedrale e simile a una città; le alte pareti erano pile di oggetti nascosti nei secoli da migliaia di studenti.
«E non ha mai capito che ci poteva entrare chiunque?» chiese Ron, e la sua voce echeggiò nel silenzio.
«Credeva di essere l'unico» rispose Harry."

Bon, se ci sono migliaia di oggetti nascosti, se per secoli schiere di studenti hanno usato la Stanza per nascondere le cose... come cavolo può Harry dire che Tom pensava di essere l'unico a conoscerla? Insomma, la Rowling per bocca di Harry si contraddice da sola!

Io amo la saga, ma questi inciampi mi danno abbastanza fastidio.