Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Aborto..., Per una volta, vi propongo una discussione seria...

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Ida59
view post Posted on 19/3/2008, 22:58 by: Ida59
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I ♥ Severus


Potion Master

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Da un dolce sogno d'amore!

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Avete mai desiderato, strenuamente, di avere un bambino?

Immaginate che il vostro sogno si avveri... e che poi si trasformi nel peggiore degli incubi.

Lo sentite muoversi dentro di voi, i suoi calci delicati contro la parete dell'utero.

Siete alla 20a settimana, il vostro sogno si sta avverando, ma avete 42 anni compiuti e sapete che le statistiche sono contro di voi.

Fate l'amniocentesi.

Il bambino è Down.

Una forma grave: tutti i riferimenti sono certi. Non è un errore: il vostro bambino può nascere, ma molto probabilmente non arriverà mai a 20 anni.

E voi avete un'altra bambina, di 7 anni.

Una splendida bambina, bellissima, bionda e con gli occhi azzurri, intelligente. Perfetta.

Come suo fratello non sarà mai.

Il fratellino che avete tanto desiderato per lei, che per oltre due anni avete ostinatamente cercato, non potrà mai essere felice, sarà condannato a soffrire, a essere discriminato (perchè, siamo obbiettivi, è questo che capita ai bambini Down) e con lui tutta la sua famiglia.

E lei, la vostra bambina, la gioia dei vostri occhi, dovrà essere quasi abbandonata a se stessa, perchè tutte le energie vostre e di vostro marito saranno destinate a far sopravvivere lui, il vostro maschietto, il vostro sogno.

Quando ero giovane e avevo la vostra età, ho sempre pensato che era mio diritto scegliere se e quando avere un figlio.

A 42 anni ho dovuto scegliere di uccidere mio figlio, il mio sogno.

Con il più tremendo strazio, con un senso di colpa che ancora mi segue, latente, dopo quasi 6 anni.

Sapete come si abortisce quando si scopre solo alla 21a settimana che il vostro bambino è Down?

Viene indotto il parto: vi riempiono di prostaglandine, che sono quelle cose che, quando avete la febbre, vi fanno avere male in tutte le parti del corpo.
Poi, quando il livello di prostaglandine sale, nel vostro sangue, non riuscite nemmeno più a respirare, avete un’oppressione tremenda al petto, un peso che non vi permette più di respirare.
E gli incubi diventano la vostra realtà.

Sentite lui, il bambino che tanto avevate desiderato, muoversi ancora dentro di voi.
Il medico giura che non soffre.
Ma voi non vi sentite solo un’assassina, vi sentite un torturatore di quel povero essere che tanto amate, che siete costrette ad abbandonare, perché se nascesse soffrirebbe ancora di più, per anni.

Lui si muove sempre più lentamente, il suo cuore che prima batteva forte e allegro come un puledrino imbizzarrito, ora rallenta, ora è più lento del vostro.
E i suoi movimenti diventano sempre più deboli.
Sono 5 giorni che siete in quel letto d’ospedale, cinque tremendi giorni in cui stanno cercando di indurvi il parto.
Perché l’alternativa è di farvi addormentarvi e farvelo tirare fuori a pezzi. Ma voi, no, voi a questo vi siete fermamente opposte.
Preferite soffrire. Insieme a lui, al vostro bambino che amate ma che state uccidendo, che non potrete mai abbracciare e per sempre vi sentirete colpevoli.
Siete felici di soffrire, volete soffrire. Perché il dolore fisico vi impedisce di pensare.
Soffrire è una liberazione.
Ma dura poco, purtroppo, solo alcuni giorni.
Poi torna la lucidità e, quasi inaspettato, arriva il senso di colpa.

Che rimane lì, latente.
Fin quando leggete una discussione come questa.

In questa discussione ho letto interventi pieni di una tremenda ipocrisia, di immensa ignoranza e di tanta ingenuità.

Solo una cosa, vi chiedo.
Astenetevi dal giudicare, se non sapete di cosa si tratta.
Non condannate senza conoscere il dolore e i sensi di colpa.
Non potete neppure lontanamente immaginare lo strazio che prova una madre a dover rinunciare a suo figlio.

Questa storia/poesia l’ho scritta circa due anni dopo aver deciso di abortire.
Dopo un altro anno in cui, ostinatamente, ho cercato ancora di restare incita. Senza riuscirci.
Quando, ormai, avevo dovuto rinunciare al mio sogno.
Da quel momento, finalmente conscia di quello che era successo, di quello che avevo provato e di quello che avevo sofferto, ma razionalmente sicura di aver fatto la scelta giusta, ho cominciato a risalire la china e ho ripreso a vivere.
Per mia figlia, “quegli altri occhi limpidi ed allegri, quel viso e quel corpo perfetto, quella mente acuta e brillante”, per la mia bambina che oggi ha solo 13 anni e ancora non sa quale tremenda scelta sua madre ha compiuto per amore suo.
Un giorno affronterò anche lei.
A testa alta.

Sono io, solo io, il Severus cui è dedicata la storia.




Dedicato a Severus



Il Presente

Il tempo passa, lento ma inesorabile.
I mesi si susseguono ai mesi, e gli anni agli anni. Implacabilmente.
Ed ogni volta il sogno svanisce: un sogno che non hai più il coraggio di sognare.
Un sogno che hai infine rinunciato a sognare: lo hai confidato a quei pochi che consideri amici e lo dimostri con i fatti rispettando onestamente e fino in fondo, ogni volta, quelle terribili regole che ti sei imposto.
Un sogno al quale hai volontariamente rinunciato, Severus.
Eppure, in fondo al tuo cuore, quel sogno è ancora e sempre là.
E’ tanta la paura, ma quel sogno infinitamente prezioso è sempre là, custodito nelle segrete profondità del tuo cuore, in attesa di un magia che sai che non avverrà mai.
Ed ogni volta attendi invano, soffocando la speranza per ciò che sai che non potrà accadere.
Eppure, incrollabile e tenace, la minuscola fiammella della speranza continua ad ardere indomita nel tuo cuore.
Il fato ti è amico, Severus, ed ogni volta ti toglie il tempo della speranza, affinché tu non abbia a soffrire troppo.
Ed ogni volta sono lacrime di sangue.

Un sangue che è la negazione della vita.
Tu hai rinunciato a vivere, richiudendoti nella solitudine di quel buio e gelido sotterraneo, dove vivi una vita del tutto irreale, aggrappandoti solo ad effimere ed inutili realtà.
Non parli mai del tuo passato e della tua scelta.
Perché non vuoi vedere il tuo orrore riflesso negli occhi degli altri. Perché non vuoi permettere loro di giudicarti. Perché non puoi sopportare la loro pietà. Perché loro non sanno e non potranno mai capire.
Lacrime, lacrime amare che non hanno mai fine.
Quante volte, quante volte hai creduto che potessero infine esaurirsi? Quante volte sei stato miseramente disilluso? Ora lo sai, Severus: non hanno mai fine, le lacrime. Si rinnovano ogni giorno, nei tuoi pensieri, nel tuo cuore e nella tua anima.
Le vedi negli occhi di chi ami e rimani del tutto impotente davanti a loro.
Non ci sono mai state parole, solo sguardi ed abbracci silenziosi in cui affogare disperatamente un dolore comune troppo grande da affrontare. Un dolore che unisce, un dolore che separa.
Ma anche al dolore non c’è mai fine
Hai paura di vivere nel Presente, Severus, ma sai che il Passato non potrà più tornare.
Un eterno Presente, che è già Passato, senza avere mai avuto la possibilità di diventare Futuro.
La negazione della vita.
L’espiazione della colpa.
Quei ricordi maledetti.
L’incubo del rimorso.


Il Passato


Hai disperatamente cercato di dimenticare.
Ma invano, perché non si può dimenticare.
Sei perfettamente consapevole che non potrai mai dimenticare. Lo hai sempre saputo.
Il Luogo delle Scelte non Fatte è nell’Inferno della tua mente.
Il Tempo delle Scelte non Fatte è nell’Inferno dei tuoi ricordi.
Dolore, tanto dolore.
Lo ricordi bene, vero Severus?
Ti ci sei aggrappato con tutte le tue forze a quel dolore, perché ti annebbiava la mente e ti impediva di pensare.
E tu non volevi pensare.
Giorni di intenso dolore, giorni passati nella disperazione dell’Inferno.
E’ difficile tornare a vivere dopo essere stati all’Inferno.
Perché, perché proprio a te? Perché ti hanno imposto quella tremenda scelta?
Era un sogno meraviglioso, inseguito da lungo tempo, costruito lentamente con tanta fatica.
Ormai lo avevi quasi raggiunto, ancora poco e lo avresti avuto tra le mani.
Invece, hai dovuto scegliere.
Ed hai scelto di uccidere il tuo sogno.
Perché Severus, perché?

Perché hai avuto Paura.
Paura di non essere in grado di affrontare il domani, di non essere all’altezza di tutto ciò che ti sarebbe stato inesorabilmente chiesto. Paura di soffrire troppo e di vedere soffrire troppo chi amavi. Paura di dovere rinunciare a tutto ciò che avevi.
Sei un essere umano, Severus. E’ nella natura umana avere paura.
Perché hai avuto Coraggio.
Quanto coraggio ci vuole ad uccidere un sogno?
Tanto.
L’infinito coraggio che solo la disperazione più nera può darti.
Quanto coraggio ci vuole per vivere dopo aver ucciso il proprio sogno?
Troppo, ci vuole troppo coraggio.
E questo coraggio tu non lo hai avuto: non avevi capito, non sapevi quanto coraggio ti sarebbe ancora servito, dopo.
L’avevi già consumato tutto, il tuo coraggio, Severus. Ora non te n’è rimasto più: tu sopravvivi, tu non vivi.
Il coraggio di scegliere per chi non può scegliere.
In ogni caso dovevi scegliere. Che fosse la vita o che fosse la morte, avresti comunque scelto anche per un altro essere umano.
Hai fatto la scelta che ritenevi giusta: smetti di tormentarti!
Per Amore.
Amore, uccidere per amore.
Quali atroci parole.
Affinché non ci fosse dolore e disperazione. Perché non ci fosse dolore nei suoi occhi puri, perché non ci fossero lacrime inconsolabili, perché non fossero infinite e cocenti le delusioni. Perché non fosse infelice. Perché lo amavi, Severus. Perché amavi e continui ad amare quel sogno.
Scegliere per amore, quegli altri occhi limpidi ed allegri, quel viso e quel corpo perfetto, quella mente acuta e brillante. Dovevi difenderla, Severus, stava solo a te proteggere la sua giovane vita, la sua felicità ed il suo futuro. Non doveva esserci dolore per lei, non dovevano esserci rinunce, non doveva essere trascurata, non doveva pagare lei le conseguenze della tua scelta.
Così hai rinunciato al tuo sogno, hai rinunciato per amore suo.
Ma ora riscuotiti Severus, devi tornare a vivere, perché la stai trascurando, perché c’è un’ombra sul tuo amore. Ma lei ha bisogno di te, del tuo amore totale ed incondizionato. Della tua forza, del tuo coraggio, del tuo ottimismo e della tua voglia di vivere. Ha bisogno di te. Ha bisogno della vita.
E’ il suo giudizio che temi, vero Severus?
E’ questa la tua più grande paura: perdere il suo amore ed il suo rispetto.
Hai scelto anche per lei, quando lei non poteva farlo. Ma continui a tormentarti chiedendoti se lei, al posto tuo, avrebbe fatto la tua stessa scelta.
Ma tu hai scelto per amore, nessuno può condannarti.
Non condannarti tu stesso!
Torna a vivere, te ne prego, torna ad amarti e ad amare!


Il Futuro

Io conosco solo i ricordi del Passato ed il peso di quella scelta; io vivo solo il dolore del Presente.
Il Futuro ancora non esiste.
Il futuro lo devi ancora costruire, Severus.
Ora sai che dimenticare non è la soluzione.
Hai scelto per amore, continua ad amare, con tutte le tue forze.
Le lacrime non hanno mai fine, ma da amare possono diventare dolci.
Guarda i suoi meravigliosi occhi azzurri e trova il coraggio di parlare, per fare uscire il tuo dolore, per fare uscire il suo dolore.
Urla il tuo dolore Severus.
Urla il tuo amore.
Torna a vivere!



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Spero che questo mio lungo messaggio sia servito a farvi capire che le cose non sono così semplici come pensate, che non c’è solo il bianco o il nero, che l’aborto è un dramma terribile e che le donne vanno solo aiutate e non colpevolizzate.



 
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