CITAZIONE
Mi dispiace che sia passato così tanto tempo dall'ultimo aggiornamento... purtroppo un triste lutto, mi ha colpita duramente. In senso che mi ha bloccata tantissimo nello scrivere.. In ogni caso son tornata qui tra voi.. dopo tanto tempo.
Spero vivamente che questo piccolo assaggio del capitolo 21, vi piaccia e vi ispiri a seguirne la parte seconda, che sarà più succosa della prima.
Bacione, Sara.
Il ministero della magia si presentava imponente ai miei occhi, era proprio come mi era stata descritta da bambina, quando Jerard si dilettava con i racconti sul misterioso mondo della magia. Bello e imponente se visto dall’interno, insignificante per i babbani se visto dall’esterno.
Ma non c’era il tempo di ammirarlo per davvero. Le porte dell’aula dieci si aprivano davanti a noi, e con noi intendevo Severus – benché con mio disaccordo per la sua presenza, si era offerto volontario, e con lui Lupin.
Rabbrividivo di fronte all’ingresso. In fondo eravamo nei sotterranei del Ministero e niente poteva essere più spaventoso che presentarsi di fronte ad una corte di sconosciuti e di conseguenza essere accusata.
“PROCESSO DEL GIORNO N°22. IMPUTATO: SARAH MICHELLE MORGAN. CAPO DELLA GIURIA CHE PRESENZIERA’ L’UDIENZA: SOTTOSEGRETARIO ANZIANO, DOLORES JANE UMBRIDGE.”
Sentii un colpo di tosse e poi una vocina di incredibile fastidio invadere l’aula circolare.
“Che entri l’imputata” sentenziò la voce odiosa.
Severus mi diede una piccola spinta e Lupin scoccò un’occhiataccia a Piton.
Mi ritrovai nel bel mezzo della sala circolare, sola e con una sedia adornata di catene ad aspettarmi. Deglutii.
“Hm-hm” qualcuno si schiarì la voce, alzai immediatamente gli occhi alle tribune dove una giuria di maghi mi osservava con un taccuino in mano e tra loro un piccolo scricciolo di donna vestita di rosa che mi osservava con sguardo arcigno. “La signorina Morgan?” mi domandò, facendomi capire che la vocina odiosa era proprio lei.
“Sì, signora.” Risposi.
“E’ stata convocata qui, quest’oggi, con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Ha qualcosa da dire, prima che abbia inizio l’udienza?”
Non feci a tempo a dire “ma”.. che quella donna maledetta ribadì: “Bene, l’accusa oggi ha riportato le seguenti imputazioni di reato:
- percosse e lesioni che hanno in seguito causato il decesso della vittima Constatine Gerard.”
Una morsa si strinse in gola, mentre socchiusi gli occhi appena, ricordando il viso candido di Gerard e scacciando il ricordo orripilante del suo corpo straziato e inerte.
“Con questo”, proseguì la Umbridge. “lascio la parola all’Auror Clarence Wilson, che presenzierà da parte dell’accusa.”
Clarence Wilson ringraziò con un’alzata di capo e si alzò in piedi, fino a scendere davanti a me nell’arena, dove i leoni erano già pronti a sbranarmi viva. I suoi baffi rispetto all’ultima volta che li avevo visti parevano più corti e più curati. Il solito panciotto lo rendeva ancora più visibilmente ingrassato che in precedenza. Mi lanciò uno sguardo serio e professionale con apparente neutralità, ma un sorriso trasparì dai suoi occhi.
“A quanto ha riportato nell’interrogatorio con gli Auror accorsi sul posto, lei era incosciente durante il presunto omicidio dell’uomo. Aveva forse subito danni personali che l’hanno indotta a svenire, Miss Morgan?”
Forse credeva nella mia innocenza.
“Sono stata scaraventata più volte contro una parete. Per questa ragione ho perso i sensi”
Clarence annuì e guardò in alto verso la Umbridge, che mi fissava con gli occhi stretti a piccole fessure.
“Quindi, vuole venirci a dire.. che non ha visto nemmeno una volta il volto dell’assassino del signor Constatine?” sbottò quel rospo insignificante.
“Esattamente” ribattei apatica.
“Può dirci cos’ ha visto una volta ripresa?” aggiunse Wilson.
Continua..
