Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Jealousy, Siamo gelosi quando vediamo l'altro troppo perfetto e noi troppo imperfetti. (G. Soresina)

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Lete Lyoness
view post Posted on 1/6/2009, 23:40 by: Lete Lyoness




Grasssscie ragazze!!!
Sono commossa!!!
:T_T:
Altro capitoletto in cui i due parlano... o litigano... insomma, decidete voi!!!

Bacione!!!

Capitolo 6

Spinner’s End 19 giugno 1996
Dire che la stanza fosse in disordine era un complimento.
Pergamene, calamai, libri, magliette, calzini, gioielli, lettere ...
Era tutto sparso disordinatamente sul pavimento della piccola camera mentre la ragazza, semisdraiata sul letto, scorreva disperatamente le pagine di un vecchio diario, controllando anche nel risvolto della copertina.
Della fantomatica lista nessuna traccia.
Perdita scagliò con rabbia il libro contro la parete, premendo poi con forza la mano contro la spalla.
Aveva cercato tutta la notte.
Tutta.La.Notte.
E tutta la mattina.
Tutta.La.Mattina.
E di quello stupidissimo elenco neanche l’ombra.
Tifa si era permessa verso le nove di portarle quella che, a suo parere, doveva essere la colazione, guadagnandosi una serie di improperi e offese poco delicati.
Aveva cercato dappertutto ... no, non dappertutto. Il baule!
-Diffindo!-
A colpi di bacchetta in un attimo il bagaglio perse il coperchio e gran parte della fodera.
Al piano di sotto Severus fissò con aria preoccupata il soffitto, chiedendosi l’origine di quei rumori sinistri.
Contrariato, tornò alla sua lettura.
Ormai erano quasi le quattro di pomeriggio ... possibile che non l’avesse ancora trovata?
Lo scricchiolare sinistro della porta al piano superiore e i concitati rumori di passi dalle scale non lasciavano dubbi: Adams stava correndo giù dalle scale. Probabilmente l’aveva finalmente rinvenuta.
In un attimo la ragazza apparve nel salotto e, altrettanto velocemente, si inginocchiò davanti alla poltrona del docente, afferrandogli una mano.
-Professore, non la trovo! Non ... non c’è! Io non ce l’ho! Devono essersi sbagliati! La prego, la prego mi aiuti!-
Piton sbuffò, chiudendo il libro.

***Spinner’s End, 20 settembre 1981
-Professor Silente!-
-Sono qui Severus ...-
Silente uscì dal camino di casa Piton spolverandosi distrattamente i vestiti.
-Professor Silente, la prego, mi aiuti!-
Silente si voltò calmo, osservando il volto rilassato della bambina che dormiva beata sul divano.
Severus era inginocchiato di fronte ad uno scatolone da cui estraeva, convulsamente, pergamene e libri.
-Stai calmo Severus, una cosa alla volta.-
Silente si lasciò cadere sulla poltrona per poi tornare a fissare gli occhi, ora un po’ più tranquilli, di Piton.
-E’ lei?-
-Sì.-
Piton si alzò lentamente da terra, andando a sedersi sul bracciolo del divano.
-Dorme?-
-Le ho dato un po’ di Distillato di Morte Vivente, non faceva altro che piangere. Era insopportabile.-
Severus chiuse gli occhi e abbassò la testa, coprendosi le orecchie con le mani quasi sentisse ancora le grida di morte di quella donna mescolate al pianto della bambina.
-Molti Medimaghi non sarebbero d’accordo nel somministrare a una bambina di due anni una pozione tanto forte ...-
-Non è questo il problema! La lista! La lista non si trova da nessuna parte! Se cade nelle mani dei Mangiamorte sono finito, non potrò più passare informazioni all’Ordine e aiutare Lily!-
-Calmati adesso.-
Silente si alzò elegante dalla poltrona, andando ad esaminare uno dei tanti scatoloni che avevano invaso il soggiorno della casa.
-Sei sicuro di aver preso tutto?-
Piton sospirò, cercando di riprendere il controllo. Quante volte si era fatto quella domanda?
-Sì, ne sono certo. Sono tornato a casa Bryson dopo l’incendio e non s’era salvato niente. La lista è certamente protetta da un incantesimo potente e il fuoco non può di sicuro distruggerla ...-
-Bene, quindi possiamo affermare con certezza che la lista è qui, fra le carte che hai portato via dall’appartamento prima di appiccarvi fuoco.-
Un rumore fastidioso obbligò Piton a voltarsi verso la bambina che, a bocca aperta, dormiva saporitamente. A causa della mancanza degli incisivi centrali, però, il respiro veniva emesso con un fastidioso fischio e un rivolino di bava usciva lento fino alla stoffa del divano.
-Potrei usare su di lei la Legimanzia ... di certo avrà visto la madre nascondere qualcosa o almeno usare uno di questi libri o pergamene più degli altri ... -
Silente prese in mano uno dei tanti libri lì presenti per sfogliarlo velocemente e poi rimetterlo nel polveroso mucchio.
-Certo, sarebbe un’ottima idea. I bambini di quell’età hanno una memoria a lungo termine non ancora sviluppata ma quella a breve termine è presente e, anche se in misura ridotta, se avesse visto più volte la madre reiterare lo stesso gesto lo ricorderebbe. Certo però, Severus, sai che una magia così invasiva a quell’età, comprometterebbe definitivamente la sua mente ...-
Piton sbuffò, alzandosi e ricominciando a esaminare i volumi che gli avevano assediato il salotto.
-Ma come faccio a trovarlo se non so neppure dove cercare?-
-Forse stai cercando nel modo sbagliato ...-***
-Questo è un problema Adams ... -
Perdita si massaggiò nervosamente le tempie, sedendosi sul divano di fronte al professore. Il mal di testa che le aveva fatto compagnia tutta la notte stava aumentando vertiginosamente così come l’ansia.
-Ma io non so niente di questa lista! Forse basterebbe spiegarlo e ...-
Piton ridacchiò, fissando la ragazzina.
-Certo! Chi ha mai detto che i Mangiamorte non sono persone comprensive ... -
Perdita si strinse la spalla sinistra, trattenendo lacrime nervose e sussurrando a bassa voce un’imprecazione.
-Potrei ... potrei scappare ... nel mondo babbano non mi troverebbero ... -
-Ovviamente no, in fondo sono solo una manica di invasati e non i seguaci del mago più potente conosciuto.-
-E allora cosa dovrei fare?-
Perdita era scattate in piedi mentre le lacrime trattenute a stento, erano iniziate a scendere lente.
-Risparmiami la scenata Adams.-
Severus appoggiò il libro sul tavolino e, dopo aver bevuto l’ultimo rimasuglio di vino che aveva nel calice, si diresse verso le scale.
-Muoviti.-
La ragazza si asciugò velocemente il volto nelle maniche della camicia per poi seguire di corsa il professore fino alla propria camera.
Piton osservò disgustato il disordine che la Serpeverde aveva creato e con un debole colpo di bacchetta ricompose il povero baule, prima sfasciato.
-Ho cercato dappertutto. Non c’è.-
-Il fatto che tu non l’abbia trovato testimonia solo la tua già conosciuta incapacità, non l’assenza della lista. Bagaglius.-
Tutti gli oggetti che fino a un attimo prima erano sparsi per la stanza si riordinarono velocemente nel baule.
Perdita inghiottì a vuoto.
Piton troverà la lista!
Piton doveva trovare la lista!
-Inizia a cercare.-
-Ma l’ho già fatto!-
-Rifallo allora.-
Perdita prese in mano il primo libro che c’era nel baule mentre Piton si appoggiò con la schiena alla parete della camera.
La ragazza si sedette al tavolo e iniziò a sfogliare svogliatamente il testo.
-Qui non c’è niente ... !-
Piton sbuffò. Era molto peggio di quanto si aspettasse.
-Credi davvero che una lista che interessa ai seguaci dell’Oscuro Signore possa essere trovata così facilmente?-
Severus si avvicinò alla ragazza, chiudendo il libro che lei teneva in mano.
-Ero arrivata a pagina cinquantatre ... -
-Sei una strega, o almeno una sua pallida imitazione, e quello che cerchi è molto prezioso ... -
La giovane si voltò sorpresa verso l’insegnante.
-E allora?-
-La magia. Devi usare la magia.-
Gli occhi scuri di Perdita si spalancarono fissando il professore stupiti.
-Crede che la lista sia nascosta con un incantesimo?
Piton trattenne l’ennesimo moto di stizza e si limitò a mostrare il sui disappunto alzando infastidito un sopracciglio.
-Poichè fino ad ora non ho visto nessun indizio con su scritto “la lista è qui” sono propenso a pensare che sì, la lista sia nascosta con un sortilegio.-
Perdita continuava a tenere gli occhi preoccupati e vuoti verso il docente causando in questo un insano desiderio di morte.
-Credo che saresti più comoda a fare l’incantesimo con la bacchetta ...-
La ragazza, imbarazzata, biascicò appena qualche scusa estraendo dalla tasca la sua bacchetta.
Piton socchiuse gli occhi.
Nocciolo, otto pollici.
Probabilmente come Bryson ... e l’anima? Forse avevano la stessa anima le loro bacchette?
No, osservandola bene no ...
Dannazione.
Stava diventando patetico.
Terribilmente patetico.
-Ma… ma io non posso fare magie fuori Hogwarts, sono ancora minorenne! Andrei contro quanto stabilito per la restrizione dei maghi minorenni ... Sa cosa rischierei se il Ministero lo venisse a sapere?-
Il nocciolo si lagna ...
-Sì e in effetti hai ragione. Molto meglio farsi cruciare a morte dai seguaci di Tu-sai-chi piuttosto che rischiare un processo facilmente evitabile visto che in questa casa vive anche un mago maggiorenne ... E comunque non mi sembra che ti siano venuti in mente questi problemi quando hai lacerato il baule.-
Perdita rifletté un attimo, autoconvincendosi velocemente che il processo era la scelta migliore.
Anche perché, visti i risultati sicuramente disastrosi dei G.U.F.O, il tribunale poteva vederlo solo in quel modo ...
-Ma ... che magia devo fare?-
Piton si voltò di spalle cercando di non far trapelare la sua indignazione.
-Nel bene o nel male hai frequentato Hogwarts per cinque anni. Qualcosa avrai pur imparato.-
-C ... certo ... -
Perdita mosse lentamente la bacchetta e, dopo averle fatto disegnare mezzo cerchio in senso antiorario, ne batté la punta contro la copertina del tomo.
-S ...Specialis Revelio ...?-
Dalla bacchetta della ragazza uscì un’insicura luce verdina che, a contatto con il libro, svanì.
-Troppo debole. La scritta è probabilmente di natura magica oscura. Non ti viene in mente altro?-
La voce atona di Piton non era certo molto confortante. Perdita sospirò sconsolata maledicendo le lezioni di Vitius che aveva passato a chiacchierare con Millicent.
Piton si avvicinò elegantemente al tavolo e, estratta la sua bacchetta di betulla-tredici pollici-, toccò appena la copertina del libro.
-Deletrius!-
La luce bianca sgorgata dalla bacchetta attraversò tutto il libro fino a svanire lentamente.
-Prendine un altro.-
La ragazza, senza farselo ripetere due volte scattò in piedi e, dopo aver buttato il libro già analizzato da una parte, ne portò un secondo al professore. E un terzo. E un quarto. E molti altri fra fogli, pergamene e testi vari.
Ne mancavano poco meno di dieci quando Perdita prese in mano un vecchio tomo ingiallito
Il titolo dorato risaltava dalla copertina consunta.
“Racconto d’inverno”. Ma certo! Il regalo degli Adams! Però ... però non era così, o almeno, non le sembrava ...
Piton analizzò il libro che l’alunna le aveva appena dato. Un libro babbano, l’unico che Adams gli avesse dato finora.
Lo conosceva bene lui quel libro.
-Ha mai letto questo libro?-
Perdita fissò stupita e disgustata l’insegnante.
-Io? Shakespeare? Sta scherzando? E’ un autore babbano ... -
Ben presto una luce giallastra e non più bianca attirò la sua attenzione, destandola dai suoi pensieri.
-Ci siamo Adams. E’ la tua giornata fortunata.-
Piton le diede in mano il testo aperto e, proprio dietro la copertina, nelle pagine bianche di rinforzo, ecco comparse delle scritte nere e eleganti, dall’inchiostro vecchio e sbiadito.
Perdita scorse veloce i nomi dell’elenco senza badare tanto a ciò che effettivamente le compariva davanti agli occhi. Alcuni nomi erano cancellati, vicino ad altri invece comparivano strani segni o una serie incomprensibile di numeri.
Beh, cosa importava se anche lei non riusciva a capire? Chiuso il libro, sospirò, stringendolo al petto. Era salva. Era viva. E lo sarebbe stata almeno per un po’ ancora.
Viva.Viva.Viva.Viva.
-Bene, giusto in tempo per stasera.-
Perdita si strinse la spalla. Accidenti ... pensare che quella sera il suo insegnante di Pozioni avrebbe incontrato dei feroci assassini le metteva i brividi.
Certo non credeva che tutto si sarebbe risolto così in fretta. Probabilmente Piton avrebbe chiamato qualcuno del Ministero che la portasse in Istituto o dagli Adams ...
Molto meglio l’Istituto.
-Ricordati di non contraddirli e di non parlare se non su loro richiesta. Lascia parlare me e questa storia finirà presto e nel migliore dei modi.-
Perdita fissò il professore con un misto di incomprensione e incredulità.
-Come scusi?-
Aveva rimandato il più possibile ma adesso era tardi. Doveva dirglielo.
-Stasera hanno richiesto anche la tua presenza.-
-COSA? NO!-
La Serpeverde si allontanò di qualche passo dall’insegnante, fino a raggiungere la parete opposta della stanza.
Trovarsi faccia a faccia con dei Mangiamorte? LEI?
No, no, no! Non se ne parlava proprio! Ci sono un sacco di altri modi per morire e meno dolorosi ...
Piton continuava a fissarla imperturbabile e sicuro.
-Adams, segui le mie istruzioni e ... -
-NO! E’ fuori discussione! Io non ci vengo! Non voglio averci niente a che fare! No! No! NO!-
Piton inghiottì, cercando di mantenere la calma nonostante quella voce stridula e quegli occhi umidi lo stessero irritando terribilmente.
-Adams ... -
-NO!-
Perdita strinse con forza la propria spalla con una mano mentre con l’altra teneva ancora fissa la bacchetta.
Piton, lontano da lei di qualche passo, piegò appena le labbra in un antipatico ghigno.
-Non credi che fare una scenata del genere sia inutile?-
-No! Io non voglio venire!-
-Non si tratta di “volere”.-
-Tenga!-
Perdita gli lanciò da un lato della stanza il libro che cadde rumorosamente al suolo.
-Vada lei! Dica che non mi ha trovata, che sono scappata, qualsiasi cosa!-
Severus fissava impassibile la scena. Patetica. Terribilmente patetica. E se si fosse anche messa a piangere non avrebbe più risposto delle sue azioni.
-Hanno chiesto di te.-
Perdita stringe la mano ancora di più. Poteva sentire chiaramente le unghie premere contro il maglioncino. Paura. Terribile.
No no no no no no no no no no no
-Non può costringermi ... -
-Ci sono poche cose, Adams, che non posso fare.-
Perdita alzò lentamente la bacchetta.
Piton ghignò fra i denti. Ma cosa credeva di fare? La mano le tremava così tanto che la bacchetta continuava in un insistente su-giù e dalla voce si capiva benissimo che era sull’orlo del pianto.
-Cosa credi di fare?-
-Mi ... mi lasci andare ... -
-Dove vorresti andare se mi è lecito chiederlo? Ne abbiamo già parlato prima. Non puoi sfuggire ai Mangiamorte.-
Perdita inghiottì a vuoto una, due, tre volte.
-E allora che dovrei fare? Lasciarmi trascinare da lei al raduno degli assassini più feroci del Mondo Magico?-
Piton stava davvero perdendo la pazienza. Se invece che comportarsi così lo avesse ascoltato sarebbe stato tutto più semplice e, soprattutto, sicuro.
-Non ti succederà niente se seguirai alla lettera le mie istruzioni.-
-No! Non ne voglio sapere niente! Voglio tornare dagli Adams! Voglio parlare con Stuart, con Silente, con gli Auror!-
Le grida della ragazza si erano fatte terribilmente acute mentre la bacchetta continuava ad agitarsi dall’alto in basso.
-Non servirebbe a niente, proprio come questa tua pagliacciata. Stiamo solo perdendo tempo.-
-NO! Voglio Andare via!-
Perdita iniziò a correre e, superato il professore, scese di corsa le scale. Tifa spiava spaventata dalla porta aperta della cucina cosa fossero quelle urla.
La ragazza si fiondò sulla porta d’ingresso, cercando di aprirla con forza.
Niente.
Provò a tirare con due mani ma… niente.
-Alohmora!-
Ancora niente.
Scoraggiata Perdita puntò la bacchetta contro la serratura.
-Alohmora! Alohmora! Alohmora!-
-Padroncina Perdita ... -
-Taci! Stupida!-
Come abbagliata da un’idea la Serpeverde si voltò di scatto verso l’elfa che le si era timidamente avvicinata, e le puntò contro la bacchetta.
-Apri la porta!-
Gli occhi sproporzionati dell’elfa si inumidirono spaventati.
-Ma ... ma io ... -
-APRI!-
-Non può.-
Piton scese lentamente le scale di casa con la solita espressione annoiata e insofferente.
-Le ho ordinato io di non farlo.-
-Perché non riesco ad aprire?-
-Ho applicato un incantesimo Colloportus, ovviamente.-
Perdita imprecò, dando calci per terra.
Cosa poteva fare?
Dove poteva andare?
Come poteva uscire da quella fottutissima casa e da quel maledettissimo incubo?
Corse speranzosa in salotto dove iniziò a dare forti colpi al vetro della finestra usando anche il manico della bacchetta.
Niente. Neppure una scalfittura.
Piton entrò lentamente nella stanza, tenendosi a una certa distanza e soppesando la voce.
Calmo. Doveva restare calmo.
Se perdeva la pazienza la avrebbe uccisa.
Sicuramente.
Che bisogno c’era di fare quella scenata?
-Inutile. Ho applicato degli incantesimi su tutte le finestre della casa. Non puoi uscire da qui se non con la Smaterializzazione che, correggimi se sbaglio, non conosci ... -
La voce melliflua e canzonatoria del professore le causò un’altra scarica di paura e rabbia lungo la schiena che la obbligò a voltarsi verso di lui.
-MI FACCIA USCIRE!-
-Sei patetica.-
-NON MI INTERESSA! VOGLIO USCIRE! VOGLIO ANDARMENE!-
Perdita strofinò il viso sulla spalla, asciugandosi le lacrime, e puntò la bacchetta contro il professore.
Piton alzò gli occhi al cielo. Perché non poteva semplicemente ascoltarlo senza fare quella grottesca scena?
-Cosa credi di fare con quella?-
-MI FACCIA USCIRE O ... -
-Andiamo Adams, non essere ridicola. Sei sempre stata un penosa in Difesa ... -
-Io ... EX ... EXPELLIARMUS!-
Una debole lucina rossa fuoriuscì dalla bacchetta della giovane e si diresse timida verso il professore.
-Protego ... -
Piton mosse lentamente il braccio, lanciando il controincantesimo con la baccehtta quasi con noia e annullando facilmente l’effetto della debole magia.
-In cinque anni di scuola non sai neanche lanciare un incantesimo di Disarmo decente ... -
Il docente si avvicinò di qualche passo, lentamente.
-Devi alzare di più la bacchetta, tenere il polso rigido e mirare alla mano dell’avversario. Il gesto per lanciare l’incantesimo deve essere veloce per non dargli il tempo di reagire ... EXPELLIARMUS!-
La bacchetta della ragazza volò inerme contro la parete mentre lei si inginocchiava, incassando la testa fra le spalle e singhiozzando disperata.
Piton era in piedi, di fonte a lei. Bacchetta in pugno e voce atona.
-Adesso, se ti sei calmata, potremmo discutere dell’atteggiamento che dovrai adottare ... -
-Non voglio morire ... La prego ... non voglio morire ... -
Appena un bisbiglio, ma Severus lo aveva sentito bene.
-Nessuno lo vuole.-
-Mi ... mi uccideranno?-
Perdita alzò a fatica gli occhi pieni di lacrime fino ad incontrare quelli imperturbabili di lui. Aveva bisogno di una conferma. Aveva bisogno di rassicurazioni. Voleva sentire la voce gentile di Mary che la consolava e il brontolare di Stuart che la rimproverava perché si stava preoccupando troppo.
Piton distolse lo sguardo, andando a raccogliere la bacchetta della ragazza e infilandosela in tasca.
Odiava quegli occhi scuri.
Quel marrone banale e stupido.
Quegli occhi che aveva visto piangere troppe volte.
-Forse.-




Beh, nom ditemi che vi è simpatica anche qui!!
 
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134 replies since 14/5/2009, 20:33   1704 views
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