Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Tale of a girl who loved Severus...

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view post Posted on 4/12/2010, 15:36
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Erede Universale del prof. Snape

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Tra ieri e oggi l'ho letta tutta. Magnifica veramente :D
 
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SnapeTear89
view post Posted on 6/4/2011, 23:01




Grazie! :T_T: In settimana arriverà il seguito!!!Pronte tutte!XD
 
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Jessy.R
view post Posted on 13/4/2011, 00:07




Bellissima!
Sto amando tua ff. *-* Sto ancora leggendo e sono sempre più curiosa.
Huaheua! Perfetta questa "confuzione sentimentale" di Vivian! E Piton, allora... *sospira*

Continua a scrivere... please! ^^

=*
 
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SnapeTear89
view post Posted on 13/4/2011, 23:47




Certo che continuo XD grazie del commentoooo Jessy R.! Sono felice che la mia ff sia piaciuta fino ad ora ^_^
Torno a postare dopo la mia lunga pausa per l'ultimo film :T_T: l'unica imbecille a piangere e singhiozzare al cinema ero io XD XD

e poi Cassandra mi ha fatto questi :OO:
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non sono bellissimi??così mi porto "Always " con me il Sevvo :T_T:

OVVIAMENTE LI FA ANCHE SU COMMISSIONE U_U

ma ok ora bando alle ciance!XD
buooooona lettura!^_^



CAPITOLO 23- LA VEGGENTE ISPIRATA
Vivian si svegliò di soprassalto come se il letto fosse diventato improvvisamente rovente.
Le faceva male ogni singolo muscolo, non osò aprire gli occhi, l’odore del luogo in cui si trovava le era familiare ma il particolare non catturava la sua attenzione in quel momento..
Tutto ciò che le importava in quel preciso istante era di riuscire a fissare il maggior numero di particolari dell’insolito sogno che aveva fatto.
Severus .. sì, lo ricordava, non c’era poi tanto da stupirsi se per l’ennesima volta l’uomo era oggetto di uno dei suoi sogni. ‘Severus… e poi?’, si chiese premendo i palmi delle mani sugli occhi chiusi come se la cosa potesse aiutarla a ricordare in qualche modo. ‘La foresta!’ allontanò le mani dagli occhi, la vedeva nella sua mente, sullo sfondo delle palpebre chiuse, era la foresta e stava lentamente imbrunendo, dovevano essere circa le sei del pomeriggio.
‘Severus?.. La foresta?’ non riusciva a trovare alcun nesso, una forte fitta alla caviglia la costrinse a stendersi nuovamente.
‘Non urlare!’si rimproverò mentalmente, aveva già fatto troppe brutte figure da un anno a quella parte; ma non era un buon motivo per continuare, si concentrò sul sogno. Severus camminava nella foresta, era buio e sembrava estremamente preoccupato; poi lei, Vivian si rivide correre attraverso il fitto della foresta, senza una meta, col cuore in gola e i polmoni dolenti per lo sforzo. ‘Ora ricordo..’ un forte rumore.. lo ricordava, era come di rami che schioccavano, era inciampata, vide come in un flashback la sua caviglia insanguinata, era stata ferita da qualcosa, qualcosa che non ricordava, e non riusciva a muoversi. ‘Ragni!’un'altra fitta le percosse violentemente la caviglia. ‘Ragni.. una scintilla rossa tra i fitti rami degli alberi in lontananza, e poi buio..’ tentò di ignorare l’ennesima fitta, cosa voleva dire quel sogno?E soprattutto.. perché era convinta fosse tanto importante? <ahia!>si era distratta per un istante e la fitta alla caviglia era riuscita con la sua insistenza a strapparle un flebile gemito di dolore. Con suo stupore il gemito risuonò per un istante nella stanza per poi svanire nel nulla come non fosse mai stato emesso, e si rese conto di essere sola, fu come ritornare alla realtà dopo fervide fantasie, il silenzio le riempì i timpani premendo come fosse un suono assordante.. <non era un sogno.. >sussurrò tra se la ragazza; ed aprì gli occhi, il buio la fece sentire cieca; e non vedeva l’ora che i suoi occhi si abituassero a quella oscurità “accecante” e profonda. Finalmente diede retta al proprio olfatto; e la sua memoria, fino a poco prima atrofizzata e insensibile, riprese a funzionare.. Si trovava in Infermeria; tutte le sensazioni la travolsero, sentiva un dolore lancinante alla caviglia ma ora ricordava tutto, e come se non bastasse le girava la testa in modo insopportabile. ‘é.. mostruoso!’rabbrividì, era tutto cominciato con l’intento di terrorizzare a morte Severus. ‘Come ho potuto!’ si rimproverò coprendo il viso con la coperta come se si vergognasse di se stessa e tentasse di nascondersi da un pubblico invisibile. ‘Sono un maledettissimo mostro!’ tormentata dai suoi pensieri scattò a sedere e strinse la testa tra le mani. ‘Non sono io!’ ancora una volta provò quella sgradevole sensazione, si sentì un’estranea nel proprio corpo, perché mai continuava a capitarle?
‘Si invece!.. sei proprio tu!’si ripeté con rassegnazione, le lacrime le rigavano calde il dolce viso candido. I suoi ricordi erano ora molto vividi, il grosso ragno l’aveva trascinata al suolo nella sua viscida e appiccicosa tela, ricordava chiaramente le chele di quella bestia disgustosa che schioccavano deliziate al ritrovamento di una giovane e gustosa preda. E quella sensazione di vivere la propria fine con rassegnazione; ma si forse sarebbe stato meglio sparire in silenzio dall’esistenza di Severus, che tanto aveva sofferto dei suoi continui giochi perversi e dei suoi inutili capricci, inoltre anche i suoi genitori si sarebbero liberati di un peso. Ricordava di aver mugugnato disperatamene qualcosa di simile ad una preghiera in preda al terrore; ricordava il puzzo della morte che si avvicinava, si insinuava nel più profondo del suo essere, le sembrava che il suo olfatto, e persino la sua bocca fossero ancora impregnati di quel fetore mortale che le aveva riempito anche la mente.. ‘Eppure sono qui.. ancora viva..’ le lacrime continuavano a sgorgare e oramai poteva sentire tutto, perfino il battito irregolare e frenetico del proprio cuore e il movimento impercettibile delle narici che si dilatavano ad ogni singolo respiro. ‘Perché sono viva?’ non riusciva a spiegarselo, poteva forse darsi che la morte fosse la sensazione che stava vivendo in quel preciso istante?Era forse la “morte” l’equivalente di una “vita infinitamente dannata”?
‘No.. ‘ dentro di se aveva sempre saputo la risposta.. ‘Severus..’doveva averla salvata per l’ennesima volta, come se la sua missione fosse tenere in vita lei, e non Potter come la ragazza aveva appreso ”impicciandosi” poco a poco negli affari personali dell’uomo; anche se la cosa non le risultava ancora chiara, dato che poco dopo Severus le aveva detto che sarebbe tornato dall’Oscuro Signore.. ‘Ma perché!?’ quella domanda la tormentava ormai da tempo, Severus Piton aveva detto di non volerne più sapere nulla di lei; per quale motivo allora continuava a spuntare fuori ogni volta come se le fosse alle calcagna? ‘Il suo gioco è tenerti in vita per vederti soffrire!’si disse voltando bruscamente la testa e fissando il vetro con aria assorta, la luce della luna lo attraversava debole creando giochi di luce colorati sul pavimento di gelida pietra, la ragazza provava rabbia e dispiacere allo stesso tempo. ‘No!ma cosa mi salta in mente!’ per un attimo sembrò rinsavire come se fosse appena uscita da una sorta di trance. ‘.. lui è un professore, e tra i suoi doveri di professore di Hogwarts c’è anche quello di proteggere uno studente se dovesse trovarsi in pericolo..’. Inspirò lentamente ed a lungo lasciando che i suoi polmoni si riempissero di aria, la carezza balsamica di quell’intenso inspirare ed espirare sembrò risollevarla, ora si sentiva meglio. ‘chissà dov’è.. dovrò chiedere spiegazioni.. devo chiedere a Madama Chips come sono finita qui..’ annuì rivolta a se stessa mentre il dorso della mano asciugava il viso dalle lacrime. ‘Devo farlo..’ sospirò di sollievo, il battito del suo cuore, fino a poco prima frenetico ed incontrollato, si fece più calmo e regolare, i suoi occhi si chiusero lentamente in balia di quell’improvvisa ondata di relax molto più simile allo sfinimento. ‘chiedere.. spiegazioni..’e dopo interminabili tormenti interiori la ragazza riprese a dormire serenamente, come se nulla fosse accaduto, e senza alcuna preoccupazione.
<allora sei viva!>Vivian udì una voce familiare, non sapeva quanto aveva dormito, ma a giudicare dalle luci che filtravano nella stanza e che poteva vedere attraverso le palpebre chiuse doveva essere quasi ora di pranzo. <lo so che non dormi!>Cassandra scosse Vivian con fare insistente, il tono della sua voce risuonava come di rimprovero, la ragazza decise dunque di aprire gli occhi per evitare inutili discussioni. <ben svegliata!>la canzonò l’amica, ma il suo tono non era affatto scherzoso e Vivian poteva vederlo dalla sua espressione. <non è necessario alzare la voce, sai?>esclamò Vivian con voce assonnata. <e così non dovrei urlare?!>sbraitò adirata <tranquilla siamo sole quindi nessuno ci sentirà!>. Vivian guardava la ragazza ma non la stava realmente ascoltando, era leggermente frastornata, si mise a sedere sistemandosi comodamente con la schiena contro i cuscini. <hai finito?>esclamò con una vena di insofferenza mentre guardava Cassandra che la guardava a sua volta muovendo le labbra senza emettere suoni, stava giocando con la pazienza della sua amica che finalmente sembrò prendere una decisione. <finito?..F-FINITO?>sbraitò Cassandra con rinnovata rabbia <se c’è una persona che deve finirla qui sei tu!?>la guardò adirata, in un modo che avrebbe fatto invidia persino a sua madre. <cosa diavolo dovrei smettere di fare esattamente?stavo dormendo fino a poco fa .. e non mi sembra di aver fatto qualcosa che fosse rivolto a te..>il tono di Vivian era pacato, sembrava quasi non le importasse nulla di ciò che Cassandra aveva da dirle. <oh lo hai fatto e come!>Cassandra la guardò con rabbia, se Vivian avesse potuto vedere attraverso la ragazza era certa che avrebbe visto il sangue ribollirle nelle vene. <cosa diavolo sono tutte queste storie su.. non posso farmi vedere..oh tranquilli so dove andare!>continuò la ragazza quasi sarcastica e aggiunse <e LUI?Sai bene di chi parlo!E’ stato lui a portarti in Infermeria!Non credo sia una mera coincidenza!>. <non credo che..>Vivian non terminò la risposta, oramai Cassandra aveva iniziato a sfogarsi e difficilmente ci sarebbe stato spazio anche per Vivian in quella conversazione. <sappi che il mondo non ruota attorno a te e alle tue disgrazie!>sbraitò prima di riprendere fiato, Vivian la fissava impassibile, come in attesa che smettesse di parlare. <punto primo.. non sono affari tuoi dove vado e cosa faccio!Punto secondo.. non ho mai chiesto a nessuno di interessarsi degli affari miei ,ne tanto meno di compatirmi!> il tono di voce di Vivian si era incrinato, ora si poteva percepire un filo di rabbia. <scusa milady!>la canzonò Cassandra con rabbia <scusa SE SONO TUA AMICA!SCUSA SE SONO PREOCCUPATA PER TE!>la apostrofò aspramente alzando poco a poco la voce. Vivian la guardò quasi con sdegno. <non TI HO MAI CHIESTO DI FARLO!>anche Vivian alzò la voce <credi Dì POTER VENIRE QUI A FARMI LA PREDICA SOLO PERCHE’ TU TI SEI COMPORTATA BENE?>aggiunse, Cassandra non riuscì più a trattenersi. <per LE Più CONSUNTE MUTANDE Dì MERLINO!Che diavolo facevi nella foresta in mezzo ai ragni?Non ci credo!Non ci sei finita per sbaglio!TU SEI LUNATICA!> Cassandra fece una breve pausa <e SEI PAZZA!>. Vivian la fissò intensamente, stavolta quasi a sfidarla < IO sarei pazza?>non le staccò gli occhi di dosso, la schernì ridendo <da CHE PULPITO VIENE LA PREDICA!proprio la figlia di colei che ha venduto il cervello per due zellini a Notturn Alley!> continuò Vivian sempre ridendo, passarono interminabili secondi prima che Cassandra potesse realizzare a pieno ciò che Vivian le aveva appena detto.
<io NON ESISTO Più PER TE!>sbraitò con rabbia mentre spalancava la porta d’ingresso <sei UNA RAGAZZINA VIZIATA!>aggiunse <i TUOI GENITORI HANNO FATTO BENE A RINCHIUDERTI!> Cassandra gettò sul pavimento i cioccolatini che le aveva portato e che teneva in mano. <e’ AL SAN MUNGO CHE DOVRESTI STARE!>l’amica lasciò l’Infermeria sbattendo fragorosamente la porta alle proprie spalle. <fatta..> sussurrò Vivian rassegnata, non poteva credere di aver litigato con Cassandra, si disse che avrebbe cercato di fare pace, ma non in quel momento, non quando si sentiva stanca mentalmente; si ritrovò di nuovo a pensare a Severus, che lui le avesse raccontato qualcosa? <improbabile..> sussurrò tra se mentre si alzava dal letto per vestirsi <lui è convinto che Cassandra non sappia nulla di noi..> aggiunse sempre rivolta a se stessa. Quella mattina non si rese quasi conto delle lezioni, il vedere Cassandra sedersi al lato opposto al suo la fece sentire improvvisamente vuota, non poteva contare su nessuno, era convinta che l’amica avesse raccontato tutto anche a Draco, dato che anche lui non sedeva più al suo fianco. Dopo cena tornò nei dormitori come se camminare le costasse uno sforzo insostenibile, il professor Piton non si era visto e sia Draco che Cassandra sembravano averla evitata, almeno secondo la sua convinzione..
Le prime settimane di scuola passarono molto velocemente, Vivian aveva imparato a convivere con l’indifferenza dei suoi amici ed a studiare da sola vicino il lago o in biblioteca; aveva sviluppato una sorta di apprezzamento per la solitudine ed il silenzio, e a volte anche solo la voce di un professore che spiegava le sembrava assordante e fastidiosa. Per quanto riguardava Severus i due non si erano scambiati più una singola parola, nemmeno da professore a studente o viceversa; inoltre l’uomo non la degnava neppure di uno sguardo, sia quando la incontrava in giro che quando lei alzava la mano in classe per rispondere ad una domanda, portandola spesso a pensare di essere diventata invisibile ai suoi occhi, se non a quelli di tutti.. Vivian si era abituata anche a pensare che l’uomo avesse tutte le ragioni di comportarsi in quel modo, dopotutto lei lo aveva fatto soffrire, e non una sola volta..
Oramai Vivian passava interi pomeriggi al limitare della foresta, seduta sotto gli alberi tra le foglie variopinte che cadevano nell’autunno più rigido che lei avesse mai visto ad Hogwarts. Benedisse più volte il fatto che quella dannata Umbridge non avesse ancora vietato a nessuno di studiare sul prato. E così Vivian se ne stava tutta sola, si chiedeva per ore cosa stesse accadendo fuori dalle mura del castello, perché i suoi genitori si erano rassegnati a lasciarla frequentare l’anno scolastico? E domanda più importante: cosa stava accadendo nelle schiere dell’Oscuro Signore ora che lui era tornato?Dopotutto non aveva dimenticato cosa era accaduto d’estate. ‘Dissennatori a Little Winging, a Spinner’s End, e chissà dove altro ancora..’.
Era una mattina di Novembre, il tempo era particolarmente nuvoloso, e quel giorno non vi erano lezioni; la ragazza decise che avrebbe studiato nella Stanza delle Necessità, alzandosi dal letto notò che Cassandra era in piedi da un bel pezzo dato che il suo letto era disfatto e la sua camicia da notte giaceva ben piegata su una sedia, si chiese per quale motivo avesse notato tale particolare, ma si convinse infine che era solamente una vecchia abitudine. Nel raggiungere la Sala Comune vide Draco seduto davanti al camino con aria assonnata. <c-ciao..>mormorò la ragazza guardandolo. <ciao..>rispose Draco guardandola per un istante quasi combattuto, era chiaro che non avesse alcuna intenzione di salutarla, o che peggio ancora Cassandra gli avesse vietato di farlo, quindi Vivian abbassò lo sguardo e si diresse verso l’uscita. Mentre attraversava il corridoio il suo sguardo cadde sulla porta dell’ufficio del professor Piton, e non poté fare a meno di pensare che in quel momento l’uomo si trovasse in Sala Grande per la colazione. Per un istante fu tentata di aprire la porta, di intromettersi ancora una volta in ciò che non le riguardava, e forse ancora una volta essere scoperta destando le sue ire..
‘Ferma..’ si disse, la sua situazione non era delle migliori, doveva già ritenersi fortunata se il professore non aveva abbassato i suoi voti per vendetta, e non voleva immaginare cosa avrebbe provocato l’ennesima intromissione. Per un fugace istante immaginò il professore in preda alla follia che la strangolava con le sue stesse mani. ‘ok.. sto esagerando..’ scosse appena la testa e si destò da quell’improbabile fantasia, poi riprese a percorrere il corridoio fino al Salone d’Ingresso dove poteva vedere gli studenti che tornavano dai weekend a casa o che uscivano per una “nuvolosa” passeggiata ad Hogsmeade. Si stupì nel pensare a quanto la solitudine l’avesse resa più riflessiva, più sensibile ai minimi cambiamenti, per un altro istante si fermò a pensare a cosa sarebbe accaduto se fosse tornata a casa per un weekend, suo padre e sua madre l’avrebbero abbracciata ed accolta come se nulla fosse? Una lacrima solcò il suo viso mentre scuoteva appena la testa in segno di diniego, non era possibile, l’avevano segregata per un‘intera estate e poi l’avevano cercata ovunque quando era scappata; molto probabilmente l’avrebbero intrappolata di nuovo o le avrebbero fatto scontare con la detenzione a vita ciò che aveva fatto. Quanto avrebbe dato per trovarsi nella situazione di Cassandra, diventò leggermente buia in volto mentre immaginava di avere i genitori rinchiusi ad Azkaban perché fedeli seguaci di Lord Voldemort.. Immaginò se stessa, percorreva i corridoi della prigione circondata dai Dissennatori e dalle urla dei prigionieri in preda a follia indotta dalle stesse creature, veniva scortata dai carcerieri attraverso gli oscuri piani della torre e poi eccoli li, dentro una cella buia e marcia: i suoi genitori, incatenati alle mura e deliranti, sul suo viso si dipinse una sorta di ghigno perverso, come se immaginarli in quello stato le desse piacere. D’improvviso accadde qualcosa di inspiegabile, quelli che lei stava immaginando rinchiusi nelle celle non erano più i suoi genitori, erano.. ‘Rodolphus e Bellatrix Lestrange?’ la ragazza rimase immobile, era ancora sulla soglia dei Sotterranei immersa nelle sue improbabili fantasie. Per quale motivo i suoi genitori si erano trasformati in quelli di Cassandra? Poi un’esplosione la fece sobbalzare e senti l’acuta risata di una donna, era una risata quasi folle, e la ragazza si ridestò notando che non vi era stata alcuna esplosione e che di fronte a lei c’era la persona più spiacevole che potesse incontrare in quel momento, Pansy Parkinson. <che accidenti ti prende?>cinguettò la ragazza con fare altezzoso <sembri un allocco barrato!>aggiunse deliziata all’occasione di pungolare la sua odiata compagna. <cosa?>Vivian la fissò per un istante con aria stralunata e confusa, era evidente che fosse ancora assorta nei suoi pensieri. <hey mi senti?> chiese Pensy fissandola come fosse qualcosa di viscido e disgustoso almeno quanto uno Schiopodo Sparacoda. Vivian si destò nuovamente e la fissò con sdegno. <nulla, va tutto bene..> rispose pacatamente e senza darle particolarmente retta, ma dentro di se stava pensando tutt’altro ‘Va a baciare un Troll razza di carlino..’. Pensy la superò soddisfatta e si allontanò ridacchiando tra se e mormorando qualcosa riguardo alla ‘stranezza’ delle persone. ‘Bellatrix Black e Rodolphus Lestrange, cosa voleva dire?cos’era quell’esplosione?’ il quesito rimase irrisolto mentre stretti i libri al petto saliva le scale, era diretta al Settimo piano, cosa poteva voler dire quella fantasia?
Notando con piacere che i corridoi erano quasi vuoti si dilungò in una piccola passeggiata, si era resa conto che non aveva esattamente molta voglia di studiare, e si limitò a vagare senza meta.
Più volte si fermò ad osservare cosa facevano i vari personaggi dipinti nelle antiche cornici, rise nel vedere il comico Sir Cadogan che tentava di duellare con chiunque gli capitasse a tiro e che faceva buffi inchini a tutte le figure femminili sulla sua strada.
Nel suo vagare si ritrovò nei pressi della torre di Divinazione, era passato molto dall’ultima volta che si era trovata nei paraggi, visto che aveva abbandonato le lezioni della professoressa Cooman da più di un anno.
<non dovresti essere qui sai?> disse una voce pacata alle sue spalle, immediatamente la ragazza si voltò a fronteggiare la voce.
<chi è che parla?>chiese guardandosi intorno nel notare che il corridoio dove si trovava era vuoto.
<sono solo un povero vecchio.. >rispose la voce che sembrava appartenere ad una persona anziana, Vivian si avvicinò di più alla parete e lo vide, a parlare era stata l’immagine miniata di quello che sembrava un frate intento a scrivere su un grosso libro rilegato, era all’interno di un dipinto raffigurante un vecchio monastero.
<salve.. >sorrise la ragazza guardando quella specie di buffo fratino dalla barba lunga.
<i miei ossequi gentil dama.. >la figura le fece un inchino destando in lei un altro sorriso.
<per quale motivo non dovrei essere qui?>chiese con gentilezza la ragazza.
<perché qualcuno potrebbe pensare che vai in giro a ficcanasar d’intorno.. >rispose il frate con gentilezza d’altri tempi, Vivian la guardò più che perplessa.
<cosa intende dire con questo? La professoressa Umbridge non lo ha vietato ancora.. non ha detto che è vietato passeggiare per la scuola quando non ci sono lezioni..>rimase ad osservare il frate in attesa di una risposta.
<oh non è di lei che parlo.. lo sente?>il frate indicò le scale infondo al corridoio che portavano alla torre di Divinazione.
<ehm.. in realtà no..>nonostante tendesse l’orecchio non le sembrava di udire nulla oltre alle voci sommesse di alcuni studenti in un aula e un gocciolio d’acqua indistinto del quale non immaginava la provenienza, doveva essere il bagno.
<sir Cadogan mi ha detto che qualcuno stava avendo una discussione nei paraggi. >disse il ritratto con espressione seria.
<ritirata!Ritirata miei prodi!> Sir Cadogan correva in una cornice accanto incespicando in alcuni cespugli <i nemici sono alle porte!>aggiunse, in quell’istante Vivian udì delle voci confuse provenire dall’aula di Divinazione, una sembrava femminile, un tonfo sordo le fece intuire che la porta dell’aula era stata sbattuta.
<oh.. Merlino in mutande!>esclamò tra se la ragazza senza badare all’espressione perplessa del frate che forse stava tentando di decifrare quell’imprecazione alquanto creativa.
Non sapeva perché ma era convinta di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, diede un rapido sguardo al corridoio e trovò ciò che faceva al caso suo; a qualche metro dalle scale della torre di Divinazione vi era una grossa statua alta circa due metri ,raffigurava quello che sembrava un mago vissuto in epoche remote.
‘Perfetto!’ pensò tra se mentre sgattaiolava alle spalle dell’imponente statua e si sistemava nella grossa nicchia, si nascose perfettamente alla vista.
‘E adesso?’ si chiese mentre sbirciava da un angolo sicuro.
<no!Non ho alcuna intenzione di ascoltare!> sbraitò la familiare voce di Severus in cima alle scale.
<ma Severus apri il tuo Occhio Interiore!Perché non vuoi comprendere?> disse la voce velata e mistica di Sibilla Cooman.
<sei E RESTERAI SEMPRE UN’IMPOSTORA!>aggiunse l’uomo con rabbia, Vivian riconobbe quel tono, la donna doveva aver messo a dura prova la sua pazienza.
‘Ma che diavolo..?’pensò Vivian ’Ha già trovato un rimpiazzo?mi ha dimenticata così in fretta e per lei??’. Una lacrima rigò il suo viso nel pensare a quanto erano stati felici, insieme in quei rari attimi; sentì come un fuoco dentro, una vampata di gelosia aveva invaso la sua mente in un istante, ma rimase immobile, avrebbe dovuto spiegare troppe cose se fosse uscita allo scoperto in quel momento.
<come osi?Tu!Sai alla perfezione di cosa parlo, sai che ho ragione!Vuoi solamente occultare il tuo Occhio Interiore!>aggiunse la donna che nella rabbia sembrava conservare quel tono mistico tipico della sua voce.
<non ESISTE NESSUN OCCHIO INTERIORE!>sbraitò Severus con rabbia, finalmente i due furono entro il campo visivo di Vivian che poté vedere lo sguardo incendiato di rabbia che conosceva troppo bene..
Per quale motivo Severus si era trovato da quelle parti?Tutti sapevano che Severus Piton non si addentrava mai in quell’ala del castello, nemmeno quando si ritrovava a pattugliare i corridoi di notte..
<non si deve scherzare con i meandri oscuri della preveggenza!Non si sottovaluta il futuro!>sbraitò a sua volta la Cooman, i due si trovavano a pochi metri dalla statua dove lei era nascosta.
Vivian poteva percepire chiaramente il vago sentore di cherry proveniente dalla professoressa Cooman, era risaputo che la donna gradisse particolarmente quel liquore, ma non sembrava affatto in preda ai fumi dell’alcool in quel momento, il che significava che non era immersa in uno dei suoi “deliri mistici”.
La Cooman fece un balzo in avanti fronteggiando Piton quasi minacciosa, l’uomo si allontanò con aria leggermente disgustata, che Vivian attribuì probabilmente al vago sentore di cherry che giungeva fino al suo nascondiglio.
<non SO Dì COSA STAI PARLANDO SIBILLA!>inveì ancora una volta Severus che sembrava perdere la pazienza di parola in parola.
<lascia che io parli.. lascia che io apra il tuo Occhio Interiore e ti mostri ciò che non vuoi vedere..>insistette la donna con ritrovato tono mistico guardandolo attraverso i grossi occhiali da vista che le ingrandivano visibilmente gli occhi.
<non hai idea di quanto nefasto possa essere il Destino!>si avvicinò di nuovo, e sistematicamente Severus si allontanò, ma stavolta non urlò, non le inveì contro come Vivian si aspettava, si limitò a guardarla con espressione mista tra stupore e terrore.
<accetti dunque di ascoltare ciò che la veggenza vuole comunicarti?>chiese la donna senza smettere di fissarlo.
Vivian dal suo angolo fissava la scena più che confusa, preveggenza, Occhio Interiore.. Destino nefasto?Di cosa stava parlando la donna?
<destino.. nefasto?>chiese l’uomo più a se stesso che alla donna, Vivian stava tentando di decifrare l’espressione di Piton ma le riusciva alquanto difficile, sembrava stesse pensando alle parole della Cooman, ma sembrava anche indeciso, forse stava pensando a cosa era giusto fare, se ascoltare la donna o andarsene lasciandola sola con se stessa e con i suoi deliri.
La professoressa Cooman non emise un suono, si limitò solamente ad annuire con sguardo grave come in risposta alla domanda di Piton.
<cosa.. cosa intendi per destino nefasto?e.. c-cosa centro io?>chiese l’uomo con voce leggermente roca, come se le parole gli uscissero a stento dalla bocca.
<ascoltami e saprai..>mormorò la professoressa Cooman, il suo tono più velato di parola in parola.
Cosa stava accadendo?non era raro che la professoressa Cooman si cimentasse a destra e a manca in predizioni che il più delle volte erano senza fondamento, e Piton doveva saperlo bene , fino a poco prima l’aveva chiamata “impostora”;come era possibile che da un momento all’altro avesse iniziato a crederle?
L’uomo se ne stava li, come se non fosse in grado di fronteggiarla, la osservava estremamente pensoso, forse qualcosa aveva indotto l’uomo a pensare che per la prima volta la Cooman avrebbe emesso una profezia veritiera e non un’infondata supposizione.
<no..NO!Tu.. tu sei solo una pazza che nuota nello cherry rischiando perennemente di annegare!>la apostrofò Severus con il labbro che tremava appena per la rabbia.
<stai cercando di rendermi la vita più impossibile di quanto non sia già?LASCIAMI STARE!>l’uomo si allontanò con decisione, come se ad un tratto avesse ritrovato il coraggio perduto.
<non PUOI FUGGIRE IL DESTINO!Ciò CHE è SCRITTO DEVE AVVERARSI!NON PUOI FUGGIRE!>il tono della Cooman era se possibile ancora più velato e mistico, per un istante l’uomo si fermò di fronte la statua, Vivian fece appena in tempo a nascondersi meglio, lui stava fissando la statua e dava le spalle alla Cooman, che si fosse accorto della presenza di qualcun altro?
‘Oh merlino.. fa che non mi abbia visto!’Vivian trattenne il respiro e chiuse gli occhi come se ciò potesse aiutarla a nascondersi meglio.
Passarono interminabili secondi prima che lei si rendesse conto che Piton non stava fissando la statua, ovvero la stava fissando ma senza realmente vederla, stava riflettendo..
<non puoi fuggire..>ripeté ancora la donna.
<non.. non posso fuggire..> Vivian sentì Severus ripetere le parole in un basso sussurro.
<ascolta ciò che l’Occhio vuole dirti!>aggiunse la Cooman quasi certa di averlo convinto.
<per L’ENNESIMA VOLTA!NO!>insistette l’uomo, Vivian riprese a respirare mentre i familiari passi di Severus Piton si allontanavano percorrendo il corridoio, e si affievolivano poi nelle scale.
< .. pentito egli sarà di aver ignorato i favori dell’Occhio..>mormorò la Cooman, Vivian non capì il significato di quelle parole, ma rimase in attesa di sentire che anche i passi della Cooman si fossero allontanati.
‘Di cosa parlavano?’ si chiese mentre scendeva le scale pochi minuti più tardi, la Cooman aveva parlato di preveggenza, aveva parlato di un futuro al quale Severus non sarebbe potuto fuggire..
‘Ma lui non ha voluto ascoltarla, anche se sembrava intenzionato a farlo.. e se..’ si fermò un istante a fissare il cielo nuvoloso oltre una finestra del Secondo piano ‘No.. non è possibile..’.
Per un istante le nuvole grigie che stava guardando le sembrarono descrivere uno strano disegno nel cielo, come un Marchio Nero..
’N-no.. non può essere riguardo la sua morte..’ rabbrividì nell’intravedere quella sorta di disegno nelle nuvole e si strofinò gli occhi, osservando di nuovo il cielo si rese conto di averlo solo immaginato e tentò di auto convincersi ‘Non riguarda la sua morte..’sospirò triste e fissò il cielo in preda alla malinconia. ‘Se solo ci parlassimo ancora..’Non aveva tutti i torti; se solo non avessero litigato forse lui glielo avrebbe raccontato, le avrebbe confidato che qualcosa lo turbava, ma non era così, era più di un mese che non si parlavano ne guardavano, nulla avrebbe riallacciato quel rapporto..
<tutto bene?>chiese una voce familiare alle sue spalle, Vivian si voltò e vide il sorriso di James Rosier.
<ehm.. certo..>Vivian lo guardò per un istante e arrossì, era il ragazzo che aveva incontrato appena un anno prima , le sorrise anche se si vergognava nel pensare che aveva tentato di far ingelosire Piton abbracciandolo e comportandosi in modo sciocco con lui..
Il ragazzo aveva ancora quel che di affascinante, i suoi capelli neri e scompigliati, gli occhiali portati con disinvoltura, ma qualcosa non le tornava.
<tu.. non frequentavi il settimo anno?>chiese Vivian alquanto perplessa.
<beh.. si e no..>il ragazzo arrossi leggermente nel guardarla <il mio amico.. Daniel te lo ricordi?>le chiese.
<si mi ricordo di lui..>rispose Vivian annuendo.
<ehm.. ha mentito,credeva che mi avrebbe resto più.. interessante..>sorrise il ragazzo <stupido vero?>aggiunse con sguardo complice, Vivian rise.
< non è l’età che attira le ragazze in effetti.. Quindi ora sei al..settimo anno?>chiese, il ragazzo annuì <mi sembravi.. malinconica, qualcosa no va?> Vivian si ritrovò a chiedersi come era possibile che non lo avesse visto in un mese di scuola.
<oh.. va tutto bene.. solo.. nulla di importante.. ho avuto solo una piccola discussione..>rispose.
<con Cassandra e Draco?>chiese il ragazzo.
<s-si.. come fai a saperlo?>lo guardò perplessa.
<ehm..scusa se ti ho messa a disagio>James abbassò lo sguardo <lo avevo solo.. intuito, dato che non ti vedo in loro compagnia da almeno un mese..>.
Un mese, era un lunghissimo mese che non parlava con Draco e Cassandra, si era detta che avrebbe provato a fare pace ma aveva finito quasi per dimenticarsene.
<un mese..>sospirò la ragazza abbassando lo sguardo a sua volta.
<facciamo un giro?>chiese il ragazzo quasi aspettandosi una risposta negativa, ma tentando almeno di tirarla su di morale.
<beh dovevo studiare ma.. non importa..>la ragazza sorrise e dopo aver messo via in libri in dormitorio si diresse nel parco al fianco di James. Sperò vivamente che Piton non fosse nei paraggi, non aveva intenzione di sollevare altre questioni, anche se era certa che oramai non l’avrebbe nemmeno degnata di uno sguardo..
<quindi tu sei di.. Slytherin’s Hill?>chiese il ragazzo poco più tardi mentre sedevano sotto l’albero preferito di Vivian e si stringevano nei caldi mantelli, la ragazza annuì e sorrise appena.
<i miei genitori hanno comprato casa lì poco dopo che sono nata..>nel dare quella risposta si rese conto che parlare dei suoi genitori la amareggiava oltre ogni limite, e decise dunque di sorvolare sull’argomento, i due passarono una gradevole mattina e lei si rese conto di quanto fosse stato terribile l’ultimo mese passato senza rivolgere la parola a nessuno.
Verso l’ora di pranzo Vivian si ritrovò a camminare verso la Sala Grande tenendo per mano James, si sentiva confortata nel pensare che avesse qualcuno con cui parlare. Non appena Vivian mise piede nella Sala Grande le venne spontaneo di guardare proprio li, al tavolo dei professori, dove sedeva Piton, in quel fugace istante accadde, era più di un mese che non la degnava della minima attenzione; ma in quel momento era li, lo sguardo fisso nel suo in un espressione indecifrabile, la ragazza attese che fosse lui il primo ad abbassare lo sguardo, sentì lo stomaco che si contorceva e il cuore che le balzava in petto.
L’uomo abbassò lo sguardo sulle mani congiunte dei due e lo tenne fisso in quel punto, James stava cercando dei posti, Vivian notò il punto in cui lo sguardo di Severus si era spostato, e vide qualcosa in lui, qualcosa in quell’istante cambiò, se prima gli occhi di quell’uomo emanavano un lieve barlume di luce, in quel momento, in quello stesso istante in cui l’aveva vista tenere la mano di un altro tutto si era spento, Vivian lo guardò abbassare lo sguardo sul piatto.
‘cosa stai facendo?’si chiese guardandolo ancora per un fugace istante.
‘ora basta..’la ragazza guardò James negli occhi per un attimo, avrebbe potuto fare qualunque cosa; oramai a Severus non doveva importare nulla, avrebbe potuto baciare quel ragazzo, avrebbe potuto fidanzarsi con lui, forse sarebbe stata anche felice..
Ma eccola ancora una volta lì ad esitare, sperare ancora nel sistemare tutto o rassegnarsi?
<ecco ho trovato il posto!>esclamò James raggiante.
<n-no..> Vivian scosse il capo con espressione triste.
<no?Cosa vuoi dire.. non ti piace quel posto?> chiese il ragazzo che forse già pregustava meravigliosi attimi passati solo a guardarla.
<non posso.. non posso stare con te..sono troppo..complicata..>disse quasi senza pensare mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, il ragazzo divenne malinconico.
<ma potremmo.. essere amici, no?>chiese, Vivian si limitò a scuotere il capo e prese posto iniziando a mangiare tutta sola.
‘Perché?perché non lo dimentico?’si chiese mentre alzava lo sguardo su Severus, che tornò a non rivolgerle neppure uno sguardo, senza pensarci guardò Cassandra come a cercare conforto, l’amica la guardò perplessa per un istante per poi tornare a parlare con Draco.
<al diavolo..>sussurrò Vivian, decise di lasciare la sala, le sembrava che ogni cosa e persona in quel luogo la deridesse..
Non sapeva dove sarebbe andata, non sapeva se sarebbe stato meglio fare un giro da sola o andarsene a letto; forse dormire sarebbe stata la cosa migliore, almeno nel sonno non avrebbe pensato a quello che stava accadendo..
Mentre saliva le scale verso la Stanza delle Necessità le tornò in mente quella strana fantasia che aveva avuto, quella strana metamorfosi, i suoi genitori che si erano trasformati nei genitori di Cassandra; e poi una risata, non sapeva spiegarsi il perché ma era convinta che si trattasse della voce di Bellatrix Lestrange..
‘La Cooman.. forse lei saprà darmi una risposta..’ pensò, dopotutto non era da escludere il fatto che poteva aver avuto una premonizione.. Come aveva sempre detto la professoressa tutti possedevano il cosiddetto “Occhio Interiore”, ma alcuni avevano il dono di poterlo ascoltare, mentre altri ne occultavano totalmente le qualità, e infine non tutti potevano ritenersi tanto fortunati da ricordare il momento e le esatte parole di quando avevano avuto una premonizione..
‘Mi sentivo come.. assorta, in trance..’ ma le premonizioni non erano mai rappresentate da segni palesi, non era detto che veder scappare una persona di prigione potesse essere per forza la premonizione che quel preciso fatto si sarebbe verificato..
‘Come fare?’ si chiese la ragazza, nel destarsi dai suoi pensieri si rese conto di essere giunta ai piedi della torre di Divinazione.
‘Che sia.. un segno?’la ragazza si guardò intorno come se la risposta ai suoi interrogativi potesse trovarsi nei paraggi.
<egli si pentirà quando il volere degli astri sarà già compiuto!>Vivian riconobbe la voce velata e misteriosa, proveniva da un corridoio alle sue spalle, si voltò di scatto girando sui tacchi e la vide, la donna aveva una bottiglia di cherry in una mano, le sue guance erano rosse ed avanzava barcollando leggermente, aveva bevuto di nuovo, Vivian si chiese se tutte quelle scene fossero dovute alle repentine “ispezioni ”della professa Umbridge.
Era oramai noto che quel perfido rospo stesse tartassando la scuola con i suoi inutili proclami e con le sue dannate ispezioni.
<professoressa Cooman?>chiese Vivian fissando la donna perplessa, come se fosse convinta che la donna non potesse sentire le sue parole.
<oh.. ragazza.. mia cara ragazza..>la donna sorrise appena emettendo un singhiozzo sommesso e si avvicinò di qualche passo.
<ehm.. Disturbo?>chiese senza perdere il contatto visivo.
<certo che no!>aggiunse la Cooman, sembrava quasi divertente in quello stato.
<avrei bisogno di.. un consiglio, o meglio.. di un aiuto nell’interpretazione di un sogno..>chiese con gentilezza la ragazza, e il resto venne da se : <ho bisogno dell’Occhio Interiore di un’esperta veggente, di un indizio per rivelare ciò che non è stato svelato, per navigare nelle acque confuse dell’incostante futuro ..>chiunque avrebbe notato che la ragazza la stava riempiendo di false lusinghe utili solo allo scopo di ingraziarsi il suo aiuto, ma la Cooman doveva essere più che brilla perché non aveva affatto notato il tono falsamente lusinghiero delle parole di Vivian.
<sarò lieta di aiutare chi apprezza e dà il giusto valore alla mia sottile e nobile scienza!Oh cara.. carissima ragazza!>la donna sembrava sull’orlo delle lacrime per la gioia e la commozione.
<ehm.. la ringrazio.. vogliamo, accomodarci in aula?>chiese Vivian indecisa, per poi attendere una risposta della donna.
<si ragazza mia!Fammi strada per favore..>mormorò la donna, e presa sotto braccio la ragazza in modo tale da avere un minimo di equilibrio la seguì a ruota su per le scale.
Appena in aula la donna bevve un abbondante bicchiere d’acqua che sembrò svegliarla un tantino, la ragazza si curò di privare la professoressa della bottiglia e di nasconderla al sicuro; se in quel momento fosse entrata la Umbridge avrebbe avuto una cosa in meno di cui parlare, un commento negativo in meno.
<dimmi ragazza mia.. di quale sogno o visione volevi parlare?>chiese con tono gentile ancora sfumato dal sentore di alcool.
<beh è accaduto stamattina.. mentre andavo a studiare..>iniziò Vivian fissando la donna per assicurarsi che la ascoltasse attentamente.
<stamattina mentre camminavi, hai detto?>chiese la Cooman, la ragazza poté constatare che la donna la stava effettivamente ascoltando.
<precisamente, stavo pensando a.. beh non so per quale assurdo motivo ma.. ho immaginato i miei genitori rinchiusi in una cella di Azkaban..>nel sentire il nome della prigione la donna prestò maggiore attenzione alle parole di Vivian.
<e mentre li guardavo soffrire in.. quella cella, si sono.. trasformati..>mormorò la ragazza leggermente a disagio, sperava che parlarne con la professoressa potesse portarla da qualche parte..
<trasformati?>la Cooman la fissò leggermente perplessa, era evidente che aveva bisogno di più elementi per esaminare quella sorta di fantasia.
<.. e in cosa per l’esattezza?>aggiunse poi nel legittimo dubbio.
<ehm.. beh.. in Bellatrix Black e Rodolphus Lestrange..>mormorò come se temesse qualche strana reazione.
<.. i coniugi.. Lestrange?>chiese la Cooman incredula.
<beh.. si.. qualcosa non va in questo?>chiese Vivian con tono leggermente incrinato dalla preoccupazione.
<oh.. ehm no..hai avuto.. brutti momenti con i tuoi genitori?>chiese la donna tornando per un istante ad assumere il “contegno ” di un attimo prima, Vivian rispose con tono leggermente risentito.
<sì .. non è stata una meravigliosa estate..>disse quasi sarcastica.
<oh beh si capisce allora, è solamente la tua mente ragazza..>sorrise la donna per rassicurarla mentre si versava altra acqua. <non sopporti ciò che i tuoi genitori ti hanno fatto e immagini che gli accadano cose terribili.. molto semplice, ti hanno fatta molto arrabbiare probabilmente..>sorrise.
<e quindi non devo preoccuparmi?>chiese Vivian con scarsa convinzione.
<beh la tua visione è solo questo?>chiese la Cooman.
<.. in realtà no.. ricordo un esplosione, e una risata fragorosa, di una donna credo..>mormorò con cautela, la professoressa la fissò come se le stesse profetizzando una catastrofe.
<e .. e c’era dell’altro?>la donna le stava dedicando tutta l’attenzione possibile.
<mi.. mi lasci pensare..>la ragazza si inumidì le labbra leggermente nervosa e socchiuse gli occhi nello sforzo di ricordare, forse qualche particolare le era sfuggito.
<beh.. c’era una specie di.. nube..>fece un cenno di assenso con il capo, era decisamente una nube, e la ragazza in un primo momento non aveva fatto caso a tale particolare, l’aveva come rimosso.
<una.. nube?>chiese nuovamente la Cooman.<aveva una forma precisa?Da cosa era composta?>.
Vivian si prese un altro istante per tentare di ricordare e quando riuscì a fissare anche quel particolare rabbrividì.
<il..Marchio Nero..composto da nubi di un verde intenso..>sussurrò rivolta a se stessa, la donna sobbalzò ed indietreggiò appena.
<il.. il marchio.. nero?>le labbra della donna tremavano come se la ragazza le avesse rivelato una verità sconcertante, poi gli occhi della donna si chiusero e quando li riaprì erano vacui e tremava come fosse in preda ad una forte febbre.
<p-professoressa?>chiese Vivian preoccupata da quello sguardo e da quello strano e singolare comportamento.
<l’ORA STA PER GIUNGERE!>la voce della donna si era fatta più velata, sembrava una sorta di un urlo sussurrato e roco.
<allo SCOCCARE DEL QUINTO MESE!LA QUINTA FASE DEL QUINTO MESE!>continuò la donna come se Vivian non avesse proferito parola.
<quinto mese?d-di cosa parlate?>chiese Vivian spaventata, la professoressa Cooman sembrava come posseduta da qualcosa.
<nella QUINTA FASE DEL QUINTO MESE EGLI LIBERERA’ COLORO CHE NON LO HANNO RINNEGATO!E I SEGUACI SI RIUNIRANNO AL LORO TENEBROSO SIGNORE!LO SO!!!>la voce della donna si fece più squillante pur mantenendo quel tono terrificante, poi cessata tale frase la donna si accasciò sul tavolo come addormentata, Vivian la osservò allibita con il cuore che batteva a mille per lo spavento, aveva avuto una premonizione?
Mentre Vivian si alzava per uscire dall’aula la donna sembrò svegliarsi, come se si fosse destata da un lungo sonno all’improvviso, e la fissò.
<oh cara avevi bisogno di qualcosa?>chiese con gentilezza, e utilizzando il suo solito tono di voce.
<ehm..n-no grazie..>non ricordava nulla, e ciò portò Vivian a sostenere la sua teoria, aveva avuto una premonizione, anche se Vivian non aveva ancora capito cosa questa volesse dire.
<buona giornata allora!>sorrise cortesemente la donna, Vivian rispose con un educato cenno del capo.
Senza fiatare ne aggiungere altro aprì la porta e la chiuse piano alle proprie spalle, voleva sapere cosa quella sorta di profezia intendesse dire, ma aveva bisogno di un posto tranquillo per pensare.
‘Il giardino è perfetto..’ si disse mentre scendeva la scala a chiocciola che dall’aula di Divinazione portava al piano inferiore.
Camminando a testa bassa continuò a scendere le scale e accadde qualcosa di assolutamente inaspettato, un paio di scarpe nere e lucide entrarono nella sua visuale.
‘Oh no..’, la ragazza alzò lo sguardo già consapevole di chi aveva di fronte,e si disse che in quel momento non le sarebbe potuto capitare di peggio.
‘Severus Piton’ la ragazza si ritrovò a fissare l’uomo quasi a bocca aperta.
<morris..>mormorò lui senza guardarla e utilizzando il solito tono glaciale.
‘non.. non posso crederci!’pensò la ragazza inondata improvvisamente da mille emozioni miste, rabbia, felicità, tristezza, sentimenti che la confusero.
‘non mi parlava da mesi e.. e mi sta rivolgendo la parola!’il cuore della ragazza martellava furioso e il suo stomaco si contorceva mentre i loro sguardi si perdevano quasi l’uno nell’altro, ma sia l’espressione che il tono dell’uomo erano più gelidi di un ghiacciaio.
<p-professore..>mormorò la ragazza distogliendo lo sguardo, aveva sempre avuto la spiacevole sensazione che guardandola negli occhi Severus potesse leggerle la mente.. La scala non era abbastanza larga da permettere il passaggio di due persone contemporaneamente, pensò quindi che il motivo per il quale l’uomo doveva essersi fermato era esattamente quello.
<prego..>sussurrò la ragazza mantenendo basso lo sguardo e facendosi da parte così da permettergli di passare, ma con suo stupore l’uomo non si mosse di un millimetro, si limitò invece a fissarla, e come se non ci avesse affatto pensato su sollevò il mento della ragazza con l’indice.
In quell’istante il colorito della ragazza si incendiò quasi a raggiungere il colore dei capelli.
‘e..e ora che succede?’si chiese mentre tremava appena ed evitava il suo sguardo, il cuore che sembrava volesse sfondare la cassa toracica, si sentì improvvisamente pervasa da un confortevole calore e riconobbe la sensazione che non provava da tempo, era la meravigliosa sensazione che provava quando era con lui..
<cosa facevi li?>chiese l’uomo rompendo il silenzio che si era fatto strada tra i due, le ci volle una manciata di secondi per realizzare che l’uomo fosse davvero rivolto a lei e finalmente si decise a guardarlo di nuovo, avrebbe voluto dire qualsiasi cosa..
‘perché dopo un secolo che non mi rivolge la parola io dovrei dirle cosa stavo facendo?’la domanda prese forma nella sua mente e la ragazza vide le parole come “fluttuare” davanti ai suoi occhi.
‘perché dovrebbe interessarle?’una seconda domanda aveva preso a fluttuare davanti ai suoi occhi.
Infine prese una decisione, era stufa di pensare troppo, ed era evidente che l’uomo fosse solamente interessato a sapere perché si trovava in compagnia della Cooman fino a pochi istanti prima.
<signore stavo solo chiedendo una cosa alla professoressa.. >rispose lei con tono educato e pacato.
Severus la guardò intensamente e tolse l’indice del suo mento, sembrava indagare sulla veridicità della risposta, dopo alcuni attimi annuì.
<cosa ti ha detto?>il professore sembrava calmo, per un attimo a Vivian sembrò che non avessero mai litigato.
<non credo che i miei personali affari le possano interessare, con tutto il rispetto..>rispose la ragazza senza cambiare tono di voce, l’ultima cosa che voleva era essere messa in punizione per aver assunto un tono irriverente nel parlare con un professore, anche se sapeva che a Piton sarebbe bastato molto meno per mettere in punizione uno studente.
L’uomo annuì constatando che ciò che lei diceva corrispondeva a verità, non era autorizzato a sapere gli affari personali degli studenti, si limitò dunque a cambiare la direzione del suo “interrogatorio”.
<si è comportata in modo strano o ti ha detto cose.. strane?>chiese guardandola negli occhi, se possibile la ragazza si fece ancora più colorita e si sentì più piccola di quanto già non fosse.
<beh.. no..>mentre rispondeva la ragazza abbassò lo sguardo e notò che l’uomo stringeva un oggetto nella mano sinistra, sembrava un oggetto di cristallo.
<ne sei.. assolutamente certa?>insistette l’uomo che non aveva notato lo sguardo della ragazza.
<certo..era solo.. il sogno di una..stupida ragazzina..>la ragazza mise particolare enfasi nelle ultime due parole, ma Piton sembrò sorvolare volutamente fingendo di non aver sentito.
Vivian rimase immobile con lo sguardo fisso sulla mano del professore, tentò di resistere ma non seppe frenare la curiosità e rivolse a lui la domanda che stava tentando di non fare.
<cos’ha in mano.. signore?>lo guardò negli occhi, stavolta come se fosse lei a voler indagare sulla veridicità di un’ eventuale risposta.
<ehm..>la mano dell’uomo si fece più stretta attorno all’oggetto che per un istante Vivian intravide, sembrava una ampolla o meglio..
‘una.. piccola sfera di cristallo?’si chiese Vivian mentre lo guardava perplessa.
<è solo.. un’ampolla che mi ha chiesto la collega.. per.. affari personali temo..>Vivian vide l’oggetto cadere nella tasca dell’uomo e continuò a fissarla, se si trattava solo di una banale ampolla che motivo c’era di tenerla nascosta?
<è tutto dunque..>aggiunse l’uomo per attirare la sua attenzione in modo tale da distoglierla dal pensare al contenuto della tasca.
<se dovesse dirti qualcosa di strano sei pregata di avvisarmi.. >disse Severus in tono stranamente gentile, Vivian non poteva credere alle sue orecchie, non solo lui le aveva rivolto la parola dopo tanto tempo, ma era stato anche gentile!
La ragazza annuì in risposta all’ultima domanda dell’uomo <professore..?>chiese, per un istante , per un decimo di secondo la ragazza gli sorrise in modo quasi impercettibile.
<perché dovrebbe dirmi cose strane?>l’ultima domanda era stata studiata, anche se aveva deciso in pochi istanti di porla all’uomo.
<beh..non si può mai sapere.. dopotutto la Umbridge si attacca a qualunque piccolo particolare per fare fuori i membri del corpo insegnanti, e nessuno di noi vuole che per qualche strana frase una collega perda il lavoro, non so se mi spiego..>rispose l’uomo come se avesse imparato a memoria quelle parole.
<con permesso..>aggiunse poi prima di ricominciare a salire le scale, e prima che la ragazza lo trattenesse ancora.
Era fatta, in quel modo Vivian lo aveva indotto a credere che la Cooman non si fosse comportata in modo strano, se non altro lui non le sarebbe stato più alle calcagna per tentare di scoprire cosa la donna potesse aver rivelato..
Mentre i passi di Piton andavano affievolendosi su per le scale, Vivian riprese a pensare ad un posto sicuro, decise che la biblioteca sarebbe stato il miglior luogo dove andare per saziare la sua sete di conoscenza, scartò quindi l’ipotesi iniziale di recarsi nel giardino.
Quando giunse in biblioteca vide una cosa che era abituata a vedere da tempo, Cassandra era seduta nel suo angolo preferito, anche se Vivian non poteva vederla direttamente dietro una specie di “fortificazione di libri” sapeva che lei era li, solo la sua migliore amica si nascondeva dietro i libri quando studiava.
‘ex- migliore amica..’si disse con malinconia mentre passava davanti alle pile di libri che nascondevano la ragazza, si sentì inondata nuovamente da quel senso di vuoto, era terribile sentire così distante una persona sulla quale aveva potuto contare fino a poco tempo prima.
‘Stupida!Vivian sei una stupida!’si torturò mentre cercava un posto dove accomodarsi, per quale motivo l’aveva fatto?Non solo aveva torturato Severus come in preda ad uno stato di follia, ma era anche stata pronta a cacciare via in malo modo l’unica persona che forse le sarebbe stata accanto dopo quanto aveva fatto.
‘stupida ragazzina..’inveì ancora contro se stessa, e per un istante tornò una sensazione che non provava da almeno un mese, quella sensazione di confusione, di repulsione per se stessa, si sentì un’estranea nel proprio corpo.
<no!>Vivian si rese conto che appena seduta aveva cominciato a tenersi le mani sulle tempie come se le dolessero.
<ragazza ti senti bene?>Madam Pince si era avvicinata sentendole sbraitare quel monosillabo, Vivian aprì gli occhi e la guardò.
<ehm..mal di testa..non si preoccupi..>mormorò la ragazza più rossa di un peperone per l’imbarazzo nel notare che tutta la biblioteca la stava fissando, compresa Cassandra che per un istante si era sporta oltre la sua immensa pila di libri.
<dovresti prendere qualcosa ragazza..>la apostrofò la donna con tono quasi acido <ti ricordo che siamo in una biblioteca ed una delle prime regole e fare assoluto silenzio.. quindi a meno che tu non voglia prendere in prestito un libro e andare a studiare fuori da qui cerca di contenerti..>aggiunse poi con il tono di chi aveva imparato a memoria le parole.
<s-si..>sussurò Vivian mentre la guardava allontanarsi con sdegno causato dalla violazione di una regola che lei stessa aveva imposto.
‘perfetto..’si disse sarcastica, chiedendosi ancora una volta cosa diavolo le prendesse in certi momenti..
Con notevole sforzo si concentrò poi sul motivo per il quale era lì in quel momento.
‘La premonizione..’ almeno credeva si trattasse di una premonizione.
Prese un foglio dalla borsa ed estrasse poi la boccetta di inchiostro e la piuma d’aquila, doveva scrivere le parole che la donna aveva pronunciato, era decisamente la prima cosa da fare, così non avrebbe rischiato di minare l’integrità di quello che aveva ascoltato.
Intinse dunque la penna nell’inchiostro ed iniziò a scrivere:
“NELLA QUINTA FASE DEL QUINTO MESE EGLI LIBERERA’ COLORO CHE NON LO HANNO RINNEGATO!E I SEGUACI SI RIUNIRANNO AL LORO TENEBROSO SIGNORE!”.
<mmh.. nella quinta fase del quinto mese..>la ragazza sussurrò le parole mentre le scriveva sulla pergamena.
‘cosa può voler dire?’si chiese ‘che abbia a che fare con la visione che ho avuto?’.
Con un colpo di bacchetta asciugò immediatamente l’inchiostro e piegò il foglio a metà poggiandolo sul tavolo, non voleva che qualcuno leggesse nemmeno per sbaglio.
Si alzò e si diresse verso il reparto di Divinazione, forse li avrebbe trovato qualcosa.
<ecco..>mormorò pochi minuti più tardi, aveva passato quel tempo a cercare un titolo che potesse aiutarla, solitamente quando l’intuito le suggeriva di utilizzare un testo anziché un altro non sbagliava..
“Divinazione Teorica e Pratica di Calcante Fineus”, da ciò che ricordava quel libro veniva spesso usato dagli studenti che decidevano di continuare Divinazione.
‘perfetto..’la ragazza estrasse il pesante e polveroso volume e lo sorresse con entrambe le mani, raggiunse poi la postazione di Madama Pince che colpì il libro con la bacchetta e le chiese una firma su un grosso registro.
‘Vediamo cosa abbiamo qui..’pensò Vivian mentre poggiava il volume sul tavolo e sedeva. Aprì il libro, si soffermò per un istante ad assaporate il familiare odore della pergamena ingiallita a lei tanto gradito, poi prese a sfogliarlo fino all’indice scorrendo con il dito quella lista scritta in calligrafia minuta.
<mmh.. ecco.. forse questo può interessarmi..>sussurrò rivolta a se stessa.
La sezione si intitolava “Influenze esterne all’occhio Interiore”, la ragazza sfogliò il libro fino a quella pagina e iniziò a leggere, un punto in particolare di quella lettura attirò la sua attenzione:
“[...]Come detto in precedenza, le influenze esterne sulla preveggenza possono essere svariate e di varia natura, ma in questo paragrafo vorremo soffermarci su un aspetto in particolare: Le influenze determinate dalla presenza di una seconda persona.”

La ragazza si soffermò a pensare, era decisamente ciò che le interessava, continuò quindi a leggere:
“[…]Dunque esistono vari tipi di influenza da parte di seconde persone e qui ne elencheremo alcune soffermandoci ad esaminarne alcuni brevi tratti: –Influenza diretta;
-Influenza indiretta;
-Influenza condizionata”

Diede poi una veloce letta ai tre parametri e trovò ciò che faceva al caso suo..
“[…] Influenza condizionata:
In questo particolare caso una persona detta “tramite” si ritroverà a sognare e/o immaginare qualcosa che riterrà particolarmente bizzarro, o fuori dall’ordinario.
Si definisce influenza “condizionata” perché lo stesso subconscio della persona si ritroverà ad attirarla o meglio guidarla verso quello che definiremo “l’oggetto veggente” o meglio il “catalizzatore di veggenza”, costituito dalla persona in possesso di una spiccata capacità di lettura del proprio Occhio Interiore.
In tal modo la persona si ritroverà ad esporre ciò che ha sognato o immaginato al “catalizzatore” che tramite questa “influenza condizionata” formulerà la profezia o la premonizione.
[…]ma vi è inoltre una distinzione secondaria da considerare:
-influenza condizionata consapevole;
-influenza condizionata inconsapevole.
[…]quando ci ritroviamo di fronte ad una influenza condizionata inconsapevole il catalizzatore non ricorderà nulla della suddetta profezia o premonizione, nemmeno se indotto a ricordare in qualche modo dallo stesso tramite.
[…]entrambi i tipi di influenza infine hanno una caratteristica comune, per entrambi vi è una corrispondenza di veridicità, in altre parole, entrambi i tipi di profezia, secondo approfonditi studi e documentazioni, sarebbero attendibili, corrisponderebbero dunque a verità.”
Solo dopo qualche minuto Vivian si rese conto che appena finito di leggere quel paragrafo aveva trattenuto il fiato.
‘influenza condizionata inconsapevole.. dunque questo è ciò che è accaduto, io sono stata il tramite della professoressa Cooman, ovvero il “catalizzatore di veggenza”?’rabbrividì per un istante pensando alle ultime parole del paragrafo appena letto.
‘entrambi i tipi di profezia,[…] corrisponderebbero dunque a verità ’quindi qualunque cosa quella profezia volesse dire Vivian poteva essere sicura di una cosa, corrispondeva a verità e si sarebbe avverata.
La ragazza chiuse il volume con uno scatto secco e lo riconsegnò quasi automaticamente, nessuno oltre a lei sapeva di quella profezia, era l’unica persona ad averla ascoltata e neppure chi l’aveva pronunciata ricordava di averlo fatto.. Rimase seduta per circa un’ora a pensare al significato della profezia.
‘il quinto mese..’pensò, doveva trattarsi di Maggio se si contava i mesi a partire da Gennaio, ma non era proprio certa di ciò, di una cosa però era sicura..
‘egli libererà coloro che non lo hanno rinnegato, e i seguaci si riuniranno al loro tenebroso signore’ si ripeté Vivian mentalmente, se la profezia parlava di liberare dei seguaci doveva riferirsi per forza di cose a dei prigionieri.
‘prigionieri di Azkaban..’ precisò la ragazza mentre tamburellava con la matita sul foglio, dopotutto era l’unica prigione per maghi esistente.
Pensando alla visione che aveva avuto la mattina stessa giunse ad una conclusione, era di Mangiamorte che si parlava, non sapeva di detenuti che avessero commesso altri reati, né tantomeno detenuti legati ad un altro “tenebroso padrone”.
Dovevano essere loro, i seguaci dell’Oscuro Signore. Poteva trattarsi solamente di Voldemort, non immaginava a quale altra persona potesse riferirsi; per quanto ne sapeva a parte Grindelwald, mago sconfitto da Albus Silente e che si trovava chissà dove in quel momento, l’unico “nemico” del mondo magico ancora in grado di causare terrore e sconforto era Lord Voldemort.
‘Lord Voldemort..’per un istante la ragazza si crogiolò in un pensiero che le sembrò meraviglioso, si vide sfoggiare un marchio, era il marchio nero e lei rideva follemente.
‘che.. che diavolo mi prende?’sussultò per un istante riprendendosi da quella strana fantasia, poteva mai darsi che diventare una seguace dell’Oscuro Signore la allettasse tanto?
Si riscosse dai suoi pensieri fingendo di non aver mai formulato quella ripugnante e disgustosa visione, tirò dunque le somme di ciò che aveva scoperto.
<la profezia dice che verso Maggio “lui” libererà i prigionieri di Azkaban che gli sono rimasti fedeli..>sussurrò in modo quasi impercettibile, quasi senza emettere suoni.
‘ma è.. terribile.. devo fare qualcosa..’pensò, stava per decidere quando quella ripugnante visione si impossessò nuovamente di lei, ora rideva follemente e torturava una donna.
‘Basta!’si oppose con tutta la forza d’animo in suo possesso per scacciare via quello strano pensiero e riuscì infine ad allontanarlo, si disse che se i suoi calcoli erano esatti a Maggio si sarebbe compiuta tale profezia, dunque non valeva la pena di correre, aveva abbastanza tempo da pensarci con calma, le sembrò che l’apparire di quelle visioni fosse attribuito al fatto che stava sforzando la mente già abbastanza provata dalla giornata.
‘ci penserò.. in seguito..ho abbastanza tempo, non devo esagerare per oggi’.
Così facendo la ragazza allontanò definitivamente il problema “profezia” dalla sua mente e per incoraggiare tale processo si concentrò invece su ciò che era accaduto quando aveva incontrato il professor Piton mentre andava vai dalla torre di Divinazione.
‘cos’era quella cosa che teneva in mano? E perché mai la nascondeva?’si chiese con espressione concentrata, attorno a lei la biblioteca si stava svuotando,segno che doveva essere quasi ora di cena, la luce proveniente dalle vetrate variopinte delle finestre era sempre minore e quella delle candele sempre maggiore.
'ho ancora tempo..'voleva fare una ulteriore ricerca, doveva sapere il più possibile sugli usi magici delle sfere di cristallo, doveva sapere cosa aveva in mente Piton, dopotutto lui era tornato con l'Oscuro Signore, poteva darsi che stesse tramando qualcosa riguardo la profezia che lei aveva ascoltato prima.
< sono le ore diciotto e trenta, gli studenti sono pregati nella rimanente mezz'ora di rimettere in ordine ciò che hanno consultato in tempo utile alla chiusura.>l'avviso di madama Pince echeggiò contro le pareti amplificato dall'incantesimo Sonorus.
'accidenti!’ una sola mezz'ora non le sarebbe bastata, ma qualcosa le diceva che non poteva aspettare il giorno successivo..
<mi scusi.. Madama Pince?>chiese Vivian sporgendosi oltre il banco della bibliotecaria.
<cosa c'è ragazza?> chiese Madama Pince con tono asciutto, il tono di una donna estremamente indaffarata.
<vorrei sapere se.. se c'è un libro per.. capire gli utilizzi delle sfere di cristallo..>chiese con tono quasi innocente.
<mi prendi in giro ragazza?lo trovi nel reparto Divinazione, sei qui per farmi perdere tempo?>la donna la guardò con un cipiglio severo.
<ma ..quel libro dice solamente che si utilizzano per leggere il futuro..>azzardò la ragazza abbassando lo sguardo.
<e per cos'altro vorresti utilizzare una sfera di cristallo?>la guardò come se la domanda fosse talmente ovvia da non necessitare di una risposta, ma c'era qualcosa in quello sguardo che spingeva Vivian a credere che si trattasse di una bugia.
<e cosa mi dice del..Reparto Proibito?>la ragazza rimase in attesa di una risposta.
<va VIA RAGAZZA!>sbraitò la donna spazientita, ma forse anche spaventata <sai bene cosa ha ordinato la professoressa Umbridge!>aggiunse a bruciapelo.
<e va bene va bene!>aggiunse Vivian senza obbiettare, poi posò il libro che aveva preso in prestito sul banco della bibliotecaria.
'al diavolo!'si disse mentre si allontanava dalla postazione di Madama Pince, la professoressa Umbridge aveva fatto sparire buona parte dei libri che solitamente era consentito usare agli studenti e li aveva trasferiti nel Reparto Proibito, vietando poi a chiunque di farne uso, anche se munito di un permesso firmato..
'E ora come faccio?' si chiese mentre raggiungeva il tavolo e sistemava le proprie cose nella borsa.
'che strano..'pensò guardandosi intorno per un istante, tutti gli studenti che fino a poco prima sembravano immersi nella lettura si erano dileguati, e ora a parte il rumore della penna di Madama Pince che grattava sul registro di pergamena non poteva udire altro.
'E’ il momento perfetto..'pensò mentre con passo quasi felino si dirigeva verso il Reparto Proibito, la penombra delle scaffalature le forniva una buona copertura.
Un rumore la fece arrestare improvvisamente, qualcosa era caduto da uno scaffale a pochi metri da lei, e Madama Pince si schiarì la voce. <siete pregati di fare attenzione e di lasciare la biblioteca..>disse la donna alzandosi per andare a controllare, utilizzando un tono quasi spazientito.
'Oh luridissimo Troll..'pensò Vivian mentre si rannicchiava dietro uno scaffale sperando di non essere vista.
Per una manciata di secondi la ragazza temette di essere scoperta, ma trasse poi un sospiro di sollievo nel sentire che la donna si stava allontanando di nuovo.
'Meglio approfittarne ora..' si alzò, e continuando a camminare lentamente e silenziosamente si ritrovò oltre il cordone rosso del Reparto Proibito.
'Eccoci qui..'pensò mentre si guardava intorno nella sinistra penombra di quel luogo, l'odore di pergamena era più intenso, ciò le fece intuire che alcuni di quei libri dovevano essere antichi come la scuola stessa.
'Dove cercare?'la ragazza si guardò intorno perplessa e quasi intimorita da quali oscuri segreti potessero celarsi tra le pagine di quei libri, stava per prendere una decisione quando tutto si fece buio, Madama Pince aveva spento le luci e stava per andarsene, la ragazza trattenne ancora una volta il respiro sperando che non decidesse di fare un giro di controllo.
"CLUNK", il rumore della porta chiusa fece nuovamente rilassare la ragazza, ora era sola e avrebbe potuto agire indisturbata.
'vediamo.. dove mi nasconderei se fossi un libro di Divinazione?' pensò mentre fissava le iscrizioni in cima agli scaffali.
'Taumaturgia, Tecnologia Babbana.. ’ Vivian si arrestò davanti ad uno scaffale che aveva attirato la sua attenzione: ' Top Secret?perché dovrebbe esserci una sezione Top Secret all'interno di un Reparto Proibito?è già segreto dato che è “Proibito”..'.
Mentre guardava i titoli della suddetta sezione, a lei completamente sconosciuti, fu poi attratta da uno in particolare.
"Ufficio Misteri, Segreti Divinatori".
<forse fa al caso mio..>sussurrò mentre si alzava sulle punte ed estraeva il libro dallo scaffale.
Per un istante temette che il volume potesse farle qualcosa, ma nel poggiarlo su un banco si rese conto che era assolutamente innocuo, solo un semplice libro, o quasi...
<vediamo...>mormorò mentre puntava la bacchetta illuminata sul volume aperto; a giudicare dal titolo sembrava parlasse di attività svolte al ministero, ma numerose cose, se non tutto il libro sembravano scritte in uno strano linguaggio.
'non è runico.. forse è una scrittura in codice..maledizione!'pensò mentre scorreva quelle interminabili liste di segni per lei privi di ogni senso.
Ecco che sfogliando il libro trovò l’unica pagina dell’intero volume che contenesse delle illustrazioni.
Le suddette illustrazioni sembravano rappresentare un turbinio di parole senza senso, le parole giravano attorno ad un mago che agitava la bacchetta, e il mago le racchiudeva infine in quella che sembrava una sfera di cristallo.
'una sfera di cristallo?e delle parole racchiuse in essa con un incantesimo..'decifrò osservano l'immagine più volte, e seguendo i flussi di parole con gli occhi come se potesse carpirne un significato.
'forse è quello che cercavo.. si può utilizzare una sfera per racchiudervi.. parole?'poi pensò al titolo del volume:"Segreti Divinatori".
Finalmente ebbe un intuizione, non si racchiudevano parole in una sfera, era un particolare tipo di parole, aveva sentito spesso i suoi genitori parlare di "contenitori di profezie", significava dunque che era possibile utilizzare piccole sfere di cristallo per immagazzinarvi delle profezie.
<e così.. Piton stava andando a raccogliere una profezia..>mormorò tra se mentre un'altra intuizione affiorava alla sua mente.
<non può essere la stessa che ho ascoltato.. le profezie vengono pronunciate una volta soltanto..>sussurrò rivolta a se stessa.
'devo scoprire di cosa si tratta.. e se lui stesse cercando di utilizzarla per aiutare l’Oscuro Signore?'pensò rabbrividendo, doveva fare qualcosa, non poteva stare senza far nulla ora che era quasi certa che Piton tramasse qualcosa.
Si sbrigò a posare il volume esattamente al suo posto e con estrema cautela raggiunse l'atrio principale della biblioteca.
Da li uscire non fu difficile, le bastò lanciare un incantesimo sulla porta che scattò quasi immediatamente, e ritenendosi fortunata che Madama Pince avesse dimenticato di chiudere con i dovuti incantesimi, sgattaiolò verso la Sala Grande attraverso alcuni corridoi non pattugliati.
Guardando l'orologio si rese conto che da lì a poco le porte si sarebbero aperte riversando studenti sazi e assonnati nell'atrio principale, si nascose nella familiare nicchia dove un anno prima si era nascosta assieme a Cassandra per non farsi scoprire da Moody, poi attese..

‘molto bene..’pensò mentre la folla di studenti sciamava fuori dalla Sala Grande poco più tardi, approfittò del passaggio di un consistente gruppo di ragazze del Corvonero per intrufolarsi tra la folla, e traendo un sospiro di sollievo si rese conto che nessuno aveva notato la sua assenza, nemmeno la Umbridge che stava sempre attenta a cercare scuse per punire gli studenti.
Si fermò di fronte all’ingresso dei Sotterranei ed intravide Piton tra la folla, l’uomo sembrava estremamente pensieroso, e Vivian notò che si tastava continuamente la tasca nella quale lo aveva visto introdurre la sfera di cristallo.
‘cosa nascondi Severus Piton?’si chiese la ragazza mentre lo guardava passare proprio davanti a se..
Con suo stupore l’uomo non la notò, si limitò a tenere la testa bassa intrufolandosi rapidamente nel proprio ufficio; leggermente perplessa la ragazza raggiunse il dormitorio e prese a rimuginare su come avrebbe potuto scoprire i suoi piani, per un istante vide nella sua mente una scena gloriosa, si vide smascherare i grandi piani dell’Oscuro Signore, si vide ricevere un Ordine di Merlino alla sola età di quindici anni, tutti ai suoi piedi la veneravano..
<ordine di Merlino..>mormorò trasognata, ma qualcosa la destò nuovamente, Cassandra l’aveva urtata mentre leggeva e camminava come suo solito, alzò lo sguardo dal libro e la guardò con rabbia.
<guarda dove metti i piedi!>sbraitò seccata, poi la fissò con disprezzo e si allontanò.
‘ma chi crede di essere?’Vivian la guardò allontanarsi con sdegno.
La ragazza tornò a stupirsi di se stessa, cosa le stava succedendo?
Veniva presa da strane fantasie mentre camminava, si arrabbiava facilmente, a volte non si sentiva se stessa..
‘devo essere stanca.. decisamente stanca..’mentre si metteva a letto qualcosa la fece tremare per un istante.
‘e se fossero altre premonizioni?Oh Merlino!e se dovessi fare ancora da tramite?’la ragazza guardava fisso il baldacchino del letto nella penombra della stanza.
‘devo stare lontana dalla Cooman.. non posso.. non voglio ascoltare enigmatici futuri, non voglio sapere cosa deve accadere senza poter fare nulla!’.
Senza rendersi conto Vivian si addormentò; sognò di leggere quel volume che aveva trovato in biblioteca e di capire buona parte di quello che c’era scritto, non era più una valanga di parole insensate ma limpide frasi scritte, e questo valse a farle comprendere che non aveva sbagliato, il suo intuito aveva ancora una volta fatto centro.
La mattina successiva Vivian lasciò il dormitorio di buonora, doveva osservare i movimenti di Piton, doveva scoprire cosa aveva in mente.
Proprio mentre si nascondeva dietro una statua le venne in mente ciò che aveva sognato, e le sembrò di averlo sempre saputo, come se fosse stato tutto “scritto” nella sua testa..
‘Secondo le leggi del Ministero della Magia nel momento in cui una profezia viene pronunciata, chiunque si ritrovi a doverla “raccogliere” è obbligato a recarsi presso l’Ufficio Misteri per denunciare l’avvenuta rivelazione, ed è inoltre obbligato a “consegnare” la profezia alle autorità competenti, in modo tale da conservarla per evitare che cada in mani sbagliate.’
<esatto..>mormorò tra se come se ciò fosse stato terribilmente ovvio, se Piton aveva davvero raccolto una profezia e la teneva nel proprio ufficio, allora stava commettendo un reato.
Finalmente dopo quasi mezz’ora Piton uscì dal proprio ufficio, Vivian rimase ad osservarlo dal suo angolo, e notò che sembrava non aver dormito.
‘ed ecco che cominci a tradirti.. smascherarti sarà facile..’sorrise soddisfatta.
Vivian pensò che fosse meglio seguirlo, si recò dunque in Sala Grande per fare colazione.
Poco dopo che l’uomo si era allontanato Vivian controllò l’orario delle lezioni, Pozioni sarebbe stata la prima della giornata, e questo voleva dire che per due ore avrebbe avuto via libera.
‘tanto a lui non importerà se ci sono durante le sue lezioni..’pensò mentre dalla Sala Grande si dirigeva nuovamente nel corridoio dei sotterranei, aveva studiato tutto alla perfezione, e attese che non vi fosse più anima viva.
<via libera!> sussurrò quando l’ultimo studente ebbe oltrepassato la porta dell’aula di Pozioni chiudendola alle proprie spalle, fu allora che scattò in avanti verso l’ufficio di Severus..
‘speriamo non abbia chiuso la porta magicamente..’ pensò mentre si rannicchiava davanti alla serratura.
<alohmora!>sussurrò colpendo il chiavistello con la punta della bacchetta, non accadde nulla.
‘dannazione!’Piton doveva aver previsto che qualcuno potesse entrare e aveva usato degli incantesimi di sicurezza, la ragazza rimase rannicchiata continuando a tentare vari contro incantesimi ma senza raggiungere alcun risultato, nonostante ciò continuò a provare, doveva entrare a tutti i costi...
Dopo una manciata di minuti ricca di sobbalzi e occhiate furtive finalmente la porta scattò verso l’interno per aprirsi e lasciarle libera la strada.
<pfiu!>Vivian sospirò di sollievo appena riuscì a chiudersi la porta alle spalle, come aveva immaginato, Severus aveva utilizzato non uno ma ben tre incantesimi diversi, ma lei non si era data per vinta ed aveva raggiunto il suo scopo.
<vediamo..da dove posso cominciare?> la ragazza si guardò intorno nel familiare ufficio, teatro delle numerose sventure dell’anno precedente.
Nell’osservare la scrivania ricordò quel cassetto, quello nel quale aveva trovato il diario delle memorie di Severus, e chiedendosi se questo si trovasse ancora al suo posto si rese conto che la sua curiosità era caduta su qualcosa di nuovo, qualcosa che fino a pochi mesi prima non si trovava su quella scrivania.
<un.. piccolo baule?>disse fissando l’oggetto in un misto di curiosità e perplessità, non era più grande di un libro, e sembrava fatto di legno di noce intarsiato con motivi arabescati in argento.
Ad uno sguardo più attento notò che al posto di una serratura o un lucchetto vi era una targhetta anch’essa d’argento che recava delle incisioni.
“QUANDO LO USI HAI IL CUORE A DESTRA”.
<che cosa vorrebbe dire?>Vivian lesse e rilesse più volte quella frase senza riuscire a trarne un significato valido, doveva essere un indovinello, e qualcosa le diceva che la profezia doveva essere all’interno di quel contenitore.
<cuore a destra.. cuore a destra.. accidenti!>sbuffò spazientita, era chiaro che quella ”serratura”richiedesse una parola d’ordine, ma quale oggetto doveva avere il potere di spostare il cuore di chi lo usava?
<deve voler dire qualcosa!>la ragazza si guardò intorno alla ricerca di una soluzione negli oggetti che la circondavano, per un folle istante pensò di mettersi a recitare i nomi di qualunque cosa le capitasse a tiro, ma ripensandoci la soluzione poteva anche essere qualcosa che in quell’ufficio non c’era, non poteva di certo cercare sui libri, una sola mezz’ora non le sarebbe bastata nemmeno ad aprirli.
I minuti scorrevano e il ticchettare della vecchia pendola sul camino le metteva crescente ansia, ad un tratto la ragazza si abbandonò a sedere dietro la scrivania con aria quasi rassegnata e affondò il viso tra le mani, tutto quel pensare le aveva fatto venire un grosso mal di testa e gli occhi le dolevano.
<cosa VUOL DIRE!>scandì la ragazza massaggiandosi le tempie, ora aveva anche la bocca stranamente secca, cosa che la deconcentrava ulteriormente.
‘Devo bere..’estrasse la bacchetta <aguamenti..>sussurrò puntando poi la bacchetta verso la propria bocca.
<accidenti!>si era distratta, e tutta l’acqua ora bagnava il pavimento dell’ufficio rendendolo più umido ed inospitale di quanto già non fosse.
<no..accidenti no!>Vivian puntò la bacchetta al pavimento per asciugare l’acqua, ma il suo riflesso la fece arrestare immediatamente, attraverso quella sorta di pozzanghera sembrava che tenesse la bacchetta con la mano sinistra.
<quando..lo usi..>senza spostare l’attenzione dalla pozzanghera portò la mano sinistra sul cuore <il cuore è a destra!>.
Esultò prima ancora di giungere alla conclusione effettiva.
<ma certo!come ho fatto ad essere così stupida?è lo specchio!>lo sguardo di Vivian si spostò sul piccolo baule al centro della scrivania.
<specchio!>esclamò senza controllare l’intensità della propria voce, fu così che l’oggetto emise uno scatto secco e si spalancò mostrandole una sfera di cristallo poco più grande di un Boccino d’Oro, l’oggetto era poggiato su un piccolo cuscino di velluto nero e conteneva una strana sostanza, come una sorta di vorticante nebbiolina bianca..
<eccoci qui dunque..>mormorò con tono mistico in una perfetta imitazione della Cooman.
<finalmente scoprirò cosa nascondi..>disse rivolta a quella piccola sfera, mentre si avvicinava il cuore balzava nel suo petto mancando quasi i battiti, stava per scoprire qualcosa che probabilmente l’avrebbe sconvolta, o forse l’avrebbe solamente messa sulla pista giusta.
Quando la sua mano si chiuse attorno alla sfera emanò una sorta di lieve tepore che si propagò per tutto il suo corpo, Vivian chiuse gli occhi.
<rivelami.. i tuoi segreti..>recitò chiudendo anche l’altra mano attorno alla sfera.
Vivian udì una voce remota nella sua mente, non poteva capire cosa dicesse, e nell’istante in cui la voce cominciò ad “avvicinarsi” la porta dell’ufficio si spalancò..
<che ACCIDENTI SUCCEDE!>Severus aveva sbattuto la porta alle proprie spalle con rabbia ed aveva mosso un passo, la ragazza trasalì per il rumore improvviso.

Severus non fece in tempo a muoversi, la voce si era fatta più vicina nella mente di Vivian e lei aveva quasi carpito alcune parole; ma tale voce sparì nell’istante in cui la sfera di cristallo rovinò sul pavimento riducendosi in frantumi, qualcosa di simile ad un fantasma si librò nell’aria.
Piton rimase quasi impietrito nell’osservare quella scena, e prima che quella specie di “spettro” potesse proferire parola agitò la bacchetta in un ampio gesto e la stanza fu pervasa da un acutissimo rumore simile allo strillo di una mandragola.
Vivian poteva vedere quel fantasma dalle sembianze della Cooman muovere le labbra per pronunciare delle parole, ma l’incantesimo di Severus le riempiva i timpani come se avesse una consistenza materiale vera e propria, Piton socchiuse gli occhi in un evidente sforzo, anche i suoi timpani erano sensibili a quell’assordante frastuono.
Sembrava che la ragazza fosse sul punto di svenire, quel rumore si propagava in tutte le viscere e le dava la nausea, stava per mettersi ad urlare quando il rumore svanì come se nulla fosse accaduto, entrambi si ritrovarono a fissare i frantumi di cristallo che ora brillavano sul pavimento per una lunga manciata di minuti.
<perche’ LO HA FATTO!>strillò Vivian fissandolo con odio.
<non SEI NELLA POSIZIONE DI FARE DOMANDE!>Piton alzò la voce e la fissò minaccioso.
<io LO SO!LO SO CHE TRAMA CON L’OSCURO SIGNORE!>lo apostrofò furiosa, nel sentire quelle parole Severus la fissò con lo sgomento dipinto sul volto.
<cosa vai insinuando?!>si avvicinò di un altro passo costringendola ad arretrare, era talmente furioso che i suoi occhi emanavano pericolosi bagliori.
<.. lei è.. me lo ha detto lei che è tornato dall’Oscuro Signore!>Vivian si munì di uno sguardo di sfida.
<non sono affari che ti riguardino!>rispose l’uomo a denti stretti, quasi trattenendo una valanga di insulti.
<invece si!.. deve dirmelo.. deve dirmi cosa dice la profezia!>la ragazza prese coraggio e si avvicinò nuovamente.
<profezia?>Severus la guardò stupito delle sue parole <come facevi a saperlo?!>.
Vivian approfittò dell’esitazione dell’uomo per godersi un po’ di sano trionfo <incredibile quante cose si apprendono dal reparto proibito, vero?>.
<tu non avevi il permesso.. come hai fatto?>chiese fissandola sempre più sbalordito.
<non sono affari che le riguardino..>Vivian non era in se, estrasse la bacchetta e la puntò all’uomo <mi dica immediatamente cosa diceva la profezia!>lo minacciò, la mano ferma sulla bacchetta, aveva già utilizzato la maledizione Cruciatus su di lui, non sarebbe stato un problema farlo di nuovo, e il suo sguardo lasciava perfettamente intendere le sue intenzioni.
<come OSI PUNTARE LA BACCHETTA A UN PROFESSORE?>sbraitò Severus fuori di se.
<ho Già DETTO CHE NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDINO!>aggiunse estraendo anch’esso la bacchetta, era sulla difensiva, pronto a scattare in caso lei avesse deciso di agire.
<sporco MANGIAMORTE!>Vivian avanzò di un altro passo mossa da fini quasi nobili.
<stai TRAMANDO CON L’OSCURO SIGNORE!TU!LURIDO MANGIAMORTE!>lo apostrofò.
<zitta!STA ZITTA MALEDETTA RAGAZZINA VIZIATA!>avanzò ancora e puntò la bacchetta contro la gola della ragazza.
<credi Dì CONOSCERMI NON è VERO?NON SAI NULLA!SPARISCI DALLA MIA VISTA!>continuò Piton, Vivian aveva puntato la bacchetta al petto dell’uomo.
<so CHE SEI UNO SPORCO TRADITORE!QUESTO BASTA!>il viso di Severus si contorse in una smorfia di rabbia.
<ti ODIO RAGAZZINA!>oramai non gli importava, aveva sofferto troppo per sentire dolore nel trattarla male, lo meritava, aveva causato qualcosa di irreparabile, la rottura della profezia voleva dire una sola cosa...si sarebbe avverata...
Se dire quelle parole in quell’istante non scalfì affatto l’uomo, la ragazza invece sembrò quasi rinsavire, come se una scheggia di ragione avesse colpito la sua mente in quella esplosione di rabbia, gli occhi si riempirono di lacrime, ma non lui non doveva vederle.
<n-non è vero!>la mano di Vivian tremò sulla bacchetta <lei mi ama!>la seconda frase era permeata di un tono supplicatorio, lui non poteva parlare sul serio.
L’uomo, che oramai era partito inesorabilmente scoppiò in una fragorosa risata di beffa <se sono dalla parte dell’oscuro signore non vedo perché dovrei amarti!>sembrò quasi che stesse sputando veleno tanto erano pungenti le sue parole.
<si TENGA LA SUA DANNATISSIMA PROFEZIA!>sbraitò Vivian in un tono che lasciava trasparire l’arrivo di imminenti lacrime, l’uomo le aveva confessato tutto, se prima aveva provato qualcosa nei suoi confronti quel qualcosa doveva essersi dileguato, come se lui non avesse provato mai nulla per davvero.
La ragazza posò la bacchetta nella tasca interna del mantello e lasciò l’ufficio prima che le lacrime iniziassero a cadere sulle sue guance.
<è fatta.. è il momento di chiudere tutto..>mormorò Severus ascoltando i passi di Vivian che si allontanavano nel corridoio.
<cos’è l’amore?>fissò i frammenti della profezia con espressione drammatica <l’amore non ci salverà..è eterno tormento..struggente passione che distrugge ogni cosa..>sospirò e fece sparire i frammenti dal pavimento, <debolezza perenne che ci rende inermi..>.
Per l’ennesima volta Severus si ritrovò a pensare di essere riuscito nel suo intento, si chiese se quella sarebbe stata la volta definitiva, se per una volta buona Vivian avesse deciso di lasciar perdere, di fingere che lui non fosse mai entrato nella sua vita.
<ora nulla importa..>sussurrò mentre sedeva dietro la scrivania, chiuse gli occhi in un gesto stanco.
<non posso fare nulla per lei.. ho tentato..e ancora una volta ho fallito..>sospirò fissando il cielo dalla finestra con fare malinconico.
‘non posso pensare a tutto .. ’, pensò mentre agitava distrattamente la bacchetta dissolvendo l’incantesimo isolante dalla porta, fortunatamente nessuno aveva sentito rumori dall’esterno, cosa che benedì, ci sarebbe mancato solo doversi preoccupare d’altro..
Stanco a causa della notte insonne decise di riposare, ma per la prima volta da tanto tempo non pensò alla ragazza prima di addormentarsi; qualcosa di più oscuro incombeva minaccioso nella sua mente, qualcosa che probabilmente lo avrebbe condannato a soffrire di nuovo a causa di colei che amava.
<non posso.. fare più nulla.. addio..>mentre prendeva sonno lentamente rimase solo con quell’ultimo oscuro pensiero, la profezia :

“LEI CADRA NEL BARATRO OSCURO ED INESORABILE!LA SUA VITA SARA’ DONATA A COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO!NON AVRA’ SCAMPO, E LOTTERA’ PER LUI PERCHE’, COLUI CHE AMA L’HA RIPUDIATA!”.







Ed eccoci giunti alla fine, lo so è un aggiornamento lunghissimo XD spero sia di gradimento perchè il prossimo dovrebbe essere a breve finito :)

Edited by SnapeTear89 - 15/8/2011, 10:14

Attached Image: 261395_2262925258961_1423376067_32611346_1335804_n

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Mary Tyndale
view post Posted on 14/8/2011, 07:06




nonononononoooooooo
Vivian ma poverinaaaaa... anzi poveri tt e due!
Dannata profeziaaaa
perchè dovrebbe dire che tra di loro nn funzionerà più???
Uff...
Complimenti Vivian-chan! Ho notato che sei migliorata molto nel descrivere
luoghi, cose e altro!
Mi è piaciuta molto la descrizione della profezia! Molto tecnica tipica di un libro!
Brava!
Cavolo davvero povera Vivian... abbandonata dai suoi amici Cassandra e Draco,
Severus che non la guarda più... credevo finisse molto male...
però dai, Sev ha detto che stava dalla parte di Vold x proteggerla...
ma mica ce lo può dire... ma... ma... siiiii un giorno glielo dirà vero? vero vero?

Complimentoni di nuovo Vivian-chan! Alla prossimaaaa
Bel capitolo, anke se triste... X°°°°


 
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CassandraLestrange
view post Posted on 19/8/2011, 10:04




povera Vivian??? o.O quella è una pazza!
Vi.. quando il mio pg si deciderà a suonargliele di santa ragione, sarà sempre troppo tardi u.u

p.s. bei bracciali :P
 
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Mary Tyndale
view post Posted on 19/8/2011, 12:38




ciao Cassandra! io intendevo povera Vivian a causa delle conseguenze
che le sn capitate... cmq ha fatto bn il tuo PG a rimproverarla, chi nn lo avrebbe fatto?

p.s. i bracciali li hai fatti tu? complimenti, hai occhio e passione!!!! X333
 
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CassandraLestrange
view post Posted on 19/8/2011, 12:57




uhuh grazie! XD
vedrai che succede nel prossimo capitolo!!
 
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Mary Tyndale
view post Posted on 19/8/2011, 13:03




nn vedo l'oraaaaaa chissà cs succedeeeee X3333
 
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Welverance
view post Posted on 6/9/2011, 00:51




mi piace tanto la tua ff!!! anche se devo ammettere che non l'ho potuta leggere tutta, mi sono soffermata sulle parti coccolose :OO:
spero tanto che la continui
:OO: :OO: :OO:
 
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SnapeTear89
view post Posted on 26/11/2011, 15:46




Ecco l'aggiornamentooooo!!!Non posso fare a meno come al solito di ringraziare Cassandra, Mary e tutti tutti tutti coloro che leggono e seguono la mia FF! :OO:
GRAZIE GRAZIE GRAZIEEE! :T_T: sono commossa!
Buona lettura a tutti!




CAPITOLO 24- NON DEVO DIRE BUGIE

“Sempre nel mio cuore” Vivian fissava il ciondolo con aria assorta, la dolce melodia emanata dal piccolo cuore d’argento aveva come sempre il potere di calmarla, anche se a dire il vero in quel momento non vedeva la necessità di calmarsi. Aveva vissuto gli ultimi mesi in modo quasi apatico, a lungo si era interpellata su cosa poteva contenere la profezia nell’ufficio di Piton e si era ritrovata come sempre con un pugno di fumo, era stata costretta ad accettare la verità; ovvero che non lo avrebbe scoperto, solo Severus lo sapeva.
‘siamo pari almeno...’rigirò il cuore tra le mani chiudendolo con uno scatto. Infondo non aveva tutti i torti, entrambi avevano ascoltato una profezia ed erano gli unici ad esserne al corrente, ma c’era usa sostanziale differenza... lui non sapeva che Vivian avesse ascoltato una profezia, al contrario di lei.
Vivian si rigirò sbuffando sul divano, era stufa di dare le spalle al camino, e posato il ciondolo al sicuro nella camicetta spostò lo sguardo sulle fiamme, adorava osservare la calda incostanza del fuoco...
Erano passati mesi dall’ultimo contatto con Piton, eppure in un angolino della sua mente non riusciva a farsene una ragione, non riusciva a mettere da parte quella storia.
Mentre le fiamme scoppiettavano a Vivian sembrò di rivedere tutto ciò che era accaduto come proiettato su di esse, si rivide mentre si introduceva nell’ufficio di Severus, rivide la sfera infrangersi sul pavimento come se la scena stesse accadendo davanti ai suoi occhi, e poi la fuga per nascondere a lui le lacrime, ed eccola mentre si stendeva sul divano e stringeva a se il ciondolo inondandolo di lacrime come le era spesso accaduto, e come stava accadendo di nuovo in quel momento.
‘Cosa mi succede?’pensò chiudendo gli occhi per un istante, poi il suo sguardo si spostò sulla finestra, doveva aver dormito un bel po’ dato che era notte fonda, la luna gettava candidi raggi sul pavimento attraverso il vetro.
‘Devo smetterla...’ si disse convinta mentre si dirigeva al suo dormitorio, avrebbe volentieri girato per i corridoi ma non valeva la pena di rischiare una punizione.
’O peggio.. rischiare di fare qualcosa di piacevole per la Umbridge.’ aggiunse infastidita al solo pensare a quel nome.
‘Astronomia...’pensò controllando l’orario delle lezioni, poi diede un rapido sguardo al suo orologio da polso e apprese che era mezzanotte, la lezione di Astronomia all’osservatorio sarebbe cominciata da li a mezz’ora, non aveva affatto intenzione di arrivare tardi così iniziò a prepararsi, intanto le compagne(Cassandra che non osava neppure guardarla in faccia, Jessy che faceva pressoché la stessa cosa e Pansy che la fissava come al solito con la sua aria di superiorità)facevano lo stesso.
<chissà quali costellazioni osserveremo stasera... > squittì la vocina fastidiosa di Pansy Parkinson da un angolo non ben identificato della stanza.
‘Se non sapessi che sei più stupida di un’oca forse ti degnerei di una risposta’ rispose Vivian nella sua mente, non valeva la pena di esternare quel pensiero, ci mancava solo un “battibecco di mezzanotte” con la “donna carlino” per rendere interessante la nottata.
<credo che stasera ci soffermeremo sulla luna... >rispose Jessy.
Vivian non poté fare a meno di voltarsi verso Cassandra per vedere cosa ne pensasse, ma sembrava più gelida di una valanga di neve.
’Più gelida di Piton a prima mattina... ’aggiunse trattenendo una risata, ma il ricordo di quello che era successo non tardò a tornare e distrusse quel bagliore positivo che per un istante aveva avvolto la sua mente.

‘Che meraviglioso profumo... ‘ pensò Vivian mentre saliva le scale della Torre di Astronomia assieme ai suoi compagni, l’aria iniziava a profumare d’estate ed era piacevole starsene in cima alla torre più alta a contemplare la notte. Come ogni volta dall’inizio di quell’anno Vivian non poteva fare a meno di pensare a quanto avesse amato quel posto fin dai primi giorni di scuola, e a quanto stesse cominciando a sentirsi in trappola a causa dei cambiamenti che c’erano stati. Sospirò per un istante e prese posto scacciando via i pensieri che la tormentavano, la luna illuminava i visi degli studenti con la sua pallida luce.
<stasera parleremo della luna...> la voce della professoressa Sinistra giunse molto flebile all’orecchio della ragazza.
<aprite il libro a pagina 234...> aggiunse poi la donna, mentre Vivian, -distesa sul pavimento- si accingeva ad aprire il libro sfogliandolo pigramente alla luce delle candele fluttuanti.
Vivian gettò un’occhiata furtiva a Draco e Cassandra, i due la guardarono interrogativi, per un istante il cuore della ragazza fece un balzo, forse i sentimenti dei suoi amici erano mutati, magari da un momento all’altro le avrebbero sorriso in modo amichevole e avrebbero fatto pace...
<non hai sentito...?> sibilò Cassandra in tono di rimprovero <pagina 234..> aggiunse secca, senza lasciar spazio alcuno a delle obbiezioni.
Vivian annuì e tornò al suo libro con aria delusa, aperto il libro alla pagina giusta si ritrovò di fronte ad uno schema sulle fasi della luna.
<molto bene, ora scrutate il cielo con i vostri telescopi e poi mi direte in quale fase lunare ci troviamo, e poi spiegherete cosa vi ha portato a tali conclusioni...>Vivian iniziò immediatamente a scrutare la luna, doveva essere crescente, ma faceva spesso confusione tra il plenilunio e la fase precedente.
‘ Fasi lunari?’ pensò tra se, qualcosa di quelle parole le sembrava familiare ma non riusciva a comprendere cosa, confrontò ciò che vedeva con lo schema sul libro e si ritrovò con la mano alzata. A quanto pareva Cassandra l’aveva già preceduta, e non la degnò di uno sguardo mentre Vivian la guardava con l’espressione di chi ha appena ricevuto uno schiaffo.
Non appena la professoressa le diede il permesso di parlare Cassandra espose la sua osservazione, il suo modo di spiegare era sempre conciso ed impeccabile, non c’era cosa che Cassandra non sapesse fare bene come spiegare le proprie conclusioni.
<ci troviamo nella quinta fase lunare, o plenilunio dato che... > Vivian non udì il resto delle parole di Cassandra, la sua mente aveva iniziato a viaggiare, galoppava attraverso vaghi ricordi e sensazioni, attraverso parole scritte che fluttuavano davanti ai suoi occhi come se la sua mente fosse una piuma che scriveva su di un invisibile foglio.
‘Ma certo la quinta fase!’si disse sentendosi profondamente sciocca e picchiandosi distrattamente la fronte con il palmo della mano.
Quante volte aveva avuto quello schema sotto gli occhi mentre studiava Astronomia?Quante volte aveva osservato la soluzione che da tempo cercava senza rendersene conto?
<la QUINTA FASE!>Vivian era scattata in piedi, era talmente presa dai suoi ragionamenti che aveva alzato la voce fissando il cielo con aria assorta, come ipnotizzata dalle stelle e dalla luna stessa. Il cuore le martellava in petto furioso, aveva scoperto qualcosa che andava realizzando lentamente, e che temeva sempre più.
< Morris... Lestrange lo stava appunto spiegando... > la professoressa Sinistra la osservò perplessa.
<qualcosa non va ragazza?>aggiunse poi tentando di comprendere cosa l’aveva spinta a comportarsi in quel modo bizzarro.
<ehm...NO!>Vivian si riscosse improvvisamente dai suoi pensieri e si rese conto di essere l’unica in piedi, aveva i pugni serrati quasi a renderle le nocche bianche, e doveva avere un’espressione a dir poco preoccupante a giudicare dagli sguardi che si erano appena appuntati su di lei.
<mi-mi scusi! >aggiunse diventando sempre più rossa di parola in parola.
<morris, fa pure una pausa, è comprensibile a quest’ora... e non hai una bella cera, vuoi che qualcuno ti accompagni?>consigliò la donna osservando attentamente e temendo che la ragazza potesse svenire da un momento all’altro.
<si.. Grazie..> Vivian rispose con tono piatto ed annuì distrattamente, poi si voltò verso Cassandra guardandola negli occhi.
<per favore... mi accompagni?> lo sguardo supplichevole di Vivian non ammetteva alcun no, Cassandra la fissò per un istante come per comprendere cosa le prendeva, ma appena vide lo stato in cui l’amica(o ex-amica) si trovava, sembrò decidere e rispose in tono asciutto <va bene..>.

<vuoi spiegarmi cosa succede?>cominciò Cassandra con aria contrariata, per tutto il tragitto fino al vecchio bagno di Mirtilla Vivian era stata più silenziosa di una tomba.
’Mi sta facendo perdere la lezione... speriamo ne valga la pena!Perché ho accettato di accompagnarla?’pensò Cassandra accigliandosi per un istante.
<devo, dirti una cosa importante..>Vivian alzò lentamente lo sguardo con fare grave e lo allacciò a quello dell’amica, era il momento di mettere da parte i dissapori, aveva bisogno di qualcuno che le credesse...
<qualcuno ha smesso di essere membro del tuo Fan Club?>la canzonò Cassandra con tono quasi di disprezzo.
<cassandra ti prego ascoltami... Ti riguarda più di quanto tu creda!>le disse Vivian con tono serio, l’amica sembrò cogliere la gravità del fatto perché d’un tratto si fece seria in volto e la osservò in silenzio attendendo che parlasse.
Vivian inspirò con decisione, non appena sentì l’aria rigenerarla ne trasse come un vigore ed un coraggio prima atrofizzati, e guardata negli occhi l’amica le raccontò tutto quello che le era accaduto.
Le raccontò di come aveva avuto la visione dei suoi genitori ad Azkaban e poi aveva ascoltato la profezia della Cooman senza comprenderla; di come aveva dimenticato per settimane quell’enigma e di come avesse scoperto la verità grazie alle sue parole durante la lezione.
Evitò accuratamente di parlarle della profezia dell’ufficio di Piton e della discussione tra lui e la Cooman.
‘Devo essere io a smascherare Piton...’pensò con una sorta di orgoglio che la pervadeva.
< Quindi, secondo la profezia ci sarà un’evasione da Azkaban a Maggio... Spero tu mi creda..>mormorò Vivian poco convinta, non poteva pretendere che l’amica le credesse dopo averla trattata a quel modo.
Poi la guardò negli occhi e comprese, la ragazza sembrava aver perso la voce e la fissava con gli occhi lucidi.
<cassandra.. >mormorò Vivian incerta, come se temesse di vederla crollare sotto il peso di ciò che le aveva appena rivelato.
Poi l’amica trasse un profondo sospiro, era leggermente pallida, trattenendo a stento le lacrime disse: <m- mia madre evaderà da Azkaban, insieme a mio padre ed altri M-Mangiamorte, il mese prossimo?>.
Vivian aveva pensato più volte a quale sarebbe stata la reazione di Cassandra a tale notizia, ma non aveva avuto altra scelta se non quella di rivelarle tutto, lei era l’unica alla quale avrebbe potuto parlare di quella vicenda, e si trattava anche dei suoi genitori, persone che lei non vedeva da quando aveva un anno.
Cassandra supplicò Vivian con lo sguardo, sembrava stesse sperando in una sorta di scherzo, e Vivian non riusciva a comprendere se ciò era dettato dalla felicità di rivederli o dalla paura che una volta liberi potessero fare del male a qualcuno, d’altronde erano risaputi i crimini che li avevano portati alla detenzione: omicidio, tortura, utilizzo di maledizioni senza perdono e forse tanti altri crimini mai provati.
<mi credi?>sbottò Vivian colma di un’improvvisa felicità, non poteva credere alle sue orecchie <non ti interessa sapere se ciò che dico è una menzogna?>aggiunse sempre più incredula.
<ti credo... > ora le lacrime rigavano silenziose il candido viso della ragazza, eppure Cassandra manteneva un contegno colmo di orgoglio che avrebbe fatto invidia ad un qualunque membro della sua famiglia.
<vedi ... > fece una breve pausa, ora la sua voce era alterata dal pianto < ... da qualche settimana mi capita di sognare i miei genitori..> tirò su col naso e continuò <... mi dicono che verranno a prendermi, e uccideranno chiunque oserà intromettersi, deve significare qualcosa..>la sua voce tornò ad assumere immediatamente un tono fermo e deciso.
<non DOBBIAMO PERMETTERLO> scandì Cassandra alzando la voce, era determinata e i suoi occhi brillavano di orgoglio.
Vivian prese le mani dell’amica e la guardò con affetto, ne era certa, anche se non avevano accennato a quell’argomento il litigio di pochi mesi prima era messo da parte; era come un taciturno accordo.
<li fermeremo!>aggiunse Vivian gettandosi tra le braccia dell’amica in un impeto di affetto e stringendola forte <ti voglio bene..>sorrise Vivian.
<anch’io..>rispose Cassandra asciugando le lacrime col dorso della mano.


Vivian aprì gli occhi, erano le dieci del mattino ed era Domenica, il dormitorio era vuoto tranne che per lei e Cassandra, si girò a guardarla, lei stava ancora dormendo.
<c’era da aspettarselo dopo stanotte..>sussurrò Vivian tra se; in effetti non aveva tutti i torti, dal momento in cui aveva rivelato a Cassandra il contenuto della profezia non si erano mai divise, passavano i momenti liberi e spesso intere notti nella Sala Comune a fare congetture su come avrebbero potuto scongiurare l’evasione dei Mangiamorte. Più volte Vivian si chiese se Lucius Malfoy potesse saperne qualcosa ma non si azzardò a chiederlo a Cassandra, aveva troppo rispetto per gli zii che l’avevano cresciuta, e non voleva rischiare di farla arrabbiare inutilmente.
Erano successe talmente tante cose in poche settimane, che le ragazze stentavano quasi a crederci.
Draco era stato nominato “Capo dell’Inquisizione di Hogwarts” dalla professoressa Umbridge per indagare su presunte attività segrete degli studenti, e dal momento in cui aveva ricevuto la suddetta “carica” era stato totalmente assorbito dall’orgoglio di essere non solo Prefetto, ma anche inquisitore; di conseguenza le due ragazze avevano dovuto rinunciare alla sua compagnia, anche se da un lato era stata una cosa positiva dato che avevano deciso di non coinvolgerlo nella loro ”missione”.
Come se non bastasse era stato scoperto il cosiddetto “Esercito di Silente” proprio dalla professoressa Umbridge in collaborazione con la Squadra d’Inquisizione, sembrava essere una specie di esercito di studenti capeggiati da Potter che li addestrava a combattere per difendersi, cosa tassativamente vietata.
Poi alcuni membri del Ministero della Magia erano giunti ad Hogwarts per arrestare Albus Silente, le accuse che pendevano su di lui comprendevano la cospirazione aggravata contro il Ministero ed egli stesso aveva ammesso di aver fondato l’Esercito di Silente, ma la faccenda si era conclusa con la sua teatrale fuga ed ora la scuola si ritrovava con la professoressa Umbridge come preside.
Tutto ciò non sarebbe potuto accadere in un momento peggiore.
C’era chi diceva che il preside fosse un vigliacco (Draco per primo), c’era chi credeva che stesse accadendo qualcosa di serio perché era impossibile che il preside “scappasse” senza un vero motivo. Come era possibile che proprio Albus Silente, da sempre buon amico e consigliere di Cornelius Caramell, cospirasse all’improvviso ai suoi danni?
Una sola cosa era certa, tutto ciò aveva reso la scuola più simile che mai ad una prigione, vi erano oramai troppi proclami che vietavano di fare qualunque cosa, inoltre anche i professori erano stati coinvolti, la Umbridge aveva finito le scorte di Veritaserum di Piton per interrogare a loro insaputa gli studenti, alcuni professori erano invece stati sollevati dai loro incarichi per inadempienza; in tutta questa disastrosa situazione l’unico a sembrare davvero entusiasta era Argus Gazza, che aveva sempre aspirato a rendere la scuola impeccabilmente disciplinata come quello che i babbani definiscono un campo d’addestramento.
Vivian si soffermò per un istante a pensare, e fu come rapita da quel vortice di avvenimenti.
<potremmo avvisare direttamente il ministero...Oppure potremmo provare a parlarne alla Preside...> aveva suggerito più volte Cassandra.
Sarebbe stata una buona idea se solo Dolores Umbridge e il Ministero non fossero stati contro Silente; da quando aveva cominciato a sostenere che il Signore Oscuro fosse tornato si erano sempre battuti duramente per smentire la voce, era questo uno dei motivi che avevano portato al suo “tentato arresto”; dire alla Umbridge che ci sarebbe stata una evasione avrebbe significato essere messi in punizione, o peggio essere accusati di appoggiare Albus Silente.
<meglio di no... > aveva poi aggiunto ripensando alle conseguenze che avrebbe provocato.
Vivian si riscosse dai suoi pensieri e si alzò dal letto, osservò il parco dalla piccola finestra, non lo aveva mai visto tanto vuoto di domenica e durante una così bella giornata, era desolante avere quel “rospo” come preside, quella donna sembrava giunta lì per distruggere quelli che per anni erano stati i passatempi preferiti degli studenti, come distendersi sotto i tiepidi raggi di maggio e studiare all’aperto.
La ragazza iniziò a prepararsi alla svelta, la sera precedente avevano deciso di escogitare qualcosa a tutti i costi, si sarebbero sedute nella Sala Comune e come dicono i babbani “avrebbero spremuto le meningi” per trovare una soluzione.
<n -no!Vi prego madre!Padre!>esclamò Cassandra nel sonno, ormai era più di una settimana che la ragazza parlava nel sonno, e tutte le volte sognava i suoi genitori.
<cassandra, svegliati!>Vivian la scosse delicatamente, la ragazza aprì lentamente gli occhi con aria terrorizzata <calma adesso, era il solito brutto sogno..>sorrise rassicurante Vivian, così Cassandra la guardò sollevata <scusami, era così reale..>sussurrò ancora assonnata mentre si metteva a sedere e si guardava intorno.
<le altre sono via, possiamo parlare ..>aggiunse Vivian mentre agitava la bacchetta descrivendo piccoli cerchi nell’aria.
<cosa fai?> chiese Cassandra seguendo i suoi gesti con lo sguardo.
<l’ho visto fare da.. Piton..>rispose pigramente Vivian <proteggerà la stanza da orecchi indiscreti..>.
Poi la ragazza descrisse una sorta di ovale a mezz’aria e una luce arancione attraversò rapida la porta del dormitorio diretta alla Sala Comune <questo invece terrà lontano chiunque voglia entrare, diciamo che mette loro in testa impegni inesistenti!>.
<certo!Come ho fatto a dimenticarlo! Incantesimi di Sicurezza volume due...> aggiunse Cassandra colpendosi la fronte con il palmo della mano.
Una volta pronte sprofondarono nelle poltrone di pelle della Sala Comune, e con tea e dei biscotti a portata di mano si concentrarono sul da farsi.
<ragioniamo.. >cominciò Cassandra <al Ministero non abbiamo amici, e nessuno di loro crede che Voldemort sia tornato, ciò vuol dire che ci prenderebbero per matte o per cospiratrici..>concluse con tono deluso.
<e non possiamo avvisare Silente, dato che non sappiamo dove si trova.. >aggiunse Vivian dopo aver sorseggiato un po’ del suo tea aromatizzato alla fragola <e per quanto riguarda la Umbridge non sto nemmeno a dirlo..>concluse Vivian fissando il camino vuoto con aria assente.
<c’è anche da considerare che né tu né io conosciamo un genitore, o un adulto che possa dare retta a due “deliranti ragazzine”!>sbuffò Cassandra spazientita.
<nessun genitore..>mormorò Vivian ancora assorta nei suoi pensieri, poi nella sua mente si accese una luce di speranza.
<non è del tutto esatto..>osservò volgendo lo sguardo ad una più che perplessa Cassandra
<che vuoi dire?>chiese lei con interesse.
<i miei genitori.. sono nell’Ufficio Misteri, quindi fanno parte del Ministero..> Vivian la guardò con una nuova luce negli occhi <chi meglio di loro potrebbe darci retta?>.
Cassandra era perplessa, la guardò per un istante come se quello che stava per dire fosse ovvio e disse:
<vivian, i tuoi genitori sono gli stessi che temendo il Signore Oscuro ti hanno tenuta segregata nella tua stanza!Loro non volevano farti tornare qui!Credi che ti ascolterebbero se tu glielo chiedessi?>.
<non ci avevo pensato..>ammise Vivian anche a se stessa, ma qualcosa la tenne ancora in equilibrio sul sottile filo di seta della sua idea.
<loro sono stati dei Mangiamorte...Chi più di loro potrebbe credermi?Devono aver notato che il Marchio Nero è più nitido, crederanno per forza che lui sia tornato e che abbia in mente di far evadere i suoi seguaci..>fece una pausa per riflettere <senza contare che si tratta di una questione di forza maggiore e non di un mio capriccio, è in gioco la sicurezza dell’intero mondo magico!>disse con tono quasi solenne, < come se non bastasse ho ascoltato una profezia..>aggiunse infine convinta.
<ma non hai prove, non hai raccolto quella profezia!Sarebbe perfetto come piano se solo tu potessi provare l’evidenza dei fatti..>rispose Cassandra con fare scettico.
<e poi cosa credi che potrebbero fare?credi davvero che parlandone all’interno del Ministero non verrebbero inquisiti come traditori?Caramell non glielo perdonerebbe!>.
<accidenti non ci avevo pensato, ma sembra l’unica alternativa che abbiamo..> ammise Vivian riflettendo su cosa fosse meglio fare <vale la pena tentare no?>aggiunse guardando l’amica negli occhi come a cercare il suo appoggio.
<sì, potremmo tentare.. ma come?>sospirò scoraggiata <i camini sono stati messi sotto sorveglianza, quindi di usare la Polvere Volante non se ne parla..>Cassandra si soffermò a riflettere.
Entrambe vagliarono tutte le possibilità a loro disposizione, ma scrivere ai genitori sembrava l’unica soluzione; come avrebbero messo in atto la loro idea senza essere scoperte?
<anche se sapessimo Smaterializzarci.. dentro le mura di Hogwarts non servirebbe a nulla..>ripeté Vivian per quella che era forse la decima volta in quella mattinata <non possiamo mandare via gufo questa comunicazione, Gazza e la Umbridge controllano ogni singola lettera prima che questa venga spedita, rischieremo una punizione ancor prima di aver detto la parola “evasione”!>aggiunse sconsolata.
Pensarono di spedire la lettera direttamente da Hogsmeade senza utilizzare gufi di Hogwarts o gufi personali, ma l’idea svanì prima di essere formulata, le gite ad Hogsmeade erano state interrotte o soppresse, e quando avvenivano erano strettamente sorvegliate.
Giunsero più volte alla conclusione che non potevano fare nulla per evitare che quello che Vivian aveva ascoltato avvenisse, i Mangiamorte sarebbero evasi e loro avrebbero dovuto sopportare l’idea di aver fallito ad un passo dal trionfo, proprio quando avrebbero potuto essere in vantaggio su Voldemort.

<ci rinuncio!Andiamo a sgranchirci un po’ ?Per fortuna passeggiare nel cortile non è ancora vietato..>supplicò Cassandra dopo ben tre intense ore di pianificazioni risultate infine vane.
<hai ragione> disse Vivian <forse servirà anche a schiarirci le idee..> aggiunse ottimisticamente.
Le due amiche si lasciarono alle spalle gli umidi sotterranei poco più tardi portando con se dei libri da leggere ed alcuni panini presi dalla Sala Grande, era piacevole starsene nel cortile di Trasfigurazione all’ombra degli alberi, la brezza estiva carezzava delicatamente i visi delle ragazze rinnovando spesso in loro il desiderio di libertà in quella roccaforte di divieti.
Passarono nel cortile l’ora di pranzo e anche le prime ore del pomeriggio, a volte Vivian guardava il cielo color glicine con occhi sognanti, come se volesse volare in alto, come se volesse godersi tutta la libertà che poteva offrirle, né lei né cassandra si erano mai sentite così prigioniere all’interno del luogo che per loro rappresentava una casa.
Più volte Vivian fantasticò di sgraffignare una scopa dal campo di Quidditch per fuggire via lontano, sorvolando campagne e boschi, ma nel profondo sapeva che il suo sogno non avrebbe potuto avverarsi.
<ci sono!>esclamò ad un tratto mettendosi dritta sulla panchina, Cassandra sobbalzò appena presa alla sprovvista dalle parole di Vivian che avevano rotto quel loro silenzio di contemplazione.
<idee?>chiese Cassandra guardandola speranzosa.
<precisamente..>Vivian guardò di nuovo al cielo e osservò alcuni pettirossi che giocavano a rincorrersi nel cielo limpido <quelli..>Vivian indicò gli allegri uccellini che cantavano continuando a svolazzare attorno ad un albero.
Cassandra guardò perplessa le piccole creature, poi volse lo sguardo verso Vivian come se fosse improvvisamente impazzita.
<non credo di seguirti..> disse <non sono gufi, non eseguono ordini..>concluse con tono ovvio.
<loro no, ma Rigel si..>rispose Vivian con espressione furba, poi si guardò intorno per alcuni istanti per assicurarsi che nessuno fosse in ascolto.
<stai dicendo..>sussurrò Cassandra <che vorresti trasfigurare Rigel in un passerotto?>la ragazza trattenne una risata nel pensare a quanto sarebbe stato d’accordo Rigel stesso, era sempre stato un animale orgoglioso.
<non esattamente..>la rassicurò Vivian <parlavo di un incantesimo di illusione..>aggiunse <potremmo fare in modo che agli occhi di tutti appaia come un altro volatile, così potrà volare senza problemi perché nessuno lo noterà dato che non è un gufo..>mentre le sussurrava la sua idea si alzarono in piedi.
<devo riconoscere che non è una cattiva idea..> osservò Cassandra <ma se dovessero scoprirlo?c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto... >disse con aria preoccupata.
<ho pensato anche a questo, potremmo trasfigurare la lettera!>i suoi occhi si illuminarono di entusiasmo <potrebbe prendere le sembianze di un nastro, così lo leghiamo alla sua zampa..>concluse più che convinta della sua idea.
<e sia!>affermò Cassandra con entusiasmo, giunto il momento del coprifuoco si incamminarono verso la Sala Comune rinvigorite dall’entusiasmo di aver trovato una soluzione.
Cassandra precedette Vivian giù per le scala a chiocciola dei sotterranei, appena giunti alla fine della rampa aprirono la pesante porta e si ritrovarono nel familiare corridoio; ora che entrambe erano di buon umore anche quel luogo sempre così cupo e oscuro sembrava più luminoso e accogliente.
Stavano per raggiungere il passaggio che portava alla Sala Comune quando lo vide e qualcosa infondo al suo stomaco prese a contorcersi: Piton, si trovava nel corridoio di pattuglia, evidentemente la Umbridge glielo aveva ordinato.
‘Non sarà qui perché ci ha sentite parlare?’si chiese Vivian con l’orrenda sensazione che il loro piano sarebbe fallito ancor prima di cominciare, fece un cenno a Cassandra e sussurrò <ti raggiungo dopo, devo fare una cosa..>.
Non appena Cassandra fu sparita oltre il passaggio Vivian si fece avanti, Piton aveva fatto finta fino a quel momento che lei non ci fosse, ma ora che erano completamente soli si voltò, Vivian si aspettava i soliti occhi glaciali con la sua solita espressione indecifrabile, ma le sue aspettative furono deluse.
‘E ora cosa gli prende?’si chiese spiazzata continuando a fissarlo e avvicinandosi lentamente,
i gelidi e profondi occhi neri dell’uomo si allacciarono a quelli verdi e brillanti della ragazza, ma l’uomo non era sprezzante e misterioso come di suo solito, Vivian poteva riconoscere come una sorta di terrore nei suoi occhi, o forse si trattava di apprensione.
Era a circa un metro da lui quando l’uomo sobbalzò estraendo la bacchetta e puntandola nella sua direzione.
<in sala comune Morris!>Piton si morse appena il labbro dopo aver pronunciato quelle parole, sembrava nervoso <o la preside avrà una persona in più da punire stasera!> aveva di nuovo acquistato il suo tono glaciale e burbero, Vivian lo osservò assorta senza riuscire a capire il suo bizzarro comportamento.
<sì, professore..>continuò a guardarlo negli occhi, qualcosa si gonfiò nel suo stomaco, questo qualcosa si contrasse pericolosamente ma poi si rilassò.
<hai sentito cosa ho detto, ragazzina?>la apostrofò con disprezzo, di nuovo la cosa mostruosa nello stomaco di Vivian si gonfiò, l’orgoglio della ragazza ruggì trionfante... ed esplose.
<ha paura di me professore?>la ragazza esibì un ghigno che aveva un ché di crudele, Piton sobbalzò appena ma non cadde in trappola, tenne alta la bacchetta e la puntò alla gola della ragazza <ho –detto –va – via …>scandì lentamente con il suo rinnovato tono pericoloso e con lo sguardo che lampeggiava furioso.
Anche Vivian estrasse la bacchetta e lo fissò con disprezzo <ha paura che io riveli in suo segreto non è vero? >Vivian rise di gusto sempre con quella vena di malvagità.
Piton la guardò con sguardo feroce e carico di odio <di cosa accidenti parli?>la apostrofò premendo appena la punta della bacchetta sulla sua gola.
<del suo segreto, ha raccolto una profezia illegalmente e scommetto la mia bacchetta che la utilizzerà per aiutare il Signore Oscuro!>sbraitò Vivian convinta e alzando anche lei la bacchetta.
Severus scoppiò in una sonora risata di beffa <davvero credi che se fosse stata utile non l’avrei già consegnata? >, la guardò furente.
<sì, è probabile che non sia così.. ma che mi dice del fatto che lei è tornato dalla sua parte, eh?>la punta della bacchetta di Vivian colpì il petto dell’uomo con decisione <un ricordo, uno solo dei miei ricordi e la Umbridge avrà la possibilità di sbatterla ad Azkaban e gettare la chiave!>sibilò la ragazza minacciosa.
<n-non..>Piton digrignò i denti con rabbia <stammi a sentire, ragazzina.. non ti temo!nessuno crederebbe alle fantasie di una bimba squilibrata e viziata..NESSUNO!>apostrofò a denti stretti.
<ti suggerisco.. di tornare al tuo dormitorio..e di dimenticare questa storia se ci tieni a conservare la sanità mentale che ti rimane!CAPITO?>.
Le parole avevano sortito il giusto effetto, quel mostro che aveva preso ad agitarsi furioso nello stomaco della ragazza si accoccolò inerme, le lacrime raggiunsero gli occhi ma si costrinse a trattenerle, ancora una volta era stato in grado di ferirla, nonostante lei credesse di essere in vantaggio su di lui.
Vivian lo guardò negli occhi ferita e lui sembrò sollevato, infondo era facile domarla, bastava rinfacciarle i suoi difetti più insopportabili, e a suo parere la ragazza ne era più che piena.
Vivian abbassò lo sguardo e si voltò senza una parola, minacciarlo non era stata una buona idea, ma quel solito qualcosa l’aveva spinta ad agire, mentre attraversava il passaggio verso la Sala Comune sentì di nuovo quella strana sensazione che la pervadeva, come se fosse un’intrusa nel suo stesso corpo.
<tutto bene?>chiese Cassandra che la osservava perplessa dalla poltrona.
<scusami.. volevo solo..>si sforzò di assumere una espressione naturale, non voleva raccontare a Cassandra delle sue vicende con Piton, anche se sapeva di potersi fidare della sua amica non voleva caricarla di altre preoccupazioni, era già abbastanza doversi preoccupare dell’imminente evasione dei suoi genitori.
<stavo controllando se Piton ci spiava, credevo che la Umbridge lo avesse mandato ad indagare sulle nostre intenzioni..>.

Per la prima volta passarono la serata pianificando qualcosa di sensato, dovevano attuare il loro piano senza dare nell’occhio; era notte fonda quando finalmente il sonno prese il sopravvento e senza rendersene conto si addormentarono sulle comode poltrone.
La mattina seguente era tutto pronto, le ragazze si alzarono in orario per la colazione, doveva sembrare un’ordinaria giornata ad Hogwarts.
Non appena raggiunsero la Sala Grande seguirono la routine, come al solito Draco girava per i tavoli sfoggiando il suo distintivo alla stregua di uno sceriffo, e come al solito insieme alla sua squadra non esitavano a punire anche chi non aveva colpe.
Nel volgere lo sguardo verso il tavolo dei professori Vivian incrociò lo sguardo di Piton e lo sostenne per qualche istante, quella sorta di terrore che la ragazza aveva visto il giorno prima era sparito senza lasciare alcuna traccia e lui la guardava come al solito, con aria gelida, come se lei facesse parte solamente dell’arredamento della sala, come se non fosse degna di nota.
‘Meglio così... abbiamo smesso di farci del male..’Vivian sospirò per un istante e tornò a concentrarsi sui suoi cereali al cioccolato, finita la colazione si avviarono verso l’aula di Pozioni.
<tieniti pronta..>sussurrò Vivian a Cassandra mentre si accomodavano ai loro soliti banchi al primo posto, Piton fece il suo ingresso poco dopo e tutta l’aula cadde nel silenzio, le ragazze zittirono e lo osservarono in attesa che la lezioni cominciasse, un’ordinaria lezione, ma c’era qualcosa di diverso che anche Cassandra notò..
Dopo aver assegnato la pozione che avrebbero preparato quel giorno Piton non fece come di suo solito, non sedette alla scrivania per osservare la classe di sottecchi, ma restò in piedi di fronte alle due amiche per osservarle.
Cassandra si immerse nella lettura del libro di Pozioni, Vivian faceva il suo solito ma gli gettò rapide occhiate furtive mentre preparava gli ingredienti e li versava nel calderone, lui dal canto suo fingeva di non osservarle, si limitava ad osservare la classe di tanto in tanto.
‘cosa hai in mente?’si chiese la ragazza mentre schiacciava una bacca premendovi sopra il piatto del coltello, il professore osservò la sua tecnica.
<morris..stai utilizzando il piatto del coltello per estrarre il succo della bacca di Belladonna?>chiese con interesse, sulle prime Vivian pensò che stesse sbagliando persona, poi lo guardò quasi in segno di sfida: <si signore, di solito lo faccio in questo modo..>rispose con tono sprezzante.
<ammirevole.. i miei complimenti..>rispose Piton con enorme sorpresa di Vivian <cinque punti a Serpeverde per questo utile accorgimento..>ora Vivian lo guardava confusa, che avesse deciso di sotterrare la bacchetta del duello?
<g-grazie signore..>biascicò in una risposta più che incredula.
Anche Cassandra rimase stupita dal suo comportamento, appena sentì che aveva assegnato dei punti alla casa alzò la testa di scatto quasi provocandosi un torcicollo, anche lei leggermente incredula lo guardò per qualche istante, poi le ragazze si scambiarono sguardi perplessi.
La lezione giunse al termine come avveniva tutte le volte, tutti gli studenti si affrettarono a lasciare l’aula come se temessero di vedersi assegnati rotoli di pergamena extra, ed ecco che l’aula era vuota, anche Piton era andato via.
<... trasfiguriamo la lettera ed usciamo con disinvoltura>cominciò Vivian, frugò rapidamente le tasche del mantello e tirò fuori una boccetta d’inchiostro che poggiò sul banco.
<finite Incantatem!>la boccetta riprese la sua forma originale, ovvero quella di una lettera, le due ragazze avevano pensato che il modo migliore per trasportarla era tramutarla in un oggetto differente che non potesse dare nell’occhio, in modo tale se fossero state perquisite non avrebbero rischiato di essere scoperte.
Cassandra si schiarì la voce mentre Vivian chiudeva la porta dell’aula con un cenno della bacchetta.
<ehm.. Arcusverto!>appena la ragazza ebbe finito di pronunciare le parole un luce rosea pervase la lettera che si tramutò in un nastro.
Le due amiche lasciarono l’aula sfoggiando le espressioni più naturali delle quali erano capaci, mentre camminavano dirette alla guferia Vivian provò una strana sensazione, si sentiva osservata; senza preavviso prese Cassandra per il polso invitandola a fermarsi, poi rivolse appena lo sguardo oltre la propria spalla e capì.
<piton, ci sta seguendo..>sussurrò mentre con la coda dell’occhio guardava indietro, l’uomo era in piedi e leggeva un libro, erano molto distanti da lui ma era palese che le stesse seguendo.
<facciamo una deviazione..>suggerì Cassandra in un sussurro, mentre fingeva con molta disinvoltura di indicarle qualcosa oltre la finestra.
Vivian fece un cenno di assenso e prese la mano di Cassandra, l’amica non perse tempo e appena vide un gruppo di studenti in uscita da un’aula tirò Vivian dietro di se e si intrufolarono nella folla, poi entrarono in una porta che dava sulle scale per il piano superiore.
<credo che lo abbiamo seminato ...>mormorò Vivian guardandosi indietro, ma non appena si voltò di nuovo le si raggelò il sangue nelle vene.
<seminato?siete inseguite da qualcuno?>chiese la Umbridge col suo tono smielato mentre le osserva tentando di capire cosa stessero combinando.
<ehm..signora Preside...era solo..>cominciò Vivian quasi impietrita.
<parlava di un ragazzo che le piace!>ridacchiò con tono nervoso Cassandra.
<si!si esatto!>confermò Vivian sforzandosi in un finto sorriso imbarazzato e sperano di aver raggiunto il rossore di una barbabietola.
La Umbridge sfoggiò ancora il suo sorriso melenso e si rivolse ad entrambe con la sua stridula e fastidiosa vocina: <vuotate le tasche.. non avete nulla da temere se non avete nulla da nascondere..>concluse la frase con una delle sue fastidiose risatine.
Entrambe vuotarono gli zaini e le tasche dei mantelli, dopo un’accurata perquisizione la donna sembrò decidere che dovevano aver detto la verità.
<potete andare care..>emise un’altra risatina stridula<e ricordate, seguite le regole, e non vi verrà fatto alcun torto!>Vivian e Cassandra sorrisero leggermente a disagio<buona giornata care!>concluse la Umbridge con un tono se possibile ancora più smielato.
Una volta al sicuro nella guferia trassero un profondo sospiro di sollievo, non potevano credere di averla passata liscia proprio con lei.
<rigel?>Cassandra si guardò intorno con il braccio teso in attesa del suo allocco barrato, pochi minuti dopo l’animale planò e si appollaiò sul braccio della ragazza tubando affettuosamente.
<..lasciamo stare i convenevoli!>esclamò Vivian guardandosi intorno nervosamente, Cassandra legò subito il nastro alla zampa di Rigel <ecco..lancia l’incantesimo di illusione..>sussurrò guardandosi anche lei attorno, l’aria era tesa, non potevano permettersi di essere scoperte.
<avis Apparetio!>esclamò Vivian dopo essersi schiarita la voce, ora agli occhi di entrambe Rigel era un grazioso usignolo.
<fantastico!>sussurrò Vivian <non ci rimane che farlo partire..>aggiunse.
<rigel, porta la lettera ai genitori di Vivian, Slytherin’s Hill..>mormorò con dolcezza Cassandra < speriamo arrivi, e soprattutto speriamo che riescano a leggerla..> disse poi mentre l’usignolo/allocco prendeva il volo spalancando le ali e spariva ben presto tra le cime degli alberi della Foresta Proibita.
<l’incantesimo dura un’ora, se siamo fortunate quando arriverà sarà di nuovo Rigel, e la lettera sarà di nuovo.. beh una lettera..>la rassicurò Vivian mentre scendevano lentamente le scale verso l’aula di Incantesimi, era questione di tempo, i suoi genitori si sarebbero attivati appena letta la lettera; ne era sicura, o almeno credeva.
Sembrava filare tutto liscio, la lezione di Vitious sarebbe iniziata da lì a dieci minuti (il professore era impegnato ad impilare dei libri in modo tale da sedersi alla loro altezza), leggermente annoiate le due amiche stavano sedute nei loro banchi quando qualcosa le interruppe .
Argus Gazza irruppe trapelato nella classe e si fermò sulla soglia, la sua espressione era gioiosa, e ciò non lasciava presagire nulla di buono.
<lestrange e Morris, ci sono?>chiese con il suo solito tono sgradevole, Mrs Purr gli fece coro miagolando mentre si attorcigliava alle sue caviglie.
<s-si? >rispose istintivamente Cassandra.
<la preside ha chiesto di vedervi..>Gazza sorrise in modo falso <prego seguitemi..>.
Mentre seguivano Gazza verso l’ufficio le ragazze si scambiarono occhiate velate di timore, erano state scoperte?
<buon giorno, care.. >sorrise la professoressa osservandole.
<buon giorno..>fecero coro entrambe <..come mai ci ha fatte convocare?>azzardò Cassandra sfoggiando il tono più innocente che riusciva ad assumere.
<strano che me lo chiediate..>rise la Umbridge in tono appiccicoso <ero certa che stavate tramando qualcosa, quindi vi ho messo alle calcagna il nostro carissimo signor Gazza, o meglio, il suo fedele gatto..>spiegò la donna con il solito tono fastidiosamente ovvio.
<ma.. noi..>cominciò Vivian senza sapere di preciso cosa dire <cosa avremmo fatto?>.
<non insultare la mia intelligenza Morris, troppe cose hai fatto senza essere punita..>la mise in guardia la professoressa puntando contro di lei un dito tozzo come una salsiccia, sembrava non voler sentire ragioni.
<molto ingegnoso devo dire, incantesimi di illusione.. devo davvero farvi i miei complimenti!>guardò entrambe con aria severa <come vi è saltato in mente di spedire di nascosto una lettera del genere?!>sbraitò con voce stridula mostrando loro la lettera stropicciata.

Cari Mamma e Papà,
lo so che il nostro ultimo incontro è stato un po’ burrascoso,
e che forse butterete questa lettera senza averla letta.
Sentivo il bisogno di mettere in allarme tutti, è una cosa seria.
Sento di poterlo dire solo a voi in quanto siete i miei genitori e lavorate per il Ministero.
Vi prego di non prendere alla leggera le mie parole..ho ascoltato una profezia, mi sono documentata
e posso assicurarvi che dice la precisa verità, a Maggio, in una notte di luna piena ci sarà un’evasione di massa da Azkaban, non possiamo permettere che avvenga, il Signore Oscuro sta tornando e nessuno meglio si voi può capirlo, vi prego di provvedere.
Vi voglio bene
Vivian

<ma è la verità!ci sarà un'evasione di massa!>sbraitò Vivian inquieta.
<taci ragazza!non dire fandonie!il Signore Oscuro è stato sconfitto e non tornerà!>la apostrofò furiosa la donna.
<lei non capisce!Se non fanno qualcosa.. se non aumentano la sicurezza succederanno cose terribili!>intervenne Cassandra appoggiando la causa di Vivian.
<non-SI-DICONO- LE BUGIE!>sbraitò la Umbridge fuori di se scandendo ogni sillaba, Gazza sobbalzò per l’improvvisa sfuriata, Mrs Purr si andò a nascondere dietro le sue gambe.
<potrei pensare che tu stai aiutando i tuoi genitori a fuggire!non è così?>guardò Cassandra minacciosa.
<assolutamente!NON OSEREI MAI!è proprio perché non voglio che escano che siamo qui!>Cassandra ebbe un sobbalzo improvviso per l’accusa, aveva le lacrime agli occhi.
<e cos’è questa storia della profezia?! Vi piace così tanto andare in giro raccontando colossali bugie per diffondere il panico?>insistette ancora la donna.
<non è UNA BUGIA!>la apostrofò Vivian furiosa <potter HA RAGIONE, VOLDEMORT è TORNATO!>insistette, la Umbridge sobbalzò nel sentirle pronunciare quel nome.
<ora BASTA!SIETE IN PUNIZIONE!>strillò spazientita la donna, anche la tazza di tea che stava girando da un quarto d’ora traballò nel piattino rosa e lezioso tintinnando <davanti AL MIO UFFICIO ALLE OTTO! E ORA FUORI!>.
Mentre le due ragazze s’incamminavano verso la sala grande per pranzo si guardarono sconsolate, la loro possibilità era sfumata e tutto perché nel preoccuparsi di seminare Piton non avevano pensato a Gazza ed il suo gatto.
<la detesto ..>sibilò Vivian con parole velenose , troppo nervose per avere fame lasciarono i loro piatti intatti ed uscirono nuovamente nel cortile dove la loro idea era nata, avrebbero trovato un altro modo, non potevano accettare di arrendersi a quel modo.
<dobbiamo riuscirci ..>aveva detto Cassandra piena di convinzione, oramai era la loro missione, avrebbero avvisato il mondo magico dell’evasione, in un modo o nell’altro.
Il resto della giornata sembrò scivolare via dalle loro mani man mano che la punizione si avvicinava, per la prima volta le due ore di Storia della Magia sembrarono passare in un istante, ed eccole di nuovo davanti a quel lezioso e disgustosamente rosa ufficio.
Alle otto in punto la preside le lasciò entrare e le fece accomodare dietro un banco di fronte alla scrivania dove vi erano quelle che sembravano comunissime piume, Vivian rabbrividì appena riconoscendo cosa le attendeva, l’anno precedente era già passata per quella punizione..
<molto bene.. non sono sicura voi conosciate la vostra punizione, ora passo ad illustrarvi cosa dovete fare..>cominciò la professoressa dopo essersi schiarita la voce in modo sgradevole con uno dei suoi “ehm ehm”.
<non dovete fare altro che riempire i fogli che avete davanti scrivendo più volte la seguente frase..>fece una pausa per rendersi conto di essere ascoltata e poi disse: <non devo dire bugie..>.
Cassandra volse lo sguardo perplesso a Vivian, ma non ebbe uno sguardo altrettanto perplesso in risposta, Vivian la guardò mortificata e sussurrò <perdonami.. è colpa mia..>.

<va meglio?>chiese Vivian a Cassandra un’ora più tardi nella Sala Comune.
<si..>rispose Cassandra sconsolata mentre massaggiava dell’essenza di dittamo sulla mano destra, ora una scritta impressa come a fuoco luccicava sulla pelle delle due ragazze:
“NON DEVO DIRE BUGIE”.
La penna della professoressa era stregata, esattamente come quella che Piton aveva usato un anno prima per punire Vivian delle sue malefatte.
<credi che lascerà il segno?>sussurrò Cassandra sconsolata.
<... con un po’ di fortuna, no..>la rassicurò Vivian, si sentiva in colpa per aver fatto punire Cassandra a causa della sua idea.
<accidenti!>Sbraitò Cassandra ripensando a quanto erano state vicine alla riuscita del loro piano, ma non si era data per vinta, Vivian poteva ben capirlo osservandola, non era certo il tipo che si lasciava sottomettere tanto facilmente, specialmente da un orrido rospo come la Umbridge.
<ora andiamo a letto.. ci penseremo domani..>sussurrò Vivian molto più tardi, era notte fonda e Cassandra non aveva fatto altro che pensare ad un altro modo per risolvere il problema.
<...va bene>disse la ragazza con aria rassegnata, senza fare rumore si infilarono sotto le coperte.
<credi che...>sussurrò Vivian pochi istanti dopo <credi che i miei genitori si siano dimenticati di me?>.
Vivian attese una risposta ma questa non arrivò, tese l’orecchio per rendersi conto che Cassandra respirava lentamente e regolarmente, doveva essersi addormentata.
<buona notte anche a te... >aggiunse in tono depresso prima di girarsi sul fianco e di tirare le tende del letto a baldacchino.
Vivian aveva intenzione di dormire, poteva sentire chiaramente di avere sonno e di essere stanca, proprio come poteva sentire il pulsare della scritta sulla sua mano, eppure il sonno non arrivava, la sua mente era popolata di lettere trasformate in altri oggetti e di gufi incantati.
‘Smettila, non c’è nulla che tu possa fare..’le disse una flebile voce in fondo alla mente, doveva rassegnarsi all’evasione dei Mangiamorte o sarebbe impazzita molto presto.
‘Non è vero... posso farcela, troverò un modo.. ’si disse estremamente convinta, e così, prima che potesse accorgersene era scivolata dal limbo dei suoi contorti pensieri al consolante abbraccio del sonno.

<vivian?Vivian!>la voce di Severus Piton echeggiò chiamando la ragazza, il suo tono era pacato, allegro.
<p- professore..?>Vivian era incredula, lui la stava chiamando, ed era di buon umore.
‘N-non ci credo..’pensò continuando a tenere gli occhi chiusi ‘eppure è così.. reale..’aggiunse assaporando il lieve profumo dei frutti estivi e della natura.
<vivian cosa fai?Vieni qui piccolina!>ripeté la voce di Severus in tono dolce e tranquillo.
<eccomi signore!>rispose Vivian aprendo gli occhi e mettendo lentamente a fuoco l’ambiente circostante.
<ti sei svegliata!>sorrise Severus avvicinandosi piano a lei, la ragazza si rese conto di trovarsi nel Giardino Segreto.
<certo signore..>Vivian sorrise raggiante e colse una rosa da un cespuglio, la portò delicatamente alle labbra e ne constatò la morbidezza vellutata dei petali, poi annusò molto delicatamente e fu pervasa dal rilassante e delicato profumo del fiore.
‘Non sto sognando..’pensò continuando a contemplare quella rosa azzurra.
<ehi.. la mia dolce Vivian!>Severus l’aveva raggiunta, non indossava le scarpe, e la sua giacca- assieme al suo mantello- giacevano sul prato abbandonate, Vivian gli donò uno splendido sorriso.
<professore, volevo scusarmi..>sussurrò senza guardarlo, temendo per un istante che potesse cambiare idea.
<non farlo, dimentichiamo tutto..>l’uomo la abbracciò forte, Vivian poggiò l’orecchio al suo petto per constatare che il cuore di Severus batteva, Vivian poteva sentire il suo profumo, e poteva sentire benissimo il contatto con il suo corpo.
<g- grazie..>sussurrò, si alzò in punta di piedi con fare incerto, come se non potesse credere a quello che stava accadendo, poi poggiò lentamente le labbra sulla guancia dell’uomo donando lui un piccolo bacio.
Sciogliendosi lentamente da quell’abbraccio Vivian alzò lo sguardo appuntandolo al suo.
<dobbiamo recuperare il tempo perso..>disse lui carezzando la guancia della ragazza, anche quello era reale, poteva sentirlo carezzarla.
<si ma.. come faremo a non dare nell’occhio con la Umbridge in giro?>chiese la ragazza in un sussurro preoccupato.
<non può raggiungerci dove siamo..ricordi?>le carezzò ancora una volta la guancia <quando sei qui puoi fare ciò che vuoi, perché nessuno, nemmeno il preside della scuola sarebbe in grado di “vedere” che lo stai facendo..>concluse con un sorriso.
<si.. ricordo..>Vivian sembrò riflettere per un istante <ma CERTO!>sbottò poi subito dopo.
<di cosa parli?>chiese Severus osservandola.
<nulla, ..>aggiunse Vivian guardandolo all’improvviso come fosse un nemico.
‘lui, non deve sapere o aiuterà il Signore Oscuro... ’pensò senza proferire parola.
<vivian?>la osservò perplesso, ma poi sembrò capire qualcosa<cosa hai in mente?!>il suo tono si fece meno pacato.
<nulla..>senza rendersene conto Vivian indietreggiò verso l’uscita del giardino.
<devo andare a prendere una cosa..>mormorò, poi vide Severus raggiungere l’uscita e correre via prima di lei.

<no!DOVE STA ANDANDO?>Vivian aveva la spiacevole sensazione che lui avesse capito le sue intenzioni, dopotutto era abile nel leggere la mente.
<aspetti!>insistette, improvvisamente chiuse gli occhi come se le sue forze venissero meno.
<vivian!Cosa ti prende!>sbraitò la voce di Cassandra.
<smettila di urlare!>la apostrofò Jessy contrariata.
<oh insomma lo sanno tutti che è pazza!>ridacchio Pansy.
<chiudi il becco Parkinson!>la zittì Cassandra.
<ragazze ho sonno..>aggiunse la loro compagna di dormitorio Violet ,con un filo di voce.
<vivian?>chiese ancora Cassandra, e finalmente Vivian riaprì gli occhi, mettendo lentamente a fuoco l’ambiente si rese conto di non essere più nel suo bellissimo giardino, ma nel dormitorio femminile, ed era stesa nel proprio letto.
<c-Cassandra, cosa succede?>chiese la ragazza con aria frastornata.
<hai urlato nel sonno, hai avuto un in incubo?>chiese Cassandra perplessa, Vivian si soffermò a pensare.
‘Ci sono le altre ,non devono sapere dei nostri piani.’ si disse continuando a prendere tempo fingendo di strofinarsi gli occhi.
‘E non voglio coinvolgerla ancora, non voglio la puniscano a causa mia.. ’annuì a se stessa.
<non ricordo..>rispose fissando il vuoto < scusatemi se vi ho svegliate, perdonatemi.>mormorò chiudendo di nuovo gli occhi.
‘Era solo un sogno..’ Vivian sentì le lacrime salirle agli occhi, voleva piangere, ma le ricacciò indietro, non poteva essere vero, Severus non la amava più, le aveva detto lui stesso che la odiava.
Vivian si addormentò di nuovo ma stavolta con una convinzione, ci sarebbe riuscita, avrebbe sventato i piani dell’oscuro signore grazie al giardino segreto.

<oggi finiremo il sesto capitolo del vostro libro.. >la fastidiosa vocina della Umbridge fece eco nella silenziosa classe di Difesa Contro le Arti Oscure, Vivian la osservava con la solita espressione annoiata ma non stava realmente seguendo quella che la professoressa osava definire “lezione”.
‘Non devo fallire stavolta..’pensò.
Finalmente la lezione volse al termine, mentre tutti gli altri erano ancora impegnati a sistemare le loro cose Vivian sussurrò qualcosa a Cassandra e sgattaiolò via dall’aula indisturbata.
‘Spero di ricordare dove si trova..’pensò la ragazza mentre tastava la catenina che aveva sotto la camicia per assicurarsi di avere la chiave del giardino con se.
<aria.. >sussurrò Vivian una volta fuori, era stata costretta ad utilizzare vari corridoi secondari ma ora si trovava all’esterno del castello, si godette per un istante la leggera brezza che soffiava quel giorno, poi con cautela si incamminò al limitare della foresta per non essere vista.
<niente traccia di Gazza..>si disse in poco più di un sussurro <...né di Piton>.
La ragazza continuò a cercare per lungo tempo il familiare ingresso ricoperto di edera, più volte ebbe la sensazione di girare in tondo senza giungere a destinazione, e più volte arrivò a credere di aver intravisto la familiare serratura per poi rendersi conto di essersi sbagliata.
<maledizione!>sibilò a denti stretti guardandosi intorno spaesata <qualcuno deve aver fatto un incantesimo difensivo..>aggiunse quasi come un’imprecazione.
<finite Incantatem!>sussurrò puntando in alto la bacchetta, poi continuò a camminare ma non vi fu alcun cambiamento, stava andando nella direzione giusta ma rivedeva sempre qualcosa che le faceva ricordare di essere già passata da quella parte.
<ci ho provato.. >mormorò sconsolata temendo di non riuscire a tornare indietro, ma in una manciata di minuti si ritrovò all’ingresso alquanto frastornata, attraversò il portone di quercia e furtivamente andò nei sotterranei, era assorta nei suoi pensieri quando si ritrovò ancora una volta a fronteggiare Piton.
<professore..>sussurrò.
<morris, perché non sei a lezione?>chiese l’uomo scrutandola con sguardo indagatore.
<ho, dimenticato un libro..>balbettò con tono poco convincente.
<questa bugia potrebbe valere quasi una punizione.. >sibilò Severus in tono pericoloso, l’uomo abbassò lo sguardo sulla mano di Vivian per notare la scritta “NON DEVO DIRE BUGIE”.
<tuttavia.. vedo che si è già data da fare, signorina..>aggiunse in tono crudele, senza un preciso motivo la ragazza coprì la cicatrice magica con la manica del mantello.
<perché dovrebbe punirmi, esattamente?>lo sfidò fissandolo con aria sprezzante <per essere tornata a prendere un libro?>.
L’uomo inarcò il sopracciglio come a dire “e dovrei crederti?” e poi rispose:
<si.. è risaputo che, i Serpeverde tengono i loro libri..> fece una pausa ad effetto e inarcò ancora di più il sopracciglio <..nella foresta!>.
<f- foresta?>Vivian lo fissò per un lungo istante, lo sguardo di Severus era soddisfatto per la sua reazione.
<.. foresta> ripeté il professore con tono pacato ma glaciale.
<un attimo..>Vivian lo guardò improvvisamente raggelata <ma lei.. lei..>.
Severus esibì un ghigno soddisfatto e mormorò con finto tono romantico < lei non può raggiungerci dove siamo, ricordi?>.
<lei è ENTRATO NEI MIEI SOGNI!>sbraitò, non sapeva se essere furiosa o scioccata.
<abbassa la voce.. >sibilò l’uomo <dovevo controllarti, dovevo capire cosa avevi in mente!>fece un passo in avanti come se volesse attaccarla, la ragazza indietreggiò appena.
<ma- ma lei.. lei trama con l’Oscuro Signore!>balbettò Vivian.
<taci, non sono affari che ti riguardino!>rispose Severus in tono asciutto senza lasciar spazio a obiezioni.
<lei non può fermarmi!>sibilò Vivian con rabbia.
<ah no?Intanto ti ho impedito di trovare il giardino..>sussurrò, il suo sguardo glaciale e pericoloso.
<perché lo ha fatto!>Vivian picchiò i pugni sul suo petto ma Severus si fece indietro.
<mettiamola così, piccola insolente... >mentre sussurrava tali parole la afferrò per un polso e la trascinò nel proprio ufficio lanciandola a sedere in malo modo su di una sedia, poi andò dietro la scrivania e la fissò sempre con sguardo pericoloso, le mani puntellate sul bordo della scrivania con una specie di grosso avvoltoio.
<...Se tu mi dici ,cosa hai in mente..> cominciò con una specie di ghigno <io ti salvo da una punizione certa, altrimenti ti porterò io stesso dalla Preside.>sfoggiò un crudele ghigno trionfante.
<volevo SOLO ENTRARE NEL GIARDINO!>rispose sgarbatamente Vivian.
<non TI CREDO!PUOI FARE Dì MEGLIO!>rispose prima che Vivian potesse aggiungere una parola.
<non le dirò nulla!Non lascerò che lei aiuti il Signore Oscuro!>sbraitò Vivian fuori controllo <voglio ANDARE DALLA PRESIDE!PREFERISCO ESSERE PUNITA PIUTTOSTO!>Vivian si era lasciata andare e il suo viso era rigato di lacrime.
<scoprirò cosa diceva la profezia!>balbettò singhiozzando, Piton la osservò a lungo come se stesse decidendo cosa fare.
<dunque, preferisci essere punita dalla Preside, piuttosto che ammettere che volevi contattare il Ministero per denunciarmi?>chiese con leggero stupore, Vivian smise di singhiozzare per un istante e lo guardò.
‘Non ha capito, credeva che volessi denunciarlo..’
<e va bene, lo ammetto...>sussurrò con un filo di voce non appena ebbe finito di valutare le sue possibilità.
<così va meglio..>sussurrò Piton con aria trionfante <ciò non toglie che io ti osserverò, e soprattutto continuerò a bloccare il tuo accesso al giardino>sorrise soddisfatto.
Vivian sospirò asciugando le lacrime sulla manica del mantello, aveva visto sfumare l’ennesimo tentativo e come se non bastasse le era precluso l’accesso al giardino, mentre usciva dall’ufficio pensò che perlomeno la Umbridge non l’avrebbe punita stavolta.

<dove eri finita?hai saltato tutte le lezioni, mi avevi detto che tornavi subito.. >disse Cassandra più tardi affiancandola mentre camminavano dirette alla sala grande.
<oh... ero tornata nel dormitorio, non mi sentivo bene.. >rispose Vivian con tono convincente.
<mi dispiace.. ora va meglio?>chiese sorridendo.
<certo, va molto meglio>rispose Vivian con un sorriso.

<hai pensato ad un altro modo?>sussurrò Cassandra a Vivian durante la pausa pomeridiana, sedevano entrambe davanti al camino nella sala comune gremita di studenti, era assurdo come fossero costretti a restare al chiuso in una giornata tanto bella.
<no, e credo che faremmo meglio ad arrenderci..>rispose l’amica con fare rassegnato <sono convinta che la Umbridge ci metterà Piton alle calcagna..>aggiunse depressa.
<ma non può vincere!Non è giusto!>sbottò Cassandra.
<e cosa vorresti fare, allora?>chiese Vivian che oramai sembrava non aver più voglia di reagire.
<potremmo fare dei volantini da appendere per la scuola!prima o poi qualcuno ci darà retta!>sibilò Cassandra quasi con rabbia, poi affondò il viso tra le mani.
<i -I miei genitori sono pericolosi.. >sussurrò con voce rotta dal pianto.
Vivian sospirò <va bene, potremmo.. potremmo provare con i volantini..>sussurrò prendendo la mano dell’amica.
<s -si.. grazie Vi..>.

Così un'altra settimana volò via, nei momenti di pausa le due amiche si impegnarono a scrivere dei volantini che riguardavano l’evasione, quando ebbero raggiunto circa duecento volantini passarono all’azione, avrebbero tappezzato la scuola in modo tale da diffondere la notizia.
<pronta?>chiese Cassandra a Vivian, avevano passato anche del tempo ad imparare degli incantesimi di Adesione per impedire ai volantini di volare via...
<pronta!>rispose Vivian porgendo a Cassandra la sua parte di volantini.
Le ragazze passarono un intero pomeriggio ad affiggere i volantini sperando in un buon risultato, entrambe sembravano entusiaste di tale idea ma furono immediatamente costrette a risentirsi nel momento in cui si ritrovarono a fronteggiare la Umbridge in persona, le due ragazze notarono che la donna portava con se quelli che sembravano i loro volantini, ma erano bruciati ed incomprensibili, doveva averli staccati tramite un controincantesimo.
<molto bene!> cinguettò la donna fissandole, era strano come fosse capace di utilizzare un tono tanto smielato nonostante l’evidente rabbia che la stava assalendo.
<nel mio ufficio prego.. >sorrise fastidiosamente senza dare loro occasione di proferir parola.
<preside noi.. >cominciò Cassandra in tono di scusa.
<ehm ehm..>la interruppe la Umbridge <non mi importa quello che avete da dire..>disse mantenendo il suo pericoloso sorriso.
<perché non ci espelle allora?POTREBBE ESPELLERCI NO?>sbraitò Vivian spazientita una volta che furono nell’ufficio della Preside, era stufa di vedere i loro piani continuamente mandati all’aria da quel rospo, Cassandra la guardò come se la avesse dato di volte al cervello, era evidente che temesse l’espulsione da Hogwarts più di ogni altra cosa.
<espellervi?>mormorò la Umbridge con la sua vocina saccente <e permettervi di diffondere liberamente il panico nella comunità magica?>tuonò.
<mai.. vi metterò in punizione, così capirete che con me c’è ben poco da scherzare!>.

Per l’ennesima volta erano state dolorosamente punite, per l’ennesima volta la Umbridge aveva vinto e sembrava non esserci alcuna soluzione.
Intanto un’altra settimana scivolò via, Vivian sbarrò un altro giorno sul calendario, era Domenica, e due settimane esatte le separavano dall’imminente evasione, sconsolata si mise distesa sul letto con le braccia dietro la testa.
<non posso credere che succederà.. >sussurrò Cassandra, la ragazza stava sfogliando delle vecchie foto di famiglia con malinconia e sedeva sul letto.
<questo vuol dire essere studenti, nessuno ti prende sul serio..>rispose Vivian con tono depresso.
<nessuno..>sussurrò l’amica, poi agitò la bacchetta due volte e un cane argentato guizzò fuori poggiando la testa sulle sue gambe, era il suo Patronus.
<e’ bellissimo..>sussurrò Vivian ammirando l’animale con un sorriso.
<grazie.. Il tuo cos’è?>chiese Cassandra curiosa, Vivian agitò la bacchetta ed una meravigliosa cerva argentata trottò per la stanza e si fermò al suo fianco.
<una cerva!E’ bellissima!>Cassandra tese la mano e la cerva la sfiorò con il muso, Vivian carezzò la testa dell’animale con un dito e alcune lacrime le solcarono una guancia.
<cosa c’è?>chiese Cassandra notando la malinconia che si era fatta spazio negli occhi dell’amica.
<solo, vecchi ricordi ...> rispose Vivian <nulla che valga la pena di sapere..>.
<sbagli, i nostri ricordi, così come i nostri Patronus, sono qualcosa di prezioso, quanto più prezioso possiamo avere..>le disse Cassandra sorridendo.
<grazie ai ricordi, i nostri Patronus sono in grado di salvarci anche nei peggiori momenti,e ...>Cassandra la osservò improvvisamente illuminata.
<e possiamo farli parlare!E fargli consegnare dei messaggi per noi!>Cassandra finì la frase in un impeto di gioia e si gettò tra le braccia di Vivian.
<sei.. Cassandra Black Lestrange sei un genio!>entrambe saltarono in piedi sul letto abbracciandosi radiose.
<useremo I NOSTRI PATRONUS!>esclamò Cassandra al culmine della felicità; per far parlare i loro Patronus avevano bisogno di un livello di magia avanzato, ma le due amiche sentivano che con molta buona volontà avrebbe imparato l’incantesimo in pochi giorni.

<cominciamo..>sussurrò Vivian qualche giorno dopo, avevano passato ogni attimo libero sui libri per imparare a far parlare i loro Patronus e nei pomeriggi in cui non c’erano lezioni si erano esercitate nella pratica fino allo sfinimento.
<sono pronta..>mormorò Cassandra alzandosi dalla poltrona, Vivian andò a sedersi all’altro capo della sala comune che era deserta grazie ad una gita ad Hogsmeade.
<expecto Patronum!>esclamò Cassandra agitando la bacchetta, poi si concentrò e il cane argenteo raggiunse Vivian, la voce di Cassandra parlò attraverso di lui : <sono il Patronus di Cassandra>.
<ottimo!>ridacchiò Draco sulla soglia sfoggiando il suo distintivo <facciamo esercizi vietati, non è vero?>guardò le ragazze con un ghigno.
<draco per favore, non facciamo nulla di male..>disse Cassandra guardando il cugino con un lieve sorriso.
<non crederai che perché siamo cugini lascerò correre, vero?>disse avvicinandosi.
<andiamo Draco!Non hai detto nulla a Tiger e Goyle quando li hai trovati ad esercitarsi nella Pastoia Total Body su uno studente del primo anno!>sbraitò Cassandra spazientita.
<era diverso, lui era.. un Grifondoro!>balbettò Draco.
<no era la stessa cosa!>sbottò Vivian minacciosa <fallo per noi, per l’affetto che c’è tra di noi, oppure diremo alla Preside che non fai bene il tuo lavoro!>.
Le parole sembrarono sortire l’effetto desiderato, Draco si allontanò immediatamente dalla Sala Comune senza obiettare.
<wow ci sai fare..>sorrise Cassandra.
<siamo pronte, ci siamo esercitate abbastanza..>disse Vivian con un sorriso complice <evocheremo il Patronus e lo manderemo dritto al ministero a riferire tutto.>aggiunse determinata.

Mai come quella sera Vivian e Cassandra sembravano sprizzare ottimismo da tutti i pori, di lì a poche ore ci sarebbero riuscite, avrebbero sventato i piani di Voldemort e avrebbero salvato il mondo magico, andarono a cena con un’insolita fame dovuta alla loro felicità.
<sbrighiamoci!>sussurrò Vivian appena furono fuori dalla sala grande.
<aspetta!>Cassandra tenne saldamente Vivian per il polso <ci conviene evocarlo da un posto più sicuro..>sussurrò guardandola, Vivian si limitò ad annuire in silenzio e subito le due amiche corsero al settimo piano, si fermarono solo una volta raggiunta la familiare parete.
‘Un posto sicuro’ pensò Vivian tenendo lo sguardo fisso sulla parete che in un istante si tramutò in una pesante porta, le due ragazze si intrufolarono all’interno della stanza, davanti a loro vi era una stanza molto simile ad un salotto.
<cominciamo..>Vivian si mise a sedere sul divano e guardò l’amica, le due si schiarirono la voce.
<expecto PATRONUM!>esclamarono all’unisono, ed ecco materializzarsi davanti a loro la familiare cerva argentea ed il grosso cane.
‘Facciamo una prova’ si disse Vivian, poi si concentrò sul proprio Patronus e su ciò che voleva lui riferisse.
’Allarme!Ci sarà un’evasione da Azkaban!Aumentare la sicurezza!’.
E così la cerva parlò, Cassandra sorrise a Vivian e fece dire le stesse cose al suo Patronus, senza pensarci oltre le due ragazze iniziarono ad agitare delicatamente la bacchetta in modo tale che i Patronus si voltassero verso l’ampia vetrata, poi chiusero gli occhi pensando alla direzione esatta ‘MINISTERO DELLA MAGIA’, ed ecco che in un istante i due animali argentati attraversarono la vetrata per sparirvi oltre diretti verso la loro meta...




spero sia stato gradito!:) Un bacione a tutti e al prossimo aggiornamento già in fase di elaborazione! :ciau:
 
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Mary Tyndale
view post Posted on 26/11/2011, 21:56




wowwwwwwwwwwwww
ma wowwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
e brava Vivian-chan!!! Che bel capitolo!!!!!
Sn rimasta di stucco su certe scene!!! Che bello! Ora Vivian e Cassandra possono
far parlare i loro Patronus!!! X333
Che vipera la Umbridge... la odioooooo
Però uffi... xchè Severus doveva rovinare tutto??? Entra nei sogni di Vivian, le legge la mente
e crede fischi x fiaschi ed ecco che la povera Vivian si ritrova distrutta dalle sue parole!!!
Avanti Sev! Cavolo e dire che sei stato carino cn lei nel sogno!!!
Vieni qui piccolina! la mia dolce Vivian!! E poi perchè le hai detto quelle brutte paroleee X°°°
Cassandraaaa che bello ha fatto pace cn Vivian! Yeahhhhh *fa applauso

Cassandra (del forum)! Adoro il tuo personaggio! Mi piace la sua determinazione,
la sua voglia di non arrendersi mai! E grandeeee cm poteva venire sl a lei l'idea del Patronus parlante? X333

Vivian-chan!!! Il tuo personaggio inutile dire che lo lovvo sempre più... la sua costanza, il suo modo di sfidare, la sua fragilità... cavoli... tutto un turbinio di sentimenti in lei mi emoziona!!

Davvero un bel capitolo! Scritto accuratamente, x niente pesante!
Eccomi qui che l'ho letto x 1 oretta! E nn sn stanca yeahhhh X333
Complimenti Vivian-chan! Spero di poter leggere il continuo presto!!! Già fremo di sapere
cs succede ai Patronus! E a Vivian, a Severus, a Cassandra!!!!
Grazie mille del capitolooooooooooo
ciauciauciau tvb

P.S. che forza... Jessy si fa ancora sentireeeeeeeeeee X333 mi mancava...
 
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SnapeTear89
view post Posted on 15/1/2012, 12:37




Ed eccomi dopo tanto tempo!!!Ecco il capitolo 25 finalmente!spero che ci sia ancora qualcuno che lo segue!XD anche perchè ho pronto il primo capitolo di un'altra FF che pubblicherò molto presto!!^_^

ecco l'aggiornamento!Buona lettura!


CAPITOLO 25- QUEL GIORNO AL PARCO...

L’unicorno e la cerva galoppavano incessantemente fianco a fianco, si erano uniti come avevano fatto in precedenza le “cerve gemelle”, i patronus di Severus e Vivian.
Stavolta però non c’erano dissennatori dai quali difendersi; c’era solo la speranza, quel luminoso e argenteo fascio di luce che galoppava rifiutando di arrendersi al destino.
Vivian e Cassandra erano concentrate allo sfinimento sulla loro missione, un solo attimo di distrazione e sarebbe stata la fine.
Le due ragazze erano il motore dell’azione, l’unica fonte di sostentamento di quella disperata speranza, rimasero a lungo concentrate per direzionare i loro patronus, con gli occhi chiusi percorsero tutto il parco nella loro mente.
Stavolta non avrebbero fallito...

<no!>sbraitò Vivian aprendo improvvisamente gli occhi, la sua cerva si era dissolta come nebbia dopo aver oltrepassato il cancello, la testa le doleva terribilmente come se qualcosa di pesante l’avesse colpita.
Le tempie pulsavano di dolore a tal punto da impedirle di tenere gli occhi aperti, doveva essere un controincantesimo gettato sui confini del castello per proteggerlo e per impedire agli studenti di fuggire …
Infondo c’era da aspettarsi che a causa dei divieti imposti dalla nuova preside qualcuno avrebbe tentato la fuga.

<no! NO!>fece eco Cassandra, poi si accasciò sul divano assestando un violento pugno ad un cuscino che fece svolazzare piccole piume nell’aria, era evidente che stava subendo anche lei gli effetti di quell’incantesimo; Vivian sedette al suo fianco tenendo strette le tempie tra le mani, come se temesse di sentirsi cadere la testa.
<credi che... possano risalire a noi?>chiese poi Vivian con tono preoccupato, sarebbe stata la terza punizione in una settimana; non era certa di poter reggere ancora per molto il dolore pungente di quella piuma che “scriveva” sulla sua carne. Per un istante la scritta impressa sulla sua mano fu percossa da un dolore lancinante, era il dolore tipico delle ferite magiche.
<che importa?abbiamo tentato quello che potevamo e ne siamo uscite sconfitte> sussurrò Cassandra fissando con rabbia un punto indefinito oltre la finestra, come a cercare qualcuno o qualcosa contro il quale potersi sfogare.
<usciamo da qui, è ora di pranzo..>aggiunse Vivian rifiutandosi di credere alle parole dell’amica, non potevano essere state sconfitte.
Il silenzio calò nella stanza come una densa cortina di nebbia, un silenzio di sconforto, l’evasione si sarebbe verificata, come la profezia aveva decretato, e loro non potevano fare nulla per impedirlo.
Quel grave silenzio non si ruppe nemmeno nel momento in cui le ragazze raggiunsero i sotterranei per posare le loro cose nel dormitorio; Vivian era tesa, sentiva che qualcosa sarebbe accaduto, avrebbero pagato per il loro vano tentativo di far trapelare delle notizie oltre le mura di Hogwarts…

< Morris..>la voce raggiunse l’orecchio di Vivian, era Severus Piton in persona, e non sembrava del miglior umore.
<s-si professore?>chiese voltandosi velocemente per fronteggiarlo, non si era sbagliata, l’uomo aveva l’aria d’essere furioso.
<fare la finta tonta non serve a nulla, nel mio ufficio...Tutte e due!>sibilò con sguardo che lampeggiava di un misto di rabbia e di odio.
Vivian e Cassandra non ebbero altra scelta che seguirlo, mentre entravano nell’ufficio continuarono a mantenere intatto il silenzio tombale che c’era nei sotterranei, poi Vivian si avvicinò alla scrivania del professore con fare sprezzante ed esordì:
<non so a cosa si riferisce signore!> mentre pronunciava tali parole, si curò di non incrociare lo sguardo dell’uomo un’altra volta, qualcosa in fondo al suo stomaco si contorse per l’ennesima volta.
<mi riferisco al vostro tentativo!>sbraitò l’uomo afferrando Cassandra per il polso sinistro, la ragazza sobbalzò presa alla sprovvista dalla mano gelida dell’uomo e lo fissò senza capire cosa intendesse dire.
<m- ma..io..>balbettò Cassandra con tono sommesso.
<questo prova tutto, ragazzina!>sbraitò rivolto a Vivian mentre scopriva l’avambraccio di Cassandra mostrando una scritta marchiata come a fuoco che dettava: “COLPEVOLE”.
Cassandra prese a tremare osservando il proprio braccio, senza pensarci Vivian scopri anche il suo per notare la stessa cosa.
<c- cosa significa!?>sbraitò Vivian senza staccare gli occhi dal proprio braccio.
<significa..>Severus fece una pausa ad effetto e mosse lo sguardo da Vivian a Cassandra con fare minaccioso <che avete infranto ancora una volta le regole!>continuò a voce più alta facendole sobbalzare entrambe.
<a quanto vedo..>mormorò <volevate mandare dei patronus fuori dalla scuola..>
<no!NON è VERO!>sbraitò Vivian che voleva averla vinta a tutti i costi.
<taci RAGAZZINA!>la zittì Severus <sono stufo che infrangiate le regole sperando di uscirne vincitrici!>fece una pausa prendendo rumorosamente fiato, sintomo dell’entità della sua rabbia.
<sono stufo di tutto ciò!ho gettato io stesso quella fattura sul perimetro di Hogwarts sotto ordine della preside!>.
Vivian e Cassandra si scambiarono sguardi mortificati, avrebbero tanto voluto sapere di quella fattura prima di cacciarsi nei guai …
<non voglio sapere come abbiate appreso una magia così avanzata!>le rimproverò, poi sospirò e chiuse gli occhi <e.. non voglio nemmeno sapere quali erano le vostre intenzioni..>sibilò, Vivian e Cassandra si scambiarono sguardi increduli.
<non- cantate - vittoria>scandì riacquistando il suo tono minaccioso <sì, non verrete punite stavolta.. ma solo perché sono il professore della vostra Casa!>aggiunse.
<g- grazie professore..> disse Vivian con un filo di voce, non poteva credere che Piton aveva avuto l’occasione di prendersi una rivincita su di lei e non l’aveva sfruttata.
<ringraziarmi non serve a nulla..>la guardò parlando con tono glaciale <sappiate, che se dovessi trovarvi -di nuovo- ad infrangere le regole.. non esiterò a portarvi dalla preside ed a punirvi severamente io stesso!>disse con tono che non ammetteva incomprensioni.

*

Slytrin’s Hill non era mai stato un posto tanto tranquillo, tutto taceva ed una leggera brezza estiva lambiva i prati delle ordinate collinette disposte attorno alla fontana di Salazar Serpeverde.
In fondo alla strada su una collinetta alla destra, la casa segnata dal numero 7 sembrava anch’essa silenziosa e tranquilla come tutto il resto.
Sul davanzale di una finestra al primo piano vi era un grosso e pigro gatto impegnato in un comodo pisolino pomeridiano, l’animale era seduto su una pila di quotidiani dei quali erano visibili solo alcuni titoli...


“MANGIAMORTE AL MINISTERO, IL MINISTRO DELLA MAGIA SI DIMETTE”

Confermate le voci sull’attacco avvenuto al Ministero della Magia da parte dei Mangiamorte, sembra che Voldemort sia stato avvistato sul posto anche dall’ex Ministro della Magia Cornelius Caramell, che si è rifiutato di lasciare dichiarazioni riguardo alle sue successive dimissioni.
Il nuovo Ministro in carica, Rufus Scrimgeur, ha dichiarato lo stato d’allarme per l’intero mondo della magia, e si è impegnato al massimo per sensibilizzare le famiglie dei maghi contro le minacce dei Mangiamorte.



“GARANTITA LA SICUREZZA DEGLI STUDENTI”
Il Ministro della Magia ha ribadito che non vi è alcun pericolo per quanto riguarda la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e che gli studenti potranno regolarmente tornare a scuola senza temere per la loro incolumità …



“HARRY POTTER, IL PRESCELTO?”
Non si sa ancora con certezza se le voci riguardo alla Sala delle Profezie siano veritiere, da tali notizie sembrerebbe essere emerso che la cosiddetta profezia andata persa designava Harry Potter come “IL PRESCELTO”l’unico in grado di affrontare l’Oscuro Signore e di sconfiggerlo.
Le autorità continuano a smentire la suddetta versione dei fatti affermando che non esiste alcuna Sala delle Profezie, né tantomeno questa cosiddetta profezia.


Nelle ultime settimane Vivian aveva guardato spesso la prima pagina del Profeta con il timore di veder campeggiare le parole ”evasione” o “Azkaban” in prima pagina, e ciò era accaduto per davvero, proprio come la profezia aveva previsto, e i Mangiamorte non avevano tardato a mettersi all’opera.
Il quinto anno ad Hogwarts era terminato nel peggiore dei modi, era tutto iniziato con Cassandra che leggeva quell’articolo del profeta, e nel vedere le terribili foto da ricercati dei suoi genitori la ragazza era precipitata immediatamente nella depressione più totale, oramai non dava più retta a nessuno, si era chiusa dentro di se, nel proprio dolore.
Ora Vivian si ritrovava a casa a Slytherin’s Hill, si era aspettata delle scenate da parte dei suoi genitori, o di essere rinchiusa a vita nella sua stanza ma nulla di tutto ciò era accaduto.
Per la prima volta nella sua vita da quando frequentava Hogwarts i suoi genitori erano stati lì a King’s Cross ad aspettarla, al suo arrivo l’avevano abbracciata calorosamente ed erano tornati a casa; per la prima volta non era tornata in taxi.
Nonostante tutto ciò Vivian non era affatto contenta, c’era qualcosa di poco naturale nel comportamento dei suoi genitori, forse dovuto allo stato di cose dell’intero mondo della magia, o con meno probabilità al fatto che si erano pentiti di come l’avevano trattata l’estate precedente.

Stesa sul proprio letto la ragazza si era soffermata più volte a pensare a ciò che era accaduto in quelle ultime settimane, l’attacco al Ministero, la presunta battaglia che c’era stata con i Mangiamorte, l’ansia di Cassandra che era stata additata da tutti appena i suoi genitori erano evasi.
Il giornale con la notizia dell’arresto di Lucius Malfoy era ancora accuratamente piegato e giaceva sul comodino, Vivian non aveva avuto il coraggio di leggerlo, non voleva deprimersi più di quanto non lo fosse già, guardò il titolo per qualche istante:

“ARRESTATO LUCIUS MALFOY, IL DRAMMA DELLA FAMIGLIA”

La notizia sconcertante aveva precipitato Draco e Cassandra in uno stato di tensione e sconforto, ed erano settimane che la ragazza non aveva notizie dei suoi amici, sospirò preoccupata, non si era aspettata che Lucius Malfoy potesse ancora lavorare dalla parte di Voldemort, né tanto meno si era aspettata che avrebbe partecipato ad un attacco al Ministero per poi essere miseramente catturato.
‘chissà come stanno.. ’si chiese giocherellando con uno degli opuscoli del ministero ‘credo che andrò a trovarli se continuo a non avere loro notizie... ’.
Nel riflettere sugli avvenimenti che avevano stravolto l’intero mondo della magia si rese conto che vi era stato persino un aspetto divertente, Dolores Umbridge aveva avuto ciò che meritava, non avrebbero più dovuto sopportare di avere quel rospo come preside perché Albus Silente era finalmente tornato ed era stata riconosciuta la sua innocenza nei confronti del Ministero, dopotutto aveva provato più volte a far capire lo stato delle cose, e più volte Caramell era stato testardo al punto di dichiararlo suo nemico.
‘ Voldemort teme Albus Silente, non oserà mai avvicinarsi alla scuola..’pensò Vivian immaginando d’un tratto come sarebbe stato il nuovo anno ad Hogwarts, la sua preoccupazione che per qualche motivo Draco e Cassandra non sarebbero tornati andava crescendo, ma scacciò via il pensiero negativo, non era abituata ad arrendersi, nemmeno di fronte alle apparenze.

Mister Mustache saltò giù pigramente dal davanzale ed emise un miagolio sommesso, poi con uno scatto saltò sul letto per andare ad acciambellarsi in grembo alla ragazza.
<abbiamo fame?>ridacchiò Vivian carezzando la testa del suo gatto che in risposta fece le fusa.
Mentre la ragazza dava da mangiare al gatto le venne in mente una cosa alla quale non pensava da tempo, la profezia raccolta da Piton.. non poteva fare a meno di arrovellarsi sul contenuto, cosa poteva essere di tanto terribile da indurre Piton ad impedirle di ascoltarla?
<mah.. forse diceva che avrebbe aiutato Voldemort!>mormorò tra se, e sobbalzò subito dopo, qualcosa si era infranto sul pianerottolo …
<mamma, va tutto bene?>chiese Vivian affacciandosi dalla propria stanza e notando sua madre che eseguiva un incantesimo di riparazione sul vaso infranto, la donna alzò appena lo sguardo con aria funerea.
<non - pronunciare- quel nome!>disse con un filo di voce.
<ma.. la paura di un nome incrementa la paura della cosa stessa!>la corresse con aria saccente, aveva sempre ritenuto stupido il non pronunciare quel nome, cosa poteva fare di male?
<non DEVI PRONUNCIARLO HO DETTO!>le labbra della donna tremarono per alcuni istanti.
<va bene>sussurrò la ragazza incredula, poi colse l’occasione per aggiungere <credi.. che potrei uscire a fare un giro, nel pomeriggio?>
<s-si va bene.. però devo prima mandare un gufo al Ministero, chiederò di mandarti una scorta..>rispose sua madre senza guardarla.
<cosa?!Mamma non posso uscire con una scorta!Non essere ridicola non sono in pericolo!Non sono mica Potter!?>biascicò Vivian spazientita.
<non farla lunga è solo un Auror!>insistette sua madre.
<capisco..Lascia stare mamma, non mi va più di uscire..>mormorò mentre tornava nella propria stanza sconfitta.
<maledetto Ministero!>sbraitò scaraventando una vecchia copia del Profeta dall’altra parte della stanza, non poteva muovere un passo senza che qualcuno lo sapesse, e la cosa la rendeva oltremodo nervosa.
‘Ben fatto!Ora non potrò nemmeno andare a trovare Cassandra e Draco!’pensò rassegnata, di certo non poteva presentarsi a casa di Lucius Malfoy con un Auror al seguito; era l’ennesima volta che non riusciva a comprendere il comportamento di sua madre.
‘Forse teme che Voldemort.. possa farmi del male perché loro lo hanno tradito..’ non era un’ipotesi del tutto sbagliata infondo, tutti sapevano quanto Voldemort potesse essere vendicativo..

‘Deve esserci qualcosa da fare!’Vivian si soffermò ad osservare il sole che si adagiava lentamente dietro le colline, adorava respirare il profumo dell’aria estiva al tramonto, socchiuse gli occhi e notò una figura che si avvicinava alla casa, osservandola per alcuni istanti dedusse che si trattava di suo padre.
<finalmente..>sussurrò seguendo i movimenti di suo padre e sospirando di sollievo.
<ciao Vi..>sorrise l’uomo alzando la testa verso di lei.
<ciao Papà!>rispose Vivian, di certo più allegra di quanto era stata durante la sua assenza, doveva riconoscere che -nonostante sua madre fosse tanto opprimente e iperprotettiva-, suo padre tentava in tutti i modi di non farle pesare la situazione, e di farla sorridere il più possibile.

Arcibald bussò alla porta come di suo solito ma Ophelia non aprì, si limitò a guardarlo attraverso lo spioncino.
<da quanti anni siamo sposati!?>chiese Ophelia con un tremito nella voce.
<oh andiamo!>disse Arcibald sulle prime con fare quasi stizzito, poi intercettò lo sguardo della figlia che consigliava di assecondarla e rispose <da diciassette anni tesoro … posso entrare?>.
<n- no!come mi chiamavi quando eravamo fidanzati?>chiese con una vena di imbarazzo, Vivian alzò gli occhi al cielo, si chiese chi mai avrebbe voluto introdursi in casa per attaccarli in pieno giorno.
Arcibald sospirò spazientito fissando la porta come se potesse vedere sua moglie attraverso di essa <ti chiamavo.. Ophina Pluffina..>sussurrò, e con suo sollievo la moglie decise di lasciarlo entrare, dubitava che un qualunque Mangiamorte potesse sapere una cosa così intima e personale.

La notte arrivò molto rapidamente lasciando la stanza di Vivian buia, oramai i suoi occhi erano abituati alla scarsa luce che, per di più, la rilassava enormemente.
Non appena sua madre la chiamò per la cena scattò in piedi e corse già per le scale, il gatto la seguì a ruota, non perdeva mai occasione per gironzolare attorno al tavolo e guadagnare degli spuntini non programmati.
Dopo che ebbe consumato la cena più silenziosa da quando era tornata, Vivian pensò di sistemarsi in salotto in compagnia di un buon libro, non poteva inventarsi granché data la sua solitudine, si stupì nel vedere che almeno in quel momento le avevano consentito di starsene tranquilla senza tenerle il fiato sul collo.
<.. cosa posso leggere?>si chiese dando un rapido sguardo alla libreria, da ciò che ricordava aveva già letto tutti i libri che le interessavano.
Si soffermò ad osservare il titolo “Calderoni d’amore” pensando che si trattasse di qualcosa di estremamente noioso e sentimentale e qualcosa di strano la indusse a girarsi, aveva udito come un movimento all’interno del camino spento.. chiedendosi se fosse stata o meno la sua immaginazione si avvicinò un pochino e sedette sul tappeto.
‘cosa è stato?’pensò, poi percorse lentamente i mattoni con lo sguardo alla ricerca della fonte di quel rumore, con sua sorpresa notò una cosa della quale non si era mai accorta: un mattone era leggermente più piccolo ed incavato, e recava inciso un piccolo serpente, sapeva di non essersi sbagliata, anche se non poteva vedere alla perfezione quell’incisione a causa della scarsa illuminazione.
<cosa diavolo..?>sussurrò continuando a tastare quel mattone e chiedendosi se non vi fosse qualcosa nascosto al di sotto, si guardò rapidamente intorno, attraverso le vetrate del salotto poteva vedere che le luci erano state spente, i suoi genitori erano andati a letto.
<se ci volesse una parola d’ordine?>sussurrò ancora a se stessa <oh Vivian non dire sciocchezze!Non può avere a che fare con Voldemort!>aggiunse con semplicità, ma si rese conto subito di non aver avuto una deduzione sbagliata, appena aveva pronunciato la parola “Voldemort” il piccolo serpente sul mattone aveva emesso una fioca luce verde e tutti i mattoni coperti dai residui di cenere si erano fatti da parte magicamente per lasciare spazio ad un incavo, tutto ciò che poteva vedere alla scarsa luce era qualcosa di vorticante, né solido né liquido, erano pensieri, e ciò che era nascosto sotto il camino altro non era che un piccolo bacile di pietra inciso di rune ed incastonato nel pavimento, era un pensatoio.

<ora.. ora capisco!>sussurrò incredula, era quello il motivo per cui sua madre non voleva sentirle dire quel nome, avevano usato quella parola d’ordine perché erano certi che mai nessuno avrebbe osato pronunciarla.
Ma perché nascondere dei pensieri in modo così misterioso?
Chiedendosi se indagare fosse una buona idea, la ragazza si sporse oltre il bordo di pietra tentando di intravedere il contenuto, anche se sapeva molto bene che l’unico modo per “vedere” era tuffarsi dentro di esso.
Vivian valutò rapidamente i pro e i contro e prese la sua decisione, non era stata mai capace di resistere alla sua curiosità, e per l’ennesima volta lo stava dimostrando.
Prese un grosso respiro, il cuore pulsava frenetico per l’emozione del mistero, si avvicinò ancora reggendosi al bordo, e poi lo fece, prima che potesse rendersene conto stava cadendo inesorabilmente verso il basso, chiuse gli occhi chiedendosi dove sarebbe atterrata e si lasciò semplicemente cadere in quel baratro fittizio sul cui fondo non si sarebbe mai schiantata.


< Harriet Guardami!>ridacchiò una voce di bambina in lontananza, Vivian aveva gli occhi chiusi, quella voce.. le sembrava di averla già sentita, anche se non avrebbe saputo dire con esattezza dove o quando.
<salta più in alto!>rispose un’altra voce di bambina, a questo punto Vivian aprì gli occhi, Harriet era la sua amichetta di infanzia.
Non appena Vivian ebbe messo a fuoco la scena, si rese conto che si trovava in un parco giochi, lo riconobbe immediatamente, si trovava a pochi isolati dalla casa dove aveva vissuto da piccola. Dopo un primo momento di stupore la ragazza si avvicinò di più e vide la fonte di quelle voci, una Vivian di circa sei anni stava dondolando su di un’altalena, poco distante vi era una bambina della stessa età, aveva dei lunghi capelli castani e le guance paonazze per il caldo.
<più in alto!>ridacchiò la piccola Vivian, e spiccò un salto dall’altalena librandosi in aria per troppo tempo, poi atterrò qualche metro più in là ridendo di gusto.
L’adolescente Vivian sorrise e qualcosa nel suo stomaco si contorse, era una strana sensazione rivedersi da piccola.
<guarda cosa ho trovato Vivi!>sorrise la piccola Harriet mostrando un grosso fiore azzurro a Vivian.
<te lo regalo!>Harriet intrecciò il fiore ai capelli della piccola Vivian, nel ricordare quell’attimo la ragazza non poté fare a meno di sorridere, ma il suo era un sorriso malinconico, ricordava molto bene il ricordo nel quale si trovava in quel momento, o almeno era quello che credeva …
Guardandosi rapidamente intorno ricordò quel giorno con ulteriore precisione: il parco era isolato, l’unico rumore che poteva sentire erano dei passerotti che cinguettavano, ed era una bellissima giornata. Come al solito lei e la sua amica erano andate a giocare, nel lasciarla andare la mattina i genitori le avevano detto di stare attenta, e ricordava precisamente come sua madre fosse stata tesa, seppure la donna tentasse di non darglielo a vedere.
Per qualche attimo continuò a sentire le voci allegre delle bambine, poi riconobbe esattamente il momento in cui tutto era cambiato, il cielo si era rabbuiato, dense nuvole nere avevano circondato il parco.
Tendendo al massimo l’orecchio sentì un rumore che riconobbe come le scintille di un incantesimo, ricordò perfettamente come da piccola avesse alzato lo sguardo al cielo per vedere se fosse in arrivo un temporale, guardò la se stessa bambina che guardava in alto.
<che succede Vivian?>chiese la piccola Harriet.
<non lo so>rispose Vivian.
Ed ecco che le vide, nere figure che vorticavano nel cielo, poi apparvero attorno alle ragazzine materializzandosi, erano incappucciate e vestite di nero, e delle maschere sinistre coprivano i loro volti, si rivide stringersi terrorizzata all’amica.
‘ma.. questo non.. non lo ricordavo..’ si disse rabbrividendo nel vedere quella parte del ricordo.
< CHI SIETE?>sbraitò Vivian con vocina tremante ma mostrando il solito coraggio che aveva fin da piccola.
Nessuno rispose a quella domanda, ma due figure si fecero avanti scoprendo i volti, erano i suoi genitori, la Vivian adolescente si avvicinò ancora alla scena, incredula.
<tesoro.. v-va a casa>disse sua madre tesa.
<ma..mamma che c’è?>chiese la bambina tremando appena.
< VA A CASA, HO DETTO!>sua madre si fece più insistente, Vivian prese per mano la piccola Harriet.
<si m-mamma..>singhiozzò senza comprendere, sua madre la divise dalla piccola Harriet che tremava dallo spavento.
<da sola tesoro..>disse dolcemente la donna tentando di rassicurarla.
< SENZA HARRIET NON ME NE VADO!>singhiozzò Vivian, sua madre non rispose perché interrotta da un’acuta voce penetrante, la figura incappucciata più bassa di tutte si fece avanti, aveva un fagotto in mano, come una specie di neonato.
<fallo…ORA!>gracchiò minacciosamente quella flebile voce, la Vivian adolescente guardò la figura ricurva e incappucciata, aveva creduto che la voce provenisse da lui, ma a quanto pareva era stato il fagotto a parlare.
<mio..mio signore..>mormorò Arcibald guardandolo con aria tesa <la bambina..>.
< HO DETTO FALLO!O DOVRAI UCCIDERE TUA FIGLIA!>ripeté quella voce sibilante, la Vivian adulta rabbrividì come se temesse per la propria vita.
La scena si fece più movimentata, in un vortice di pianti la piccola Vivian venne tenuta ferma da sua madre che non riuscì a tenerle gli occhi coperti, suo padre teneva ferma la piccola Harriet che piangeva a dirotto e chiamava in suoi genitori, inconsapevole che nessuno potesse aiutarla in quel momento.
< COSA VOLETE FARE?>strillò la piccola Harriet, e tutto finì.
< AVADA KEDAVRA!>strillò la voce di Arcibald, la Vivian adolescente cadde sulle ginocchia mentre la scena si consumava davanti ai suoi occhi, incapace di piangere, se avesse potuto smettere di battere, il suo cuore lo avrebbe fatto. Harriet fu colpita in pieno dalla maledizione senza perdono e cadde immobile al suolo, gli occhi spalancati.
< NO!NOOOOO!Harriet!>strillò la piccola Vivian scossa da tremiti e singhiozzi.


E Vivian adolescente comprese tutto, vide i suoi genitori eseguire un incantesimo di memoria su di lei, subito dopo i genitori si occuparono di far sembrare quella morte un incidente e la lasciarono li con Harriet sanguinante tra le braccia, nessuno doveva sospettare, Vivian sarebbe stata trovata li poco dopo, sotto shock per il “terribile incidente” che aveva causato la morte di Harriet, e i suoi genitori avrebbero dato inizio al teatrino che durava da ormai dieci anni.

Dopo attimi di orrore e di immobilità la Vivian adolescente si rese conto che la scena era cambiata, ora si trovava nella sua cameretta, la piccola Vivian era seduta in un angolo della stanza buia, ancora sotto shock per la morte di Harriet, attorno a lei vi erano degli scatoloni.

<tesoro..dobbiamo andare nella casa nuova..>sussurrò Ophelia che era appena entrata nella stanzetta.
<s-si mamma>aveva risposto la piccola con tono quasi meccanico, Ophelia la aiutò a mettersi in piedi e le sorrise con dolcezza.
<harriet viene con noi?>chiese Vivian fissando il vuoto, in modo quasi inquietante.


‘Questo è troppo!’in preda alle lacrime la ragazza si concentrò sul salotto di casa.
‘basta..voglio uscire di qui!’.
Detto fatto, in pochi istanti fu di nuovo nel salotto di casa, era uscita da quel terribile ricordo, ma non strillò, non mandò qualcosa in frantumi, aveva ormai superato tutto ciò, guardò con odio il luogo dove si trovava.
<è.. tutto falso!>sibilò con un’immensa rabbia che traspariva dalla voce <io..io vi odio..>disse con tono raggelante, non poteva crederci, non era accaduto.
<vi odio!>digrignò i denti quasi a scheggiarli per la violenza.

Erano stati loro, aveva sempre vissuto nella tana del serpente.. avevano ucciso la sua amica, e lo avevano fatto davanti ai suoi occhi, come se quella povera bambina di sei anni potesse essere una minaccia per qualcuno.
<non lo voglio sapere perché!>un mostro si agitò nel suo stomaco, avrebbe voluto sbattere loro in faccia ciò che aveva scoperto, avrebbe voluto quasi minacciarli di riferire tutto alle autorità, ma in quel momento non provava altro che terrore, come non le era mai capitato.

‘SONO UNA VOGLIACCA!’si rimproverò tra le lacrime, voleva solo scappare, voleva mettere più distanza possibile da quell’orrendo luogo falso che i suoi genitori avevano costruito e consolidato in quasi dieci anni.

Questa volta decise in fretta, badando a non fare rumore richiuse il nascondiglio del pensatoio e raggiunse la sua stanza, prese solo la bacchetta e la nascose in una tasca interna del mantello estivo, poi assicurò una borsa di monete alla cintola della gonna.
Tirato su il cappuccio del mantello si allontanò in silenzio da quella casa, lasciando tutto intatto, si sarebbero accorti molto tardi che lei non era più in casa …

La ragazza camminò per circa tre quarti d’ora, anche se erano a stento le undici notò che le strade erano vuote nonostante facesse molto caldo, non che dalle parti di Spinner’s End vi fosse molto movimento, ma le sembrava che fosse tutto troppo silenzioso, proprio come quella fatidica notte in cui si era ritrovata a fronteggiare i dissennatori.
<e ora dove diavolo vado?>si chiese in un mormorio, non aveva pensato al problema, si era solo preoccupata di scappare dai suoi genitori, senza rendersi conto che oramai il suo percorso mentale era come obbligato, era di nuovo li, in quel punto in cui l’estate precedente aveva rischiato di dire addio alla propria anima per sempre.
<piton..>sussurrò guardando la luce che filtrava dall’interno della casa di Severus, come al solito lui non stava dormendo, se due natali prima non avesse dormito al suo fianco sarebbe stata convinta che effettivamente l’uomo non dormiva mai.. ma quel ricordo le faceva male, aveva vissuto uno stupendo natale ed era consapevole che non sarebbe accaduto più.
La luna le carezzò il viso ridisegnandone i contorni mentre lei attraversava la strada avvicinandosi alla casa di Piton.
<potrei bussare..>si disse guardandosi intorno, poi abbassò il cappuccio e si accostò ancora alla casa combattuta nel profondo, indecisa.
<ma che bel vestitino!>la schernì un ragazzo vestito sciattamente che stava passando in quell’istante, aveva una bottiglia in mano, e Vivian poteva scommettere che non si trattasse affatto di succo di zucca né burro birra, decise quindi di ignorarlo.

<ora basta!>sussurrò a se stessa mentre si avvicinava alla porta <non essere codarda!>, bussò con estrema delicatezza, poi attese, non sapeva per l’esattezza cosa si aspettasse di trovare.
Le sembrò che fossero passate ore quando la ragazza sentì il rumore dello spioncino che veniva spostato lateralmente, avvertì lo sguardo di Severus su di se, l’uomo stava agendo con prudenza.
All’improvviso la porta si aprì di qualche centimetro e il viso di Severus Piton apparve alla ragazza, era sicuramente sorpreso di vederla dato il suo sguardo incredulo.
<vivian..>sussurrò fissandola con occhi socchiusi, non le sembrava il solito, era stata convinta per pochi attimi che le avrebbe sorriso ma non lo fece, si limitò a fissarla ancora.
<s- signore..>singhiozzò la ragazza che nonostante lo sforzo non era riuscita a trattenersi, ciò che aveva visto era davvero troppo per la sua mente.
<suppongo sia inutile chiedere se..> Severus fece una pausa guardandosi attentamente intorno, come se temesse di essere osservato <.. sei scappata di casa, non è vero?>i suoi occhi neri e profondi si allacciarono a quelli verdi ma non era il solito sguardo, era come svuotato di ogni emozione, inclusa la rabbia e l’odio.
Vivian dal canto suo tentò di proferire parola, ma ogni tentativo le moriva in gola mentre tremava sempre più forte, cadde in ginocchio ai piedi dell’uomo riuscendo solo a singhiozzare convulsamente, sapeva che non avrebbe ottenuto nulla, ma era come se fosse diventata improvvisamente muta.

Severus la osservò mostrando appena un po’ di perplessità, era raro che lei con quel suo modo concitato di parlare se ne stesse muta. Voleva vederci più chiaro e tentò di leggere la sua mente, ma ne fu per un istante spaventato, c’era sangue, una bambina morta.
<vivian.. >sussurrò rannicchiandosi, prese la mano della ragazza per aiutarla ad alzarsi, non sapeva perché lo stesse facendo ma di certo non potevano restare sulla porta.
Vivian lo seguì dentro casa e lui le fece cenno di sedersi, poi sospirò e la osservò mentre si chiudeva la porta alle spalle.
<come mai sei scappata? >chiese, il suo tono risuonava quasi come un ordine.
<harriet..>rantolò la ragazza, portò le ginocchia al petto e vagò con lo sguardo nel vuoto, le labbra le tremavano e non riusciva ad articolare frasi di senso compiuto.
<harriet?>chiese Severus perplesso, scavò nei propri ricordi per qualche istante, aveva già sentito quel nome, ma se avesse ricordato dove …
<di chi parli?Vivian rispondi per favore>la incitò stavolta con tono più addolcito.

“Harriet”, fu l’unica parola che Vivian fosse in grado di pronunciare, l’uomo la scosse più volte tentando di farla tornare in se, ma i suoi tentativi furono vani.
Al che Severus si arrese, aveva provato a trattarla con noncuranza ma stavolta le cose erano diverse, aveva visto qualcosa di strano nella sua mente ed era convinto che quel qualcosa avesse bloccato la ragazza in qualche modo.
Indugiò per qualche istante guardando lo stato pietoso in cui la ragazza versava, poi sedette al vecchio pianoforte del salotto.
<harriet..>mormorò tra se, sfiorò distrattamente un tasto, a volte il piano lo aiutava a concentrarsi.
<che sia la bambina morta che ho visto nella sua mente?>mentre il flusso di pensieri affollava la sua mente l’uomo intonò un motivetto, lo ricordava dalla sua infanzia, per qualche istante rivide sua madre che gli insegnava a suonare il piano nei rari attimi felici che aveva vissuto.

<harriet Montgomery..>sussurrò Vivian alle sue spalle, aveva attraversato la stanza mossa dalla dolcezza del motivetto che Severus stava intonando, si lasciò andare in lacrime e abbracciò Severus da dietro cingendogli il collo, non le importava che lui non volesse, né tantomeno che l’avrebbe respinta, ma Severus fu come raggelato da quel gesto inaspettato. Stranamente non osò scacciarla, per qualche istante chiuse gli occhi inspirando quel dolce aroma di vaniglia che emanavano i capelli della ragazza, una lacrima amara solcò il suo viso prima che lui potesse chiedere <harriet Montgomery?>
<si..Professore..>rispose Vivian con sussurro gelido, poi liberò l’uomo dal suo abbraccio stupita del fatto che non avesse reagito e andò a sedersi al fianco di Severus sullo sgabello del vecchio pianoforte, e fu così che accadde qualcosa che aveva dell’incredibile, nessuno dei due proferì più parola, erano una cosa sola, le loro mani intrecciate sulla polverosa tastiera, il tutto a generare una armoniosa melodia, un attimo dopo era come se nulla fosse accaduto..

Vivian pianse a lungo: mentre suonava il pianoforte, mentre Piton si allontanava da lei, anche mentre l’uomo la prendeva per mano guidandola su per le scale, e ancora mentre scivolava sotto candide lenzuola di un lettino nel buio di una vecchia stanza, e mentre cadeva velocemente in un sonno indotto dalla tensione emotiva che si era vertiginosamente allentata.
Per quanto riguarda Severus non si fece più domande, Vivian aveva subito un trauma e tanto valeva lasciarla dormire tranquilla, il giorno dopo avrebbe indagato …

Quando Vivian riaprì gli occhi era ormai mattino, impiegò qualche minuto ad abituarsi alla luce a causa del forte mal di testa, ma decisamente non ricordava quel soffitto percorso da sottili crepe.
<m-mamma?Papà?>mormorò, l’eco come unico interlocutore, la sua mente sembrò ricordare improvvisamente e Vivian dovette fare uno sforzo per non scoppiare in lacrime, si trovava a casa di Piton, o almeno era ciò che ricordava della sera precedente.
Indugiò per qualche istante guardandosi intorno, di fronte a lei poteva vedere uno scrittoio con delle foto incorniciate, poi un vecchio baule di Hogwarts e delle foto attaccate alle pareti, una piccola finestra che dava sul paesaggio di periferia, doveva essere la cameretta di Piton da bambino.
Un giglio in una campana di vetro brillò per qualche istante e la ragazza decise di alzarsi per vederlo meglio.
<perché.. mi ha fatta restare?>si chiese sussurrando mentre carezzava la campana di vetro.
<il giglio.. Zia L-lily..>singhiozzò per qualche istante.
Uscita sul pianerottolo si soffermò ad ascoltare i rumori che provenivano da basso:
un leggero ticchettio, doveva essere la pendola in salotto;
pentole e stoviglie, la cucina.

Scese le scale lentamente rendendosi conto si essere scalza, si ritrovò sulla soglia della cucina, non sapeva spiegare come si sentiva alla vista che le si parò di fronte agli occhi:
Severus era seduto al tavolo, con un pigro gesto del dito imprimeva magicamente movimento ad un mestolo che rimestava il contenuto di una pentola, era concentrato a leggere quello che sembrava un vecchio giornale e non si rese conto che lei lo osservava.
<s-signore..>sussurrò timidamente mentre muoveva dei passi verso di lui.
<hai..dormito bene?>chiese l’uomo senza alzare gli occhi dal giornale.
<si.. grazie..>mormorò mentre prendeva posto a quel tavolo, era tutto così strano che si pizzicò una guancia tentando di capire se stesse accadendo per davvero.
‘ok calma Vivian.. sei a casa di Piton, hai dormito qui e ora stai per fare colazione con lui che ancora non ti ha uccisa a suon di Crucio..’pensò d’improvviso mentre lui alzava lo sguardo su di lei e la guardava con serietà.
<posso constatare che il gufo non ti ha mangiato la lingua allora..>continuò versando del tea in due tazze, Vivian non rispose.
<questa.. Harriet Montgomery..>avvicinò il vecchio giornale a Vivian facendolo scorrere sul tavolo, Vivian intravide il trafiletto:

“30 luglio,
la tragica notizia ha sconvolto gran parte del mondo magico, il corpo della piccola Harriet Montgomery di soli sei anni è stato trovato ieri pomeriggio senza vita tra le braccia della sua compagna di giochi Vivian Evans Morris.
La bambina ha riportato gravi lesioni al cranio causate probabilmente da una maledizione, che ne ha causato la morte per dissanguamento, inutili i tentativi di rianimarla, non si sa tutt’ora chi possa aver compiuto un tale atto crudele, attribuito ad un Mangiamorte il cui nome ci è ancora ignoto. Sembrerebbe che l’uomo si sia avvicinato alle bambine mentre giocavano e che abbia scagliato la maledizione proprio mentre stavano giocando..”


<è di lei che parlavi ieri notte?> concluse Severus osservandola, non poteva essere altrimenti dato che anche il nome di Vivian compariva su quell’articolo.
<s-si..>Vivian deglutì per scacciare via le lacrime, doveva aspettarsi quella sorta di interrogatorio.
<beh..all’improvviso hai ricordato questo incidente e sei scappata di casa?>chiese Severus perplesso, era evidente da quell’articolo che i genitori di Vivian non avessero colpe, quindi era inspiegabile che lei fosse scappata.
<si..>rispose Vivian, non era certa di volergli raccontare la verità, anche se le risultava strano pensare che Severus non si trovasse li nella notte in cui Harriet era morta, aveva visto chiaramente la schiera di Mangiamorte che le aveva accerchiate.
<tu stai mentendo..> Severus la guardò intensamente <oh meglio.. stai omettendo di raccontarmi qualcosa..>sussurrò prima di bere un sorso di tea, Vivian abbassò lo sguardo fissando l’articolo di giornale, ma senza realmente leggerlo.
<le dirò una cosa..>mormorò con labbra tremanti <il vero bugiardo è lei!>sbraitò fissandolo improvvisamente con rabbia, Piton non rispose, era curioso di sapere dove volesse arrivare con quel discorso, ed era certo che sottoporla al suo silenzio l’avrebbe indotta a parlare.
<perché non lo dice eh?perché non ammette che era lì quella notte!>indicò il giornale con il dito.
<non so di cosa parli, puoi vedere benissimo che si trattò di un incidente..>mormorò impassibile.
<no che non lo è !>si lasciò sfuggire <non è stato un incidente ma una maledizione senza perdono!>continuò <il signore Oscuro lo ordinò!>.
Piton la guardò perplesso, per la prima volta non sapeva affatto quello che la ragazza farneticava.
<l’Oscuro Signore??>chiese Severus.
<si ERA LUI!NE SONO SICURA!>scoppiò Vivian nascondendo il viso tra le mani <lei era lì quella notte!lo deve ammettere!>singhiozzò, Severus alzò gli occhi al cielo e afferrò i polsi della ragazza allontanandole le mani dal viso.
<ora SMETTI Dì PIANGERE!>alzò la voce con fare autoritario.
Vivian annuì debolmente e tirò su col naso attendendo le parole di Severus che esordì:
<punto primo.. il Signore Oscuro è caduto cinque anni prima che avvenisse la morte di questa bambina!>Severus venne interrotto <no!lui c’era professore!era in un groviglio di bende!L’HO VISTO!>tremò Vivian tirando su col naso di nuovo per non ricominciare a piangere.
<punto SECONDO!>alzò la voce lui, infastidito da quella interruzione petulante <se ricordi bene Albus Silente garantì per la mia innocenza esattamente dopo la caduta di Voldemort!Dunque..>riprese fiato un istante <non potevo essere li, e nemmeno Voldemort poteva!quindi c’è qualcosa che non quadra non credi?>la fissò con un velo di rabbia.

<beh..tanto vale smetterla di nascondere tutto..>mormorò Vivian funerea, raccontò tutto a Severus, della parola d’ordine del camino, del suo ricordo annebbiato che aveva preso lentamente forma all’interno del pensatoio, e infine la vera dinamica di quel terribile omicidio che rabbrividì al solo ricordare, Severus la ascoltava sorseggiando il tea di tanto intanto, e indeciso sul crederle o meno, ma la lettura della sua mente era stata più che eloquente.

<quindi.. stai dicendo che ti portarono via il vero ricordo, per poi modificarlo in modo tale che non avresti ricordato?>azzardò l’uomo guardandola piangere, Vivian si limitò ad annuire.
<è andata così..s-sono stati loro!perché lo hanno fatto??>lo guardò con occhi imploranti.
“NON LO SO” fu tutto ciò che lui fu in grado di dirle, aveva sempre pensato che qualcosa non andasse in quella famiglia, ma pensare addirittura che loro avessero ucciso una bambina a sangue freddo per poi deturparne il cadavere, lo fece rabbrividire.

‘e io che credevo di aver avuto un’ infanzia difficile..’si soffermò a pensare mentre sistemava la cucina, Vivian era tornata nella stanza incapace di smettere di piangere.

“TOC TOC”
Vivian se ne stava stesa sul letto ad occhi chiusi oramai da tutto il giorno a giudicare dal tramonto, finse di non sentir bussare.
<vivian?>azzardò la voce di Severus.
<cosa vuole?>chiese lei con voce rauca mentre Severus apriva la porta.
<vivian.. non so come dirtelo ma..>si avvicinò al letto <tu non puoi restare qui..>disse tentando di lasciar trasparire meno emozioni possibili, Vivian aprì gli occhi arrossati per le lacrime e lo guardò incredula:
<m-ma non voglio tornare a casa!dove andrò?>singhiozzò fragorosamente.
<non lo so.. ma i tuoi genitori penseranno che sei qui appena si accorgeranno che non ci sei..>le disse seriamente.
<ha..ragione..>disse Vivian mentre in silenzio raccoglieva le sue poche cose <mi perdoni per.. il disturbo..>.

Mentre Vivian si allontanava da quella casa stringendosi nel mantello ebbe l’impressione che Severus avesse più di un motivo per mandarla via...
Stava attraversando il ponte quando un grosso topo simile ad una vecchia spazzola da scarpe le taglio la strada sfrecciando verso la casa di Severus, ma non vi fece molto caso, doveva essere normale per una zona come quella che vi fossero ratti di quel genere... sempre se di un ratto si trattasse …

<non tornerò a casa..>si disse mentre costeggiava una affollata strada babbana, si chiese come mai i suoi genitori non avessero ancora mobilitato un esercito di Auror per cercarla.
<non posso andare al Paiolo, sarebbe prevedibile..>sussurrò sentendosi in trappola, avrebbe voluto sparire, andare a vivere da sola senza temere di rincontrarli …
Si soffermò a guardare una vetrina con stupore, un meraviglioso vestito verde smeraldo aveva attirato la sua attenzione e Vivian ricordò il Ballo del Ceppo, ricordò quanto fosse stata emozionata nell’indossare un vestito simile a quello per quell’occasione.. per qualche attimo sorrise.
<io e Cassandra sembravamo due gemelle!>ridacchiò ricordando che anche l’amica aveva messo un vestito verde, ma ormai non aveva più notizie né di lei né di Draco, avrebbe pagato milioni di galeoni pur di scoprire come stavano.
‘Cassandra!come ho fatto a non pensarci?’si picchiò la fronte con il palmo della mano, perché non ci aveva pensato prima?Oramai non aveva nulla da perdere, e stentava a credere che ciò che avrebbe trovato li potesse stravolgerla più di quanto non avesse fatto quel dannato ricordo.
Senza pensarci due volte cercò una stradina meno affollata, si fermò, estrasse la bacchetta dal mantello e la puntò sporgendosi dal marciapiede, ed ecco che dal nulla il Nottetempo si fermò al lato della strada, il familiare Stan Picchetto saltò giù recitando la sua parte.

<benvenuti sul Nottetempo..mezzo di locomozione per maghi e streghe in difficoltà..io sono Stan Picchetto..e sarò il vostro bigliettaio per questa no..Hey Vivian sei proprio tu??>chiese il ragazzo avvicinandosi.
<ehm..si..>come al solito Vivian arrossì, Stan la osservo molto perplesso mentre la invitava a salire.
<dove hai lasciato il tuo zaino pieno di rospi morti?>ridacchiò mentre chiudeva la porta.
<stavolta non l’ho portato!>ridacchiò nervosamente Vivian, come al solito non ebbe il tempo di sedersi che Ernie partì a tutto gas costringendola a reggersi contro le sbarre di un letto.
<dove scappi Vivian?>strillò Stan per coprire il frastuono di quel bizzarro mezzo di locomozione.
<io ehm..>si soffermò per qualche istante tentando di ricordare dove vivessero Draco e Cassandra <wiltshire… West Wiltshire, la zona con tante colline..>mormorò in risposta, Stan la osservò per qualche istante
<ok.. ma cosa vai a fare li?non ci vive Lucius Malfoy?>.
<..si ma.. io non vado li..>aggiunse sbrigativa, il ragazzo sembrò capire che non le andava molto di parlare e smise immediatamente di fare domande lasciandola sola con i suoi pensieri.

<eccoci>sussurrò Stan non appena il Nottetempo ebbe raggiunto la sua destinazione, quando la ragazza scese chiese come al solito quanto avrebbe dovuto pagare, ma Stan aveva capito che stava fuggendo per l’ennesima volta e le disse ancora una volta che avrebbe pagato per lei.
<grazie Stan..>mormorò la ragazza tristemente mentre camminava verso le colline che si stagliavano contro la luce lunare, in lontananza vide un castello.
<suppongo abitino lì..>disse con tanto d’occhi per l’immensità di quella villa.
Si strinse dunque nel mantello e si incammino per qualche isolato, intorno a lei vi era solamente natura e boschetti, dubitava che da quelle parti vivessero anche dei babbani.

<wow!>si lasciò sfuggire non appena ebbe raggiunto l’imponente cancello di ferro, lo riconobbe perché vi erano incise delle iniziali incrociate tra di loro, “LM” che stava per Lucius Malfoy.
<come faccio a bussare?>si chiese mentre osservava quello strano cancello senza serratura con aria perplessa.
<c’è nessuno?>chiese alla notte, guardando l’orologio si rese conto che erano a stento le dieci, si ritrovò a sperare che qualcuno la notasse, ma passarono lunghi minuti nei quali si rese conto che non poteva fare molto per entrare in quel luogo.
<fantastico..>mormorò la ragazza con aria depressa mentre sedeva sulla ghiaia scricchiolante con aria arresa, ma un’idea le balenò immediatamente alla mente.
<wonky?>chiese, poi restò in attesa, non aveva altra scelta, ed era certa che l’elfa domestica non avrebbe mai osato tradirla riferendo tutto ai suoi genitori se lei avesse formulato correttamente gli ordini.
“Crak”, il rumore di una materializzazione, Wonky era di fronte a lei, le fece un profondo inchino.
<wonky è qui per servire la padroncina!>gracchiò l’elfa orgogliosa.
<wonky, non devi assolutamente dire a mamma e papà che ti ho chiamata!e nemmeno che sono qui intesi?>il tono della ragazza era quasi una minaccia, si stupì di se stessa.. non era mai stata tanto scortese con un elfo domestico.
<si padrona!se Wonky non obbedisce vorrà dire che Wonky si punisce!>disse facendo un secondo inchino.
< ti ordino di andare da Cassandra..>indicò la villa che si ergeva infondo al corridoio ordinato di siepi di tasso oltre il cancello <devi dirle che sono qui Wonky mi hai capita?!poi torna a casa e non azzardarti a dire nulla a nessuno!>disse la ragazza guardando l’elfa che si limitò solo ad annuire, e con uno schiocco di dita sparì nuovamente.

<vivian sei davvero tu?!>chiese una stupita Cassandra raggiungendo il cancello poco dopo.
<c-ciao..>sorrise Vivian guardando l’amica dall’altro lato del cancello.
<ciao!Entra pure!>disse mentre faceva scattare una chiave nella serratura interna del cancello, le due iniziali si divisero magicamente e il cancello si aprì cigolando leggermente, Vivian fu in un istante tra le braccia dell’amica e si trattenne per non piangere un’altra volta, era assurdo quanto fosse incline alle lacrime.
<vieni con me..>sorrise Cassandra prendendo per mano Vivian e guidandola verso l’ingresso, indossava una lunga camicia da notte color ghiaccio.
Appena Vivian entrò nell’atrio ne rimase colpita, in quell’ingresso finemente arredato sarebbe entrato forse tutto il primo piano della sua casa, pallidi ritratti mossero lo sguardo su di lei con fare altezzoso.
<aspettami qui ..>sorrise Cassandra, poi si avviò in cima ad una scala di marmo e salì fino a che i suoi passi non si affievolirono.
Vivian non sapeva spiegarsi il perché ma rabbrividì nell’udire delle persone che parlavano dietro una pesante porta di legno con la maniglia d’ottone, tentò di concentrarsi su altro e ringraziò il cielo quando sentì nuovamente dei passi provenire dalle scale, Cassandra doveva essere in compagnia.
<vivian!>Draco si precipitò a rotta di collo ad abbracciarla, c’era qualcosa di disperato in quel suo gesto, e Vivian non poté fare a meno di pensare che proprio a causa dell’arresto di Lucius Malfoy non avesse ricevuto più notizie dei suoi amici.
<ciao Draco..>sorrise la ragazza baciandogli una guancia, e mentre lo teneva stretto da sopra la sua spalla notò che una donna dai capelli biondi e viso pallido molto simile a Draco scendeva seguita da Cassandra.
<ciao tesoro..sono Narcissa, la madre di Draco..>disse lei sorridendole tristemente.
<ehm..salve signora Malfoy..>Vivian fece una riverenza con leggero imbarazzo <la prego di.. perdonarmi per questa intrusione..>cominciò Vivian.
<no non scusarti..>sorrise lei in risposta <di questi tempi non si dorme molto qui..>sospirò guardando Draco preoccupata.
<tranquilla.. credo tu abbia fatto molto cammino per venire fin qui, Cassandra falle strada, potete andarvi a sedere nello studio di..Lucius..dirò agli elfi di preparare del tea caldo..>disse la donna traendo un ennesimo sospiro, poi raggiunse la porta dalla quale provenivano le voci e vi sparì dietro.
<perdona mia madre..>disse Draco mentre insieme alla cugina scortavano Vivian verso lo studio <da quando mio padre è.. insomma lo sai.. da quel giorno non è più la stessa, è sempre preoccupata per tutto e per tutti..>.
<non devi scusarti, è comprensibile..>rispose Vivian sforzandosi di sorridergli.

Vivian passò tutta la notte in compagnia dei suoi amici, per quelle ore si sentì come sollevata, Cassandra e Draco le raccontarono tutto quello che era accaduto dopo l’arresto.
Le raccontarono di come i Lestrange si fossero stabiliti lì e avessero tentato di riallacciare i rapporti con Cassandra, di come Cassandra era stata depressa per settimane prima di rassegnarsi al fatto che loro erano fuori, e non doveva fare altro che accettare i fatti.
Nell’ascoltarli la ragazza si rese conto che non avevano passato momenti più piacevoli dei suoi, per quanto riguardava il motivo per il quale era andata a trovarli non sapeva spiegarsi il perché, ma era convinta che non fosse il momento di parlarne.. i loro amici avevano vissuto momenti difficili e non voleva dar loro pena, si limitò dunque a dire loro che aveva litigato con i suoi e non sapeva dove andare.
<vivian non credi che loro possano ritracciarti?> chiese Cassandra versandosi l’ennesima tazza di tea, le braci del camino volgevano al termine, e la pendola dello studio scandì mezzanotte precisa.
<non so, credo di si..>rispose Vivian con tono sommesso, non aveva pensato a quell’aspetto fino a quel momento e rabbrividì pensando che forse potessero essere già sulle sue tracce nei dintorni..
<io non credo che ti troveranno fino a quando sei qui..>sussurrò Draco con malinconia, al che le due ragazze volsero lo sguardo verso di lui.
<cosa intendi dire?>chiese Cassandra anticipando Vivian di qualche istante.
Draco sembrò pensarci a lungo, poi rispose <se ricordi, questa casa è stata isolata da incantesimi protettivi, qui non può essere rilevata la magia minorile..>mormorò osservandola con fare significativo.
<oh..l’avevo quasi dimenticato..>mormorò Cassandra sconsolata, poi si sciolse in lacrime, incapace di dire altro, Vivian la guardò per lunghi istanti mentre Draco la abbracciava per confortarla, era confusa.. cosa poteva avere di tanto terribile un incantesimo protettivo?
Attese che la ragazza smettesse di piangere, Cassandra diede le spalle a loro due concentrandosi sugli ultimi fiochi attimi di calore.
<draco.. vuoi dirmi che.. se resto qui è come se la mia traccia fosse già sparita?>chiese Vivian con delicatezza.
<si.. esattamente, è così che..>Draco si interruppe, voleva che fosse Cassandra a dirlo.
<è c- così.. che mia madre ha tentato di addestrarci..>sussurrò Cassandra con tono funereo, Vivian si limitò ad ascoltare, non voleva credere a quello che aveva sentito.
<voleva che noi.. entrassimo a far parte della schiera di Voldemort..>aggiunse trattenendo le lacrime, Vivian lasciò cadere la tazza da tea che si infranse al suolo.
<n- no!non potete!non avete accettato … v-vero?!>chiese Vivian quasi follemente.
<abbiamo rifiutato, infatti..>si sbrigò ad aggiungere Draco con una certa ansia.
<m-meno male!>Vivian tremò un istante e poi con un colpo di bacchetta riparò la tazza, ma qualcosa sembrava ancora incombere, come qualcosa di non detto, allora la ragazza prese coraggio.
<c’è dell’altro.. non è vero?>parlò senza guardare i due amici, era certa che a lei non avrebbero nascosto nulla.
<ecco L’ALTRO!>sbraitò Cassandra alzandosi improvvisamente dal tappeto, tirò su le maniche della leggera camicia da notte e la fioca illuminazione mostrò a Vivian la verità..le braccia dell’amica erano piene di tumefazioni, Vivian non poteva credere ai suoi occhi.
< m- ma perché?>si limitò a sussurrare Vivian.
<non lo immagini?>chiese Draco, il viso illuminato solo per metà dalla fioca luce <è..il prezzo da pagare se rifiuti, sua madre l’ha torturata!>Draco rabbrividì.
<n-non la perdonerò mai..>sibilò Cassandra con rabbia, poi le mostrò il dorso della mano destra che aveva tentato di nascondere con un incantesimo, la scritta “TRADITRICE” era impressa con una specie di lama sulla pelle della ragazza.

Passarono lunghi attimi sospesi, nessuno di loro disse una parola, si limitarono a fissare fuori dalla finestra, la luna brillava intensamente.
<non.. non mi è chiara una cosa..>sussurrò Vivian ancora incredula <credevo che la traccia fosse qualcosa di indelebile, come.. come hanno fatto a isolarla?>chiese perplessa, più volte aveva appreso dai genitori che non vi era alcun modo per sfuggire, e chi meglio di loro che si trovavano al ministero poteva dirlo?
Draco sospirò e rispose <non so cosa tu abbia appreso dai giornali e dalle voci che circolano, ma.. mio padre prima di..prima di essere arrestato.. è riuscito a corrompere molti membri all’interno del ministero e beh.. Voldemort riuscirà presto ad impadronirsene>il ragazzo rabbrividì alle proprie parole e concluse <dunque credo.. non sia stato difficile scoprire in che modo isolare la nostra casa..>.

Quando i ragazzi raggiunsero le stanze da letto al piano superiore erano circa le due del mattino, Vivian era stata sistemata in una stanza vicino quella di Cassandra in modo tale da passare lì la notte, nonostante avesse molto sonno la ragazza non riusciva ad addormentarsi, se ne stava seduta con la schiena contro la spalliera del letto e guardava fuori dalla finestra, una montagna di spiacevoli novità le era appena crollata addosso.
<non c’è speranza.. Voldemort sta vincendo..>sussurrò inquieta, non poteva credere che lentamente il ministero si stesse autodistruggendo all’insaputa della comunità magica, era sicura che tempi molto più difficili si stessero avvicinando.

Si chiese se i suoi genitori non fossero al corrente di quanto stesse accadendo, e per la prima volta analizzò il ricordo che aveva visto nel pensatoio: i suoi genitori avevano ucciso la sua amica d’infanzia.. ma Voldemort (o colui che lei aveva creduto fosse) li aveva minacciati, aveva detto loro che altrimenti avrebbero dovuto uccidere loro figlia.
Non comprendeva quello che aveva visto, perché Voldemort li avrebbe dovuti minacciare in tal modo?

<non lo so..>si rispose mentre stropicciava una angolo del fine lenzuolo con fare nervoso, era certa solo di una cosa.. i suoi genitori non erano più con Voldemort, voleva attaccarsi a quella convinzione.

“Voldemort” la parola fluttuò nella mente della ragazza per qualche istante, era pervasa da una rabbia ora facilmente giustificabile, era lui che aveva rovinato la sua vita, aveva rovinato la vita di chiunque era stato a contatto con lui.
”HO DETTO FALLO!O DOVRAI UCCIDERE TUA FIGLIA!” quella voce penetrante le pervase la mente nel ricordare il pensatoio, nonostante il caldo la ragazza rabbrividì, non poteva essere altrimenti, quello ERA Voldemort.
Inspiegabilmente sentì l’impulso di alzarsi, e le tornò in mente qualcosa che poche ore prima aveva evitato di sentire, quella specie di suono sibilante.. lo aveva sentito di nuovo, aveva sentito la voce di Voldemort oltre la pesante porta all’ingresso dei Malfoy, mosse alcuni passi con fare trepidante, la camicia da notte prestatale da Cassandra sfiorò le sue caviglie silenziosamente provocandole un leggero brivido.

‘ne sono sicura..’pensò tra se mentre apriva silenziosamente la porta, si chiese se gli occupanti di quella stanza misteriosa si trovassero ancora li.
Si mosse in silenzio verso le scale tendendo al massimo l’orecchio per cogliere il minimo rumore.
‘Perché lo stai facendo?’disse una voce nella sua testa ‘non lo so.. io.. devo vederlo.. voglio guardare in faccia la causa di tutto’ si rispose brevemente.
Senza rendersi conto aveva percorso tutta la scala al buio e ora si trovava di fronte a quella porta, era indecisa, non sapeva se entrare.
Si fermò ad origliare poggiando l’orecchio alla porta, ma non udì nulla, la stanza doveva essere vuota ma non ebbe il tempo di pensare, dei passi provenienti dall’esterno la indussero a nascondersi rapidamente nella stanza che si rivelò essere un salone di dimensioni spropositate, al centro vi era un lunghissimo tavolo circondato di sedie e rabbrividì arrivata in fondo alla sala, la sua immagine riflessa nello specchio buio sopra il camino l’aveva spaventata.
<wow..>mormorò guardandosi intorno, il mobilio sembrava molto costoso, come i vari arazzi e le preziose tende scure.
I passi si avvicinarono alla porta, e prima di rendersene conto la ragazza si era nascosta dietro un ampio arazzo, il cui protagonista (un elfo domestico molto anziano che serviva un potente mago)la guardò prima di ricevere una punizione del proprio padrone.

<mio signore.. cosa posso fare per voi?>chiese una voce che Vivian non aveva mai udito, era una donna, il suo tono era servizievole e permeato profondamente da una sorta di cieca devozione.
<bellatrix.. mia fedele seguace..>sibilò la familiare voce di Voldemort <ho una sola cosa da chiedere..>.
La porta si aprì per poi richiudersi, Bellatrix Lestrange e Volemort erano adesso in quell’ampio salone, Vivian trattenne il respiro, era terrorizzata e attratta al tempo stesso, avrebbe voluto sbirciare ma era immobilizzata.
<ti ascolto Mio Signore!>a giudicare dai rumori Vivian intuì che la donna si era inginocchiata al cospetto del mago oscuro, la voce della donna la fece in qualche modo rabbrividire.. era strano sentir parlare una famigerata serial killer.
<dovete uccidere LUI.. è il mio ostacolo maggiore..>sibilò il mago oscuro.
<s-sarà fatto!Subito!>sibilò Bellatrix con devozione, ma fu interrotta dal suo Oscuro Signore.
<no.. sarà io a dirvi quando e.. come..>Voldemort rise di gusto con tono glaciale, Vivian rabbrividì ulteriormente e si rese conto che le sue gambe tremavano, un altro rumore si aggiunse a quelli già presenti, qualcosa stava strisciando lentamente sul pavimento, questo qualcosa la induceva ad urlare ma portò con decisione le mani alla bocca, non voleva essere scoperta.
<si Mio Signore.. sarai tu a dirlo..>aggiunse impaziente la donna.

Il dialogo sembrò volgere al termine quando Vivian udì un suono che le strappò un lieve gemito terrorizzato, era come una voce sibilante, la riconobbe immediatamente ricordando il suo secondo anno, in quell’occasione Harry Potter aveva parlato con un serpente lasciando tutti esterrefatti.

‘sta … parlando serpentese..’pensò tendendo al massimo l’udito come se potesse capire cosa stava dicendo.
Un’altra voce fece eco a quella, doveva essere Voldemort, deglutendo a fatica la ragazza si schiacciò contro il muro come se potesse sparirvi dentro.
<mio Signore.. cosa accade?>chiese Bellatrix improvvisamente, Voldemort rise ancora, con quel tono che Vivian cominciava a non sopportare, nonostante tutto rimase immobile, non rendendosi conto di essere in trappola come una topo.
<nagini mi dice.. che qualcuno sta spiando la nostra conversazione..>sibilò il mago oscuro, Vivian spalancò gli occhi in preda al terrore, non poteva credere a ciò che aveva sentito, si chiese per qualche istante chi, o meglio cosa fosse Nagini.
<s-spiare?>Bellatrix Lestrange estrasse rapidamente la bacchetta, Vivian poteva sentire la voglia quasi sanguinaria della donna di punire il malcapitato.
<nagini..trovalo.. chiunque esso sia..>aggiunse gelido l’uomo.

Vivian pensò di essere spacciata, quella COSA stava venendo a cercarla, poteva sentire il suo odore e i suoi più lievi movimenti, la creatura strisciò lungo l’arazzo dove lei era nascosta e lo intravide, erano le spire di un grosso e viscido serpente, dopo un altro sibilo ecco che l’arazzo si spostò bruscamente, Vivian chiuse gli occhi e prima che potesse rendersi conto la bacchetta di Bellatrix era puntata al suo collo.
<una SPIA!CRUCIO!>sbraitò Bellatrix, Vivian si contorse in preda al terribile dolore, non aveva creduto di poter provare una sensazione tanto terribile, tentò di trattenersi ma urlò di dolore, ora comprendeva cosa aveva provato Cassandra, e anche Severus.
<cosa NE FACCIAMO MIO SIGNORE?>chiese Bellatrix in preda alla foga del momento, Vivian piangeva terrorizzata, si rifiutava di aprire gli occhi, non voleva vedere Voldemort, aveva desiderato fino a poco prima di farlo ma ora lo temeva più di ogni altra cosa.
Prima che Voldemort rispondesse Vivian provò un’orrenda sensazione, sentì il grosso serpente che le strisciava lungo un fianco.
<lasciamola parlare.. se è una spia Nagini sarà molto felice di cenare!>Voldemort si lasciò andare ad una gelida risata che fece rabbrividire ancora la ragazza.
<n-NO!>si lasciò sfuggire Vivian <non UCCIDETEMI!NON VOLEVO ORIGLIARE ERO QUI PER CASO!>strillò di seguito, non voleva finire in pasto a quella viscida creatura.
<chi SEI EH?PARLA!CHI TI HA FATTA ENTRARE!>Bellatrix era inginocchiata al suo fianco e la sovrastava, Vivian poteva udire il suo respiro vicino e il sibilo malvagio della sua voce ma non osò aprire gli occhi, qualcosa di gelido si posò sul suo viso, sembrava la lama di un coltello.
<no LA PREGO! Signora Lestrange!!S-SUA FIGLIA MI HA FATTA ENTRARE!>rispose con voce tremante.
<cassandra?>la donna inflisse un taglio sulla guancia di Vivian che strillò dal dolore <non DIRE FANDONIE!VOGLIO SAPERE CHI SEI!>strillò ancora costringendola ad aprire gli occhi, Vivian era in lacrime e poteva sentire il terrore crescere e pervadere tutto il suo corpo.
<v-Vivian..Evans..M-Morris..>mormorò con labbra tremanti, si soffermò ad osservare il lineamenti crudeli della donna, poi il suo sguardo si spostò su Voldemort,e il suo stomaco si contorse furioso nel vedere l’aspetto del mago, aveva la pelle quasi di un rettile, estremamente pallida e sottile, tesa sui suoi lineamenti, al posto del naso due fessure e due crudeli occhi rossi spiccavano sul volto, quella strana “creatura” non aveva capelli.
<morris..>sibilò Voldemort osservandola <questo nome.. non mi è nuovo..vero Bellatrix?>Voldemort distolse lo sguardo crudele da Vivian per spostarlo su Bellatrix che annuì.
<si MIO SIGNORE..HO RICONOSCIUTO IL SUO VISO..>esordì Bellatrix stringendo il mento di Vivian tra l’indice e il pollice.
<è la figlia di Ophelia Evans e Archibald Morris..>mormorò Bellatrix prima di darle un sonoro schiaffo, poi ruppe in una folle risata.
<figlia DEI TRADITORI!>aggiunse con gusto mentre Voldemort si aggiungeva a quella folle risata.
<n-No!NON FATEMI DEL MALE!>proruppe Vivian attaccandosi più che mai alla propria voglia di vivere, si gettò ai piedi di Voldemort.
<oh no.. non ti faremo del male..>sussurrò Voldemort, Bellatrix tirò su la ragazza e le impose di guardare il suo signore negli occhi.
Nagini strisciò sul pavimento in direzione di Vivian, Bellatrix la tenne ferma per le braccia, proprio mentre sembrava stesse arrivando la fine ecco spalancarsi la porta.
<no MIO SIGNORE!>sbraitò terrorizzata la voce di Narcissa sulla soglia, il serpente si acciambellò sotto l’ordine di Voldemort mentre Narcissa si avvicinava implorante.
<lei.. lei è una.. ragazza del Serpeverde mio signore, una purosangue..è a scuola con D-draco e Cassandra..>sussurrò la donna osservando il terrore palpabile della ragazza.
Voldemort sembrò pensare alle parole di Narcissa <cosa ti fa credere che non sia una spia mandata dai traditori?>chiese il mago oscuro rigirando la bacchetta tra le mani.
<mio signore lei..è fuggita da loro.. non vuole avervi a che fare..>aggiunse la donna sperando di convincerlo.
<è VERO?>chiese Voldemort fissando il proprio sguardo crudele a quello terrorizzato della ragazza, Vivian sapeva che cosa stava facendo, leggeva la sua mente per comprendere se mentiva, si sentì come ipnotizzata da quello sguardo, ne riconosceva il potere, ma non riusciva a stabilire cosa comportasse in lei, non sapeva se essere attratta o terribilmente terrorizzata da quello che un tempo era stato un uomo.
<s-si..MIO SIGNORE..>rispose la ragazza, incredula alle parole che erano appena uscite dalla sua bocca <i-io LI ODIO!>si sforzò di pensare a tutto il disprezzo che provava per loro.
<sono SOLO DEI TRADITORI!> aggiunse convinta, le lacrime che solcavano il suo viso, si rese conto di fissare il mago oscuro quasi a bocca aperta, era come se esercitasse uno strano fascino su di lei, ma non comprendeva se fosse attrazione o inquietante repulsione.

<molto bene..>sussurrò Voldemort <bellatrix.. accompagnami all’uscita.. io e te dobbiamo parlare..>la voce dell’uomo non lasciava trapelare emozioni, e mentre Voldemort e Bellatrix lasciavano la stanza seguiti da Nagini lei cadde in ginocchio a causa della tensione che stava scendendo.
<grazie..>disse guardando Narcissa, non aveva voglia di piangere ne di sorridere, quello sguardo era ancora li davanti ai suoi occhi nonostante Voldemort non fosse più li con lei.
Narcissa aiutò la ragazza ad alzarsi e la strinse tra le sue braccia, era chiaro quanto la donna stesse soffrendo per tutto quello che stava accadendo nella sua vita, il marito in carcere, i tentativi di Bellatrix di portare Cassandra e Draco nelle schiere di Voldemort.
<ti accompagno nella tua stanza.... non fare parola con i ragazzi di.. quello che è successo..>sussurrò la donna mentre tenendola stretta per mano la conduceva alla stanza.
<no.. non lo farò..>rispose Vivian con tono svuotato da ogni emozione, Narcissa guarì le ferite sul viso della ragazza con fare materno, e dopo aver fatto compagnia alla ragazza per qualche attimo si congedò.
<mi raccomando.. bevi la tua tazza di tea, ti farà bene..>le disse prima di lasciare la stanza.
La mente di Vivian era come congelata, era in preda a tutte le sensazioni che aveva provato in nemmeno un giorno, il terrore per quel ricordo, l’incredulità delle azioni di Severus, la terribile scoperta della verità sui suoi amici, e,ultimo e più traumatico quello strano contatto con Voldemort.
Incapace di pensare svuotò la tazza senza rendersi conto che vi era stata versata della pozione soporifera, troppo tardi si rese conto di ciò, ma era consapevole che la donna lo avesse fatto per il suo bene.
‘ci penserò domani..’pensò prima di crollare in un profondo sonno senza sogni.

<vivian?>la ragazza si sentì chiamare, doveva essere mattina, senza indugiare aprì gli occhi, era Cassandra, sedeva al suo fianco sul letto.
<perdonami se non ho bussato..>si scusò Cassandra sfoggiando un sorriso ingenuo.
<oh.. non preoccuparti..>rispose Vivian con voce rauca, in un istante le crollò addosso la vasta gamma di sensazioni del giorno precedente e dovette fare un notevole sforzo per non lasciar trapelare nulla.
<stai bene?>chiese Cassandra con aria perplessa.
<si..>rispose Vivian pensando a quanto era fortunata ad essere ancora viva.
<cassandra io.. credo sia meglio se.. torno a casa..>disse dopo averci pensato su per qualche istante <i miei genitori mi staranno cercando..>aggiunse sbrigativa.
<ne.. ne sei sicura?>chiese Cassandra che sembrava quasi sul punto di supplicarla a restare.
Vivian annuì, voleva andare via da quel luogo, ora temeva terribilmente sia Voldemort che Bellatrix Lestrange, anche se le avevano risparmiato la vita temeva quella sorta di attrazione che provava nei confronti del mago oscuro, e nella confusione di quelle sensazioni voleva solo scappare, avrebbe inventato una scusa con i suoi genitori e sarebbe tornata con loro.
<si.. perdonami, ma sono stata stupida a scappare in questo modo, non ne avevo motivo.. mi hanno solo vietato di uscire da sola..>confessò Vivian in modo convincente.

Nella tarda mattinata Vivian era pronta per andare via, totalmente svuotata di ogni sorta di emozione abbracciò i suoi amici e si congedò con Narcissa che si offrì di accompagnarla al cancello.
<come stai?>chiese Narcissa guardando la ragazza con aria preoccupata mentre attraversavano il giardino osservate da Draco e Cassandra.
<bene..>mentì Vivian senza guardare la donna che strinse di più la sua mano.
<non.. farai parola di ciò che hai visto.. v-vero?>chiese la donna disperata <l-lui.. è vendicativo.. non te lo perdonerebbe.. e non lo perdonerebbe a me..>Narcissa rabbrividì.
Vivian guardò la donna negli occhi e prese le mani nelle sue.
<non vedo perché dovrei.. io non sono mai stata qui..>disse sinceramente strappando l’ombra di un sorriso alla donna che la abbracciò con gratitudine.
<g-grazie.. sta attenta Vivian..>le disse prima di lasciarla andare definitivamente.

Mentre camminava la ragazza sospirò più volte chiedendosi quando la sua vita aveva cominciato a complicarsi così tanto, incapace di darsi una valida risposta.
‘loro non devono sapere nulla.. non devono sapere né dove sono stata né quello che ho scoperto su di loro..’pensò mentre si allontanava lentamente da quel luogo.
Finalmente dopo circa un’ora di cammino raggiunse un centro abitato da Babbani, le ci vollero pochi minuti per orientarsi, ed ecco che dopo circa un’altra ora si ritrovava nei pressi di Spinner’s End.
<piton..>mormorò osservando da lontano la ciminiera sotto la quale sorgeva la casa dell’uomo, si chiese per un istante cosa stesse facendo, ma non valeva affatto la pena di indagare, gli avvenimenti freschi nella sua mente le impedivano di decidere cosa davvero avesse intenzione di fare, decise dunque che sarebbe tornata a casa, senza pensare alle conseguenze.

Era appena giunta in Slytehrin’s Hill quando i suoi genitori si materializzarono di fronte a lei, Vivian non capiva se fossero arrabbiati, ma si sforzò di sembrare spiacente.
<scusatemi..>sussurrò senza guardarli, i due non proferirono parola, Ophelia strinse a se sua figlia e Vivian comprese, erano angosciati, avevano temuto di perderla per sempre.
<p- perché sei fuggita?>chiese la madre con le lacrime agli occhi mentre camminavano verso casa.
<io..perdonatemi.. volevo uscire senza.. gli auror..>rispose Vivian sforzandosi ancora una volta di risultare sincera.

Con stupore della ragazza la sua fuga non fu motivo alcuno di punizione, i genitori si limitarono ad accompagnarla dentro casa senza altre domande, nella confusione più totale la ragazza si chiuse nella propria stanza.
‘cosa stai facendo Vivian?’disse ancora una volta quella sua vocina interiore ‘non lo so.. ma non dirò loro che so la verità’ si rispose la ragazza.
‘e perché mai?’chiese ancora quella vocina.
‘non so nemmeno questo, forse.. voglio bene loro nonostante tutto..’silenziose lacrime le solcavano il viso mentre i pensieri complicati e le forti emozioni la abbandonavano, la sua mente aveva innescato un meccanismo di autodifesa, avrebbe pensato a quello che provava in un secondo momento.
I suoi genitori, assassini a sangue freddo erano rimasti lì, in quel triste giorno al parco, relegati nella mente della ragazza, che avrebbe dato qualunque cosa pur di non aver mai visto la verità.

Il sonno la avviluppò come una calda coperta, intorno a lei tutto andò avanti, gli uccellini che cinguettavano nell’aria estiva, il suo gatto che giocava.. e da qualche parte il ministero cadeva lentamente, Voldemort compieva terribili crimini, Lucius Malfoy resisteva alla pazzia in prigione, tutto andava avanti come sempre.

FIIIINE :) aspetto i vostri commenti e intanto scrivo il capitolo 26!^_^
 
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try-try
view post Posted on 15/1/2012, 19:45




Bon, letto tutti e due i capitoli^^
Certo che sta ragazza le sta subendo tutte... chissà che le aspetta nel futuro.
Mi fai morire quando usi"tea" invece di "thè". Come mai questa scelta?

Aspetto il prossimo capitolo come sempre ho fatto!!!!!
 
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Mary Tyndale
view post Posted on 15/1/2012, 20:25




woooooooooooooooooooooow...
incredibile... mi hai lasciata cosi! O_O
Nn ci posso credere... Vivian è rimasta a contatto di luridi assassini x anni! ma cm si fa ad ammazzare una bambina di soli 6 anni??? Ahhhh devo capire xchè lo hanno fatto, cavolo...
bellissimo capitolo, inutile dirti che qst storia mi intriga e mi incuriosisce sempre +!
Brava Vivian-chan! E anke a Cassandra!!! Il tuo personaggio.. wow cm è coraggioso!!!
aspetto cn ansia il prossimo capitolo!!!
chissà che succederà...

p.s. mi piace molto qnd hai descritto i bellissimi momenti romantici tra Vivian e Severus!!! X333
che cariniiiiii... finalmente lui si degna di parlarle cn calma e nn perdere le staffe...
anke il modo in cui le è vicino... ahhh che bello davvero!!!
brava Vivian-chan!!! alla prossimaaaaaaaaaaaa X333
 
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122 replies since 4/8/2008, 20:56   2700 views
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