Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Jealousy, Siamo gelosi quando vediamo l'altro troppo perfetto e noi troppo imperfetti. (G. Soresina)

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Lete Lyoness
view post Posted on 3/6/2009, 22:48 by: Lete Lyoness




Try: Sì, la spalla sarà il vostro tormentone per tutta la fic! *Me sadica, ha imparato da Astor* ;)
Redshine: Se ti sei sentita male per quello non leggere questo... :P

Astor: ma dai AStor! Mi meraviglio di te! Tu hai già visto quel libro!!!O almeno, Piton lo ha già visto! Ok, non anticipo altro...

bettasnape91: Grazie betta!!! Finalmente qualcuno che non sopporta perdita come me! Beh, avrai tutti i chiarimenti presto, non temere!

Nuit: No!!! Piero a Albe no!!! Ti sveleranno tutto!!!

Grazie a tutte!
Bacione!!!

Capitolo 7

Spinner’s End, 19 giugno 1996, notte.

-Muoviti Adams. E’ ora.-
Perdita strinse con più forza la mano attorno al braccio. Era rannicchiata sul divano da dove non si era mossa per tutto il pomeriggio.
Piton le aveva spiegato dettagliatamente come comportarsi anche se sospettava che non avesse ascoltato molto.
Stava per morire ... stava per morire ...
Non riusciva a pensare ad altro. Anzi sì, a cosa avrebbe lasciato.
Cose stupide.
La torta di zucca di Mary.
L’orsacchiotto che le aveva regalato Stuart.
La foto di Matt appena nato dove Mary aveva gli occhi lucidi per la commozione e Stuart abbracciava la moglie e il figlio in modo protettivo.
La prima volta che aveva bevuto del Whisky Incendiario, l’estate del primo anno a Villa Malfoy, quando si era ubriacata.
L’opuscolo per entrare nel Wizangamot.
Non voleva morire ...
-Adams.-
Il tono di Piton la fece trasalire e di scatto incassò maggiormente la testa nelle spalle.
No! Non poteva già essere arrivata l’ora di andare!
Non voleva morire ... non voleva morire ...
Piton era in corridoio che la aspettava impaziente mentre Tifa fissava la scena dalla cucina, asciugandosi di tanto in tanto le lacrime sulle braccia e soffiandosi rumorosamente il naso nel lercio grembiule.
-Andiamo.-
Severus la fissò contrariato. Sembrava proprio non volesse muoversi. Di malavoglia entrò nel salotto e, afferratole brutalmente un braccio, la strattonò obbligandola ad alzarsi.
-Ricordati: rispondi alle domande che ti pongono a voce alta e sicura ma non strafottente, dicendo il minimo indispensabile. Fai delle pause fra una parola e l’altra in modo che ciò che dici sia ben comprensibile. Non fissarli troppo a lungo negli occhi, non è rispettoso. Per il resto lascia fare a me.-
Non voleva morire.
L’aveva trascinata fino al corridoio dove l’aveva lasciata per infilarsi un mantello scuro.
Perdita sentì appena il peso di qualcosa di pesante calarle sulle spalle. Tifa aveva fatto levitare la sua mantellina fino alle spalle della ragazza e adesso ne lisciava distrattamente il bordo, eliminando invisibili pilucchi.
-La prego ... -
Piton si voltò appena quanto bastava per vedere con la coda dell’occhio le lacrime della ragazza.
-Non piangere. Potrebbe infastidirli.-
Perdita represse un moto di rabbia, odio e impotenza asciugandosi distrattamente gli occhi sulla manica.
Perché lei? Perché proprio lei?
Severus afferrò il Racconto d’Inverno che aveva appoggiato sul tavolino in entrata e glielo consegnò poco delicatamente.
La ragazza lo strinse al petto in modo possessivo e isterico.
Volevano solo quello.
Glielo avrebbe dato e se ne sarebbe andata via. Presto. Subito.
Non voleva neanche sapere cosa conteneva.
Piton le si mise di fianco e le afferrò malamente il polso.
Tremava.
Tremava visibilmente.
Se continuava a fare la stupida in quel modo non era sicuro della riuscita della missione.
O forse, vedendola così intimorita, Mulciber non avrebbe sospettato niente.
Bastava che seguisse le sue indicazioni.
Solo quello.
Era facile.
Ce la poteva fare.
Ce la doveva fare se voleva vivere.
Perdita sentì appena qualche parola pronunciata sottovoce da Piton prima di chiudere gli occhi.
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Sentì prima un debole rumore e poi il rassicurante terreno sotto i piedi, ma ancora non ebbe il coraggio di aprire gli occhi.
Dovevano essere arrivati.
Dove di preciso non sapeva, ma era certa che qualunque cosa avesse visto, non le sarebbe piaciuta.
-Piton! Da quanto tempo ... -
Perdita aprì lentamente gli occhi. Il professor Piton era ancora lì, accanto a lei, ma non le teneva più il polso.
Erano in un’enorme stanza di un vecchio palazzo. La luce era fioca e proveniva debole dai candelabri appesi alle pareti e da un camino in fondo alla stanza.
Alcune persone, avvolte in lunghi mantelli neri, erano sedute ad un tavolo di legno scuro, intente a parlare, altre figure, invece, erano sparse per la stanza e si erano voltate al loro arrivo.
Tutte avevano la manica sinistra arrotolata fino al gomito in modo da lasciar chiaramente vedere il Marchio Nero. Perdita si strinse la spalla sinistra, intimorita e con l’altra mano premette il libro al petto mentre si avvicinava al professore.
La donna che aveva chiamato il docente doveva essere quella in piedi di fronte al fuoco, vicino ad una figura incappucciata seduta su una poltrona.
-Bellatrix.-
La voce di Piton suonò beffarda e amplificata da un perverso eco della stanza. Tutte le altre voci si spensero incuriosite.
Perdita fissò il volto dell’uomo al suo fianco, totalmente inespressivo.
Dove aveva già sentito quel nome?
-Sei arrivato puntuale ... -
-Mi ricordavo il castello dei Lestrange in migliori condizioni.-
Lestrange!
No, non poteva essere ... Perdita tremò visibilmente indietreggiando di qualche passo, fino a nascondersi quasi dietro le spalle di Piton.
Bellatrix ... Bellatrix Lestrange?
La Mangiamorte che era scappata qualche anno prima da Azkaban?
Quella che secondo Daphne aveva fatto impazzire con la tortura i genitori di Paciock?
No, non poteva essere lei ... non poteva ...
La donna aprì la bocca per replicare ma invece la allargò in un sorriso distorto.
-Allora, non ci presenti la tua ospite?-
Severus si scostò appena, svelando del tutto Perdita alla vista di Bellatrix che rise follemente.
-Sei stato bravo! Sei certo che sia lei?-
-L’elfa l’ha riconosciuta.-
Piton socchiuse gli occhi. Quella stupida elfa. Se solo fosse rimasta zitta…
Perdita si voltò verso di lui. Basta parlare! Doveva consegnare il libro e basta! Andarsene il prima possibile! Perché perdersi a chiacchierare? E perché Piton sembrava così a suo agio in quel posto? Perché quella donna lo conosceva? E cosa diavolo c’entrava l’elfa?
Silente aveva detto solo che Piton avrebbe consegnato la lista, non che conosceva i Mangiamorte!
-Falla avvicinare, sono curiosa di vedere la figlia di quella cagna ... -
Perdita rabbrividì mentre le lacrime le si congelarono negli occhi.
Non poteva piangere.
Non poteva sbattere le ciglia.
Non poteva neanche respirare.
Si sentiva totalmente paralizzata.
-Dov’è Mulciber?-
Piton parlava lentamente, con voce calma e melliflua. Ma chi stava cercando? Cosa voleva da lui?
-Ha mandato prima il suo Patronus. Ha detto che non può venire.-
Aveva parlato una delle figure in piedi, un uomo abbastanza giovane, con i capelli corti e gli occhi invasati.
Piton stiracchiò un sorriso contrariato.
-Vorrà dire che tornerò domani.-
Perdita alzò finalmente gli occhi dal pavimento.
Andare via?
Davvero potevano già andare via?
Ma… perché i Mangiamorte li avrebbero fatti andare via così velocemente?
E perché Piton sembrava tanto in confidenza con loro?
-Perché tanta fretta, Severus?-
-Non ci credi all’altezza di Mulciber per caso?-
Perdita fissò inorridita i due uomini che le si stavano avvicinando. Erano enormi.
Perdita trattenne il fiato, fissando i volti di quelle persone. No, non ci poteva credere ... una di loro assomigliava terribilmente a Tiger mentre l’altra, la prima che aveva parlato, aveva la stessa voce di Goyle.
-Questo compito è stato affidato a me e Mulciber, voi non c’entrate.-
A lui? Ma lui non era un aiutante di Silente? Lui non combatteva contro i “cattivi”? Silente aveva detto che la avrebbe protetta, non portata dai Mangiamorte! Solo allora, quasi per sbaglio, la ragazza abbassò gli occhi notando che anche la manica dell’insegnante era alzata. Il teschio con il serpente ben visibile sulla pelle bianca.
Un Mangiamorte?
PITON-ERA-UN-MANGIAMORTE?
Silente l’aveva mandata così, come se niente fosse, a morire?
Perdita indietreggiò, allontanandosi un po’ da lui mentre la donna di prima, Bellatrix, gli si avvicinava.
-Andiamo Piton, dov’è finito il tuo spirito di squadra?-
Bellatrix gli si affiancò, pallida e sorridente, con gli occhi fissi su Perdita che, terrorizzata, teneva il capo abbassato.
-Non saprei Bellatrix, forse l’ho dimenticato all’Ufficio Misteri? Potremmo andare lì a cercarlo insieme, forse troveremmo anche la facile vittoria che tu hai miseramente smarrito ...-
Perdita chiuse gli occhi. No, farla arrabbiare non era una buona idea secondo lei. Piton così l’avrebbe fatta ammazzare. Ma era impazzito? Rivolgersi così a una Mangiamorte! Anzi, pensandoci bene, forse ammazzarla era proprio il suo piano originale ...
Bellatrix distolse finalmente gli occhi dalla ragazza, fissando con disprezzo Severus.
-Tu non puoi parlare! Tu non c’eri, non puoi sapere! C’era tutto l’Ordine e presto sono arrivati tutti gli Auror! E tu? Tu dov’eri?-
Si stavano riferendo a quello che era successo qualche giorni prima? Sulla Gazzetta era scritto che i Mangiamorte erano entrati all’Ufficio Misteri e il signor Malfoy era stato catturato ... Sembrava anche che Silente avesse combattuto contro Tu-Sai-Chi e questo confermerebbe la tesi di Potter che, ormai da oltre un anno, diceva che fosse tornato.
Allora era tutto vero?
Cioè… Potter diceva il vero?
-Ad Hogwarts a portare a termine il compito che il Signore Oscuro mi aveva assegnato.-
Con un gesto fluido della mano Piton indicò la giovane che, ancora tremante, incassò la testa nelle spalle. Davvero Piton era uno di loro? E il suo unico obiettivo era quello di trascinarla lì? E le aveva detto che era suo padre solo per convincerla a collaborare più facilmente? In realtà non era vero? O forse era vero e stava mentendo adesso? O forse no, non era vero, e lo aveva detto per intenerire Silente?
-Trovare una ragazzina! Era questo il tuo compito!-
-Stai criticando le scelte del Signore Oscuro Bellatrix?-
Bellatrix si morse un labbro, furente di rabbia. Perdita indietreggiò fino a toccare con la schiena il lungo tavolo al centro della sala ... avrebbe dato qualsiasi cosa per andarsene da lì. L’unica cosa che aveva certamente capito era che non sarebbe dovuta essere lì. E che le cose non si stavano mettendo bene.
-No, io non potrei ... non potrei MAI!-
Il ghigno di Severus si allargò sul volto.
-Allora non abbiamo altro da dirci.-
Severus si voltò lentamente, facendo ondeggiare lieve il mantello scuro che aveva sulle spalle.
-Basta litigare voi due! Non ne vale la pena! In fondo abbiamo la lista adesso, no?-
Perdita rabbrividì. La voce, roca e stanca, proveniva da un uomo poco lontano da lei, scompostamente seduto su una sedia. Aveva i vestiti visibilmente sporchi di terriccio e strappati, i capelli corti, grigiastri e in disordine. In altre parole aveva un’aria decisamente poco rassicurante.
Se non fosse che lì nessuno aveva l’aria rassicurante.
Anzi, quell’uomo poteva ancora essere la sua ancora di salvezza. Era diverso dagli altri: non indossava la tunica nera e, sebbene la manica del braccio sinistro fosse alzata, non si vedeva alcun Marchio. Perdita si morse un labbro corrucciata. Cosa ci faceva lì una persona del genere? E, anzi, che persona era? Non aveva il Marchio Nero, quindi non era un Mangiamorte. Se non era un Mangiamorte allora era la sua unica possibilità di salvezza!
-La prego mi aiuti!-
Perdita si inginocchiò di fronte alla sedia dove l’uomo era seduto, azione che suscitò una risata generale nella stanza. Chi se ne importava dell’orgoglio! Voleva salvarsi la vita! E quell’uomo, l’unico senza marchio, era l’unica persona nella stanza che poteva aiutarla!
-Non voglio morire!-
L’uomo sorrise sfrontato, aiutando la ragazza ad alzarsi.
-Ecco, visto? L’avete fatta piangere! Beh, con la voce di Bella e la faccia di Severus la cosa non mi sorprende ... -
Perdita si passò confusa la mano sulle guance, accorgendosi che erano effettivamente bagnate. Quando aveva iniziato a piangere?
-Sei davvero sicuro che sia sua figlia? La Bryson me la ricordo molto differente ... Quanti anni ha?-
La giovane sobbalzò, sentendo la mano dell’uomo sulla spalla che la spingeva a voltarsi. Piton era a pochi passi da lei, con l’espressione fredda e gli occhi inespressivi. Alle sue spalle Bellatrix sorrideva eccitata.
-Sedici E’ più vecchia delle tue vittime abituali.-
Severus si spostò leggermente di lato, socchiudendo gli occhi e mettendo le braccia conserte, in movimenti lenti e tranquilli. L’uomo ridacchiò, seguendo il filo dei suoi pensieri.
Vecchia? Vittime?
-Sì, l’età corrisponde ... è gracilina per la sua età ... e ha anche un odore sgradevole ... -
L’alito dell’uomo sul suo collo ... un forte odore di marciume e catrame. Cosa stava facendo? Perché ... perché la stava annusando? Il corpo della ragazza iniziò a mostrare evidenti tremori mentre con gli occhi cercava un qualche appiglio nello sguardo fisso del professore.
- ... speriamo che il sapore sia almeno meglio.-
Le risatine nella stanza aumentarono mentre il corpo della giovane si pietrificava per la paura.
Piton era lì, di fronte a lei, insensibile e con l’aria quasi annoiata.
Stava DAVVERO per morire.
-Aspetta Fenrir!-
Bellatrix superò Piton fermandosi proprio davanti alla ragazza mentre Greyback allontanava la bocca dal collo della giovane, contrariato.
-Che vuoi Bella?-
-La lista ... -
La Serpeverde sentì le gambe diventare terribilmente molli e si lasciò cadere a terra, implorando pietà ai piedi della Mangiamorte.
-La prego! La prego! Io non so niente! Prenda il libro, ma non mi uccida! Io ... -
Non aveva capito cosa quel Mangiamorte le volesse fare, ma certamente il termine “sapore” non l’aveva rassicurata.
Perdita si aggrappò con una mano alla tunica della Mangiamorte mentre con l’altra mano allungava il “Racconto d’inverno”.
-Come osi toccarmi, sudicia Mezzosangue?-
Con un calcio, non troppo violento, Bellatrix allontanò da sé la ragazza che lasciò cadere il libro e si raggomitolò, piangente, su se stessa.
Gli occhi della Mangiamorte erano eccitati e affamati.
-Ho sempre sognato di vendicarmi di nuovo per le offese di quella donna e adesso posso farlo con sua figlia ... -
Perdita scorse la donna estrarre la bacchetta e, in preda dalla disperazione, strisciò disordinatamente fino ai piedi di Severus.
-Professor Piton! Professor Piton, la prego, mi aiuti! Mi aiuti! Io ... -
-CRUCIO!-
Un attimo e la luce che era uscita dalla bacchetta di Bellatrix colpì la ragazza. Perdita si immobilizzò. Dolore. Un dolore terribile. Sentiva lo stomaco contorcersi e le viscere spingere verso l’altro mentre il cuore batteva così forte che sembrava volesse uscire dal petto. La ragazza gridò più volte, accartocciandosi su se stessa. Sentiva la testa gonfiarsi a dismisura e le dita delle mani contorcesi in posizioni innaturali.
Bellatrix insieme agli altri Mangiamorte ridacchiava mentre Severus, naturalmente superiore a quel genere di divertimenti, si allontanava disgustato da quel corpo in preda a strane convulsioni.
La Mangiamorte raccolse da terra il libro, soddisfatta.
-Bene, con lei finiremo di divertirci più tardi. Prima il dovere.-
Uno strano silenzio calò nella stanza interrotto solamente dagli spasmi di dolore e dai rantoli della ragazza.
Bellatrix aprì il libro a caso, iniziando a sfogliare le pagine.
-L’aveva nascosta qui allora? Bene, adesso sapremo chi, quindici anni fa, ha avuto il coraggio di tradirci.-
-Sì, era protetta da un incantesimo che ho sciolto ... non è stato facile trovarla. Pagina di guardia.-
La voce annoiata di Piton non era cambiata da quando erano arrivati lì. Perdita riusciva a sentire dei suoni ma era troppo concentrata sul dolore per poter veramente capire cosa stavano dicendo.
Con impazienza febbrile Bellatrix arrivò alla pagina indicatale e iniziò, nella curiosità generale, a scorrere con l’indice i nomi riportati.
-Perché molti nomi sono barrati? E perché vicino ad altri ci sono dei numeri?-
-Ritengo che i nomi barrati siano di quelli di noi morti mentre i numeri a fianco degli altri siano segnate le date della loro incarcerazioni ad Azkaban ... -
Bellatrix chiuse il libro, irata, alzando la voce per poter farsi sentire sopra le urla della ragazza.
-E allora a cosa ci serve questa lista? Come possiamo sapere chi è il traditore?-
Piton abbassò finalmente gli occhi, osservando la figura che ancora si contorceva sul pavimento. Stava davvero esagerando.
-Ovviamente sarà il nome barrato di una persona non ancora morta…-
-E sarebbe?-
Greyback si era alzato, scrutando con aria famelica i Mangiamorte lì presenti.
-Emmeline Vance.-
Piton alzò un sopracciglio annoiato pronunciando quel nome con una sfumatura nella voce ovvia e canzonatoria, Bellatrix scoppiò in una risata isterica mentre la figura vicino al fuoco si alzava lentamente dalla poltrona.
-Emmeline ... ma ... non è possibile! Suo marito è stato Baciato! Come può essersi venduta all’Ordine?-
-La paura di perdere la propria vita o di passarla ad Azkaban doveva essere superiore dell’affetto per la memoria del defunto marito.-
Piton continuava a fissare impassibile l’alluna che adesso non urlava più ma continuava a piangere senza ritegno riversa sul pavimento del salone.
-Bene ... Greyback, finisci pure tu qui, con lei. Io ho cose molto più importanti da fare ... Voi due! Venite con me! E’ da tanto che non vado a fare una visitina alla cara Signora Vance ... -
-Cos’è tutto questo chiasso?-
Perdita si immobilizzò, smettendo subito di piangere. Quella voce… quella voce aveva qualcosa di terribilmente disumano.
-Severus, cosa sta succedendo?-
Lord Voldemort scese elegante dallo scalone di marmo facendo cessare immediatamente tutti i mormorii. Piton, come tutti gli altri presenti, abbassò il capo in segno di rispetto.
-Mio Signore, ho trovato la lista. La traditrice è Vance, Bellatrix stava andando a darle la punizione che merita.-
Voldemort si era avvicinato a Piton che, devotamente, gli si era inchinato davanti per poi consegnargli come prova per quello che diceva il libro strappato dalle mani di Bellatrix.
-Molto bene Severus. Allora c’è ancora qualcuno fra le fila dei miei seguaci che riesce a non deludermi ... -
Gli occhi rossi del mago si posarono sulla figura rannicchiata per terra che, istintivamente, si strinse maggiormente la spalla, incassando la testa e soffocando i singhiozzi.
-Lei chi è?-
-La figlia di Bryson, Signore. Aveva lei la lista, come avevate sospettato.-
-E come ha fatto a sfuggirci un particolare del genere, anni fa?-
La voce del Signore Oscuro si era leggermente alzata. Il tono adesso non era più calmo e controllato ma stizzito e contrariato mentre passava lo sguardo su tutti i presenti, terminando il giro con Piton.
-Ritengo, mio Signore, che il fratello della Bryson abbia nascosto la bambina e la lista prima del nostro arrivo, appiccando poi l’incendio e facendo perdere le sue tracce.-
-E’ impossibile! Hai controllato tu la memoria di quel Babbano e non c’era nessun ricordo di quella stupida o di una bambina! Ci hai mentito allora o ci stai mentendo adesso?-
Bellatrix si era devotamente avvicinata al suo Signore, fissando Piton con il solito ribrezzo.
-Mai, Bellatrix. Non dimenticare che è facile manipolare la mente e cancellare qualche ricordo, soprattutto se la mente in questione è quella di un Babbano senza alcun potere.-
-E chi l’avrebbe fatto?-
Piton abbassò il tono della voce, seguendo il filo logico dei suoi pensieri.
-Ovviamente la persona che non voleva che ci impadronissimo della lista ... -
Il Mangiamorte fissò senza timore lord Voldemort negli occhi.
-Se non erro Vance è molto abile con gli incantesimi di memoria.-
-Ottimo.-
Voldermort era visibilmente soddisfatto di quella notizia.
Lentamente si voltò, ricominciando a salire i gradini della scala.
-Bellatrix, ti affido il comando della spedizione punitiva. Fenrir, tu e i tuoi amichetti potrete invece divertirti con la ragazzina. Tra qualche giorno sarà luna piena ... -
Greyback sghignazzò, avvicinandosi di qualche passo alla ragazza.
Poco prima però di averla a portata di mano però, un braccio gli si parò davanti, bloccandogli il passaggio.
-Veramente, mio Signore, speravo che mia figlia potesse essere più utile alla Causa ... -
Voldemort si bloccò di colpo, voltandosi verso il fedele Mangiamorte.
-Tua figlia Severus? Mi era sembrato di capire che fosse figlia della Bryson ... -
Piton ghignò, fissando la Mangiamorte.
-Forse non lo sai Bellatrix, ma questo genere di cose si fanno in due...-
Prima che la Lestrange potesse rispondere, Voldemort, incuriosito, si riavvicinò a Perdita.
-Ne sei sicuro?-
-Sì mio Signore.-
Perdita si rannicchiò ancora di più su se stessa, evitando accuratamente di guardare anche solo il mantello del Mago Oscuro più potente di tutti i tempi. O almeno, per quel che diceva Draco ...
Severus fissò senza timore gli occhi di Voldemort, pensieroso.
-E a cosa credi che possa servirci? E’ ancora una studentessa, non può esserci di alcun aiuto! Io e i miei compagni, invece sapremmo che cosa farci ... -
Greyback era visibilmente infastidito dalla piega che stava prendendo la situazione. Un buon pasto sprecato!
-Proprio perché studentessa nessuno sospetterà mai che in realtà sia una di noi ... -
-Vorresti farla diventare una Mangiamorte?-
La rabbia nella voce di Bellatrix era scomparsa, lasciando spazio alla sorpresa.
-Ridicolo! E’ troppo giovane! E poi non mi sembra che sia adatta ... -
-Neanche Codaliscia si è mai rivelato dotato di particolare coraggio, ma è un fedele servitore. Questa sua caratteristica poi renderebbe i sospetti completamente nulli ... -
L’ometto tirato in causa sobbalzò, appiattendosi maggiormente contro la parete grigiastra del palazzo. Nessuno comunque prestò attenzione a lui.
-E a cosa ci servirebbe?-
-E’ la persona che può avvicinarsi a Potter più facilmente di tutti noi.-
-A Hogwarts ci sei già tu che ... -
Piton fissò Bellatrix leggermente contrariato ma non cambiò il timbro della voce, sempre calma e decisa.
-Potter conosce il mio passato. Non si fida di me. Ma lei potrebbe scoprire delle informazioni per noi utili direttamente dalla fonte principale ... -
-Questo può farlo mio nipote! Sarebbe certamente più capace e sarebbe un onore per lui servire il Signore Oscuro. Perché dovremmo affidarci a questa, a una sconosciuta della cui lealtà non siamo neanche sicuri?-
A sentire nominare Draco Malfoy la figura ancora avvolta nel mantello strattonò Bellatrix per un braccio, mormorando un “no” debole e sommesso.
Voldemort ghignò pensieroso.
-Oh, non temere Bellatrix, ho altri compiti di grande importanza da affidare al giovane Malfoy che, sono certo, non vede l’ora di compierli. Ma Potter lo conosce, e dopo il disastro di Lucius al Ministero Potter non si fiderebbe certo di lui.-
La figura dietro Bellatrix rabbrividì preoccupata al ghigno malvagio di Voldemort e Bellatrix si zittì, un po’ orgogliosa e un po’ preoccupata di aver parlato troppo.
Il Signore Oscuro osservava la ragazza come si osserva un animale allo zoo, riflettendo attentamente.
-Qualcuno sa che è tua figlia?-
Piton immagazzinò l’informazione del piano di Voldemort riguardo Draco nella mente, iniziando a elaborare diverse teorie e nascondendola attentamente a sguardi indiscreti, per poi fissare negli occhi il suo Signore.
-Solo Silente.-
-Sei sicuro di questa tua decisione Severus?-
-Sì mio Signore. Il mio unico desiderio è servirla al meglio e consacrare anche la vita di mia figlia al vostro servizio sarebbe per me un onore.-
Piton si era profuso in un profondo inchino mentre Perdita si era raggomitolata totalmente su se stessa e si reggeva a fatica a una gamba massiccia del tavolo. Che diavolo stava dicendo Piton?
-Non ce la farà mai a superare la Prova!-
Bellatrix si era avvicinata alla ragazza e la osservava attentamente, alla ricerca di qualche somiglianza che avallasse la teoria di Piton.
Voldemort continuava a riflettere osservando concentrato gli occhi di Severus che non distoglieva lo sguardo.
Perdita si voltò lentamente evitando di guardare le due figure.
L’ una di fronte all’altra. Voldemort sovrastava il professore di Pozioni per tutta la testa e la sagoma di Severus sembrava ancora più piccola del solito di fronte a quel mago oscuro. Una battaglia di sguardi ...
Era spacciata.
Piton non avrebbe mai vinto contro Tu-sai-chi, poco ma sicuro ...
-Voltati-
Con un gesto poco delicato la Lastrange afferrò il mento della ragazza, voltandola verso di sè e incontrando finalmente i suoi occhi.
Perdita boccheggiò. Un lama terribilmente affilata le si era appena infilata dolorosamente nella mente e affondava sempre di più. Sebbene avesse gli occhi aperti e fissi in quelli della Mangiamorte, strane immagini le si pararono davanti: gli Adams il giorno del suo quinto compleanno, il giardino sempre verde dietro casa, le confessioni spinte di Daphne alle compagne di stanza, la figura lontana di Nott che, nella penombra della Sala Comune, era avvinghiato a qualcuna ... Improvvisamente la lama che le stava perforando il cervello si bloccò, come incastrata. Una strana forza spinse più a fondo, facendo affannosamente scontrare la lama astratta con la barriera invisibile. Il dolore nella testa della ragazza si faceva ancora più forte man mano che la pressione aumentava fino a quando, con un grido disperato, la lama ruppe completamente quell’ostacolo. Il dolore appannava le immagini ... Il nastrino verde che portava sempre con se, lo Smistamento a Serpeverde, la ramanzina della McGranitt che l’aveva sorpresa a sottrarre a Paciock un libro, le offese rivolte con il sostegno di Tiger e Goyle ai primini nati- babbani ... e infine, immagini sempre più chiare ... la E ricevuta di Pozioni nell’ultimo compito, il battibecco con Potter, la convocazione di Silente, la ricerca del libro a casa di Piton ...la frase ... la frase di Piton
... Sono tuo padre ...
Con uno strattone improvviso la lama venne ferocemente estratta dalla testa di Perdita che, finalmente uscita da quella sorta di limbo, poteva sentire le proprie urla riempire la sala. Di scatto si portò le mani al capo, dove aveva sentito uscire la lama, contorcendosi su se stessa per il lancinante dolore alla testa che, anche se non sanguinava, pulsava dolorosamente.
-Soddisfatta?-
Bellatrix si alzò lentamente, incamminandosi verso Severus.
-Non hai mentito, ma questo non vuol dire che supererà la “Prova”. E comunque, se anche ce la facesse, ti conviene intensificare le lezioni di Occlumanzia. Le sue difese sono ancora troppo deboli e facilmente superabili. Qualche professore troppo curioso capirebbe presto tutto.-
Piton spostò leggermente lo sguardo sulla Serpeverde che, stringendosi ancora la testa, digrignava i denti facendo uscire dalla bocca strani e disgustosi rantoli.
-Se non supererà la “Prova” potremmo sempre ucciderla.-
-Le farai tu da Garante?-
Severus si voltò lentamente verso Greyback che, da quando aveva capito di aver perso la cena, si era messo in disparte, affianco a Minus.
-Ovviamente.-
Voldemort ghignò soddisfatto.
-Molto bene, allora è deciso. La riporterai qui a metà luglio e sosterrà la Prova. Se riuscirà a superarla accoglierò la tua idea e si unirà a noi, ma se fallirà ... -
Gli occhi del Signore Oscuro si posarono attenti sulla figura di Greyback che mostrò con un ringhio soddisfatto i denti.
-Non vi deluderò mio Signore.-


*Lete va a nascondersi non sapendo che reazione aspettarsi*

Vi prometto che nel prossimo capitolo ci saranno delle spiegazioni.
Parziali.
Moooolto parziali
XD
 
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134 replies since 14/5/2009, 20:33   1704 views
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