Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Jealousy, Siamo gelosi quando vediamo l'altro troppo perfetto e noi troppo imperfetti. (G. Soresina)

« Older   Newer »
  Share  
Lete Lyoness
view post Posted on 30/5/2009, 22:09 by: Lete Lyoness




Nuit: Anch'io odio il rosa!!! Ma Tifa lo usa per un motivo particolare... che scoprirete presto! Ma comunque povera Tifa!!! Non ha turbe psichiche... o almeno... non tante!
Elfosnape: Quante domande!!! Tranquilla, ci sarà una risposta a tutto! (in particolare, tengo a precisare che il nome non l'ho scelto a caso ma ha un suo valore ed è molto importante ai fini della trama! Lo so, può suonare strano, ma fra qualche capitolo spiego tutto, giuro!!!)
Iurin: Tutta in un colpo??? Pazza!!! ^///^ Grazie dei complimenti!
Try-try: Ti adoro!!! Anch'io per adesso odio Perdita!!! E la bambina... ehhh!!! Vedrai, vedrai!!! Io? Insegnare? *Lete si nasconde* ne ho abbastanza dei miei alunni!!! Facciamo un patto: tu prima mi insegni a disegnare (ti avviso che disegno come una gallina azzoppata e con l'ala legata dietro la coda...) e poi io ti raccomando a Astor che è molto più brava di me! Va bene?
Astor: Che dirti? Ringraziarti solamente mi sembra poco!!! Dopo TUTTO quello che hai fatto meriteresti di più! Astor, grazie . Davvero.

Bene, allora, pronte per il prossimo capitolo?


Grazie a tutte!!!!

Capitolo 5

Perdita scese piano le scale, facendo attenzione a non cadere da quei gradini incredibilmente alti.
L’unica luce che vedeva era quella della cucina e, a giudicare dal rumore che sentiva, probabilmente Piton era già lì.
Seduto dall’altra parte del tavolo mangiava lentamente con gli occhi bassi una specie di minestra grigiastra di dubbia origine. Lì vicino Tifa spadellava allegramente un “qualcosa” di non ben definito facendolo saltare sulla padella e canticchiando un motivetto babbano che si era già guadagnato più di un’occhiataccia del professore.
-Sei in ritardo.-
Severus si portò lentamente alle labbra il tovagliolo, tamponandosi la bocca senza degnare di uno sguardo la ragazza.
-Veramente io ... -
-Siediti.-
Perdita obbedì, allontanando però da sé il piatto che Tifa aveva immediatamente provveduto a riempire della misteriosa minestra.
-Professore, può dirmi qual è l’og ... -
-Padroncina Perdita deve mangiare!-
Lo sguardo della Serpeverde saettò con odio verso l’elfa che, per nulla intimorita, riavvicinò il piatto alla ragazza mettendole in mano il cucchiaio.
-Tifa! Stavo parlando!-
Piton prese con delicatezza il calice con il vino, unico oggetto di valore sulla tavola, osservandone poi con noncuranza i riflessi scarlatti.
-Professor ... -
-Più tardi Adams.-
Stronzo.
Perdita sbuffò, distogliendo lo sguardo dalla “sbobba” di Tifa. Solo l’odore era nauseante… non riusciva a immaginare la reazione che avrebbe avuto a mangiarla. Anzi, a mangiare qualunque cosa. Ormai non ce la faceva più. Voleva sapere a tutti i costi sapere cos’era l’oggetto, darglielo e andarsene da quella casa. Ne aveva già avuto abbastanza.
E quella? Come diavolo era arrivata qui?
La Serpeverde rigirò fra le mani l’inconfondibile lettera rosata che era appoggiata vicino al suo piatto, guardando incredula l’insegnante all’altro capo del tavolo. Avrebbe riconosciuto quella calligrafia ovunque.
-La posta magica qui nel mondo babbano arriva di notte così i gufi non vengono visti. Quella lettera indirizzata a lei era stata recapitata a Hogwarts. E’ stato Silente dire di mandarla qui.-
-Che pensiero gentile ... -
Perdita storse il naso, stracciando la busta un paio di volte.
-Tieni, mangia.-
Tifa prese devotamente in mano i rimasugli rosati della lettera per poi gettarli, con altrettanta attenzione, in un piccolo bidone sotto il lavello.
Piton seguì con gli occhi la scena, senza dire una parola mentre con attenzione tagliava “qualcosa” che Tifa gli aveva messo nel piatto come seconda portata.
Perdita si massaggiò le tempie, gesticolò un po’ con le posate per poi mordersi nervosamente l’unghia mangiucchiata del pollice sinistro mentre la mano destra accarezzava distratta la spalla.
Quell’attesa la stava facendo impazzire!
-Padroncina non ha ancora mangiato?
ODIAVA quell’elfa.
-No, non ho fame.-
L’elfa le si avvicinò di più, asciugandosi le manine nel grembiule e fissando la ragazza con guardo materno.
-Padroncina dovrebbe mangiare se no le verrà fame dopo.-
-No, dopo non mi verrà fame.-
Appena Piton prenderà l’oggetto e sparirà fino al prossimo settembre si sarebbe sentita meglio.
Severus le lanciò un’occhiata distaccata. La pallida luce della cucina illuminava il palmo della mano della ragazza.
Ricordava bene il posto.
E non era rimasto alcun segno.
***Spinner’s End 1 ottobre 1981
-Iochi?-
-No.-
-Cev, iochi?-
-Severus. Mi. Chiamo. Severus Se-ve-rus. E no, non gioco, te l’ho appena detto. Non vedi che sono impegnato?-
Piton tornò alla sua lettura mentre la bambina, imbronciata, continuava a tirargli insistente il lembo dei pantaloni. La spinta della piccola obbligava la gamba accavallata di Severus a fare un lento su e giù, cosa che, inspiegabilmente, divertiva particolarmente la piccola. Dopo un primo gridolino per l’entusiasmante scoperta, la bimba ci riprovò, con più forza, e ancora, ancora e ancora. Severus alzò esasperato gli occhi al cielo, cambiando posizione appoggiando così entrambi i piedi a terra. La bambina, senza lasciarsi scoraggiare iniziò a tirargli nuovamente il lembo dei pantaloni.
-Ho famee ... voio cibo ... -
-Dovevi mangiare prima.-
-Gno! Phima non avevo fame.-
-Peggio per te-
Severus girò lentamente una pagina del libro preso dalla biblioteca di Hogwarts per poi sistemarsi meglio sulla poltrona del soggiorno. Quella posizione era terribilmente scomoda. La piccola invece, ancora più imbronciata per la non riuscita del piano, incrociò le braccia al petto, arrabbiata. Ma non per molto. Un piccolo starnuto la fece infatti ridacchiare divertita.
-Forse imparerai che non conviene stare seduti per terra ... Lacarnum infamare-
Dalla bacchetta del professore partì un debole bagliore indirizzato verso il caminetto che fece appiccare il fuoco alla legna già preparata.
-Oooh ... -
Gli occhioni ingenui della bimba si spalancarono sorpresi alla vista delle fiamme e, attirata come una calamita, iniziò a zampettare verso il camino.
Severus sorrise soddisfatto. Adesso poteva riprendere tranquillamente la lettura senza timore di essere nuovamente disturbato. Sospirò quindi appagato e si immerse attento nel libro. Almeno finché, poco dopo, un urlo fin troppo ben conosciuto lo obbligò a chiudere esasperato il volume.
-Che diavolo ti prende adesso?-
La piccola piangeva disperata vicino al caminetto, stringendosi forte la manina sinistra il cui palmo era visibilmente arrossato.
-Per Salazar ... il fuoco brucia, non lo sapevi?-
Dopo aver rimesso un vecchio segnalibro nel tomo si alzò lentamente, dirigendosi al piano di sopra e lasciando la bimba sul pavimento a urlare. Tornò poco dopo con una strana boccetta in mano.
-Sei peggio di un Incanto Gnaulante ... -
Il ragazzo prese in braccio la piccola, attento a non toccarle la manina arrossata, per poi sedersi sulla sua poltrona con lei sulle ginocchia.
-Su, fammi vedere il male.-
-Buuha ... !-
-Lo so, ma se non me lo fai vedere non posso curartela.-
-Gno!-
Severus represse l’istinto omicida che era nato in lui e invece impiegò le sue forze nell’afferrare il braccino della bambina, tenerla ferma e aprire la boccetta. Rimpianse di avere solo due mani. Quando riuscì finalmente a svitare il tappo, estrasse dal contenitore di vetro un contagocce e, impedendo ogni movimento alla mano infortunata della piccola, ne versò sopra due gocce.
-GNOOOO!-
-Serve a farti passare la scottatura e a non farti sentire male ... -
Pian piano infatti il tono delle urla si abbassò e le lacrime si diradarono.
-Visto? C’era bisogno di fare tutto quel chiasso? Ferula.-
Delle sottili bende comparse dalla bacchetta del giovane si avvolsero con delicatezza intorno alla manina della piccola che non riuscì a trattenere un “oooh ... ” di ammirazione.
-Bene, adesso, se non ti spiace, vorrei continuare la mia lettura ... -
Piton riprese in braccio la piccola ma, quando i piedini di questa toccarono il pavimento, la bocca si aprì in modo sproporzionato e l’ennesimo grido di disapprovazione obbligò Piton a rimetterla seduta sulle sue ginocchia.
-Che c’è ancora? La mano non ti fa più male. Puoi scendere.-
Certo, poteva. Ma dal sorriso sdentato che la piccola gli riservò Severus capì che non voleva.
-Non se ne parla proprio.-
Afferrata nuovamente, il ragazzo la fece sedere a terra e, incurante delle grida e del faccino che diventava ogni secondo più rosso, riprese in mano il libro.
Disciplina. Ecco cosa ci voleva.
Peccato che quelle grida fossero decisamente assordanti.
-E va bene!-
Severus la alzò nuovamente, prendendola in grembo e facendo sostituire alle urla dei gridolini felici.
-Non mi disturbare però.-
-Gno!-
La piccola ridacchiò, per poi voltarsi verso il libro e battere le manine sulle pagine scritte.
-“De Potentissimis Potionibus” è un libro molto interessante. Va per questo letto attentamente e io non ho ancora finito questa pagina quindi, se non ti dispiace ... -
-Gnò!-
La bambina ricominciò contrariata a battere le manine sul libro, quasi lo prendesse a schiaffi.
-Non è un libro per te, non sai ancora leggere e qui non ci sono figure ... -
-Tì invece!-
-No.-
-Tì!-
-Per Salazar, sto litigando con una bambina di due anni ... -
Finita velocemente la lettura, Severus voltò pagina.
Non l’avesse mai fatto.
-Vitto? Ie immagini!-
-No, questa non è propriamente un’immagine.-
-Tì invece!-
Severus alzò lentamente il libro per leggere la piccola nota a piè pagina.
-E’ una miniatura medioevale del sedicesimo secolo che raffigura due alchimisti intenti a trasmutare un masso in oro utilizzando zolfo e mercurio ... -
-Immagine!-
Piton riprese attento la lettura mentre la piccola si accovacciò meglio sulle sue gambe.
-Vedi, il processo alchemico si componeva principalmente in tre fasi: la prima, detta nigredo, era quella in cui la materia si dissolveva, putrefacendosi; la seconda, che è quella qui raffigurata, è l’albedo, quella in cui la sostanza si sublima, purificandosi per giungere all’ultima fase, il rubedo. Nessuno di loro è comunque ma riuscito a ... -
Un debole ronzio bloccò la spiegazione del professore che abbassò lo sguardo trovando la bambina tranquillamente addormentata.
-Magnifico... Sai, hai appena realizzato il sogno nascosto di tutti i miei alunni, dormire durante una mia spiegazione ... Peccato che a te non possa togliere punti ... -
Con delicatezza Severus la prese in braccio, sdraiandola sul divano davanti a lui facendo attenzione a non svegliarla per poi riprendere, tranquillamente, la lettura.***
-Padron Piton vuole ancora?-
Severus si ritrovò assorto a fissare gli occhioni enormi di Tifa che reggeva in mano una pentola piuttosto malconcia.
-No.-
Adesso basta rimandare, non c’era più tempo.
-Muoviti Adams-
Perdita scattò in piedi, seguendo il professore di Pozioni nel soggiorno. Piton prese posto alla sua solita poltrona mentre la ragazza gli si sedette sul divano di fronte, massaggiandosi la spalla.
Era il momento di parlare. Certo non erano cose facili da dire e lui non era mai stato particolarmente bravo con le parole, ma doveva spiegarle cosa stava accadendo.
Perdita osservava preoccupata l’insegnante ... certo non era mai stato particolarmente loquace ma le bastava un nome!
Per Salazar! Un nome, uno stupidissimo nome!Era un professore, di parole strane ne conosceva un sacco! E allora perché ci metteva tanto? Non ce la faceva più!
-Vedi Adams, anni fa tua madre ... -
-E chi se ne frega di mia madre!-
Perdita era schizzata in piedi mentre Piton, contrariato, si era irrigidito sulla poltrona, Già quegli argomenti non erano facili da affrontare, se poi lei non collaborava ...
-Mi dica solo qual è l’oggetto, così la facciamo finita!-
E ciascuno di loro sarebbe tornato alla sua vita normale!
Severus stiracchiò un sorriso maligno.
-Una lista.-
-Una lista?-
Perdita si risedette affranta. Aveva pensato che potesse essere il ciondolo che le avevano regalato gli Adams, oppure il portagioie “preso in prestito” ai Jones, ma una lista ...
-Sì Adams. O un elenco di nomi se preferisci, nel caso il concetto di “lista” non ti sia chiaro ... -
La ragazza strinse ancora di più la mano attorno alla spalla.
-Ma ... ma io non ho nessuna lista ... -
-Ti conviene cercare con molta attenzione allora e sperare che ci sia. Per il tuo bene. I Mangiamorte la vogliono per domani sera e, devi sapere, non sono delle persone particolarmente pazienti ... -
Perdita scattò nuovamente in piedi e corse veloce in camera, terribilmente preoccupata mentre Piton prendeva in mano un vecchio libro abbandonato sul tavolino, immergendosi nella lettura.
Una lista? Dove poteva avere lei una lista? Dove?
Dove?!

Edited by Lete Lyoness - 21/7/2009, 18:46
 
Top
134 replies since 14/5/2009, 20:33   1704 views
  Share