Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Tale of a girl who loved Severus...

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SnapeTear89
view post Posted on 15/1/2012, 12:37 by: SnapeTear89




Ed eccomi dopo tanto tempo!!!Ecco il capitolo 25 finalmente!spero che ci sia ancora qualcuno che lo segue!XD anche perchè ho pronto il primo capitolo di un'altra FF che pubblicherò molto presto!!^_^

ecco l'aggiornamento!Buona lettura!


CAPITOLO 25- QUEL GIORNO AL PARCO...

L’unicorno e la cerva galoppavano incessantemente fianco a fianco, si erano uniti come avevano fatto in precedenza le “cerve gemelle”, i patronus di Severus e Vivian.
Stavolta però non c’erano dissennatori dai quali difendersi; c’era solo la speranza, quel luminoso e argenteo fascio di luce che galoppava rifiutando di arrendersi al destino.
Vivian e Cassandra erano concentrate allo sfinimento sulla loro missione, un solo attimo di distrazione e sarebbe stata la fine.
Le due ragazze erano il motore dell’azione, l’unica fonte di sostentamento di quella disperata speranza, rimasero a lungo concentrate per direzionare i loro patronus, con gli occhi chiusi percorsero tutto il parco nella loro mente.
Stavolta non avrebbero fallito...

<no!>sbraitò Vivian aprendo improvvisamente gli occhi, la sua cerva si era dissolta come nebbia dopo aver oltrepassato il cancello, la testa le doleva terribilmente come se qualcosa di pesante l’avesse colpita.
Le tempie pulsavano di dolore a tal punto da impedirle di tenere gli occhi aperti, doveva essere un controincantesimo gettato sui confini del castello per proteggerlo e per impedire agli studenti di fuggire …
Infondo c’era da aspettarsi che a causa dei divieti imposti dalla nuova preside qualcuno avrebbe tentato la fuga.

<no! NO!>fece eco Cassandra, poi si accasciò sul divano assestando un violento pugno ad un cuscino che fece svolazzare piccole piume nell’aria, era evidente che stava subendo anche lei gli effetti di quell’incantesimo; Vivian sedette al suo fianco tenendo strette le tempie tra le mani, come se temesse di sentirsi cadere la testa.
<credi che... possano risalire a noi?>chiese poi Vivian con tono preoccupato, sarebbe stata la terza punizione in una settimana; non era certa di poter reggere ancora per molto il dolore pungente di quella piuma che “scriveva” sulla sua carne. Per un istante la scritta impressa sulla sua mano fu percossa da un dolore lancinante, era il dolore tipico delle ferite magiche.
<che importa?abbiamo tentato quello che potevamo e ne siamo uscite sconfitte> sussurrò Cassandra fissando con rabbia un punto indefinito oltre la finestra, come a cercare qualcuno o qualcosa contro il quale potersi sfogare.
<usciamo da qui, è ora di pranzo..>aggiunse Vivian rifiutandosi di credere alle parole dell’amica, non potevano essere state sconfitte.
Il silenzio calò nella stanza come una densa cortina di nebbia, un silenzio di sconforto, l’evasione si sarebbe verificata, come la profezia aveva decretato, e loro non potevano fare nulla per impedirlo.
Quel grave silenzio non si ruppe nemmeno nel momento in cui le ragazze raggiunsero i sotterranei per posare le loro cose nel dormitorio; Vivian era tesa, sentiva che qualcosa sarebbe accaduto, avrebbero pagato per il loro vano tentativo di far trapelare delle notizie oltre le mura di Hogwarts…

< Morris..>la voce raggiunse l’orecchio di Vivian, era Severus Piton in persona, e non sembrava del miglior umore.
<s-si professore?>chiese voltandosi velocemente per fronteggiarlo, non si era sbagliata, l’uomo aveva l’aria d’essere furioso.
<fare la finta tonta non serve a nulla, nel mio ufficio...Tutte e due!>sibilò con sguardo che lampeggiava di un misto di rabbia e di odio.
Vivian e Cassandra non ebbero altra scelta che seguirlo, mentre entravano nell’ufficio continuarono a mantenere intatto il silenzio tombale che c’era nei sotterranei, poi Vivian si avvicinò alla scrivania del professore con fare sprezzante ed esordì:
<non so a cosa si riferisce signore!> mentre pronunciava tali parole, si curò di non incrociare lo sguardo dell’uomo un’altra volta, qualcosa in fondo al suo stomaco si contorse per l’ennesima volta.
<mi riferisco al vostro tentativo!>sbraitò l’uomo afferrando Cassandra per il polso sinistro, la ragazza sobbalzò presa alla sprovvista dalla mano gelida dell’uomo e lo fissò senza capire cosa intendesse dire.
<m- ma..io..>balbettò Cassandra con tono sommesso.
<questo prova tutto, ragazzina!>sbraitò rivolto a Vivian mentre scopriva l’avambraccio di Cassandra mostrando una scritta marchiata come a fuoco che dettava: “COLPEVOLE”.
Cassandra prese a tremare osservando il proprio braccio, senza pensarci Vivian scopri anche il suo per notare la stessa cosa.
<c- cosa significa!?>sbraitò Vivian senza staccare gli occhi dal proprio braccio.
<significa..>Severus fece una pausa ad effetto e mosse lo sguardo da Vivian a Cassandra con fare minaccioso <che avete infranto ancora una volta le regole!>continuò a voce più alta facendole sobbalzare entrambe.
<a quanto vedo..>mormorò <volevate mandare dei patronus fuori dalla scuola..>
<no!NON è VERO!>sbraitò Vivian che voleva averla vinta a tutti i costi.
<taci RAGAZZINA!>la zittì Severus <sono stufo che infrangiate le regole sperando di uscirne vincitrici!>fece una pausa prendendo rumorosamente fiato, sintomo dell’entità della sua rabbia.
<sono stufo di tutto ciò!ho gettato io stesso quella fattura sul perimetro di Hogwarts sotto ordine della preside!>.
Vivian e Cassandra si scambiarono sguardi mortificati, avrebbero tanto voluto sapere di quella fattura prima di cacciarsi nei guai …
<non voglio sapere come abbiate appreso una magia così avanzata!>le rimproverò, poi sospirò e chiuse gli occhi <e.. non voglio nemmeno sapere quali erano le vostre intenzioni..>sibilò, Vivian e Cassandra si scambiarono sguardi increduli.
<non- cantate - vittoria>scandì riacquistando il suo tono minaccioso <sì, non verrete punite stavolta.. ma solo perché sono il professore della vostra Casa!>aggiunse.
<g- grazie professore..> disse Vivian con un filo di voce, non poteva credere che Piton aveva avuto l’occasione di prendersi una rivincita su di lei e non l’aveva sfruttata.
<ringraziarmi non serve a nulla..>la guardò parlando con tono glaciale <sappiate, che se dovessi trovarvi -di nuovo- ad infrangere le regole.. non esiterò a portarvi dalla preside ed a punirvi severamente io stesso!>disse con tono che non ammetteva incomprensioni.

*

Slytrin’s Hill non era mai stato un posto tanto tranquillo, tutto taceva ed una leggera brezza estiva lambiva i prati delle ordinate collinette disposte attorno alla fontana di Salazar Serpeverde.
In fondo alla strada su una collinetta alla destra, la casa segnata dal numero 7 sembrava anch’essa silenziosa e tranquilla come tutto il resto.
Sul davanzale di una finestra al primo piano vi era un grosso e pigro gatto impegnato in un comodo pisolino pomeridiano, l’animale era seduto su una pila di quotidiani dei quali erano visibili solo alcuni titoli...


“MANGIAMORTE AL MINISTERO, IL MINISTRO DELLA MAGIA SI DIMETTE”

Confermate le voci sull’attacco avvenuto al Ministero della Magia da parte dei Mangiamorte, sembra che Voldemort sia stato avvistato sul posto anche dall’ex Ministro della Magia Cornelius Caramell, che si è rifiutato di lasciare dichiarazioni riguardo alle sue successive dimissioni.
Il nuovo Ministro in carica, Rufus Scrimgeur, ha dichiarato lo stato d’allarme per l’intero mondo della magia, e si è impegnato al massimo per sensibilizzare le famiglie dei maghi contro le minacce dei Mangiamorte.



“GARANTITA LA SICUREZZA DEGLI STUDENTI”
Il Ministro della Magia ha ribadito che non vi è alcun pericolo per quanto riguarda la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e che gli studenti potranno regolarmente tornare a scuola senza temere per la loro incolumità …



“HARRY POTTER, IL PRESCELTO?”
Non si sa ancora con certezza se le voci riguardo alla Sala delle Profezie siano veritiere, da tali notizie sembrerebbe essere emerso che la cosiddetta profezia andata persa designava Harry Potter come “IL PRESCELTO”l’unico in grado di affrontare l’Oscuro Signore e di sconfiggerlo.
Le autorità continuano a smentire la suddetta versione dei fatti affermando che non esiste alcuna Sala delle Profezie, né tantomeno questa cosiddetta profezia.


Nelle ultime settimane Vivian aveva guardato spesso la prima pagina del Profeta con il timore di veder campeggiare le parole ”evasione” o “Azkaban” in prima pagina, e ciò era accaduto per davvero, proprio come la profezia aveva previsto, e i Mangiamorte non avevano tardato a mettersi all’opera.
Il quinto anno ad Hogwarts era terminato nel peggiore dei modi, era tutto iniziato con Cassandra che leggeva quell’articolo del profeta, e nel vedere le terribili foto da ricercati dei suoi genitori la ragazza era precipitata immediatamente nella depressione più totale, oramai non dava più retta a nessuno, si era chiusa dentro di se, nel proprio dolore.
Ora Vivian si ritrovava a casa a Slytherin’s Hill, si era aspettata delle scenate da parte dei suoi genitori, o di essere rinchiusa a vita nella sua stanza ma nulla di tutto ciò era accaduto.
Per la prima volta nella sua vita da quando frequentava Hogwarts i suoi genitori erano stati lì a King’s Cross ad aspettarla, al suo arrivo l’avevano abbracciata calorosamente ed erano tornati a casa; per la prima volta non era tornata in taxi.
Nonostante tutto ciò Vivian non era affatto contenta, c’era qualcosa di poco naturale nel comportamento dei suoi genitori, forse dovuto allo stato di cose dell’intero mondo della magia, o con meno probabilità al fatto che si erano pentiti di come l’avevano trattata l’estate precedente.

Stesa sul proprio letto la ragazza si era soffermata più volte a pensare a ciò che era accaduto in quelle ultime settimane, l’attacco al Ministero, la presunta battaglia che c’era stata con i Mangiamorte, l’ansia di Cassandra che era stata additata da tutti appena i suoi genitori erano evasi.
Il giornale con la notizia dell’arresto di Lucius Malfoy era ancora accuratamente piegato e giaceva sul comodino, Vivian non aveva avuto il coraggio di leggerlo, non voleva deprimersi più di quanto non lo fosse già, guardò il titolo per qualche istante:

“ARRESTATO LUCIUS MALFOY, IL DRAMMA DELLA FAMIGLIA”

La notizia sconcertante aveva precipitato Draco e Cassandra in uno stato di tensione e sconforto, ed erano settimane che la ragazza non aveva notizie dei suoi amici, sospirò preoccupata, non si era aspettata che Lucius Malfoy potesse ancora lavorare dalla parte di Voldemort, né tanto meno si era aspettata che avrebbe partecipato ad un attacco al Ministero per poi essere miseramente catturato.
‘chissà come stanno.. ’si chiese giocherellando con uno degli opuscoli del ministero ‘credo che andrò a trovarli se continuo a non avere loro notizie... ’.
Nel riflettere sugli avvenimenti che avevano stravolto l’intero mondo della magia si rese conto che vi era stato persino un aspetto divertente, Dolores Umbridge aveva avuto ciò che meritava, non avrebbero più dovuto sopportare di avere quel rospo come preside perché Albus Silente era finalmente tornato ed era stata riconosciuta la sua innocenza nei confronti del Ministero, dopotutto aveva provato più volte a far capire lo stato delle cose, e più volte Caramell era stato testardo al punto di dichiararlo suo nemico.
‘ Voldemort teme Albus Silente, non oserà mai avvicinarsi alla scuola..’pensò Vivian immaginando d’un tratto come sarebbe stato il nuovo anno ad Hogwarts, la sua preoccupazione che per qualche motivo Draco e Cassandra non sarebbero tornati andava crescendo, ma scacciò via il pensiero negativo, non era abituata ad arrendersi, nemmeno di fronte alle apparenze.

Mister Mustache saltò giù pigramente dal davanzale ed emise un miagolio sommesso, poi con uno scatto saltò sul letto per andare ad acciambellarsi in grembo alla ragazza.
<abbiamo fame?>ridacchiò Vivian carezzando la testa del suo gatto che in risposta fece le fusa.
Mentre la ragazza dava da mangiare al gatto le venne in mente una cosa alla quale non pensava da tempo, la profezia raccolta da Piton.. non poteva fare a meno di arrovellarsi sul contenuto, cosa poteva essere di tanto terribile da indurre Piton ad impedirle di ascoltarla?
<mah.. forse diceva che avrebbe aiutato Voldemort!>mormorò tra se, e sobbalzò subito dopo, qualcosa si era infranto sul pianerottolo …
<mamma, va tutto bene?>chiese Vivian affacciandosi dalla propria stanza e notando sua madre che eseguiva un incantesimo di riparazione sul vaso infranto, la donna alzò appena lo sguardo con aria funerea.
<non - pronunciare- quel nome!>disse con un filo di voce.
<ma.. la paura di un nome incrementa la paura della cosa stessa!>la corresse con aria saccente, aveva sempre ritenuto stupido il non pronunciare quel nome, cosa poteva fare di male?
<non DEVI PRONUNCIARLO HO DETTO!>le labbra della donna tremarono per alcuni istanti.
<va bene>sussurrò la ragazza incredula, poi colse l’occasione per aggiungere <credi.. che potrei uscire a fare un giro, nel pomeriggio?>
<s-si va bene.. però devo prima mandare un gufo al Ministero, chiederò di mandarti una scorta..>rispose sua madre senza guardarla.
<cosa?!Mamma non posso uscire con una scorta!Non essere ridicola non sono in pericolo!Non sono mica Potter!?>biascicò Vivian spazientita.
<non farla lunga è solo un Auror!>insistette sua madre.
<capisco..Lascia stare mamma, non mi va più di uscire..>mormorò mentre tornava nella propria stanza sconfitta.
<maledetto Ministero!>sbraitò scaraventando una vecchia copia del Profeta dall’altra parte della stanza, non poteva muovere un passo senza che qualcuno lo sapesse, e la cosa la rendeva oltremodo nervosa.
‘Ben fatto!Ora non potrò nemmeno andare a trovare Cassandra e Draco!’pensò rassegnata, di certo non poteva presentarsi a casa di Lucius Malfoy con un Auror al seguito; era l’ennesima volta che non riusciva a comprendere il comportamento di sua madre.
‘Forse teme che Voldemort.. possa farmi del male perché loro lo hanno tradito..’ non era un’ipotesi del tutto sbagliata infondo, tutti sapevano quanto Voldemort potesse essere vendicativo..

‘Deve esserci qualcosa da fare!’Vivian si soffermò ad osservare il sole che si adagiava lentamente dietro le colline, adorava respirare il profumo dell’aria estiva al tramonto, socchiuse gli occhi e notò una figura che si avvicinava alla casa, osservandola per alcuni istanti dedusse che si trattava di suo padre.
<finalmente..>sussurrò seguendo i movimenti di suo padre e sospirando di sollievo.
<ciao Vi..>sorrise l’uomo alzando la testa verso di lei.
<ciao Papà!>rispose Vivian, di certo più allegra di quanto era stata durante la sua assenza, doveva riconoscere che -nonostante sua madre fosse tanto opprimente e iperprotettiva-, suo padre tentava in tutti i modi di non farle pesare la situazione, e di farla sorridere il più possibile.

Arcibald bussò alla porta come di suo solito ma Ophelia non aprì, si limitò a guardarlo attraverso lo spioncino.
<da quanti anni siamo sposati!?>chiese Ophelia con un tremito nella voce.
<oh andiamo!>disse Arcibald sulle prime con fare quasi stizzito, poi intercettò lo sguardo della figlia che consigliava di assecondarla e rispose <da diciassette anni tesoro … posso entrare?>.
<n- no!come mi chiamavi quando eravamo fidanzati?>chiese con una vena di imbarazzo, Vivian alzò gli occhi al cielo, si chiese chi mai avrebbe voluto introdursi in casa per attaccarli in pieno giorno.
Arcibald sospirò spazientito fissando la porta come se potesse vedere sua moglie attraverso di essa <ti chiamavo.. Ophina Pluffina..>sussurrò, e con suo sollievo la moglie decise di lasciarlo entrare, dubitava che un qualunque Mangiamorte potesse sapere una cosa così intima e personale.

La notte arrivò molto rapidamente lasciando la stanza di Vivian buia, oramai i suoi occhi erano abituati alla scarsa luce che, per di più, la rilassava enormemente.
Non appena sua madre la chiamò per la cena scattò in piedi e corse già per le scale, il gatto la seguì a ruota, non perdeva mai occasione per gironzolare attorno al tavolo e guadagnare degli spuntini non programmati.
Dopo che ebbe consumato la cena più silenziosa da quando era tornata, Vivian pensò di sistemarsi in salotto in compagnia di un buon libro, non poteva inventarsi granché data la sua solitudine, si stupì nel vedere che almeno in quel momento le avevano consentito di starsene tranquilla senza tenerle il fiato sul collo.
<.. cosa posso leggere?>si chiese dando un rapido sguardo alla libreria, da ciò che ricordava aveva già letto tutti i libri che le interessavano.
Si soffermò ad osservare il titolo “Calderoni d’amore” pensando che si trattasse di qualcosa di estremamente noioso e sentimentale e qualcosa di strano la indusse a girarsi, aveva udito come un movimento all’interno del camino spento.. chiedendosi se fosse stata o meno la sua immaginazione si avvicinò un pochino e sedette sul tappeto.
‘cosa è stato?’pensò, poi percorse lentamente i mattoni con lo sguardo alla ricerca della fonte di quel rumore, con sua sorpresa notò una cosa della quale non si era mai accorta: un mattone era leggermente più piccolo ed incavato, e recava inciso un piccolo serpente, sapeva di non essersi sbagliata, anche se non poteva vedere alla perfezione quell’incisione a causa della scarsa illuminazione.
<cosa diavolo..?>sussurrò continuando a tastare quel mattone e chiedendosi se non vi fosse qualcosa nascosto al di sotto, si guardò rapidamente intorno, attraverso le vetrate del salotto poteva vedere che le luci erano state spente, i suoi genitori erano andati a letto.
<se ci volesse una parola d’ordine?>sussurrò ancora a se stessa <oh Vivian non dire sciocchezze!Non può avere a che fare con Voldemort!>aggiunse con semplicità, ma si rese conto subito di non aver avuto una deduzione sbagliata, appena aveva pronunciato la parola “Voldemort” il piccolo serpente sul mattone aveva emesso una fioca luce verde e tutti i mattoni coperti dai residui di cenere si erano fatti da parte magicamente per lasciare spazio ad un incavo, tutto ciò che poteva vedere alla scarsa luce era qualcosa di vorticante, né solido né liquido, erano pensieri, e ciò che era nascosto sotto il camino altro non era che un piccolo bacile di pietra inciso di rune ed incastonato nel pavimento, era un pensatoio.

<ora.. ora capisco!>sussurrò incredula, era quello il motivo per cui sua madre non voleva sentirle dire quel nome, avevano usato quella parola d’ordine perché erano certi che mai nessuno avrebbe osato pronunciarla.
Ma perché nascondere dei pensieri in modo così misterioso?
Chiedendosi se indagare fosse una buona idea, la ragazza si sporse oltre il bordo di pietra tentando di intravedere il contenuto, anche se sapeva molto bene che l’unico modo per “vedere” era tuffarsi dentro di esso.
Vivian valutò rapidamente i pro e i contro e prese la sua decisione, non era stata mai capace di resistere alla sua curiosità, e per l’ennesima volta lo stava dimostrando.
Prese un grosso respiro, il cuore pulsava frenetico per l’emozione del mistero, si avvicinò ancora reggendosi al bordo, e poi lo fece, prima che potesse rendersene conto stava cadendo inesorabilmente verso il basso, chiuse gli occhi chiedendosi dove sarebbe atterrata e si lasciò semplicemente cadere in quel baratro fittizio sul cui fondo non si sarebbe mai schiantata.


< Harriet Guardami!>ridacchiò una voce di bambina in lontananza, Vivian aveva gli occhi chiusi, quella voce.. le sembrava di averla già sentita, anche se non avrebbe saputo dire con esattezza dove o quando.
<salta più in alto!>rispose un’altra voce di bambina, a questo punto Vivian aprì gli occhi, Harriet era la sua amichetta di infanzia.
Non appena Vivian ebbe messo a fuoco la scena, si rese conto che si trovava in un parco giochi, lo riconobbe immediatamente, si trovava a pochi isolati dalla casa dove aveva vissuto da piccola. Dopo un primo momento di stupore la ragazza si avvicinò di più e vide la fonte di quelle voci, una Vivian di circa sei anni stava dondolando su di un’altalena, poco distante vi era una bambina della stessa età, aveva dei lunghi capelli castani e le guance paonazze per il caldo.
<più in alto!>ridacchiò la piccola Vivian, e spiccò un salto dall’altalena librandosi in aria per troppo tempo, poi atterrò qualche metro più in là ridendo di gusto.
L’adolescente Vivian sorrise e qualcosa nel suo stomaco si contorse, era una strana sensazione rivedersi da piccola.
<guarda cosa ho trovato Vivi!>sorrise la piccola Harriet mostrando un grosso fiore azzurro a Vivian.
<te lo regalo!>Harriet intrecciò il fiore ai capelli della piccola Vivian, nel ricordare quell’attimo la ragazza non poté fare a meno di sorridere, ma il suo era un sorriso malinconico, ricordava molto bene il ricordo nel quale si trovava in quel momento, o almeno era quello che credeva …
Guardandosi rapidamente intorno ricordò quel giorno con ulteriore precisione: il parco era isolato, l’unico rumore che poteva sentire erano dei passerotti che cinguettavano, ed era una bellissima giornata. Come al solito lei e la sua amica erano andate a giocare, nel lasciarla andare la mattina i genitori le avevano detto di stare attenta, e ricordava precisamente come sua madre fosse stata tesa, seppure la donna tentasse di non darglielo a vedere.
Per qualche attimo continuò a sentire le voci allegre delle bambine, poi riconobbe esattamente il momento in cui tutto era cambiato, il cielo si era rabbuiato, dense nuvole nere avevano circondato il parco.
Tendendo al massimo l’orecchio sentì un rumore che riconobbe come le scintille di un incantesimo, ricordò perfettamente come da piccola avesse alzato lo sguardo al cielo per vedere se fosse in arrivo un temporale, guardò la se stessa bambina che guardava in alto.
<che succede Vivian?>chiese la piccola Harriet.
<non lo so>rispose Vivian.
Ed ecco che le vide, nere figure che vorticavano nel cielo, poi apparvero attorno alle ragazzine materializzandosi, erano incappucciate e vestite di nero, e delle maschere sinistre coprivano i loro volti, si rivide stringersi terrorizzata all’amica.
‘ma.. questo non.. non lo ricordavo..’ si disse rabbrividendo nel vedere quella parte del ricordo.
< CHI SIETE?>sbraitò Vivian con vocina tremante ma mostrando il solito coraggio che aveva fin da piccola.
Nessuno rispose a quella domanda, ma due figure si fecero avanti scoprendo i volti, erano i suoi genitori, la Vivian adolescente si avvicinò ancora alla scena, incredula.
<tesoro.. v-va a casa>disse sua madre tesa.
<ma..mamma che c’è?>chiese la bambina tremando appena.
< VA A CASA, HO DETTO!>sua madre si fece più insistente, Vivian prese per mano la piccola Harriet.
<si m-mamma..>singhiozzò senza comprendere, sua madre la divise dalla piccola Harriet che tremava dallo spavento.
<da sola tesoro..>disse dolcemente la donna tentando di rassicurarla.
< SENZA HARRIET NON ME NE VADO!>singhiozzò Vivian, sua madre non rispose perché interrotta da un’acuta voce penetrante, la figura incappucciata più bassa di tutte si fece avanti, aveva un fagotto in mano, come una specie di neonato.
<fallo…ORA!>gracchiò minacciosamente quella flebile voce, la Vivian adolescente guardò la figura ricurva e incappucciata, aveva creduto che la voce provenisse da lui, ma a quanto pareva era stato il fagotto a parlare.
<mio..mio signore..>mormorò Arcibald guardandolo con aria tesa <la bambina..>.
< HO DETTO FALLO!O DOVRAI UCCIDERE TUA FIGLIA!>ripeté quella voce sibilante, la Vivian adulta rabbrividì come se temesse per la propria vita.
La scena si fece più movimentata, in un vortice di pianti la piccola Vivian venne tenuta ferma da sua madre che non riuscì a tenerle gli occhi coperti, suo padre teneva ferma la piccola Harriet che piangeva a dirotto e chiamava in suoi genitori, inconsapevole che nessuno potesse aiutarla in quel momento.
< COSA VOLETE FARE?>strillò la piccola Harriet, e tutto finì.
< AVADA KEDAVRA!>strillò la voce di Arcibald, la Vivian adolescente cadde sulle ginocchia mentre la scena si consumava davanti ai suoi occhi, incapace di piangere, se avesse potuto smettere di battere, il suo cuore lo avrebbe fatto. Harriet fu colpita in pieno dalla maledizione senza perdono e cadde immobile al suolo, gli occhi spalancati.
< NO!NOOOOO!Harriet!>strillò la piccola Vivian scossa da tremiti e singhiozzi.


E Vivian adolescente comprese tutto, vide i suoi genitori eseguire un incantesimo di memoria su di lei, subito dopo i genitori si occuparono di far sembrare quella morte un incidente e la lasciarono li con Harriet sanguinante tra le braccia, nessuno doveva sospettare, Vivian sarebbe stata trovata li poco dopo, sotto shock per il “terribile incidente” che aveva causato la morte di Harriet, e i suoi genitori avrebbero dato inizio al teatrino che durava da ormai dieci anni.

Dopo attimi di orrore e di immobilità la Vivian adolescente si rese conto che la scena era cambiata, ora si trovava nella sua cameretta, la piccola Vivian era seduta in un angolo della stanza buia, ancora sotto shock per la morte di Harriet, attorno a lei vi erano degli scatoloni.

<tesoro..dobbiamo andare nella casa nuova..>sussurrò Ophelia che era appena entrata nella stanzetta.
<s-si mamma>aveva risposto la piccola con tono quasi meccanico, Ophelia la aiutò a mettersi in piedi e le sorrise con dolcezza.
<harriet viene con noi?>chiese Vivian fissando il vuoto, in modo quasi inquietante.


‘Questo è troppo!’in preda alle lacrime la ragazza si concentrò sul salotto di casa.
‘basta..voglio uscire di qui!’.
Detto fatto, in pochi istanti fu di nuovo nel salotto di casa, era uscita da quel terribile ricordo, ma non strillò, non mandò qualcosa in frantumi, aveva ormai superato tutto ciò, guardò con odio il luogo dove si trovava.
<è.. tutto falso!>sibilò con un’immensa rabbia che traspariva dalla voce <io..io vi odio..>disse con tono raggelante, non poteva crederci, non era accaduto.
<vi odio!>digrignò i denti quasi a scheggiarli per la violenza.

Erano stati loro, aveva sempre vissuto nella tana del serpente.. avevano ucciso la sua amica, e lo avevano fatto davanti ai suoi occhi, come se quella povera bambina di sei anni potesse essere una minaccia per qualcuno.
<non lo voglio sapere perché!>un mostro si agitò nel suo stomaco, avrebbe voluto sbattere loro in faccia ciò che aveva scoperto, avrebbe voluto quasi minacciarli di riferire tutto alle autorità, ma in quel momento non provava altro che terrore, come non le era mai capitato.

‘SONO UNA VOGLIACCA!’si rimproverò tra le lacrime, voleva solo scappare, voleva mettere più distanza possibile da quell’orrendo luogo falso che i suoi genitori avevano costruito e consolidato in quasi dieci anni.

Questa volta decise in fretta, badando a non fare rumore richiuse il nascondiglio del pensatoio e raggiunse la sua stanza, prese solo la bacchetta e la nascose in una tasca interna del mantello estivo, poi assicurò una borsa di monete alla cintola della gonna.
Tirato su il cappuccio del mantello si allontanò in silenzio da quella casa, lasciando tutto intatto, si sarebbero accorti molto tardi che lei non era più in casa …

La ragazza camminò per circa tre quarti d’ora, anche se erano a stento le undici notò che le strade erano vuote nonostante facesse molto caldo, non che dalle parti di Spinner’s End vi fosse molto movimento, ma le sembrava che fosse tutto troppo silenzioso, proprio come quella fatidica notte in cui si era ritrovata a fronteggiare i dissennatori.
<e ora dove diavolo vado?>si chiese in un mormorio, non aveva pensato al problema, si era solo preoccupata di scappare dai suoi genitori, senza rendersi conto che oramai il suo percorso mentale era come obbligato, era di nuovo li, in quel punto in cui l’estate precedente aveva rischiato di dire addio alla propria anima per sempre.
<piton..>sussurrò guardando la luce che filtrava dall’interno della casa di Severus, come al solito lui non stava dormendo, se due natali prima non avesse dormito al suo fianco sarebbe stata convinta che effettivamente l’uomo non dormiva mai.. ma quel ricordo le faceva male, aveva vissuto uno stupendo natale ed era consapevole che non sarebbe accaduto più.
La luna le carezzò il viso ridisegnandone i contorni mentre lei attraversava la strada avvicinandosi alla casa di Piton.
<potrei bussare..>si disse guardandosi intorno, poi abbassò il cappuccio e si accostò ancora alla casa combattuta nel profondo, indecisa.
<ma che bel vestitino!>la schernì un ragazzo vestito sciattamente che stava passando in quell’istante, aveva una bottiglia in mano, e Vivian poteva scommettere che non si trattasse affatto di succo di zucca né burro birra, decise quindi di ignorarlo.

<ora basta!>sussurrò a se stessa mentre si avvicinava alla porta <non essere codarda!>, bussò con estrema delicatezza, poi attese, non sapeva per l’esattezza cosa si aspettasse di trovare.
Le sembrò che fossero passate ore quando la ragazza sentì il rumore dello spioncino che veniva spostato lateralmente, avvertì lo sguardo di Severus su di se, l’uomo stava agendo con prudenza.
All’improvviso la porta si aprì di qualche centimetro e il viso di Severus Piton apparve alla ragazza, era sicuramente sorpreso di vederla dato il suo sguardo incredulo.
<vivian..>sussurrò fissandola con occhi socchiusi, non le sembrava il solito, era stata convinta per pochi attimi che le avrebbe sorriso ma non lo fece, si limitò a fissarla ancora.
<s- signore..>singhiozzò la ragazza che nonostante lo sforzo non era riuscita a trattenersi, ciò che aveva visto era davvero troppo per la sua mente.
<suppongo sia inutile chiedere se..> Severus fece una pausa guardandosi attentamente intorno, come se temesse di essere osservato <.. sei scappata di casa, non è vero?>i suoi occhi neri e profondi si allacciarono a quelli verdi ma non era il solito sguardo, era come svuotato di ogni emozione, inclusa la rabbia e l’odio.
Vivian dal canto suo tentò di proferire parola, ma ogni tentativo le moriva in gola mentre tremava sempre più forte, cadde in ginocchio ai piedi dell’uomo riuscendo solo a singhiozzare convulsamente, sapeva che non avrebbe ottenuto nulla, ma era come se fosse diventata improvvisamente muta.

Severus la osservò mostrando appena un po’ di perplessità, era raro che lei con quel suo modo concitato di parlare se ne stesse muta. Voleva vederci più chiaro e tentò di leggere la sua mente, ma ne fu per un istante spaventato, c’era sangue, una bambina morta.
<vivian.. >sussurrò rannicchiandosi, prese la mano della ragazza per aiutarla ad alzarsi, non sapeva perché lo stesse facendo ma di certo non potevano restare sulla porta.
Vivian lo seguì dentro casa e lui le fece cenno di sedersi, poi sospirò e la osservò mentre si chiudeva la porta alle spalle.
<come mai sei scappata? >chiese, il suo tono risuonava quasi come un ordine.
<harriet..>rantolò la ragazza, portò le ginocchia al petto e vagò con lo sguardo nel vuoto, le labbra le tremavano e non riusciva ad articolare frasi di senso compiuto.
<harriet?>chiese Severus perplesso, scavò nei propri ricordi per qualche istante, aveva già sentito quel nome, ma se avesse ricordato dove …
<di chi parli?Vivian rispondi per favore>la incitò stavolta con tono più addolcito.

“Harriet”, fu l’unica parola che Vivian fosse in grado di pronunciare, l’uomo la scosse più volte tentando di farla tornare in se, ma i suoi tentativi furono vani.
Al che Severus si arrese, aveva provato a trattarla con noncuranza ma stavolta le cose erano diverse, aveva visto qualcosa di strano nella sua mente ed era convinto che quel qualcosa avesse bloccato la ragazza in qualche modo.
Indugiò per qualche istante guardando lo stato pietoso in cui la ragazza versava, poi sedette al vecchio pianoforte del salotto.
<harriet..>mormorò tra se, sfiorò distrattamente un tasto, a volte il piano lo aiutava a concentrarsi.
<che sia la bambina morta che ho visto nella sua mente?>mentre il flusso di pensieri affollava la sua mente l’uomo intonò un motivetto, lo ricordava dalla sua infanzia, per qualche istante rivide sua madre che gli insegnava a suonare il piano nei rari attimi felici che aveva vissuto.

<harriet Montgomery..>sussurrò Vivian alle sue spalle, aveva attraversato la stanza mossa dalla dolcezza del motivetto che Severus stava intonando, si lasciò andare in lacrime e abbracciò Severus da dietro cingendogli il collo, non le importava che lui non volesse, né tantomeno che l’avrebbe respinta, ma Severus fu come raggelato da quel gesto inaspettato. Stranamente non osò scacciarla, per qualche istante chiuse gli occhi inspirando quel dolce aroma di vaniglia che emanavano i capelli della ragazza, una lacrima amara solcò il suo viso prima che lui potesse chiedere <harriet Montgomery?>
<si..Professore..>rispose Vivian con sussurro gelido, poi liberò l’uomo dal suo abbraccio stupita del fatto che non avesse reagito e andò a sedersi al fianco di Severus sullo sgabello del vecchio pianoforte, e fu così che accadde qualcosa che aveva dell’incredibile, nessuno dei due proferì più parola, erano una cosa sola, le loro mani intrecciate sulla polverosa tastiera, il tutto a generare una armoniosa melodia, un attimo dopo era come se nulla fosse accaduto..

Vivian pianse a lungo: mentre suonava il pianoforte, mentre Piton si allontanava da lei, anche mentre l’uomo la prendeva per mano guidandola su per le scale, e ancora mentre scivolava sotto candide lenzuola di un lettino nel buio di una vecchia stanza, e mentre cadeva velocemente in un sonno indotto dalla tensione emotiva che si era vertiginosamente allentata.
Per quanto riguarda Severus non si fece più domande, Vivian aveva subito un trauma e tanto valeva lasciarla dormire tranquilla, il giorno dopo avrebbe indagato …

Quando Vivian riaprì gli occhi era ormai mattino, impiegò qualche minuto ad abituarsi alla luce a causa del forte mal di testa, ma decisamente non ricordava quel soffitto percorso da sottili crepe.
<m-mamma?Papà?>mormorò, l’eco come unico interlocutore, la sua mente sembrò ricordare improvvisamente e Vivian dovette fare uno sforzo per non scoppiare in lacrime, si trovava a casa di Piton, o almeno era ciò che ricordava della sera precedente.
Indugiò per qualche istante guardandosi intorno, di fronte a lei poteva vedere uno scrittoio con delle foto incorniciate, poi un vecchio baule di Hogwarts e delle foto attaccate alle pareti, una piccola finestra che dava sul paesaggio di periferia, doveva essere la cameretta di Piton da bambino.
Un giglio in una campana di vetro brillò per qualche istante e la ragazza decise di alzarsi per vederlo meglio.
<perché.. mi ha fatta restare?>si chiese sussurrando mentre carezzava la campana di vetro.
<il giglio.. Zia L-lily..>singhiozzò per qualche istante.
Uscita sul pianerottolo si soffermò ad ascoltare i rumori che provenivano da basso:
un leggero ticchettio, doveva essere la pendola in salotto;
pentole e stoviglie, la cucina.

Scese le scale lentamente rendendosi conto si essere scalza, si ritrovò sulla soglia della cucina, non sapeva spiegare come si sentiva alla vista che le si parò di fronte agli occhi:
Severus era seduto al tavolo, con un pigro gesto del dito imprimeva magicamente movimento ad un mestolo che rimestava il contenuto di una pentola, era concentrato a leggere quello che sembrava un vecchio giornale e non si rese conto che lei lo osservava.
<s-signore..>sussurrò timidamente mentre muoveva dei passi verso di lui.
<hai..dormito bene?>chiese l’uomo senza alzare gli occhi dal giornale.
<si.. grazie..>mormorò mentre prendeva posto a quel tavolo, era tutto così strano che si pizzicò una guancia tentando di capire se stesse accadendo per davvero.
‘ok calma Vivian.. sei a casa di Piton, hai dormito qui e ora stai per fare colazione con lui che ancora non ti ha uccisa a suon di Crucio..’pensò d’improvviso mentre lui alzava lo sguardo su di lei e la guardava con serietà.
<posso constatare che il gufo non ti ha mangiato la lingua allora..>continuò versando del tea in due tazze, Vivian non rispose.
<questa.. Harriet Montgomery..>avvicinò il vecchio giornale a Vivian facendolo scorrere sul tavolo, Vivian intravide il trafiletto:

“30 luglio,
la tragica notizia ha sconvolto gran parte del mondo magico, il corpo della piccola Harriet Montgomery di soli sei anni è stato trovato ieri pomeriggio senza vita tra le braccia della sua compagna di giochi Vivian Evans Morris.
La bambina ha riportato gravi lesioni al cranio causate probabilmente da una maledizione, che ne ha causato la morte per dissanguamento, inutili i tentativi di rianimarla, non si sa tutt’ora chi possa aver compiuto un tale atto crudele, attribuito ad un Mangiamorte il cui nome ci è ancora ignoto. Sembrerebbe che l’uomo si sia avvicinato alle bambine mentre giocavano e che abbia scagliato la maledizione proprio mentre stavano giocando..”


<è di lei che parlavi ieri notte?> concluse Severus osservandola, non poteva essere altrimenti dato che anche il nome di Vivian compariva su quell’articolo.
<s-si..>Vivian deglutì per scacciare via le lacrime, doveva aspettarsi quella sorta di interrogatorio.
<beh..all’improvviso hai ricordato questo incidente e sei scappata di casa?>chiese Severus perplesso, era evidente da quell’articolo che i genitori di Vivian non avessero colpe, quindi era inspiegabile che lei fosse scappata.
<si..>rispose Vivian, non era certa di volergli raccontare la verità, anche se le risultava strano pensare che Severus non si trovasse li nella notte in cui Harriet era morta, aveva visto chiaramente la schiera di Mangiamorte che le aveva accerchiate.
<tu stai mentendo..> Severus la guardò intensamente <oh meglio.. stai omettendo di raccontarmi qualcosa..>sussurrò prima di bere un sorso di tea, Vivian abbassò lo sguardo fissando l’articolo di giornale, ma senza realmente leggerlo.
<le dirò una cosa..>mormorò con labbra tremanti <il vero bugiardo è lei!>sbraitò fissandolo improvvisamente con rabbia, Piton non rispose, era curioso di sapere dove volesse arrivare con quel discorso, ed era certo che sottoporla al suo silenzio l’avrebbe indotta a parlare.
<perché non lo dice eh?perché non ammette che era lì quella notte!>indicò il giornale con il dito.
<non so di cosa parli, puoi vedere benissimo che si trattò di un incidente..>mormorò impassibile.
<no che non lo è !>si lasciò sfuggire <non è stato un incidente ma una maledizione senza perdono!>continuò <il signore Oscuro lo ordinò!>.
Piton la guardò perplesso, per la prima volta non sapeva affatto quello che la ragazza farneticava.
<l’Oscuro Signore??>chiese Severus.
<si ERA LUI!NE SONO SICURA!>scoppiò Vivian nascondendo il viso tra le mani <lei era lì quella notte!lo deve ammettere!>singhiozzò, Severus alzò gli occhi al cielo e afferrò i polsi della ragazza allontanandole le mani dal viso.
<ora SMETTI Dì PIANGERE!>alzò la voce con fare autoritario.
Vivian annuì debolmente e tirò su col naso attendendo le parole di Severus che esordì:
<punto primo.. il Signore Oscuro è caduto cinque anni prima che avvenisse la morte di questa bambina!>Severus venne interrotto <no!lui c’era professore!era in un groviglio di bende!L’HO VISTO!>tremò Vivian tirando su col naso di nuovo per non ricominciare a piangere.
<punto SECONDO!>alzò la voce lui, infastidito da quella interruzione petulante <se ricordi bene Albus Silente garantì per la mia innocenza esattamente dopo la caduta di Voldemort!Dunque..>riprese fiato un istante <non potevo essere li, e nemmeno Voldemort poteva!quindi c’è qualcosa che non quadra non credi?>la fissò con un velo di rabbia.

<beh..tanto vale smetterla di nascondere tutto..>mormorò Vivian funerea, raccontò tutto a Severus, della parola d’ordine del camino, del suo ricordo annebbiato che aveva preso lentamente forma all’interno del pensatoio, e infine la vera dinamica di quel terribile omicidio che rabbrividì al solo ricordare, Severus la ascoltava sorseggiando il tea di tanto intanto, e indeciso sul crederle o meno, ma la lettura della sua mente era stata più che eloquente.

<quindi.. stai dicendo che ti portarono via il vero ricordo, per poi modificarlo in modo tale che non avresti ricordato?>azzardò l’uomo guardandola piangere, Vivian si limitò ad annuire.
<è andata così..s-sono stati loro!perché lo hanno fatto??>lo guardò con occhi imploranti.
“NON LO SO” fu tutto ciò che lui fu in grado di dirle, aveva sempre pensato che qualcosa non andasse in quella famiglia, ma pensare addirittura che loro avessero ucciso una bambina a sangue freddo per poi deturparne il cadavere, lo fece rabbrividire.

‘e io che credevo di aver avuto un’ infanzia difficile..’si soffermò a pensare mentre sistemava la cucina, Vivian era tornata nella stanza incapace di smettere di piangere.

“TOC TOC”
Vivian se ne stava stesa sul letto ad occhi chiusi oramai da tutto il giorno a giudicare dal tramonto, finse di non sentir bussare.
<vivian?>azzardò la voce di Severus.
<cosa vuole?>chiese lei con voce rauca mentre Severus apriva la porta.
<vivian.. non so come dirtelo ma..>si avvicinò al letto <tu non puoi restare qui..>disse tentando di lasciar trasparire meno emozioni possibili, Vivian aprì gli occhi arrossati per le lacrime e lo guardò incredula:
<m-ma non voglio tornare a casa!dove andrò?>singhiozzò fragorosamente.
<non lo so.. ma i tuoi genitori penseranno che sei qui appena si accorgeranno che non ci sei..>le disse seriamente.
<ha..ragione..>disse Vivian mentre in silenzio raccoglieva le sue poche cose <mi perdoni per.. il disturbo..>.

Mentre Vivian si allontanava da quella casa stringendosi nel mantello ebbe l’impressione che Severus avesse più di un motivo per mandarla via...
Stava attraversando il ponte quando un grosso topo simile ad una vecchia spazzola da scarpe le taglio la strada sfrecciando verso la casa di Severus, ma non vi fece molto caso, doveva essere normale per una zona come quella che vi fossero ratti di quel genere... sempre se di un ratto si trattasse …

<non tornerò a casa..>si disse mentre costeggiava una affollata strada babbana, si chiese come mai i suoi genitori non avessero ancora mobilitato un esercito di Auror per cercarla.
<non posso andare al Paiolo, sarebbe prevedibile..>sussurrò sentendosi in trappola, avrebbe voluto sparire, andare a vivere da sola senza temere di rincontrarli …
Si soffermò a guardare una vetrina con stupore, un meraviglioso vestito verde smeraldo aveva attirato la sua attenzione e Vivian ricordò il Ballo del Ceppo, ricordò quanto fosse stata emozionata nell’indossare un vestito simile a quello per quell’occasione.. per qualche attimo sorrise.
<io e Cassandra sembravamo due gemelle!>ridacchiò ricordando che anche l’amica aveva messo un vestito verde, ma ormai non aveva più notizie né di lei né di Draco, avrebbe pagato milioni di galeoni pur di scoprire come stavano.
‘Cassandra!come ho fatto a non pensarci?’si picchiò la fronte con il palmo della mano, perché non ci aveva pensato prima?Oramai non aveva nulla da perdere, e stentava a credere che ciò che avrebbe trovato li potesse stravolgerla più di quanto non avesse fatto quel dannato ricordo.
Senza pensarci due volte cercò una stradina meno affollata, si fermò, estrasse la bacchetta dal mantello e la puntò sporgendosi dal marciapiede, ed ecco che dal nulla il Nottetempo si fermò al lato della strada, il familiare Stan Picchetto saltò giù recitando la sua parte.

<benvenuti sul Nottetempo..mezzo di locomozione per maghi e streghe in difficoltà..io sono Stan Picchetto..e sarò il vostro bigliettaio per questa no..Hey Vivian sei proprio tu??>chiese il ragazzo avvicinandosi.
<ehm..si..>come al solito Vivian arrossì, Stan la osservo molto perplesso mentre la invitava a salire.
<dove hai lasciato il tuo zaino pieno di rospi morti?>ridacchiò mentre chiudeva la porta.
<stavolta non l’ho portato!>ridacchiò nervosamente Vivian, come al solito non ebbe il tempo di sedersi che Ernie partì a tutto gas costringendola a reggersi contro le sbarre di un letto.
<dove scappi Vivian?>strillò Stan per coprire il frastuono di quel bizzarro mezzo di locomozione.
<io ehm..>si soffermò per qualche istante tentando di ricordare dove vivessero Draco e Cassandra <wiltshire… West Wiltshire, la zona con tante colline..>mormorò in risposta, Stan la osservò per qualche istante
<ok.. ma cosa vai a fare li?non ci vive Lucius Malfoy?>.
<..si ma.. io non vado li..>aggiunse sbrigativa, il ragazzo sembrò capire che non le andava molto di parlare e smise immediatamente di fare domande lasciandola sola con i suoi pensieri.

<eccoci>sussurrò Stan non appena il Nottetempo ebbe raggiunto la sua destinazione, quando la ragazza scese chiese come al solito quanto avrebbe dovuto pagare, ma Stan aveva capito che stava fuggendo per l’ennesima volta e le disse ancora una volta che avrebbe pagato per lei.
<grazie Stan..>mormorò la ragazza tristemente mentre camminava verso le colline che si stagliavano contro la luce lunare, in lontananza vide un castello.
<suppongo abitino lì..>disse con tanto d’occhi per l’immensità di quella villa.
Si strinse dunque nel mantello e si incammino per qualche isolato, intorno a lei vi era solamente natura e boschetti, dubitava che da quelle parti vivessero anche dei babbani.

<wow!>si lasciò sfuggire non appena ebbe raggiunto l’imponente cancello di ferro, lo riconobbe perché vi erano incise delle iniziali incrociate tra di loro, “LM” che stava per Lucius Malfoy.
<come faccio a bussare?>si chiese mentre osservava quello strano cancello senza serratura con aria perplessa.
<c’è nessuno?>chiese alla notte, guardando l’orologio si rese conto che erano a stento le dieci, si ritrovò a sperare che qualcuno la notasse, ma passarono lunghi minuti nei quali si rese conto che non poteva fare molto per entrare in quel luogo.
<fantastico..>mormorò la ragazza con aria depressa mentre sedeva sulla ghiaia scricchiolante con aria arresa, ma un’idea le balenò immediatamente alla mente.
<wonky?>chiese, poi restò in attesa, non aveva altra scelta, ed era certa che l’elfa domestica non avrebbe mai osato tradirla riferendo tutto ai suoi genitori se lei avesse formulato correttamente gli ordini.
“Crak”, il rumore di una materializzazione, Wonky era di fronte a lei, le fece un profondo inchino.
<wonky è qui per servire la padroncina!>gracchiò l’elfa orgogliosa.
<wonky, non devi assolutamente dire a mamma e papà che ti ho chiamata!e nemmeno che sono qui intesi?>il tono della ragazza era quasi una minaccia, si stupì di se stessa.. non era mai stata tanto scortese con un elfo domestico.
<si padrona!se Wonky non obbedisce vorrà dire che Wonky si punisce!>disse facendo un secondo inchino.
< ti ordino di andare da Cassandra..>indicò la villa che si ergeva infondo al corridoio ordinato di siepi di tasso oltre il cancello <devi dirle che sono qui Wonky mi hai capita?!poi torna a casa e non azzardarti a dire nulla a nessuno!>disse la ragazza guardando l’elfa che si limitò solo ad annuire, e con uno schiocco di dita sparì nuovamente.

<vivian sei davvero tu?!>chiese una stupita Cassandra raggiungendo il cancello poco dopo.
<c-ciao..>sorrise Vivian guardando l’amica dall’altro lato del cancello.
<ciao!Entra pure!>disse mentre faceva scattare una chiave nella serratura interna del cancello, le due iniziali si divisero magicamente e il cancello si aprì cigolando leggermente, Vivian fu in un istante tra le braccia dell’amica e si trattenne per non piangere un’altra volta, era assurdo quanto fosse incline alle lacrime.
<vieni con me..>sorrise Cassandra prendendo per mano Vivian e guidandola verso l’ingresso, indossava una lunga camicia da notte color ghiaccio.
Appena Vivian entrò nell’atrio ne rimase colpita, in quell’ingresso finemente arredato sarebbe entrato forse tutto il primo piano della sua casa, pallidi ritratti mossero lo sguardo su di lei con fare altezzoso.
<aspettami qui ..>sorrise Cassandra, poi si avviò in cima ad una scala di marmo e salì fino a che i suoi passi non si affievolirono.
Vivian non sapeva spiegarsi il perché ma rabbrividì nell’udire delle persone che parlavano dietro una pesante porta di legno con la maniglia d’ottone, tentò di concentrarsi su altro e ringraziò il cielo quando sentì nuovamente dei passi provenire dalle scale, Cassandra doveva essere in compagnia.
<vivian!>Draco si precipitò a rotta di collo ad abbracciarla, c’era qualcosa di disperato in quel suo gesto, e Vivian non poté fare a meno di pensare che proprio a causa dell’arresto di Lucius Malfoy non avesse ricevuto più notizie dei suoi amici.
<ciao Draco..>sorrise la ragazza baciandogli una guancia, e mentre lo teneva stretto da sopra la sua spalla notò che una donna dai capelli biondi e viso pallido molto simile a Draco scendeva seguita da Cassandra.
<ciao tesoro..sono Narcissa, la madre di Draco..>disse lei sorridendole tristemente.
<ehm..salve signora Malfoy..>Vivian fece una riverenza con leggero imbarazzo <la prego di.. perdonarmi per questa intrusione..>cominciò Vivian.
<no non scusarti..>sorrise lei in risposta <di questi tempi non si dorme molto qui..>sospirò guardando Draco preoccupata.
<tranquilla.. credo tu abbia fatto molto cammino per venire fin qui, Cassandra falle strada, potete andarvi a sedere nello studio di..Lucius..dirò agli elfi di preparare del tea caldo..>disse la donna traendo un ennesimo sospiro, poi raggiunse la porta dalla quale provenivano le voci e vi sparì dietro.
<perdona mia madre..>disse Draco mentre insieme alla cugina scortavano Vivian verso lo studio <da quando mio padre è.. insomma lo sai.. da quel giorno non è più la stessa, è sempre preoccupata per tutto e per tutti..>.
<non devi scusarti, è comprensibile..>rispose Vivian sforzandosi di sorridergli.

Vivian passò tutta la notte in compagnia dei suoi amici, per quelle ore si sentì come sollevata, Cassandra e Draco le raccontarono tutto quello che era accaduto dopo l’arresto.
Le raccontarono di come i Lestrange si fossero stabiliti lì e avessero tentato di riallacciare i rapporti con Cassandra, di come Cassandra era stata depressa per settimane prima di rassegnarsi al fatto che loro erano fuori, e non doveva fare altro che accettare i fatti.
Nell’ascoltarli la ragazza si rese conto che non avevano passato momenti più piacevoli dei suoi, per quanto riguardava il motivo per il quale era andata a trovarli non sapeva spiegarsi il perché, ma era convinta che non fosse il momento di parlarne.. i loro amici avevano vissuto momenti difficili e non voleva dar loro pena, si limitò dunque a dire loro che aveva litigato con i suoi e non sapeva dove andare.
<vivian non credi che loro possano ritracciarti?> chiese Cassandra versandosi l’ennesima tazza di tea, le braci del camino volgevano al termine, e la pendola dello studio scandì mezzanotte precisa.
<non so, credo di si..>rispose Vivian con tono sommesso, non aveva pensato a quell’aspetto fino a quel momento e rabbrividì pensando che forse potessero essere già sulle sue tracce nei dintorni..
<io non credo che ti troveranno fino a quando sei qui..>sussurrò Draco con malinconia, al che le due ragazze volsero lo sguardo verso di lui.
<cosa intendi dire?>chiese Cassandra anticipando Vivian di qualche istante.
Draco sembrò pensarci a lungo, poi rispose <se ricordi, questa casa è stata isolata da incantesimi protettivi, qui non può essere rilevata la magia minorile..>mormorò osservandola con fare significativo.
<oh..l’avevo quasi dimenticato..>mormorò Cassandra sconsolata, poi si sciolse in lacrime, incapace di dire altro, Vivian la guardò per lunghi istanti mentre Draco la abbracciava per confortarla, era confusa.. cosa poteva avere di tanto terribile un incantesimo protettivo?
Attese che la ragazza smettesse di piangere, Cassandra diede le spalle a loro due concentrandosi sugli ultimi fiochi attimi di calore.
<draco.. vuoi dirmi che.. se resto qui è come se la mia traccia fosse già sparita?>chiese Vivian con delicatezza.
<si.. esattamente, è così che..>Draco si interruppe, voleva che fosse Cassandra a dirlo.
<è c- così.. che mia madre ha tentato di addestrarci..>sussurrò Cassandra con tono funereo, Vivian si limitò ad ascoltare, non voleva credere a quello che aveva sentito.
<voleva che noi.. entrassimo a far parte della schiera di Voldemort..>aggiunse trattenendo le lacrime, Vivian lasciò cadere la tazza da tea che si infranse al suolo.
<n- no!non potete!non avete accettato … v-vero?!>chiese Vivian quasi follemente.
<abbiamo rifiutato, infatti..>si sbrigò ad aggiungere Draco con una certa ansia.
<m-meno male!>Vivian tremò un istante e poi con un colpo di bacchetta riparò la tazza, ma qualcosa sembrava ancora incombere, come qualcosa di non detto, allora la ragazza prese coraggio.
<c’è dell’altro.. non è vero?>parlò senza guardare i due amici, era certa che a lei non avrebbero nascosto nulla.
<ecco L’ALTRO!>sbraitò Cassandra alzandosi improvvisamente dal tappeto, tirò su le maniche della leggera camicia da notte e la fioca illuminazione mostrò a Vivian la verità..le braccia dell’amica erano piene di tumefazioni, Vivian non poteva credere ai suoi occhi.
< m- ma perché?>si limitò a sussurrare Vivian.
<non lo immagini?>chiese Draco, il viso illuminato solo per metà dalla fioca luce <è..il prezzo da pagare se rifiuti, sua madre l’ha torturata!>Draco rabbrividì.
<n-non la perdonerò mai..>sibilò Cassandra con rabbia, poi le mostrò il dorso della mano destra che aveva tentato di nascondere con un incantesimo, la scritta “TRADITRICE” era impressa con una specie di lama sulla pelle della ragazza.

Passarono lunghi attimi sospesi, nessuno di loro disse una parola, si limitarono a fissare fuori dalla finestra, la luna brillava intensamente.
<non.. non mi è chiara una cosa..>sussurrò Vivian ancora incredula <credevo che la traccia fosse qualcosa di indelebile, come.. come hanno fatto a isolarla?>chiese perplessa, più volte aveva appreso dai genitori che non vi era alcun modo per sfuggire, e chi meglio di loro che si trovavano al ministero poteva dirlo?
Draco sospirò e rispose <non so cosa tu abbia appreso dai giornali e dalle voci che circolano, ma.. mio padre prima di..prima di essere arrestato.. è riuscito a corrompere molti membri all’interno del ministero e beh.. Voldemort riuscirà presto ad impadronirsene>il ragazzo rabbrividì alle proprie parole e concluse <dunque credo.. non sia stato difficile scoprire in che modo isolare la nostra casa..>.

Quando i ragazzi raggiunsero le stanze da letto al piano superiore erano circa le due del mattino, Vivian era stata sistemata in una stanza vicino quella di Cassandra in modo tale da passare lì la notte, nonostante avesse molto sonno la ragazza non riusciva ad addormentarsi, se ne stava seduta con la schiena contro la spalliera del letto e guardava fuori dalla finestra, una montagna di spiacevoli novità le era appena crollata addosso.
<non c’è speranza.. Voldemort sta vincendo..>sussurrò inquieta, non poteva credere che lentamente il ministero si stesse autodistruggendo all’insaputa della comunità magica, era sicura che tempi molto più difficili si stessero avvicinando.

Si chiese se i suoi genitori non fossero al corrente di quanto stesse accadendo, e per la prima volta analizzò il ricordo che aveva visto nel pensatoio: i suoi genitori avevano ucciso la sua amica d’infanzia.. ma Voldemort (o colui che lei aveva creduto fosse) li aveva minacciati, aveva detto loro che altrimenti avrebbero dovuto uccidere loro figlia.
Non comprendeva quello che aveva visto, perché Voldemort li avrebbe dovuti minacciare in tal modo?

<non lo so..>si rispose mentre stropicciava una angolo del fine lenzuolo con fare nervoso, era certa solo di una cosa.. i suoi genitori non erano più con Voldemort, voleva attaccarsi a quella convinzione.

“Voldemort” la parola fluttuò nella mente della ragazza per qualche istante, era pervasa da una rabbia ora facilmente giustificabile, era lui che aveva rovinato la sua vita, aveva rovinato la vita di chiunque era stato a contatto con lui.
”HO DETTO FALLO!O DOVRAI UCCIDERE TUA FIGLIA!” quella voce penetrante le pervase la mente nel ricordare il pensatoio, nonostante il caldo la ragazza rabbrividì, non poteva essere altrimenti, quello ERA Voldemort.
Inspiegabilmente sentì l’impulso di alzarsi, e le tornò in mente qualcosa che poche ore prima aveva evitato di sentire, quella specie di suono sibilante.. lo aveva sentito di nuovo, aveva sentito la voce di Voldemort oltre la pesante porta all’ingresso dei Malfoy, mosse alcuni passi con fare trepidante, la camicia da notte prestatale da Cassandra sfiorò le sue caviglie silenziosamente provocandole un leggero brivido.

‘ne sono sicura..’pensò tra se mentre apriva silenziosamente la porta, si chiese se gli occupanti di quella stanza misteriosa si trovassero ancora li.
Si mosse in silenzio verso le scale tendendo al massimo l’orecchio per cogliere il minimo rumore.
‘Perché lo stai facendo?’disse una voce nella sua testa ‘non lo so.. io.. devo vederlo.. voglio guardare in faccia la causa di tutto’ si rispose brevemente.
Senza rendersi conto aveva percorso tutta la scala al buio e ora si trovava di fronte a quella porta, era indecisa, non sapeva se entrare.
Si fermò ad origliare poggiando l’orecchio alla porta, ma non udì nulla, la stanza doveva essere vuota ma non ebbe il tempo di pensare, dei passi provenienti dall’esterno la indussero a nascondersi rapidamente nella stanza che si rivelò essere un salone di dimensioni spropositate, al centro vi era un lunghissimo tavolo circondato di sedie e rabbrividì arrivata in fondo alla sala, la sua immagine riflessa nello specchio buio sopra il camino l’aveva spaventata.
<wow..>mormorò guardandosi intorno, il mobilio sembrava molto costoso, come i vari arazzi e le preziose tende scure.
I passi si avvicinarono alla porta, e prima di rendersene conto la ragazza si era nascosta dietro un ampio arazzo, il cui protagonista (un elfo domestico molto anziano che serviva un potente mago)la guardò prima di ricevere una punizione del proprio padrone.

<mio signore.. cosa posso fare per voi?>chiese una voce che Vivian non aveva mai udito, era una donna, il suo tono era servizievole e permeato profondamente da una sorta di cieca devozione.
<bellatrix.. mia fedele seguace..>sibilò la familiare voce di Voldemort <ho una sola cosa da chiedere..>.
La porta si aprì per poi richiudersi, Bellatrix Lestrange e Volemort erano adesso in quell’ampio salone, Vivian trattenne il respiro, era terrorizzata e attratta al tempo stesso, avrebbe voluto sbirciare ma era immobilizzata.
<ti ascolto Mio Signore!>a giudicare dai rumori Vivian intuì che la donna si era inginocchiata al cospetto del mago oscuro, la voce della donna la fece in qualche modo rabbrividire.. era strano sentir parlare una famigerata serial killer.
<dovete uccidere LUI.. è il mio ostacolo maggiore..>sibilò il mago oscuro.
<s-sarà fatto!Subito!>sibilò Bellatrix con devozione, ma fu interrotta dal suo Oscuro Signore.
<no.. sarà io a dirvi quando e.. come..>Voldemort rise di gusto con tono glaciale, Vivian rabbrividì ulteriormente e si rese conto che le sue gambe tremavano, un altro rumore si aggiunse a quelli già presenti, qualcosa stava strisciando lentamente sul pavimento, questo qualcosa la induceva ad urlare ma portò con decisione le mani alla bocca, non voleva essere scoperta.
<si Mio Signore.. sarai tu a dirlo..>aggiunse impaziente la donna.

Il dialogo sembrò volgere al termine quando Vivian udì un suono che le strappò un lieve gemito terrorizzato, era come una voce sibilante, la riconobbe immediatamente ricordando il suo secondo anno, in quell’occasione Harry Potter aveva parlato con un serpente lasciando tutti esterrefatti.

‘sta … parlando serpentese..’pensò tendendo al massimo l’udito come se potesse capire cosa stava dicendo.
Un’altra voce fece eco a quella, doveva essere Voldemort, deglutendo a fatica la ragazza si schiacciò contro il muro come se potesse sparirvi dentro.
<mio Signore.. cosa accade?>chiese Bellatrix improvvisamente, Voldemort rise ancora, con quel tono che Vivian cominciava a non sopportare, nonostante tutto rimase immobile, non rendendosi conto di essere in trappola come una topo.
<nagini mi dice.. che qualcuno sta spiando la nostra conversazione..>sibilò il mago oscuro, Vivian spalancò gli occhi in preda al terrore, non poteva credere a ciò che aveva sentito, si chiese per qualche istante chi, o meglio cosa fosse Nagini.
<s-spiare?>Bellatrix Lestrange estrasse rapidamente la bacchetta, Vivian poteva sentire la voglia quasi sanguinaria della donna di punire il malcapitato.
<nagini..trovalo.. chiunque esso sia..>aggiunse gelido l’uomo.

Vivian pensò di essere spacciata, quella COSA stava venendo a cercarla, poteva sentire il suo odore e i suoi più lievi movimenti, la creatura strisciò lungo l’arazzo dove lei era nascosta e lo intravide, erano le spire di un grosso e viscido serpente, dopo un altro sibilo ecco che l’arazzo si spostò bruscamente, Vivian chiuse gli occhi e prima che potesse rendersi conto la bacchetta di Bellatrix era puntata al suo collo.
<una SPIA!CRUCIO!>sbraitò Bellatrix, Vivian si contorse in preda al terribile dolore, non aveva creduto di poter provare una sensazione tanto terribile, tentò di trattenersi ma urlò di dolore, ora comprendeva cosa aveva provato Cassandra, e anche Severus.
<cosa NE FACCIAMO MIO SIGNORE?>chiese Bellatrix in preda alla foga del momento, Vivian piangeva terrorizzata, si rifiutava di aprire gli occhi, non voleva vedere Voldemort, aveva desiderato fino a poco prima di farlo ma ora lo temeva più di ogni altra cosa.
Prima che Voldemort rispondesse Vivian provò un’orrenda sensazione, sentì il grosso serpente che le strisciava lungo un fianco.
<lasciamola parlare.. se è una spia Nagini sarà molto felice di cenare!>Voldemort si lasciò andare ad una gelida risata che fece rabbrividire ancora la ragazza.
<n-NO!>si lasciò sfuggire Vivian <non UCCIDETEMI!NON VOLEVO ORIGLIARE ERO QUI PER CASO!>strillò di seguito, non voleva finire in pasto a quella viscida creatura.
<chi SEI EH?PARLA!CHI TI HA FATTA ENTRARE!>Bellatrix era inginocchiata al suo fianco e la sovrastava, Vivian poteva udire il suo respiro vicino e il sibilo malvagio della sua voce ma non osò aprire gli occhi, qualcosa di gelido si posò sul suo viso, sembrava la lama di un coltello.
<no LA PREGO! Signora Lestrange!!S-SUA FIGLIA MI HA FATTA ENTRARE!>rispose con voce tremante.
<cassandra?>la donna inflisse un taglio sulla guancia di Vivian che strillò dal dolore <non DIRE FANDONIE!VOGLIO SAPERE CHI SEI!>strillò ancora costringendola ad aprire gli occhi, Vivian era in lacrime e poteva sentire il terrore crescere e pervadere tutto il suo corpo.
<v-Vivian..Evans..M-Morris..>mormorò con labbra tremanti, si soffermò ad osservare il lineamenti crudeli della donna, poi il suo sguardo si spostò su Voldemort,e il suo stomaco si contorse furioso nel vedere l’aspetto del mago, aveva la pelle quasi di un rettile, estremamente pallida e sottile, tesa sui suoi lineamenti, al posto del naso due fessure e due crudeli occhi rossi spiccavano sul volto, quella strana “creatura” non aveva capelli.
<morris..>sibilò Voldemort osservandola <questo nome.. non mi è nuovo..vero Bellatrix?>Voldemort distolse lo sguardo crudele da Vivian per spostarlo su Bellatrix che annuì.
<si MIO SIGNORE..HO RICONOSCIUTO IL SUO VISO..>esordì Bellatrix stringendo il mento di Vivian tra l’indice e il pollice.
<è la figlia di Ophelia Evans e Archibald Morris..>mormorò Bellatrix prima di darle un sonoro schiaffo, poi ruppe in una folle risata.
<figlia DEI TRADITORI!>aggiunse con gusto mentre Voldemort si aggiungeva a quella folle risata.
<n-No!NON FATEMI DEL MALE!>proruppe Vivian attaccandosi più che mai alla propria voglia di vivere, si gettò ai piedi di Voldemort.
<oh no.. non ti faremo del male..>sussurrò Voldemort, Bellatrix tirò su la ragazza e le impose di guardare il suo signore negli occhi.
Nagini strisciò sul pavimento in direzione di Vivian, Bellatrix la tenne ferma per le braccia, proprio mentre sembrava stesse arrivando la fine ecco spalancarsi la porta.
<no MIO SIGNORE!>sbraitò terrorizzata la voce di Narcissa sulla soglia, il serpente si acciambellò sotto l’ordine di Voldemort mentre Narcissa si avvicinava implorante.
<lei.. lei è una.. ragazza del Serpeverde mio signore, una purosangue..è a scuola con D-draco e Cassandra..>sussurrò la donna osservando il terrore palpabile della ragazza.
Voldemort sembrò pensare alle parole di Narcissa <cosa ti fa credere che non sia una spia mandata dai traditori?>chiese il mago oscuro rigirando la bacchetta tra le mani.
<mio signore lei..è fuggita da loro.. non vuole avervi a che fare..>aggiunse la donna sperando di convincerlo.
<è VERO?>chiese Voldemort fissando il proprio sguardo crudele a quello terrorizzato della ragazza, Vivian sapeva che cosa stava facendo, leggeva la sua mente per comprendere se mentiva, si sentì come ipnotizzata da quello sguardo, ne riconosceva il potere, ma non riusciva a stabilire cosa comportasse in lei, non sapeva se essere attratta o terribilmente terrorizzata da quello che un tempo era stato un uomo.
<s-si..MIO SIGNORE..>rispose la ragazza, incredula alle parole che erano appena uscite dalla sua bocca <i-io LI ODIO!>si sforzò di pensare a tutto il disprezzo che provava per loro.
<sono SOLO DEI TRADITORI!> aggiunse convinta, le lacrime che solcavano il suo viso, si rese conto di fissare il mago oscuro quasi a bocca aperta, era come se esercitasse uno strano fascino su di lei, ma non comprendeva se fosse attrazione o inquietante repulsione.

<molto bene..>sussurrò Voldemort <bellatrix.. accompagnami all’uscita.. io e te dobbiamo parlare..>la voce dell’uomo non lasciava trapelare emozioni, e mentre Voldemort e Bellatrix lasciavano la stanza seguiti da Nagini lei cadde in ginocchio a causa della tensione che stava scendendo.
<grazie..>disse guardando Narcissa, non aveva voglia di piangere ne di sorridere, quello sguardo era ancora li davanti ai suoi occhi nonostante Voldemort non fosse più li con lei.
Narcissa aiutò la ragazza ad alzarsi e la strinse tra le sue braccia, era chiaro quanto la donna stesse soffrendo per tutto quello che stava accadendo nella sua vita, il marito in carcere, i tentativi di Bellatrix di portare Cassandra e Draco nelle schiere di Voldemort.
<ti accompagno nella tua stanza.... non fare parola con i ragazzi di.. quello che è successo..>sussurrò la donna mentre tenendola stretta per mano la conduceva alla stanza.
<no.. non lo farò..>rispose Vivian con tono svuotato da ogni emozione, Narcissa guarì le ferite sul viso della ragazza con fare materno, e dopo aver fatto compagnia alla ragazza per qualche attimo si congedò.
<mi raccomando.. bevi la tua tazza di tea, ti farà bene..>le disse prima di lasciare la stanza.
La mente di Vivian era come congelata, era in preda a tutte le sensazioni che aveva provato in nemmeno un giorno, il terrore per quel ricordo, l’incredulità delle azioni di Severus, la terribile scoperta della verità sui suoi amici, e,ultimo e più traumatico quello strano contatto con Voldemort.
Incapace di pensare svuotò la tazza senza rendersi conto che vi era stata versata della pozione soporifera, troppo tardi si rese conto di ciò, ma era consapevole che la donna lo avesse fatto per il suo bene.
‘ci penserò domani..’pensò prima di crollare in un profondo sonno senza sogni.

<vivian?>la ragazza si sentì chiamare, doveva essere mattina, senza indugiare aprì gli occhi, era Cassandra, sedeva al suo fianco sul letto.
<perdonami se non ho bussato..>si scusò Cassandra sfoggiando un sorriso ingenuo.
<oh.. non preoccuparti..>rispose Vivian con voce rauca, in un istante le crollò addosso la vasta gamma di sensazioni del giorno precedente e dovette fare un notevole sforzo per non lasciar trapelare nulla.
<stai bene?>chiese Cassandra con aria perplessa.
<si..>rispose Vivian pensando a quanto era fortunata ad essere ancora viva.
<cassandra io.. credo sia meglio se.. torno a casa..>disse dopo averci pensato su per qualche istante <i miei genitori mi staranno cercando..>aggiunse sbrigativa.
<ne.. ne sei sicura?>chiese Cassandra che sembrava quasi sul punto di supplicarla a restare.
Vivian annuì, voleva andare via da quel luogo, ora temeva terribilmente sia Voldemort che Bellatrix Lestrange, anche se le avevano risparmiato la vita temeva quella sorta di attrazione che provava nei confronti del mago oscuro, e nella confusione di quelle sensazioni voleva solo scappare, avrebbe inventato una scusa con i suoi genitori e sarebbe tornata con loro.
<si.. perdonami, ma sono stata stupida a scappare in questo modo, non ne avevo motivo.. mi hanno solo vietato di uscire da sola..>confessò Vivian in modo convincente.

Nella tarda mattinata Vivian era pronta per andare via, totalmente svuotata di ogni sorta di emozione abbracciò i suoi amici e si congedò con Narcissa che si offrì di accompagnarla al cancello.
<come stai?>chiese Narcissa guardando la ragazza con aria preoccupata mentre attraversavano il giardino osservate da Draco e Cassandra.
<bene..>mentì Vivian senza guardare la donna che strinse di più la sua mano.
<non.. farai parola di ciò che hai visto.. v-vero?>chiese la donna disperata <l-lui.. è vendicativo.. non te lo perdonerebbe.. e non lo perdonerebbe a me..>Narcissa rabbrividì.
Vivian guardò la donna negli occhi e prese le mani nelle sue.
<non vedo perché dovrei.. io non sono mai stata qui..>disse sinceramente strappando l’ombra di un sorriso alla donna che la abbracciò con gratitudine.
<g-grazie.. sta attenta Vivian..>le disse prima di lasciarla andare definitivamente.

Mentre camminava la ragazza sospirò più volte chiedendosi quando la sua vita aveva cominciato a complicarsi così tanto, incapace di darsi una valida risposta.
‘loro non devono sapere nulla.. non devono sapere né dove sono stata né quello che ho scoperto su di loro..’pensò mentre si allontanava lentamente da quel luogo.
Finalmente dopo circa un’ora di cammino raggiunse un centro abitato da Babbani, le ci vollero pochi minuti per orientarsi, ed ecco che dopo circa un’altra ora si ritrovava nei pressi di Spinner’s End.
<piton..>mormorò osservando da lontano la ciminiera sotto la quale sorgeva la casa dell’uomo, si chiese per un istante cosa stesse facendo, ma non valeva affatto la pena di indagare, gli avvenimenti freschi nella sua mente le impedivano di decidere cosa davvero avesse intenzione di fare, decise dunque che sarebbe tornata a casa, senza pensare alle conseguenze.

Era appena giunta in Slytehrin’s Hill quando i suoi genitori si materializzarono di fronte a lei, Vivian non capiva se fossero arrabbiati, ma si sforzò di sembrare spiacente.
<scusatemi..>sussurrò senza guardarli, i due non proferirono parola, Ophelia strinse a se sua figlia e Vivian comprese, erano angosciati, avevano temuto di perderla per sempre.
<p- perché sei fuggita?>chiese la madre con le lacrime agli occhi mentre camminavano verso casa.
<io..perdonatemi.. volevo uscire senza.. gli auror..>rispose Vivian sforzandosi ancora una volta di risultare sincera.

Con stupore della ragazza la sua fuga non fu motivo alcuno di punizione, i genitori si limitarono ad accompagnarla dentro casa senza altre domande, nella confusione più totale la ragazza si chiuse nella propria stanza.
‘cosa stai facendo Vivian?’disse ancora una volta quella sua vocina interiore ‘non lo so.. ma non dirò loro che so la verità’ si rispose la ragazza.
‘e perché mai?’chiese ancora quella vocina.
‘non so nemmeno questo, forse.. voglio bene loro nonostante tutto..’silenziose lacrime le solcavano il viso mentre i pensieri complicati e le forti emozioni la abbandonavano, la sua mente aveva innescato un meccanismo di autodifesa, avrebbe pensato a quello che provava in un secondo momento.
I suoi genitori, assassini a sangue freddo erano rimasti lì, in quel triste giorno al parco, relegati nella mente della ragazza, che avrebbe dato qualunque cosa pur di non aver mai visto la verità.

Il sonno la avviluppò come una calda coperta, intorno a lei tutto andò avanti, gli uccellini che cinguettavano nell’aria estiva, il suo gatto che giocava.. e da qualche parte il ministero cadeva lentamente, Voldemort compieva terribili crimini, Lucius Malfoy resisteva alla pazzia in prigione, tutto andava avanti come sempre.

FIIIINE :) aspetto i vostri commenti e intanto scrivo il capitolo 26!^_^
 
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